Amadeus (film)

Amadeus
Mozart (Tom Hulce) in una scena del film
Titolo originaleAmadeus
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1984
Durata160 min
180 min (director's cut)[1]
Rapporto2,35:1
Generebiografico, commedia, drammatico, musicale
RegiaMiloš Forman
SoggettoPeter Shaffer (opera teatrale)
SceneggiaturaPeter Shaffer
ProduttoreSaul Zaentz
Produttore esecutivoMichael Hausman
Bertil Ohlsson
Casa di produzioneOrion Pictures, The Saul Zaentz Company
Distribuzione in italianoMedusa Distribuzione (1985)
Warner Bros. (director's cut, 2002)
FotografiaMiroslav Ondříček
MontaggioMichael Chandler
Nena Danevic
T.M. Christopher (director's cut)
Effetti specialiBill Cohen, Steve Crawley, Ian Corbould, Neil Corbould, Paul Corbould
MusicheNeville Marriner, John Strauss (supervisione e coordinamento musiche), Wolfgang Amadeus Mozart
ScenografiaPatrizia von Brandenstein, Karel Cerný
CostumiTheodor Pištěk
TruccoDick Smith, Paul LeBlanc
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Edizione originale

Ridoppiaggio Director's cut (2002)

Amadeus è un film del 1984 diretto da Miloš Forman.

Tratta dall'omonima opera teatrale di Peter Shaffer e liberamente ispirata alla vita del compositore Wolfgang Amadeus Mozart, la storia parte dal presupposto − prettamente letterario, nella realtà quasi certamente infondato − di un acceso antagonismo tra il giovane musicista salisburghese e il compositore legnaghese Antonio Salieri.[2]

Ogni scena è accompagnata da una scelta di capolavori mozartiani, che includono anche intere scene tratte dalle sue opere (Il ratto dal serraglio, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Il flauto magico) fino al Requiem, che fa da contrappunto ai momenti finali della vita del compositore.

Il film riscosse un grande successo e vinse numerosi premi, tra i quali otto Oscar, quattro Golden Globe, altrettanti BAFTA e tre David di Donatello. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al cinquantatreesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.[3] Nel 2019 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[4]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Questo era Mozart. Wolfgang... Amadeus... Mozart.»

Vienna, 1823. Un anziano Antonio Salieri tenta il suicidio tagliandosi la gola mentre invoca il perdono di Mozart, della cui morte si accusa; i suoi servi accorrono e lo fanno trasferire in un manicomio. Qui, poco dopo, riceve la visita di un giovane sacerdote, che lo sprona a confessare i tormenti che lo affliggono e che lo hanno spinto al gesto estremo; all'affermazione che agli occhi di Dio tutti gli uomini sono uguali Salieri comincia a suonare alcune delle sue melodie per dimostrare il contrario: il prete fatica a riconoscerle tranne una, Eine kleine Nachtmusik, scusandosi perché ignorava che fosse sua. Salieri, ironico, gli risponde che non lo è e aggiunge con tristezza «questo era Mozart: Wolfgang Amadeus Mozart». Inizia così a raccontare le vicende che lo videro in stretti rapporti con il compositore di Salisburgo.

Salieri narra di come sin da bambino avesse sognato di diventare un grande compositore come Mozart, del quale da adulto aveva sentito le storie nelle corti europee: questo aveva causato in lui una forte invidia, non tanto per la sua fama di prodigio quanto per l'appoggio e gli insegnamenti che questi aveva ricevuto dal padre (Salieri aveva infatti sempre trovato nel proprio padre mercante un ostacolo allo sviluppo di questa ambizione, poiché non gli permetteva di istruirsi nella musica, considerandola una perdita di tempo). Trovando conforto nella preghiera, il giovane Salieri aveva chiesto a Dio di fare di lui un grande compositore in cambio della sua castità e della sua umiltà: poco dopo il padre muore soffocato da una lisca di pesce e, vedendo nell'accaduto un segno divino, si concentra sul lavoro, che con gli anni lo porta a Vienna e successivamente a diventare il compositore di corte dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena.

