Alvito (Italia)

Alvito
comune
Alvito – Stemma
Alvito – Bandiera
Alvito – Veduta
Alvito – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Provincia Frosinone
Amministrazione
SindacoLuciana Martini (lista civica ALBETUM) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate41°41′20″N 13°44′40″E / 41.688889°N 13.744444°E41.688889; 13.744444 (Alvito)
Altitudine475 m s.l.m.
Superficie51,72 km²
Abitanti2 471[1] (31-7-2023)
Densità47,78 ab./km²
FrazioniCastello, Peschio, Santa Maria del Campo, Sant'Onofrio, Val di Rio
Comuni confinantiAtina, Campoli Appennino, Casalvieri, Gallinaro, Pescasseroli (AQ), Posta Fibreno, San Donato Val di Comino, Vicalvi
Altre informazioni
Cod. postale03041
Prefisso0776
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT060004
Cod. catastaleA244
TargaFR
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 1 965 GG[3]
Nome abitantialvitani
Patronosan Valerio
Giorno festivomartedì successivo alla Pentecoste
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Alvito
Alvito
Alvito – Mappa
Alvito – Mappa
Posizione del comune di Alvito nella provincia di Frosinone
Sito istituzionale

Alvito è un comune italiano di 2 471 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio al confine con l'Abruzzo.

Situato nella valle di Comino, fa parte del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise[4] e della comunità montana Valle di Comino. Ha il titolo di città, in virtù sia del regio dispaccio del 1739 di Carlo VI sia del regio diploma del 1744 del re di Napoli e di Sicilia (Utriusque Siciliae) Carlo di Borbone[5], come confermato con decreto del presidente della Repubblica Italiana del 4 giugno 1987[6].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese si sviluppa a mezza costa del versante meridionale del Monte Morrone (738 m), in posizione dominante sulla sottostante Valle di Comino. Il territorio comunale si presenta prevalentemente montuoso, con la valle che separa gli ultimi rilievi appennici dai rilievi collinari meridionali di Molito.

I rilievi più elevati presenti nel territorio comunale sono la Serra dei Re (1808 m) e il Monte Trani (1.752,7m), entrambi al confine con l'Abruzzo e all'interno del territorio del parco nazionale.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Classificazione climatica: zona D, 1965 GG[7]

Alvito Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 8,710,312,716,020,724,828,228,424,619,213,99,99,616,527,119,218,1
T. min. media (°C) 0,81,73,76,310,013,515,715,813,39,35,82,41,66,715,09,58,2

Agosto è il mese più caldo dell'anno con una temperatura media di 22.1 °C. Il mese di gennaio presenta invece una temperatura media di 4.7 °C., che configura la temperatura media più bassa rispetto a tutto l'anno[8].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Età medievale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Alvito e Castello Cantelmo (Alvito).

Le prime testimonianze della presenza di un paese (Civitas Sancti Urbani) risalgono al 967, mentre la fondazione del primo nucleo insediativo di "Alvito", il cui nome sembra derivare da mons Albetum (monte Albeto), posto alle sue basi, rimonta all'anno 1096.

Nei secoli successivi lo sviluppo demografico ed economico della zona superiore della città (l'attuale frazione Castello) portò alla nascita di altri centri delle vicinanze, tuttora esistenti. Nel corso del XIII secolo la signoria di Alvito passò sotto il dominio della potente famiglia dei conti d'Aquino, e dalla fine del Trecento venne posta sotto il governo della famiglia Cantelmo, trasformandosi all'inizio del XV secolo in Contea. A Restaino Cantelmo si deve, nel 1350 la ricostruzione del castello, distrutto nell'anno precedente dal terremoto dell'Appennino.

Panorama del borgo fortificato della frazione Castello e del maniero

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Alvito.
Palazzo ducale di Alvito, particolare

Nel corso del Cinquecento, dopo essere passata al condottiero Pietro Navarro, la Contea di Alvito entrò nel dominio della famiglia Folch de Cardona, in particolare di Raimondo, viceré di Napoli, e dei suoi figli Ferrante e Antonio. Con questi ultimi, tuttavia, attraversò un periodo di generale degrado. Dal 1595 Alvito e buona parte della Valle di Comino diventano feudo della famiglia Gallio, originaria di Cernobbio, che reggerà le sorti del ducato sino alla fine del XVIII secolo. I Gallio abbellisco il paese, ad esempio costruendo il palazzo ducale (Palazzo Gallio) e aprendo, nel 1666, Via Gallia (oggi Corso Gallio), la strada principale, e ne vivacizzano la vita culturale. L'epopea di questa dinastia e la storia del feudo fino ai primordi dell'età barocca si riflesse anche nella letteratura, con la pubblicazione della Descrittione del Ducato di Alvito, opera del 1633 attribuita allo scrittore immaginario Giovanni Paolo Mattia Castrucci, voluta dai Gallio e ristampata con lezioni diverse nel 1686 e nel 1863[9].

