Abbazia di Santa Maria in Palazzo

Abbazia di Santa Maria in Palazzo
rovine del sito di Iuvanum viste dall'acropoli, in prospettiva l'area dell'antica abbazia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàMontenerodomo
Coordinate41°59′54.11″N 14°14′59.63″E / 41.998365°N 14.249896°E41.998365; 14.249896
Religionecattolica
TitolareMaria
DiocesiArcidiocesi di Chieti
ConsacrazioneXII secolo circa
Stile architettonicoRomanico cistercense
Inizio costruzioneXII secolo circa
Completamento1140 circa
Sito webwww.montenerodomo.net/content/view/81/13/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=12&Itemid=29

L'abbazia di Santa Maria in Palazzo è un'abbazia in rovina presso l'area archeologica di Juvanum, nel comune di Montenerodomo in provincia di Chieti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ne restano alcuni ruderi nella zona nord del sito; se ne intuisce l'impianto perimetrale rettangolare, con un piccolo nartece di ingresso, le basi delle colonne a divisione dell'interno in tre navate, e una piccola abside semicircolare.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La solitudine dei dintorni di Juvanum rese necessaria l'edificazione di un tempio cristiano che attirasse i monaci cistercensi atti a vita solitaria ed ascetica.

Secondo Michele Torcia, nel 1792, la chiesa è ancora esistente almeno in parte di essa e alcuni pezzi di colonne con capitelli erano utilizzati per l'edificazione di un ospizio per monaci ed alcune "pietre riquadre" utilizzate per l'edificazione di una chiesa.

Secondo Anton Ludovico Antinori, la badia è stata fondata nel 1140 da parte di Rainaldo Borrello che fu vassallo del conte Simone di Sangro o da parte di questo stesso. Lo stesso Antinori, inoltre, riferisce che nel 1065 il conte di Sangro Borrello figlio di Borrello e suo figlio Borrello Infante donarono la chiesa di Santa Maria in Letto con il monastero annesso e le sue pertinenze (tra cui il castello di Letto dentro cui esso sorge) al vescovo Attone, allora signore di Chieti.[1]

La prima notizia certa è tuttavia risalente al 1173 quando il papa Alessandro III la ascrive alla diocesi teatina.

Nel 1208, invece, papa Innocenzo III conferma la chiesa alla stessa diocesi.

Il primo abate certo è Antonio di Agnone, incaricato a tale grado all'incirca nel 1463. Le successive nomine furono causa di frequenti liti e dispute in quanto la carica di abate di quest'abbazia era molto bramata dagli adepti.

Sicuramente la badia fu abitata fino al 1564 quando fu declassata a beneficio semplice (vale a dire poco più di una pieve di campagna).

La gestione di questa chiesa passa così ad un prete secolare, che talora è un abate solo nei casi di honoris causa ed in questo caso può forgiarsi di bacolo pastorale o di mitra.

Il prete amministra il monastero da dove abita ma non può possedere nulla dei beni all'interno ma solo amministrarli.

La chiesa è integra certamente fino al 1652.

Nel 1775 quando muore l'ultimo abate, Guglielmo Carozza di Montenero la chiesa risulta già distrutta. Difatti il dipendente del tribunale fiscale di Chieti Gennaro Stefanisso ne cita in piedi solamente dei residui del chiostro e di un atrio, e delle abitazioni di monaci.

Cronologia degli abati della badia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, pp. sub anno 1065 sub voce "Chieti".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Madonna, Santa Maria del Palazzo, dalla Rivista "Albia", Roma
  • Antonio Ludovico Antinori, Manoscritti, volume XXXIV, parte IIª

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]