La carriera di Salieri sembra essere completamente decollata fin quando non giunge Mozart, che deve presentare un'opera nella residenza del suo padrone, il principe arcivescovo di Salisburgo: impaziente di incontrarlo di persona, Salieri si reca alla residenza dell'arcivescovo e tenta di riconoscere il compositore, ma a nulla valgono i suoi tentativi fin quando assiste casualmente ad un volgare amoreggiamento tra una donna e un uomo che si rivelerà essere proprio Mozart. Per Salieri è inconcepibile che un uomo così volgare possa essere degno del dono divino dell'ispirazione musicale ma rimane comunque affascinato dalla melodia che propone, la serenata Gran Partita. Tempo dopo l'imperatore Giuseppe chiede un incontro con il compositore di Salisburgo, al quale vuole commissionare un'opera per il teatro nazionale: durante l'incontro, al quale sono presenti, oltre a Salieri, anche il barone Gottfried van Swieten, il conte Orsini-Rosenberg e il maestro di cappella Giuseppe Bonno, Mozart ha modo di dimostrare il suo genio, modificando le note di una marcetta di benvenuto composta da Salieri (citando quella che sarà successivamente l'aria Non più andrai da Le nozze di Figaro) e affermando di essere già al lavoro su un'opera, Il ratto dal serraglio, che viene successivamente presentata al teatro nazionale e che vede tra i protagonisti Caterina Cavalieri, allieva di Salieri della quale egli è segretamente innamorato. Alla prima esecuzione dell'opera, che colpisce il pubblico compreso l'orecchio regale fatta eccezione per la pecca di avere "troppe note" a detta dell'imperatore, Mozart annuncia indirettamente il suo fidanzamento con Costanza Weber e le sue future nozze non appena ottenuto il consenso del padre, ma che sono poi concesse dall'imperatore stesso, nonché una fugace relazione con Caterina, cosa che lascia Salieri amareggiato e deluso, alimentando ancor più il suo odio per Mozart, che trabocca anche verso quel Dio che permette a un simile individuo di possedere tali eccezionali doti.

Successivamente l'imperatore annuncia l'incarico per insegnare musica alla nipote dietro un sostanzioso compenso e tutti i compositori di Vienna si danno da fare: anche Mozart è tra loro, preso in considerazione dall'imperatore stesso che aveva già intenzione di affidare l'incarico a lui ma, spronato da Salieri, evita per non essere accusato di favoritismo; tuttavia Amadeus rifiuta di sottoporre le sue opere alla commissione, composta secondo lui da "gente musicalmente idiota" quali sono gli italiani (infatti la commissione è composta da Orsini-Rosenberg, Bonno e Salieri stesso) e quindi non in grado di comprenderle. Costanza, preoccupata per l'indifferenza del marito sulle sorti della famiglia, si reca da Salieri per tentare di convincerlo a visionare le opere di Mozart affinché ottenga l'incarico: ancora una volta il compositore rimane folgorato dalla bellezza delle opere, arrivando definitivamente alla consapevolezza della propria mediocrità in confronto a quella che ritiene "la vera voce di Dio". Non accettando che a un uomo come Mozart possa essere concesso un tale dono decide di approfittare della moglie del rivale, accettando di aiutare il di lei marito solo in cambio di favori sessuali. Quando la donna accetta e si denuda, Salieri (che non si aspettava acconsentisse, anzi aveva avanzato la proposta solo allo scopo di liberarsene) la manda via in malo modo. In segno di sfida a Dio, dal quale si sente definitivamente tradito: troncando ogni rapporto con lui, Salieri giura che non si darà pace finché non avrà distrutto la sua incarnazione.

