Anassandride

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Anassandride, figlio di Anassandro (in greco antico: Ἀναξανδρίδης?, Anaxandrídes; Camiro o Colofone, prima del 376 a.C.[1] – dopo il 347 a.C.), è stato un commediografo greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Rodi, più precisamente a Camiro, poi si stabilì ad Atene, dove esercitò l'attività drammaturgica all'epoca di Filippo II.

Esponente della commedia di mezzo, secondo la Suda Anassandride fu autore di 65 commedie e ottenne dieci vittorie[1] (sette alle Dionisie, la prima nel 376 a.C. alla 101ª Olimpiade, e tre alle Lenee)[2].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Anche se si dice che abbia distrutto molte delle sue opere, adirato per il fatto che erano state respinte, restano comunque 82 frammenti, di cui 2 dubbi, e 41 titoli[3]:

  • Agroikoi (Rustici)
  • Aischra
  • Anchises
  • Amprakiotis
  • Anteron (Rivale in amore)
  • Achilleus
  • Gerontomania (I vecchi pazzi)
  • Didymoi (I gemelli)
  • Dionysou Gonai (Nascita di Dioniso; secondo posto)
  • Helena
  • Erechtheus[4]
  • Eusebeis (Pii)
  • Zographoi (Pittori) o Geographoi
  • Heracles
  • Thettalai
  • Thesauros
  • Theseus
  • Io[5]
  • Kanephoros
  • Cercius o Cercion
  • Kitharistria
  • Kunegetai (I cacciatori)
  • Komodotragodia (La tragicommedia)
  • Locrides
  • Lycurgus
  • Mai[nomene][6]
  • Melilotos
  • Nereus
  • Nereids
  • Odysseus[7]
  • Hoplomachos
  • Pandarus
  • Poleis
  • Protesilaus
  • Samia
  • Satyrias
  • Sosippus
  • Tereus
  • Hybris
  • Pharmacomantis (L'indovino dei veleni)
  • Phialephoros (La portatrice di bocchiere).

Secondo la Suda, Anassandride fu il primo poeta a inserire gli intrighi amorosi e le seduzioni delle vergini nelle commedie[1], che, come emerge da titoli e frammenti, erano appunto incentrate sull'amore, sul quotidiano e sulla parodia mitologica. Anassandride scrisse, pare, anche ditirambi, di cui non resta niente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Suda.
  2. ^ IG II2 2325, 142
  3. ^ Kassel-Austin, Poetae Comici Graeci, vol. II.
  4. ^ Dionisie del 368; terzo posto.
  5. ^ Dionisie del 374.
  6. ^ 364; forse secondo posto.
  7. ^ rappresentata alle Dionisie tra 373 e 358.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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