Accademia italiana della cucina

Accademia italiana della cucina
TipoAssociazione culturale senza fine di lucro
Fondazione29 luglio 1953
FondatoreOrio Vergani
Scopotutelare le tradizioni della cucina italiana, di cui promuove e favorisce il miglioramento in Italia e all'estero.
Sede centraleBandiera dell'Italia Milano
IndirizzoVia Napo Torriani, 31, 20124, Milano
PresidenteBandiera dell'Italia Paolo Petroni
Lingua ufficialeItaliano
Sito web

L'Accademia italiana della cucina è un'associazione culturale il cui scopo è quello di "salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell'intero Paese", come affermò Orio Vergani.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia italiana della cucina fu fondata il 29 luglio 1953 all'hotel "Diana" di Milano da Orio Vergani, Dino Buzzati, Luigi Bertett, Marino Parenti ed altri. Il 18 agosto 2003 è stata riconosciuta quale "Istituzione Culturale" della Repubblica Italiana.[2]

La nipote di Orio Vergani, che si chiama Vera come sua sorella, raccontò che lo zio fu sempre attratto dal connubio fra letteratura e gastronomia. Sembra che nel novembre del 1926 Vergani, con vari altri amici, ebbe l'idea di lanciare un premio letterario mentre sedevano a tavola presso la trattoria toscana di Alberto Pepori in via Bagutta e fu così che nacque il Premio Bagutta. L'idea era quella dei caffè letterari, dove intellettuali si riunivano a discutere di letteratura, immersi nella cultura gastronomica italiana. Fu probabilmente uno dei primi a intuire che la ricchezza della nostra alimentazione faceva parte di un patrimonio culturale immateriale da valorizzare e proteggere. Vergani stesso scrisse che l'idea dell'accademia era: "nata da una noterella di viaggio di un cronista vagabondo che si stupì di trovare nel civilissimo Veneto camerieri che gli offrivano cotolette alla milanese e quasi si stupivano ch'egli fosse ansioso di assaggiare delle luganeghe di Treviso, mentre l'oste, che era di Conegliano, gli offriva frettolosamente vini toscani e non vini del Piave”.[3]


Obiettivi[modifica | modifica wikitesto]

L'associazione ha il fine di tutelare la tradizione gastronomica italiana e di promuoverne e favorirne il miglioramento in Italia e all'estero, attraverso varie iniziative, studi e divulgazioni tra cui un centro studi, attività editoriali, degustazioni, ecc. Nel suo statuo l'articolo 2 dichiara che per conseguire il suo scopo l'accademia: a) studia i problemi della gastronomia e della tavola italiana, formula proposte, dà pareri in materia su richiesta di pubblici uffici, di enti, di associazioni e di istituzioni pubbliche e private, ed opera affinché siano promosse iniziative idonee a favorire la migliore conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana; b) promuove e favorisce tutte quelle iniziative che, dirette alla ricerca storica e alla sua divulgazione, possono contribuire a valorizzare la cucina nazionale in Italia e all’estero anche come espressione di costume, di civiltà, di cultura e di scienza; c) promuove e favorisce la conoscenza presso la pubblica opinione di quegli esercizi, in Italia e all’estero, che offrono una seria garanzia del rispetto e dell’osservanza della tradizionale e caratteristica cucina nazionale, regionale e locale; d) istituisce e conferisce riconoscimenti a chi opera per il raggiungimento degli scopi istituzionali.[4]

La struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo III dello statuto definisce la struttura dell'accademia divisa in organi centrali e organi territoriali. Tutti gli organi hanno una durata triennale. Sono organi centrali:

  • Presidente
  • 2 Vice presidenti
  • Consiglio di Presidenza
  • Segretario Generale
  • Tesoriere
  • Assemblea dei Delegati
  • Consulta Accademica
  • Collegio dei Probiviri
  • Collegio dei Revisori dei Conti

Gli organi territoriali sono:

  • la Delegazione
  • il Delegato
  • la Consulta della Delegazione
  • i Coordinatori territoriali.

Le attività si sviluppano attraverso 224 Legazioni in Italia e 68 Delegazioni e 20 Legazioni all'estero con più di 7.500 associati chiamati "Accademici".

Attività editoriale[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia pubblica una rivista mensile chiamata Civiltà della Tavola. Ogni due anni viene pubblicata una Guida alle buone tavole della tradizione, a cui è stata affiancata una Guida ai ristoranti on line. Regolarmente inoltre vengono fatte pubblicazioni tematiche, che sono il frutto della ricerca dell'accademia.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cos'è l'Accademia Italiana della Cucina, su storienogastronomiche.it, 2 novembre 2019. URL consultato il 13 aprile 2021.
  2. ^ L'Accademia e i suoi obiettivi, su accademiaitalianadellacucina.it. URL consultato il 13 aprile 2021.
  3. ^ Orio Vergani: l'uomo, il giornalista, l'Accademico, su accademiaitalianadellacucina.it. URL consultato il 13 aprile 2021.
  4. ^ Lo Statuto, su accademiaitalianadellacucina.it. URL consultato il 13 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2021).
  5. ^ L'attività editoriale, su accademiaitalianadellacucina.it. URL consultato il 13 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàSBN CFIV023022