Il compositore italiano incarica una ragazza di nome Lorl di presentarsi a casa di Mozart per farsi assumere come governante in modo da poter tenere d'occhio i movimenti della famiglia e trovare il modo per annientare il suo rivale che nel frattempo ha ricevuto la visita di suo padre Leopold, giunto a Vienna per controllare la situazione economica del figlio, che non gli sembra delle migliori e che lo lascerà amareggiato dopo una lite con la nuora. L'occasione si presenta quando Salieri scopre che Mozart sta lavorando a un'opera illegale, Le nozze di Figaro, che è stata bandita dall'imperatore in quanto tratta di temi che aizzano l'odio tra le classi sociali. Con la complicità del conte Orsini-Rosenberg e del maestro di cappella Bonno, tenta di sabotare l'esecuzione dell'opera presso il teatro nazionale. Mozart, infuriato, si consulta con Salieri per avere una possibilità con l’imperatore. Inizia così il doppiogioco di Salieri: da una parte fa di tutto per mettere in cattiva luce il rivale mentre dall'altra si finge suo amico e lo "aiuta". L'opera, nonostante l'ostacolo iniziale, riesce lo stesso a essere rappresentata rendendo amara la sconfitta di Salieri, che si tramuta però in vittoria quando, durante l'esecuzione, l'imperatore sbadiglia, cosa che ne sancisce l'inefficacia musicale e artistica. Nel frattempo anche Salieri termina un'opera, Axur, Re d'Ormus, e dopo la sua rappresentazione riceve una medaglia al valore dall'imperatore stesso, provando per un attimo la sensazione di essere superiore al suo rivale. Mozart, tornato a casa, riceve la notizia della morte del padre, che gli ispira l'opera Don Giovanni, nella quale Salieri coglie un senso di colpa da parte di Mozart che voleva invocare lo spettro del padre affinché incolpasse il figlio. Proprio grazie al senso dell'opera la mente di Salieri inizia a elaborare un piano diabolico per riuscire finalmente a porre fine alla vita di Mozart e trionfare su Dio, ovvero quello di commissionare in segreto a Mozart una messa da Requiem per poi provocarne la morte, facendo suonare il Requiem stesso al suo funerale attribuendosene la paternità. Senza farsi riconoscere, con un travestimento usato dal padre di Mozart durante il carnevale, Salieri si reca a casa del rivale per commissionargli il Requiem, dandogli quattro settimane di tempo e una ricompensa di cento ducati. Mozart, caduto in depressione e nell'alcol dopo la morte del padre, accetta e si dà da fare per accontentare la richiesta del visitatore misterioso. Una sera la moglie, stufa di vedere il marito pensare solo a scrivere, bere e a divertirsi, se ne va con il figlio.

Nel frattempo l'amico Emanuel Schikaneder gli commissiona un'opera popolare, Il flauto magico, nella quale egli stesso si sarebbe esibito pressando il povero Mozart affinché la sua richiesta venga esaudita al più presto. Le condizioni psicofisiche del compositore però si aggravano per il troppo lavoro sin quando, durante l’esibizione de Il flauto magico, non ha un collasso nel teatro: scortato a casa da Salieri, Mozart chiede ausilio per continuare a scrivere la partitura del Requiem e così il compositore italiano si offre di aiutarlo. In un rarissimo momento di collaborazione, Salieri ha un'ultima prova del genio di Mozart e della propria inferiorità rispetto al rivale, non riuscendo neppure a stare dietro alla dettatura dello spartito. La mattina la moglie torna a casa e Mozart poco dopo muore, senza essere riuscito a portare a termine la partitura del Requiem. Successivamente il grande compositore austriaco viene seppellito in una squallida fossa comune. Il piano di Salieri è fallito: Dio ha comunque vinto su di lui, avendo chiamato a sé il suo beniamino e costretto lui a vivere per torturarlo costringendolo ad assistere al suo disfacimento e all'oblio nel quale è caduta la sua musica rispetto a quella di Mozart, che nei secoli a venire verrà sempre ricordata e celebrata.

Tornato al presente Salieri conclude il racconto autoproclamandosi campione e santo patrono dei mediocri, pronunciando la frase: "Mediocri, ovunque voi siate, io vi assolvo...io vi assolvo...io vi assolvo...io vi assolvo tutti."

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La sceneggiatura del film è adattata dall'omonima opera teatrale di Peter Shaffer, che parte dal presupposto - prettamente letterario, nella realtà quasi certamente del tutto infondato - di un acceso antagonismo tra il giovane musicista salisburghese e il compositore veronese Antonio Salieri, presente alla corte dell'impero asburgico nello stesso periodo. Accoglie quindi la fantasiosa tesi puskiniana dell'avvelenamento ordito da Salieri ai danni di Mozart.[2]

Forman ha collaborato con la coreografa americana Twyla Tharp.[5]

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Mel Gibson e Mark Hamill erano in lizza per il ruolo di Mozart,[6] ma venne scelto dal regista Forman l'allora poco conosciuto Tom Hulce che nel 1978 aveva preso parte nel film Animal House. Secondo quanto riferito, Tom Hulce ha usato gli sbalzi d'umore di John McEnroe come fonte d'ispirazione per rappresentare l'imprevedibilità del genio di Mozart.[7]

Meg Tilly doveva interpretare la moglie di Mozart, Constanza, ma si strappò un legamento della gamba il giorno prima delle riprese.[7] In sua sostituzione fu allora scelta la debuttante Elizabeth Berridge. Simon Callow, che nel film interpreta Emmanuel Schikaneder, amico fraterno di Mozart, nell'omonima pièce teatrale andata in scena a Londra interpretava Mozart.[senza fonte]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Alcune scene del film sono state girate al Teatro degli Stati di Praga.