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del XIX secolo, la cittadina registra, in linea con la storia europea, la crescita della borghesia e la modificazione del tessuto urbanistico. Da un lato vede la costruzione di edifici signorili sul corso principale (come ad esempio i palazzi Graziani e Sipari eretti, rispettivamente, nel 1841 e nel 1858), che decretano la spinta economico-sociale nella parte "bassa" del centro, dall'altro vi è l'acquisizione dei segni di una vita civile propri dello spirito borghese, con la costruzione di nuove arterie stradali (in particolare il collegamento Alvito-Castello, terminato nel 1914) e l'istituzione di servizi primari (Ospedale, Pretura, Liceo, Scuola d'agricoltura)[10].

Nella seconda metà dell'Ottocento, si registra in Alvito e in tutta la Valle di Comino un'impennata dell'economia, fondata prevalentemente sull'agricoltura[11], ma anche, accanto allo stagionale migrazione di buona parte della popolazione bracciantile nella campagna romana[12], i primi fenomeni di emigrazione. In particolare, i flussi migratori sono registrati, alla fine del XIX secolo, sia verso l'Europa balcanica, in particolare Turchia e Bulgaria, sia verso le Americhe, con destinazioni principali Brasile e Stati Uniti[13]. Nello stesso periodo, si verificano anche episodi di tratte minorali verso l'Europa continentale, e in particolare in Francia, dove molti bambini alvitani vengono portati a lavorare nelle vetrerie[14]. Dall'inizio del Novecento i flussi interessano, prevalentemente, gli Stati Uniti d'America[15].

Nel 1919, su iniziativa di Vincenzo Mazzenga, vi fu istituita la prima colonia agricola di Terra di Lavoro, per gli orfani dei contadini periti nella prima guerra mondiale, che rimase attiva sino alla metà degli anni trenta[16]. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante la vicinanza con il fronte di Cassino e la presenza di un comando tedesco, Alvito fu risparmiata dagli attacchi aerei[17]. Tuttavia, presso la località Fontanelle fu giustiziato l'11 maggio 1944 il partigiano abruzzese Giuseppe Testa, decorato della medaglia d'oro al valor militare alla memoria[18].

Nel corso del Novecento, il centro cominese è stato più volte colpito da eventi sismici, i principali dei quali registratisi nel 1901, nel 1915 e nel 1984, che comunque non ne hanno intaccato il patrimonio storico-artistico. A causa della mai cessata emigrazione, indotta prevalentemente dall'assenza di lavoro, così come avviene in altre piccole realtà meridionali, e nonostante il territorio ricada nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Alvito subisce da tempo un costante spopolamento.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 4 giugno 1987[19].

Lo stemma ha la seguente blasonatura:

«d'argento, al leone d'oro, allumato di rosso, rivoltato, riposante sulla campagna di verde, attraversato dall'olivo di verde, fruttato di nero, fustato al naturale, nodrito nella campagna. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone è un:

«drappo partito di bianco e di verde riccamente ornato di ricami d'oro e caricato della stemma con la iscrizione centrale in oro recante la denominazione della Città. Le parti di metallo e i cordoni dorati. L'asta verticale ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Complesso di San Nicola

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Cupola della Chiesa di San Simeone Profeta

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

La Valle[modifica | modifica wikitesto]

La parte conclusiva di corso Gallio, con Palazzo Sipari e Porta Jacobelli

Dal basso verso l'alto (dalla Valle al Castello), si hanno numerosi esempi di architetture civili, che risalgono al periodo dal Seicento all'Ottocento. Tranne il caso di Palazzo Elvino (XVI sec.), la più antica fra le dimore private, che si trova nel rione detto "Ospedale", gli altri palazzi d'interesse storico-artistico si trovano concentrati nelle due arterie stradali principali del paese, Corso Gallio e Corso Silvio Castrucci. In particolare, lungo il primo corso, si susseguono i seguenti palazzi:

