Alliata

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Alliata
Duriora decoxi
D'oro, a tre pali di nero. D'oro, a tre pali di nero. Lo scudo accollato all'aquila bicipite spiegata di nero, membrata, imbeccata e sormontata dalla corona imperiale d'oro; il manto di ermellino e la corona di principe del Sacro Romano Impero.
Stato Repubblica di Pisa
Regno di Sicilia
Bandiera delle Due Sicilie Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Titoli
FondatoreBetto di Alliata di Pisa
Attuale capoGabriele Alliata di Villafranca[1]
Data di fondazioneXII secolo
Etniaitaliana
Rami cadetti
  • Alliata di Pisa (est.)
    • Alliata di Sicilia
Stemma di Casa Alliata

Gli Alliata (o Alliati, Agliata) sono una famiglia della nobiltà toscana e siciliana, di antiche origini pisane, baroni e principi di Villafranca, duchi di Salaparuta.

La famiglia è storicamente divisa in numerosi rami, tra Sicilia e Toscana. Durante la repubblica di Pisa, gli Alliata ricoprirono numerosi incarichi pubblici nella città toscana. Il ramo toscano si è estinto nella prima metà del XX secolo, e i titoli e i beni passarono per matrimonio ai Della Gherardesca e ai Percy, duchi di Northumberland.

I Principi di Villafranca sono il ramo primogenito siciliano, tuttora fiorente, discendenti degli Alliata di Pisa. In Sicilia, gli Alliata hanno acquisito nel corso dei secoli numerosi feudi, tra cui nove principati, due ducati, un marchesato, sei baronie e numerose signorie[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini leggendarie[modifica | modifica wikitesto]

Lo studioso Agostino Inveges sostenne che gli Alliata discendessero da un'antica famiglia che visse tra Grecia, Francia e Italia.

Secondo la tradizione leggendaria la famiglia sarebbe discesa da un comes Alicatus ("Alciata"), di Mediolanum, menzionato in un decreto di Costantino I del 325[senza fonte]. Sarebbe appartenuto alla famiglia anche Dacio Agliati, menzionato come arcivescovo di Milano nel 530 e dichiarato santo da papa Vigilio dopo la morte avvenuta nel 552[3].

In epoca medioevale i fratelli Gaspare, Melchiorre e Baldasserre Alliata avrebbero partecipato alle crociate e nella stessa epoca sarebbe vissuto il beato Signoretto Alliata, morto martire[senza fonte].

Un capitano di nome Leone difese Costantinopoli nel 1274 dall'attacco dei Barbari, e fu capostipite di due famiglie, quella milanese e quella pisana. Il ramo milanese decadde, rimase fiorente quello di Pisa, diramatosi successivamente in Sicilia[4].

A Pisa[modifica | modifica wikitesto]

Il medievale Palazzo Alliata sul Lungarno Gambacorti di Pisa

Nel XII secolo la famiglia Alliata era attestata a Pisa, proprietaria dell'omonimo palazzo sul lungarno Gambacorti[5]. Secondo alcuni studiosi, gli Alliata arrivarono a Pisa dal vicino borgo di Agliati, da cui presero il cognome[6], località oggi nel comune di Palaia, vicina Calcinaia dove avevano ricoperto incarichi pubblici. Secondo altri gli Alliata erano mercanti di origine greca giunti, tra l'XI e il XII secolo, a Pisa che all'epoca era uno dei più importanti crocevia commerciali[7].

Capostipite documentato della famiglia è Betto di Alliata che fu mercante e intrattenne numerosi rapporti commerciali con la Sardegna, all'epoca sotto il dominio della Repubblica Pisana. A Pisa gli Alliata si stabilirono nel quartiere di Forisporta, vicino alla chiesa di Sant'Andrea, dove acquistarono una "torre vergata" che divenne per secoli la principale dimora pisana della famiglia[8]. Membri della famiglia ricoprirono importanti incarichi pubblici a Pisa, fecero parte del Consiglio degli Anziani, appartenendo alla fazione dei "Bianchi".

Tra gli ultimi discendenti degli Alliata di Pisa, vanno ricordati Giuseppe Alliata-Campiglia con le due figlie, la contessa Olimpia, signora di Biserno, vissuta a cavallo tra il XIX e il XX secolo e sposa del conte Gherardo della Gherardesca, e sua sorella, che sposò il Duca Percy di Northumberland[9].