Le riprese sono state effettuate a Praga, Kroměříž e Vienna. Le due città ceche sono state spesso usate come "controfigure" della capitale austriaca. Il regista, ormai cittadino americano ma ceco di nascita e quindi transfuga e "traditore del Comunismo", era tenuto sotto stretta sorveglianza da parte della polizia praghese, che aveva infiltrato vari suoi agenti fra le comparse. La loro presenza e la loro identità, comunque, erano diventate il classico "segreto di Pulcinella", tanto che alla fine dell'ultima scena di massa girata, come spiega divertito lo stesso Forman nel commento in DVD, nel brindisi per festeggiare la fine delle riprese, tutti - attori, tecnici e figuranti - ringraziano gli imbarazzati poliziotti per aver garantito loro la necessaria sicurezza.

Forman ha girato alcune scene al Teatro degli Stati di Praga, dove andarono in scena per la prima volta Don Giovanni e La clemenza di Tito.

Il film è stato girato interamente sfruttando la luce naturale, usando tutt'al più l'illuminazione delle candele, per ricreare le atmosfere dell'epoca, seguendo l'esempio di Stanley Kubrick quando realizzò nel 1975 Barry Lyndon.

Le riprese iniziarono il 31 gennaio 1983 e si conclusero il 20 luglio successivo.

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Ogni scena del film è accompagnata da una scelta di capolavori mozartiani, che includono anche intere scene tratte da opere (Il ratto dal serraglio, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Il flauto magico) fino al Requiem, che fa da contrappunto ai momenti finali della vita del compositore.

La musica è eseguita dall'Academy of Saint Martin-in-the-Fields, diretta da Sir Neville Marriner. Il Choir of Westminster Abbey è diretto da Simon Preston.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Disco 1:

Disco 2:

L'album per la Fantasy/BMG/Musical Heritage Society/A&M Records ha raggiunto la settima posizione in Svizzera, la nona in Nuova Zelanda e la decima nei Paesi Bassi e Svezia ed ha vinto il Grammy Award al miglior album di musica classica 1985.

Nel film ci sono anche Caro mio ben di Giuseppe Giordani, Axur, Re d'Ormus, Son queste le speranze, aria di Aspasia, l'aria Martern aller Arten (Konstanze) da Die Entführung aus dem Serail, l'aria Non più andrai, farfallone amoroso (Figaro) da Le nozze di Figaro, l'allegro del Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 (Mozart), il terzo movimento allegro di Concerto per pianoforte e orchestra n. 15. Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen nel film è cantata da June Anderson (compresa nella colonna sonora della versione Director's Cut), mentre il duettino Cinque... dieci... venti... (Susanna, Figaro) è interpretato da Samuel Ramey.

Storicità[modifica | modifica wikitesto]

I veri Mozart e Salieri, in realtà, non furono mai rivali ma furono l'uno estimatore del lavoro dell'altro.

Sin dall'inizio, tanto Forman quanto il drammaturgo Peter Schaffer furono molto chiari sull'impostazione da dare al progetto: non doveva trattarsi di un film perfettamente attinente alla veridicità storica, bensì d'una vicenda fittizia liberamente ispirata dalla realtà. Non a caso, entrambi erano soliti riferirsi al film come una "fantasia sul tema di Mozart e Salieri".[8]

L'idea d'una rivalità quasi mortale tra Mozart e Salieri è di fatto un topos che ha radici lontane, risalenti già a qualche anno di distanza dalla morte di Mozart (dopo la morte del compositore italiano si sparse persino la voce che il Salieri fosse spirato accusandosi addirittura della morte del "rivale"[9], cosa riportata pure da un incredulo Beethoven[10] nei suoi quaderni di conversazione[11]), benché certamente infondata alla luce di fonti maggiormente accreditate; il fatto che lo stesso Mozart e suo padre Leopold, in occasione dell'insuccesso che Le nozze di Figaro registrò alla sua prima rappresentazione, accusarono pubblicamente il Salieri d'averne boicottato l'esecuzione (benché il compositore italiano non fosse in Austria in quel momento, trovandosi bensì in Francia per i preparativi della messa in scena della sua opera Les Horaces), senz'altro deve aver contribuito alla nascita delle dicerie sul loro conto[12]. È stato anche ipotizzato, nella fattispecie dallo storico Alexander Wheelock Thayer, che la loro presunta rivalità fosse stata "montata ad arte" dal poeta Giovanni Battista Casti il quale, avendo un'acerrima rivalità col poeta Lorenzo Da Ponte (librettista di alcune opere mozartiane, tra cui il Figaro, oltreché poeta di corte presso l'Imperatore), cercò d'istigare l'inimicizia tra i due musicisti nella speranza così di danneggiare indirettamente il rivale (sia Casti, sia Da Ponte, non figurano o vengono menzionati nella pellicola)[13].