  • Palazzo Ducale (fine XVI-inizio XVII sec.). Eretto dalla famiglia Gallio, duchi di Alvito dall'inizio del Seicento alla fine del Settecento, i lavori di costruzione iniziarono nel 1596, sotto il cardinale Tolomeo Gallio, e terminarono intorno al 1633, con Francesco I Gallio. Acquistato all'asta nel 1839 da un gruppo di alvitani, fu donato alla cittadinanza. Da allora è, infatti, la sede del Municipio.
  • Palazzo Graziani (XIX sec.). Eretto dalla famiglia Graziani, originaria di Villetta Barrea, fu costruito nel 1841, da Marco Graziani. Il figlio, Achille, lo arricchì di importanti collezioni archeologiche, tanto che nella prima metà del XX secolo vi fu aperto un museo. È di proprietà privata.
Altana di Palazzo Rosati, particolare
  • Palazzo Sipari (XIX sec.). Eretto dalla famiglia Sipari, originaria di Pescasseroli, fu costruito nel 1858, in occasione del matrimonio tra Carmelo Sipari e Cristina Cappelli. Vi è nato Erminio Sipari e vi è stato ospitato, tra gli altri, Benedetto Croce, figlio di Luisa Sipari, a sua volta sorella del proprietario Carmelo. È di proprietà privata.
  • Villa Mazzenga (XIX sec.). Eretta dalla famiglia Mazzenga alla fine dell'Ottocento, inglobando parte della settecentesca dimora Simeoni, la villa è appartenuta a Vincenzo Mazzenga. Circondata da un ampio giardino, che si sviluppa fuori Porta Jacobelli, è di proprietà comunale.

Lungo il secondo corso, che rappresenta anche la strada che dal centro porta al Castello, o prospiciente ad essa, si trovano nell'ordine:

Il Peschio[modifica | modifica wikitesto]

Piana[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Ruderi del castello

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[23]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione professa per la maggior parte la religione cattolica nell'ambito della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

Giulio Calvi

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

  • Pan'a moll' , zuppa di legumi, verdure e cotiche di maiale, servita con pane raffermo.[24]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Le principali attività economiche sono legate all'agricoltura, ormai in declino, se si esclude un rinnovato interesse legato alla viticoltura, con la produzione di alcuni vini regolamentati dal disciplinare Atina DOC, e all'artigianato locale. Alvito è anche nota per la produzione di speciali torroni di pasta di mandorle ricoperti di cioccolato fondente. È una tradizione che risale alla fine del XVIII secolo e che ne ha permesso il riconoscimento, da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tra i prodotti agroalimentari tradizionali laziali[26].

Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[27]

2015 2014 2013
Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti
Alvito 146 0,43% 0,03% 286 0,27% 0,02% 144 290 153 304
Frosinone 33.605 7,38% 106.578 6,92% 34.015 107.546 35.081 111.529
Lazio 455.591 1.539.359 457.686 1.510.459 464.094 1.525.471

Nel 2015 le 146 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,43% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 286 addetti, lo 0,27% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di due persone.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Alvito è collegato alla Strada statale 749 Sora-Cassino tramite la strada provinciale 106 e la via Stradone.

Importanti anche la strada provinciale SP226, che raggiunge le frazioni di Sant'Onofrio e Val di Rio, fino alla confluenza con la SS666, che collega Sora a Pescasseroli, portando nel cuore del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, nonché la SP237.

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

Nella piana di Alvito è presente l'aviosuperifice denominata Amici del Volo.[28]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1927 passa dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.