Alliata in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Alliata di Pietratagliata a Palermo

Con il declino della repubblica di Pisa, nel corso del XIV secolo un membro della famiglia, Fillippo Alliata, si trasferì in Sicilia, dove dette origine al ramo siciliano tuttora fiorente, senza tuttavia smettere di curare gli interessi pisani. La famiglia si affermò velocemente in Sicilia, inizialmente come banchieri e mercanti a Palermo[10].

XV secolo[modifica | modifica wikitesto]

Alla metà del XV secolo a Palermo gli Alliata edificarono una cappella nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo. Alla fine del secolo si legarono alla monarchia spagnola acquisendo il feudo baronale di Villafranca: il titolo di principe di Villafranca fu concesso nel 1609 dal re Filippo III a Francesco Alliata, figlio di Giuseppe e di Fiammetta Paruta, baronessa di Salaparuta. Il titolo di principe del Sacro Romano Impero dava diritto al trattamento di Altezza Serenissima per il capo della famiglia. Gli Alliata furono inoltre grandi di Spagna e pari del regno[11].

XVII secolo[modifica | modifica wikitesto]

La settecentesca Villa Alliata Cardillo nei pressi di Palermo.

Nel XVII secolo ottennero dal re Carlo III la carica di "Corrieri Maggiori" ereditari del Regno di Sicilia, relativa al servizio postale dell'isola, carica che mantennero sino al 1838. Eressero a Palermo il palazzo Alliata di Villafranca[11][12].

Dagli Alliata di Villafranca discesero dei rami cadetti: Alliata di Pietratagliata, Alliata di Montereale, Alliata Cardillo, Alliata di Valguarnera.

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Alliata di Villafranca, duca di Salaparuta (Napoli, 23 giugno 1784 - Palermo, 18 gennaio 1844), sposò Agata Valguarnera, principessa di Valguarnera, e fondò nel 1824 le cantine di Casteldaccia, poi divenuta l'azienda vinicola Corvo Vini. Si tratta di una delle prime azienda vinicole in Sicilia ad esportare vino siciliano in Europa e in America già nella metà del XIX secolo, con il marchio "Duca di Salaparuta"[13]. Il figlio quartogenito Enrico (1820-1862) prese parte alla rivoluzione siciliana del 1848[14].

Anche Edoardo Alliata di Villafranca (Palermo, 10 gennaio 1818 - 5 marzo 1898) partecipò ai moti siciliani del 1848 con Ruggero Settimo e con Rosolino Pilo, ma perse i privilegi nobiliari[senza fonte]. Sposò Felicita Lo Faso dei marchesi di San Gabriele.

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Alliata di Villafranca nel 2015

Francesco Alliata di Villafranca, fu pioniere della cinematografia subacquea e fondò la Panaria Film insieme a Pietro Moncada, Renzino Avanzo e Quintino Di Napoli[15], con cui produsse l film Vulcano e La carrozza d'oro di Jean Renoir, tutti e due interpretati da Anna Magnani[16]. La figlia, Vittoria Alliata di Villafranca, traduttrice di J. R. R. Tolkien, ha scritto libri sul mondo arabo (tra cui il più noto è Harem, del 1980). Il principe Francesco è morto nel 2015[17]. L'attuale principe è il nipote di Francesco, Gabriele Alliata di Villafranca figlio di suo fratello Raimondo.

Topazia Alliata[18], pittrice allieva di Pippo Rizzo, madre di Dacia Maraini (nata dal suo matrimonio con Fosco Maraini nel 1946), successe al padre, il Principe Don Enrico Alliata di Villafranca, nella gestione dell'azienda vinicola delle cantine di Casteldaccia, fino alla vendita nel 1959.

Altri personaggi appartenenti ai differenti rami della famiglia furono:

Stefania Alliata, del ramo della casata Alliata Cardillo, ha recentemente promosso il restauro di una villa familiare ai Colli, riaperta come spazio espositivo e museo multimediale, con il sostegno della Regione Siciliana[21][22].

Araldica[modifica | modifica wikitesto]

Blasone del Casato degli Alliata
  • Stemma degli Alliata di Pisa: d'oro, a tre pali di nero[23].
  • Stemma degli Alliata di Sicilia: d'oro, a tre pali di nero. Lo scudo accollato all'aquila bicipite spiegata di nero, membrata, imbeccata e sormontata dalla corona imperiale d'oro; il manto di ermellino e la corona di principe del Sacro Romano Impero[24].