Successivamente, sarà poi l'opera del celebre poeta e drammaturgo russo Aleksandr Sergeevič Puškin a far sì che la cosa si cementifichi nell'immaginario collettivo, grazie al suo dramma Mozart e Salieri (1830) in cui appunto inscenò un rapporto conflittuale e burrascoso intercorrente tra Mozart - esaltatovi quale genio incompreso alla tipica maniera romantica - ed il ben più affermato Salieri che, invidiosissimo dello strabiliante talento musicale del salisburghese, veniva spinto dal suo bruciante senso d'inferiorità a tramare per la rovina, ed infine la morte per mezzo d'un veleno, del rivale; da quest'opera, in seguito, Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov trarrà un'opera musicale dallo stesso titolo nel 1897[8] e da cui lo stesso Shaffer potrebbe poi essersi ispirato per la stesura della sua opera teatrale.

Tra le libertà prese in fase di sceneggiatura, l'idea che Salieri fosse un solitario obbligato da un voto di castità: nella realtà, Antonio Salieri era sposato ed ebbe otto figli e almeno un'amante.[14] Nei suoi ultimissimi anni, il compositore italiano divenne cieco, non tentò il suicidio (men che meno tagliandosi la gola) e non cadde completamente in declino ma anzi rimase uno dei più ricercati insegnanti di musica della sua generazione: tra i suoi allievi, infatti, figurarono personalità del calibro di Beethoven, Czerny, Hummel, Liszt, Schubert e perfino uno dei figli dello stesso Mozart, Franz Xaver Wolfgang. Inoltre, Mozart era più giovane di Salieri di soli sei anni, mentre nel film la differenza di età appare ben maggiore. Per quanto riguarda la commissione del Requiem, che nel film è attribuita dunque ad una macchinazione del Salieri, la maggior parte degli storici invece ritiene che l'ignoto e misterioso committente fosse il conte Franz von Walsegg.[15]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola uscì negli Stati Uniti d'America il 6 settembre 1984 in un'anteprima a Los Angeles, mentre in Italia arrivò il 21 dicembre dello stesso anno. Il budget del film è stato di 18 milioni di dollari e l'incasso negli USA è stato di circa 52 milioni di dollari.

Director's cut[modifica | modifica wikitesto]

Cofanetti della Director's Cut del film uscita nel 2002

Nel 2002 è stata distribuita nei cinema (e in seguito anche in DVD) una versione ampliata di circa venti minuti contenente i tagli (Director's Cut) operati in occasione della prima uscita della pellicola. Vengono ripristinate alcune scene che illustrano la condizione di Mozart, talento immenso ma perennemente al verde, tra cui una richiesta di aiuto del compositore a Salieri e le impossibili lezioni di piano ad una giovane dell'alta società.

Viene ripristinata inoltre una scena cruciale per comprendere l'odio (altrimenti inspiegabile), che Constanze dimostra nei confronti di Salieri: recatasi una mattina presso il compositore italiano per pregarlo di far avere a Mozart delle commissioni grazie alla sua influenza (scena sin qui presente nella versione originale), Salieri le fa intendere che avrebbe acconsentito se lei, quella notte stessa, gli si fosse concessa sessualmente. Constanze, disperata, si trova costretta ad accettare. Ma quando, poche ore dopo, Costanze giunge nella sala del palazzo di Salieri, si spoglia ed egli la rifiuta con disprezzo in preda sia ai suoi scrupoli religiosi (dato anche il suo antico voto di castità) sia perché la richiesta era stata solo una scusa per umiliarla, sapendo che la donna non si sarebbe mai adattata comunque. Ora che può vedere la miseria della moglie del suo nemico non ha certo intenzione di aiutarla. Salieri suona quindi il campanello e chiede al maggiordomo di accompagnare la donna alla porta, che tra l'altro è ancora mezza nuda. Da questo fatto nasce quell'odio in Costanze che poi si troverà alla fine del film nel momento della dipartita del marito.

