Abdalla Hamdok

Abdalla Hamdok
عبدالله حمدوك
Abdalla Hamdok nel 2019

Primo ministro del Sudan
Durata mandato21 agosto 2019 –
25 ottobre 2021
Capo di StatoConsiglio Sovrano del Sudan
PredecessoreMohamed Tahir Ayala
Successorevacante

Durata mandato21 novembre 2021 –
2 gennaio 2022
Capo di StatoAbdel Fattah Abdelrahman Burhan
Predecessorevacante
SuccessoreOsman Hussein

Vicesegretario esecutivo della Commissione economica per l'Africa
Durata mandatonovembre 2011 –
30 ottobre 2018
Vice diVera Songwe

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Forze della Libertà e del Cambiamento
(fino al 2021)
UniversitàUniversità di Khartum, Università di Manchester

Abdalla Hamdok (in arabo عبدالله حمدوك?; Kordofan, 1º gennaio 1956[1]) è un economista, politico e funzionario sudanese, Primo ministro del Sudan dal 21 agosto 2019 al 25 ottobre 2021 e nuovamente dal 21 novembre 2021 al 2 gennaio 2022.

Prima di diventare Primo ministro, Abdalla Hamdok ha ricoperto numerose posizioni amministrative a livello nazionale e internazionale. In particolare, dal 2011 al 2018 ha ricoperto la carica di vicesegretario esecutivo della Commissione economica per l'Africa delle Nazioni Unite[2].

Aveva ricoperto la carica di Primo ministro dal 21 agosto 2019[3], a seguito del passaggio di poteri dal Consiglio Militare di Transizione al Consiglio Sovrano del Sudan (trasferimento inquadrato nella transizione democratica) sino al 25 ottobre 2021, giorno in cui venne destituito e arrestato a seguito di un colpo di Stato militare organizzato dal generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan[4]. A partire dal 21 novembre 2021 è reintegrato nella carica di Primo ministro, e contestualmente sono liberati i prigionieri politici, a seguito di un nuovo accordo con i militari.[5] Si dimette però il 2 gennaio 2022 a seguito della violenta repressione delle proteste contro i militari, ammettendo di non essere riuscito a ridare il potere ai civili.[6][7]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Educazione[modifica | modifica wikitesto]

Abdalla Hamdok si è laureato un Bachelor of Science all'università di Khartum e ha ottenuto un dottorato in scienza economiche all'università di Manchester.[2]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1981 al 1987, Abdalla Hamdok è stato un alto funzionario nel Ministero delle finanze e della pianificazione economica del Sudan.[2]

Negli anni 1990 ha ricoperto posizioni di rilievo per Deloitte & Touche e per l'Organizzazione internazionale del lavoro in Zimbabwe, e successivamente ha lavorato per diversi anni per la Banca africana di sviluppo in Costa d'Avorio. Ha poi ricoperto dal 2003 al 2008 la carica di direttore regionale per l'Africa e il Medio Oriente presso l'Istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale.[2]

Hamdok ha lavorato per le Nazioni Unite nella Commissione economica per l'Africa (UNECA) nel 2001 e nel 2002 come Director of Regional Integration and Trade[8] e poi dal novembre 2011 all'ottobre 2018 come Vicesegretario esecutivo dell'UNECA.[2] Lo staff dell'UNECA lo ha descritto come "un vero panafricanista, un diplomatico, un uomo umile e una mente disciplinata e brillante".[8]

Nel settembre 2018, Hamdok venne nominato ministro delle finanze dal presidente Omar Al Bashir, ma egli rifiutò l'incarico.[1][9]

Primo ministro del Sudan[modifica | modifica wikitesto]

Abdalla Hamdok con Steven Mnuchin al Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d'America nel 2019.