Motto: Duriora decoxi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Si è spento all'età di 95 anni Francesco Alliata, principe di Villafranca.
  2. ^ Aa.Vv., Libro d'oro della nobiltà italiana, 1922, ad vocem.
  3. ^ Filadelfo Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte, Palermo, 1647-1670
  4. ^ Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia: ossia Raccolta araldica, 1972, p. 54.
  5. ^ Scheda sul palazzo Alliata, su stilepisano.it (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2007).
  6. ^ Marco Tangheroni, Gli Alliata. Una Famiglia pisana del medioevo, CEDAM editore, 1969, p. 3.
  7. ^ AA.VV, Arte cristiana, Volume 87, Numeri 790-795, Milano 1999, p. 48
  8. ^ Aa.Vv. Le dimore di Pisa, Alinea, Firenze 2010, p. 100 e seguenti
  9. ^ Aa.Vv. Le dimore di Pisa, Alinea, Firenze, 2010, p. 102.
  10. ^ Marco Tangheroni, Gli Alliata. Una Famiglia pisana del medioevo, CEDAM, Padova, 1969, p. 5 e seguenti (ISBN 88-13-23319-1).
  11. ^ a b Gaspare Palermo, Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della città di Palermo. 5 giornate, 1816, p. 217 ( la Guida su GoogleBook.
  12. ^ Articolo sulla riapertura al pubblico del palazzo Alliata di Palermo nel 2006, La Repubblica, 22 novembre 2006; G. Travagliato, Il palazzo dei principi Alliata di Villafranca a Palermo per secoli monumento e documento di vita quotidiana, in Abitare l'Arte in Sicilia. esperienze in età moderna e contemporanea, a cura di M.C. Di Natale e P. Palazzotto, Palermo 2012, pp. 23-38
  13. ^ Quando nacque il vino Corvo e altre storie (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2008), articolo del 5 aprile 2008 sul sito BagheriaNews.com.
  14. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/alliata-enrico-dei-principi-di-villafranca_(Dizionario-Biografico)
  15. ^ I ragazzi della 'Panaria Film'. Storia di quattro pionieri del cinema., articolo sul quotidiano La Repubblica, cronaca di Palermo, del 23 maggio 2004.
  16. ^ lliata: 'Quando il nostro film scatenò il derby delle Eolie., articolo sulla presentazione del restauro del film Vulcano sul quotidiano La Repubblica, cronaca di Palermo, del 5 maggio 2004; Alliata: il principe manager, articolo sul quotidiano La Repubblica sulle attività di Francesco Alliata, sul quotidiano La Repubblica, cronaca di Palermo, del 13 agosto 2000.
  17. ^ http://www.ilgiornale.it/news/cultura/morto-alliata-principe-cinema-1147274.html
  18. ^ Toni Maraini, Ricordi d'arte e prigionia di Topazia Alliata, Sellerio, Palermo, 2003.
  19. ^ Scheda biografica di Giovanni Alliata, su comune.palermo.it (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2009).
  20. ^ Bent Parodi, Il principe mago, Sellerio, 1987.
  21. ^ Riapre Villa Cardillo Alliata: arte in cantiere (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2009).
  22. ^ Villa Alliata Cardillo - Palermo.
  23. ^ Piero Marchi, I blasoni delle famiglie toscane conservati nella raccolta Ceramelli-Papiani, Archivio di Stato di Firenze, Firenze, 1992, ad vocem.
  24. ^ Descrizione dello stemma degli Alliata. nella pubblicazione di A. Mango di Casalgerardo, Il nobiliario di Sicilia, Palermo, 1915, on-line sul sito della Regione Siciliana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Mango di Casalgerardo, Il nobiliario di Sicilia, Palermo, 1915, voll. 2, passim;
  • F. San Martino de Spucches, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo, 1924, voll. 10, passim;
  • Marco Tangheroni, Gli Alliata. Una Famiglia pisana del medioevo, CEDAM, Padova, 1969, p. 5 e seguenti;
  • M. Ganci, I grandi titoli del Regno di Sicilia, Palermo - Siracusa, 1988, p. 209;
  • V. Palizzolo Gravina, Dizionario storico-araldico della Sicilia, II ed., Palermo, 1991, p. 227;
  • Dacia Maraini, Bagheria, Rizzoli, Milano, 1996;
  • Giovanna Bongiorno, Gli Alliata Principi di Villafranca e Duchi di Salaparuta - La ruta e la vite, Kronos, 2001;
  • O. e G. Guaita, L'isola perduta, Rizzoli, Milano, 2003;
  • Toni Maraini, Ricordi d'arte e prigionia di Topazia Alliata, Sellerio, Palermo, 2003, ISBN 978-88-389-1861-2.

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