L'edizione italiana è stata ridoppiata con voci diverse, sotto la direzione di Filippo Ottoni, con esiti che hanno sollevato qualche perplessità[16]. Anche i dialoghi sono stati in parte ritradotti. In particolare ne esce accentuata la "ribellione" alla potenza schiacciante della lingua italiana nel campo musicale in relazione alla presunta rivalità con Salieri. Non a caso l'edizione Director's Cut include una battuta di Mozart su Salieri, Rosenberg e Bonno (Naturalmente, gli italiani, sempre gli italiani! Gente musicalmente idiota!), che è conforme all'originale,[17] ma che nella precedente versione italiana era stata edulcorata (Naturalmente, i cortigiani, sempre i cortigiani! Gente musicalmente idiota!).

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha incassato 52 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada[18] e nel novembre 1985, mentre era ancora nelle sale oltreoceano, aveva incassato fino ad oggi oltre 90 milioni di dollari in tutto il mondo.[19]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato acclamato dalla critica. Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ottiene l'89% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 8,9 su 10 basato su 154 critiche,[20] mentre su Metacritic ha un punteggio di 88 su 100 basato su 28 recensioni.[21]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Amadeus - Director's Cut, su bbfc.co.uk, 26 luglio 2002. URL consultato il 22 marzo 2020.
  2. ^ a b Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema americano, Editori Riuniti, Roma, 1996, pag.16.
  3. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  4. ^ (EN) Complete National Film Registry Listing, su loc.gov. URL consultato l'11 gennaio 2021.
  5. ^ (EN) Jordan Riefe, "Twyla Tharp Recalls Amadeus, Gene Kelly, Baryshnikov as She Marks 50th Anniversary", su The Hollywood Reporter, 2 ottobre 2015. URL consultato il 22 marzo 2020.
  6. ^ (EN) Tara Brady, Mark Hamill: 'If I had to climb a Skellig, I was staying at the top', su irishtimes.com, 25 novembre 2017. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  7. ^ a b The Making of Amadeus. DVD. Warner Bros. Pictures, 2001. 20 min.
  8. ^ a b (EN) Clemency Burton-Hill, What Amadeus gets wrong, su bbc.com. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  9. ^ V. Elena Biggi Parodi, "Mozart und Salieri – ein unvermeidlicher Konflikt in Mozart, Experiment Aufklärung", in "Wien des Ausgehenden 18. Jahrhunderts", Herausgeber Herbert Lachmayer, Essayband zur Mozart Ausstellung, Da Ponte Institut Wien, Katje Cantz Verlag, Ostfildern, 2006, pp. 495-501.
  10. ^ Allievo di Salieri dal 1793 al 1795
  11. ^ Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 167.
  12. ^ John A. Rice, Antonio Salieri and Viennese Opera. Chicago e Londra: The Chicago University Press (1998) pagine 460 a 464
  13. ^ (EN) Alexander Wheelock Thayer, Half a dozen of Beethoven's contemporaries, in Dwight's Journal of Music, vol. 24, Boston, Dwight, 1865, p. 290. URL consultato il 5 marzo 2016.
  14. ^ (EN) Alex von Tunzelmann, Amadeus: the fart jokes can't conceal how laughably wrong this is, in The Guardian, 22 ottobre 2009. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  15. ^ (EN) aelarsen, Amadeus: Strange but True, su An Historian Goes to the Movies, 14 giugno 2015. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  16. ^ Sensibilmente peggiore viene definito il ridoppiaggio nel Dizionario dei film 2004 di Paolo Mereghetti
  17. ^ (EN) Naturally, the Italians! Of course, always the Italians! They're all musical idiots!, su script-o-rama.com. URL consultato il 20 febbraio 2014.
  18. ^ (EN) Amadeus (1984) – Financial Information, su The Numbers. URL consultato il 22 dicembre 2014.
  19. ^ (EN) Roger Watkins, Zaentz High On Back-End Deals As 'Amadeus' B.O. Tops $90-Mil, su Variety, 20 febbraio 1985, p. 6.
  20. ^ (EN) Amadeus, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. URL consultato il 17 luglio 2023. Modifica su Wikidata
  21. ^ (EN) Amadeus, su Metacritic, Fandom, Inc. URL consultato il 10 gennaio 2020. Modifica su Wikidata
  22. ^ (EN) The 57th Academy Awards (1985) Nominees and Winners, su oscars.org. URL consultato il 13 ottobre 2011.
  23. ^ (EN) Amadeus, su The New York Times. URL consultato il 1º gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2008).

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