Alcmeonidi

Gli Alcmeonidi (in greco antico: Ἀλκμαιωνίδαι?, Alkmaiōnìdai o Ἀλκμεωνίδαι, Alkmeōnìdai) furono una potente famiglia aristocratica dell'antica Atene, che affermava di essere discendente del mitologico Alcmeone, nipote di Nestore: dalla Messenia i suoi componenti si sarebbero spostati in Attica al tempo dell'invasione dei Dori.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo importante rappresentante della famiglia degli Alcmeonidi fu Megacle, arconte eponimo di Atene nel VII secolo a.C. Questi fu responsabile dell'uccisione di Cilone e dei suoi seguaci[1], mentre essi tentavano di compiere il colpo di Stato del 636 a.C. (o 632[2]). Poiché Cilone aveva cercato rifugio nel tempio di Atena, Megacle e i suoi discendenti furono colpiti da una maledizione e costretti ad andare in esilio; anche i corpi sepolti di altri Alcmeonidi vennero disseppelliti e portati fuori dai confini della città.

Essi poterono far ritorno in città nel 594 a.C., durante l'arcontato di Solone.[3] Durante la tirannia di Pisistrato, l'alcmeonide Megacle diede sua figlia in sposa a Pisistrato; ma quando questi rifiutò di avere figli con lei, Megacle lo bandì. Quando Pisistrato ritornò per la sua terza tirannia nel 538 a.C., gli Alcmeonidi furono nuovamente esiliati. La loro reputazione comunque rimase alta, e Megacle poté anche sposare Agariste, figlia di Clistene di Sicione; dall'unione tra i due nacque il legislatore ateniese, Clistene.

Questi rovesciò Ippia, figlio e successore di Pisistrato, nel 510 a.C. Per fare ciò, egli corruppe l'oracolo di Delfi (che gli Alcmeonidi avevano aiutato a costruire mentre erano in esilio) per convincere gli Spartani a fornirgli un aiuto, cosa che essi fecero, sia pure a malincuore. In un primo tempo Clistene trovò un'opposizione in quanti consideravano gli Alcmeonidi inadatti al comando per via della maledizione subita, lo stesso Cleomene I, re di Sparta, si rivoltò contro di lui, che venne nuovamente esiliato per qualche tempo. Ma i cittadini pretesero il ritorno di Clistene e i restaurati Alcmeonidi divennero i responsabili della nascita della democrazia ad Atene.

I dati epigrafici ed archeologici evidenziano il demo ateniese di Alopece come centro di maggior presenza degli Alcmeonidi nel V secolo a.C.[4]

Si diceva che gli Alcmeonidi avessero negoziato un'alleanza con i Persiani durante le guerre persiane, nonostante Atene fosse la città che guidava la resistenza all'invasione persiana. Anche Pericle e Alcibiade appartenevano agli Alcmeonidi, e durante la Guerra del Peloponneso gli Spartani, nel tentativo di screditare Pericle, tornarono a ricordare la vicenda della maledizione della famiglia. Come i suoi predecessori, anche Alcibiade provò ad allearsi con i Persiani dopo essere stato accusato di empietà. La famiglia scomparve dopo che Atene venne sconfitta nella Guerra del Peloponneso.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione di un albero genealogico degli Alcmeonidi è piuttosto difficile; le origini della famiglia sono avvolte nel mito e le identificazioni dei primi individui "storici" sono piuttosto controverse.

Alcmeone I
Megacle I
(arconte "perpetuo" 922 a.C. - 892 a.C.)
Alcmeone II
(arconte "perpetuo" - 753a.C.)
Megacle II
(arconte 632/631 a.C.)
Alcmeone III
strategos[5] durante la prima guerra sacra (591/590 a.C.)
Clistene di Sicione
(c. 600-570)
Megacle III
Agariste di Sicione
Clistene
Ippocrate[6][7]
Cesira
Aristonimo
Arifrone
Alcibiade[8][9]
Megacle
vincitore dei Giochi pitici[10]
Megacle IV
(ostracizzato nel 486 a.C.)
Agariste
Santippo di Atene
Assioco[11]
Clinia
Dinomaca[12]
Ipponico III
Eurittolemo[13]
Pericle
Arifrone[12]
Alcibiade
Clinia
Cimone
Isodice
Paralo
Santippo
Alcibiade
Callia III
Pisianatte
Alcibiade[14]
Clinia[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cilone, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 febbraio 2014.
    «Cilóne [...] tentò d'impadronirsi dell'acropoli e farsi tiranno. [...] i complici si arresero per fame e, strappati dall'altare di Atena, [...] furono massacrati per ordine di Megacle, allora arconte.»
  2. ^ Musti, p. 153.
  3. ^ Gomme, 1.126.12.
  4. ^ Berti, pp. 9-69.
  5. ^ Develin, p. 39.
  6. ^ Erodoto, V, 131.
  7. ^ Pindaro, VII, 17.
  8. ^ I genitori di Alcibiade sono sconosciuti, ma era solito dire di essere un Alcmeonide per parte di madre.
  9. ^ Demostene, 561.
  10. ^ Pindaro, VII, 15.
  11. ^ Platone, 265.
  12. ^ a b Plutarco, Alcibiade, 1.
  13. ^ Plutarco, Cimone, 4.
  14. ^ Senofonte, Elleniche, I, 2, 13.
  15. ^ Senofonte, Simposio, IV, 12.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie

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