A seguito dell'inizio della transizione democratica in Sudan, scaturita dalla Rivoluzione sudanese del 2019, la possibilità che Hamdok venisse proposto come primo ministro dalle Forze per la Libertà e il Cambiamento (FFC) venne accennata nel giugno 2019 da un portavoce dell'FFC e ad agosto dal Sudan Daily.[10][11] Le procedure per la transizione vennero ufficialmente definite nell'accordo politico firmato il 17 luglio 2019 dall'FFC e dal Consiglio Militare di Transizione (TMC) e nella dichiarazione costituzionale firmata dalle stesse parti il 4 agosto 2019.[12][13]

Il Consiglio Sovrano del Sudan (composto da civili e militari) nominò Hamdok come primo ministro del Sudan il 20 agosto 2019, come previsto nella dichiarazione costituzionale, e il 21 agosto Hamdok prestò giuramento.[14] Secondo l'articolo 19 della dichiarazione costituzionale, in quanto ministro del periodo di transizione democratica, Hamdok ha il divieto di candidarsi alle elezioni del 2022.[13]

Come primo ministro, Hamdok selezionò il suo gabinetto dei ministri. Il 4 ottobre 2019, attuò un'epurazione della leadership delle università sudanesi invischiata con il regime di Omar Al Bashir, licenziando 28 rettori universitari e 35 vice-rettori, e nominando 34 nuovi vice-rettori.[15]

Il 9 marzo 2020, Hamdok sopravvisse ad un attentato contro la sua persona effettuato con una autobomba ed avvenuto nella capitale Khartum,[16] i cui colpevoli non sono ancora stati identificati. Nell'attentato vennero danneggiati almeno 3 veicoli[17][18], ma non ci furono vittime e un addetto alla sicurezza rimase leggermente ferito.[19]

Il suo governo e il Consiglio Sovrano vennero rovesciati dal colpo di Stato militare del 25 ottobre 2021. A partire da 21 novembre è tornato a ricoprire la carica di Primo ministro, a seguito di un nuovo accordo con i militari.[20] Si dimette però il 2 gennaio 2022 a seguito delle proteste contro il regime militare, represse nel sangue dall'esercito.[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Si è sposato nel 1993 a Manchester con l'economista Muna Abdalla, con la quale ha avuto due figli.[21]

Posizioni politiche[modifica | modifica wikitesto]

Diritti delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Come Primo ministro, Hamdok selezionò nell'agosto 2019 i suoi ministri da una lista di candidati propostagli dalle Forze per la Libertà e il Cambiamento (FFC), esclusi i ministri dell'interno e della difesa scelti dai membri militari del Consiglio Sovrano. Hamdok rimandò però la scelta dei candidati, affermando che nella lista erano presenti troppe poche donne. Affermò infatti che avrebbe "tenuto in considerazione un'equa rappresentanza femminile".[22] Hamdok nominò poi quattro donne come ministri del suo gabinetto: Asma Mohamed Abdalla come ministro degli esteri[23], Lina al-Sheikh come ministro del lavoro e dello sviluppo sociale[24][25], Wala'a Essam al-Boushi come ministro per i giovani e lo sport e Intisar el-Zein Soughayroun come ministro dell'istruzione superiore.[25]

Nel novembre 2019, il governo guidato da Hamdok abrogò tutte le leggi atte a reprimere le libertà di vestiario, movimento, associazione, lavoro e studio. Hamdok lodò le donne in un messaggio pubblicato sui social media, affermando che quelle leggi erano "uno strumento di sfruttamento, umiliazione, violazione e aggressione dei diritti dei cittadini".[26][27]