Amministrazioni comunali[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Loreto Capoccia Eterogeneo Sindaco [29]
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Giovanni Diego Ferrante Centro Sindaco [30]
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Giovanni Diego Ferrante Lista civica Sindaco [31]
28 maggio 2006 15 maggio 2011 Duilio Martini Lista civica Sindaco [32]
15 maggio 2011 5 giugno 2016 Duilio Martini Lista civica "Buongoverno alvitano" Sindaco [33]
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Duilio Martini Lista civica "Buongoverno alvitano" Sindaco [34]
4 ottobre 2021 in carica Luciana Martini Lista civica "Albetum" Sindaco [35]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ I paesi del parco/parco nazionale d'Abruzzo,Lazio e Molise, su parcoabruzzo.it.
  5. ^ Statuto del Comune di Alvito, art. 5, Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, parte I, 20 giugno 2000.
  6. ^ Luciano Santoro, Silloge di notizie araldiche della Città di Alvito, Municipio di Alvito, 1988, pp. 26-29.
  7. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), su Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, ENEA, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 17 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  8. ^ Clima: Alvito - Grafico climatico, Grafico della temperatura, Tabella climatica - Climate-Data.org.
  9. ^ L. Arnone Sipari, Note su G.P.Mattia (alias G.P.M. Castrucci) e sulla traditio della secentesca Descrittione del ducato di Alvito, in «Studi Cassinati», XVII (2017), n. 1, pp. 9-21.
  10. ^ A.P. Recchia, op. cit., pp. 86-91.
  11. ^ G. Pescosolido, Agricoltura e industria nell'Italia unita, Laterza, Roma-Bari 1994, pp. 131 e segg.
  12. ^ R. Morri, Da Alvito alla Campagna Romana. Viaggi di braccianti e imprenditori tra '800 e '900, Edilazio, Roma 2004.
  13. ^ Si vedano I flussi alla fine dell'Ottocento dalle statistiche dell'Archivio Storico Comunale di Alvito.
  14. ^ M.R. Protasi, Al lavoro nelle vetrerie francesi: storie di bambini emigranti di Alvito di fine Ottocento, in «Giornale di Storia Contemporanea», VI (2003), n. 1, pp. 3-31
  15. ^ L. Arnone Sipari, "San Valerio", un bollettino del 1925 per gli emigrati, in «In preparazione del CCCL della traslazione del corpo di San Valerio ad Alvito (maggio 2006)», I (2005), n. 1, pp. 8-10; L. Colafrancesco, L'emigrazione in Europa dalla Valle di Comino nel secondo dopoguerra, in «Annale di storia regionale dell'Università degli Studi di Cassino», III-IV (2008-2009), pp. 7-35; Nel nuovo secolo, le statistiche sui flussi migratori dall'Archivio Storico Comunale di Alvito.
  16. ^ L. Arnone Sipari, Élites locali di Terra di Lavoro in età liberale: l'opera di Vincenzo Mazzenga, in «Annale di Storia regionale dell'Università degli Studi di Cassino», I (2006), pp. 111-140.
  17. ^ D. Pizzuti, Guerra a Cassino, pace ad Alvito (settembre 1943 - maggio 1944), Bardi editore, Roma 2004; R. Viglietta, Alvito nella II guerra mondiale. Contributo alla ricostruzione degli avvenimenti storico-militari nella Valle di Comino e dintorni, Scienze e Lettere, Roma 2010.
  18. ^ Quirinale.it.
  19. ^ Alvito, su Archivio Centrale dello Stato - Ufficio araldico - Fascicoli comunali. URL consultato il 24 ottobre 2023.
  20. ^ Vincenzo Tavernese, L’Insigne Collegiata e Parrocchiale di San Simeone Profeta in Alvito. Appunti per la storia e l’arte, Piedimonte San Germano 2012.
  21. ^ Alessandra Acconci, Croce dipinta, in La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, XVIII edizione di Restituzioni. Tesori d'arte restaurati, catalogo di mostra, Milano, 2018, pagg. 163 - 169.
  22. ^ La fossa sul sito La Ciociaria.
  23. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  24. ^ Pan'a moll' sul sito Rai24.
  25. ^ Alvito sul sito del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
  26. ^ Elenco e schede (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007). dei P.A.T. del Lazio
  27. ^ Atlante Statistico dei comuni dell'Istat, su asc.istat.it. URL consultato il 14 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
  28. ^ L'aviosuperfice sul sito dell'Enac, su moduliweb.enac.gov.it. URL consultato il 13 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2019).
  29. ^ Elezioni del 6 giugno 1993, su elezionistorico.interno.gov.it.
  30. ^ Elezioni del 27 aprile 1997, su elezionistorico.interno.gov.it.
  31. ^ Elezioni del 13 maggio 2001, su elezionistorico.interno.gov.it.
  32. ^ Elezioni del 28 maggio 2006, su elezionistorico.interno.gov.it.
  33. ^ Elezioni del 15 maggio 2011, su elezionistorico.interno.gov.it.
  34. ^ Elezioni del 5 giugno 2016, su elezionistorico.interno.gov.it.
  35. ^ Elezioni del 4 ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it. URL consultato il 28 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Ducato di Alvito nell'Età dei Gallio, tomo I (Atti), Banca della Ciociaria, Alvito 1997;
  • Dionigi Antonelli, Alvito dalle origini al sec. XIV. Nella ricorrenza del IX Centenario della fondazione della Città (1096-1996), Printhouse, Castelliri 1999;
  • Cesidio Iacobone, Alvito e la sua valle dall'antichità fino ad oggi. Cronache documentali, Centro studi Cominium “P. Michele Jacobelli”, Casalvieri 2003.
  • Valerio Iacobone, Appunti e…spunti su “Alvito e Valle di Comino”, Centro studi Cominium “P. Michele Jacobelli”, Casalvieri 1984.
  • Domenico Santoro, Pagine sparse di storia alvitana, 2 voll., Jecco, Chieti 1908-1909;
  • Antonia Pasqua Recchia, La Val di Comino, in «Storia della città», VII (1982), n. 23, pp. 83–122.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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