Nel 2020, Hamdok approvò una legge che rese illegali le mutilazioni genitali femminili in Sudan.[28]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Hamdok, Abdalla, su treccani.it. URL consultato il 30 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  2. ^ a b c d e (EN) Abdalla Hamdok, su unido.org. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato il 5 maggio 2020; seconda copia archiviata il 5 maggio 2020).
  3. ^ https://www.aljazeera.com/news/2019/08/abdalla-hamdok-sudan-prime-minister-190821104935717.html
  4. ^ Il Post, in su il Post.it.
  5. ^ Sudan's Hamdok reinstated as PM after political agreement signed, in Reuters.
  6. ^ a b Sudan: due manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza, il premier si dimette, in Ansa.
  7. ^ In Sudan si è dimesso il primo ministro, in il Post.it.
  8. ^ a b (EN) ECA staff bid adieu to Abdalla Hamdok - “a brilliant, true Pan-Africanist”, su uneca.org (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2019).
  9. ^ (EN) Sudan economic crisis: New central bank chief appointed as inflation soars, su middleeasteye.net, 17 settembre 2018. URL consultato il 5 maggio 2020 (archiviato il 5 maggio 2020).
    «Reuters reported on Saturday that Abdalla Hamdok, initially named finance minister, declined the appointment.»
  10. ^ (EN) Khalid Abdelaziz, Sudan opposition says to nominate members for transitional council, su reuters.com. URL consultato il 5 maggio 2020.
  11. ^ FFC pick Hamdok as prime minister, su sudandaily.org (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2019).
  12. ^ raisethevoices.org, https://web.archive.org/web/20190805170905/http://raisethevoices.org/wp-content/uploads/2019/08/sudan-amendment.pdf. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2019).
  13. ^ a b (EN) Sudan: Draft Constitutional Charter for the 2019 Transitional Period, su Sudan: Draft Constitutional Charter for the 2019 Transitional Period (archiviato il 10 agosto 2019).
  14. ^ Abdalla Hamdok: Who is Sudan's new prime minister?, su aljazeera.com, 21 agosto 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  15. ^ (EN) Hamdok sacks Sudan’s university chancellors and vice-chancellors, su sudantribune.com, 4 ottobre 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020).
  16. ^ Sudan, scampato a un attentato il premier “rivoluzionario” Hamdok, su ilmessaggero.it, 10 marzo 2020. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  17. ^ (EN) Sara Al Shurafa, Sudanese Prime Minister Abdullah Hamdouk survives an assassination attempt, su gulfnews.com, 9 marzo 2020. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  18. ^ (EN) Sudan PM Abdalla Hamdok survives assassination attempt, su bbc.com, 9 marzo 2020. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 9 marzo 2020).
  19. ^ (EN) Barnini Chakraborty, Sudan Prime Minister Abdalla Hamdok survives harrowing assassination attempt, su foxnews.com. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  20. ^ In Sudan Ambdalla Hamdok sarà reintegrato come primo ministro, in Il Post.
  21. ^ (EN) Sophie Halle-Richards, The new prime minister of Sudan lived in a Hulme apartment block and got married here in Manchester, su manchestereveningnews.co.uk. URL consultato il 5 maggio 2020 (archiviato il 5 maggio 2020; seconda copia archiviata il 5 maggio 2020).
  22. ^ (EN) Hamdok delays formation of Sudan’s transitional government, su sudantribune.com, 29 agosto 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 15 settembre 2019; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
  23. ^ (EN) Sudan’s PM chooses 14 members of cabinet, su sudandaily.org (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2019).
    «Asmaa Abdallah had been chosen as foreign minister, according to the member of the Forces for Freedom and Change grouping, who spoke on condition of anonymity.»
  24. ^ (EN) FFC, Hamdok reach deal on Sudan’s transitional cabinet, su sudantribune.com, 5 settembre 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
    «The list also includes Lina al-Sheikh, Minister of Labour and Social Development»
  25. ^ a b (EN) Women take prominent place in Sudanese politics as Abdalla Hamdok names cabinet, su thenational.ae. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
    «The three other women are Walaa Al Bushi for youth and sports, Intisar Saghyroun for higher education and Lina Al Sheikh for labour and social development.»
  26. ^ (EN) Jason Burke e Zeinab Mohammed Salih, Sudan ‘on path to democracy’ as ex-ruling party is dissolved, su theguardian.com, 29 novembre 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
    «The prime minister, Abdalla Hamdok, called the rules “an instrument of exploitation, humiliation, violation, aggression on the rights of citizens”.»
  27. ^ Dopo il golpe. Svolta in Sudan: abrogata la legge che imponeva i divieti alle donne, su avvenire.it, 29 novembre 2019. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 6 maggio 2020; seconda copia archiviata il 6 maggio 2020).
    «l'autorità di transizione, che questa mattina ha sancito lo scioglimento del partito dell'ex presidente Bashir, ha anche abrogato una serie di leggi, tra cui quella che prevedeva arresti e frustate per le donne sorprese a partecipare a feste private o a indossare i pantaloni.»
  28. ^ (EN) Declan Walsh, In a Victory for Women in Sudan, Female Genital Mutilation Is Outlawed, su nytimes.com, 30 aprile 2020. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 2 maggio 2020).

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