Angera

Angera
comune
Città di Angera
Angera – Stemma
Angera – Bandiera
Angera – Veduta
Angera – Veduta
Panorama dalla torre della Rocca Borromeo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Amministrazione
SindacoMarcella Androni (lista civica Allea) dal 15-05-2023
Territorio
Coordinate45°46′N 8°35′E / 45.766667°N 8.583333°E45.766667; 8.583333 (Angera)
Altitudine205 m s.l.m.
Superficie17,72 km²
Abitanti5 400[1] (30-6-2023)
Densità304,74 ab./km²
FrazioniBarzola, Capronno
Comuni confinantiArona (NO), Cadrezzate con Osmate, Dormelletto (NO), Ispra, Meina (NO), Ranco, Sesto Calende, Taino
Altre informazioni
Cod. postale21021
Prefisso0331
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT012003
Cod. catastaleA290
TargaVA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 433 GG[3]
Nome abitantiangeresi
PatronoBeata Vergine Maria Addolorata
Giorno festivo15 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Angera
Angera
Angera – Mappa
Angera – Mappa
Posizione del comune di Angera nella provincia di Varese
Sito istituzionale

Angera (Ingera in dialetto varesotto) è un comune italiano di 5.400 abitanti in provincia di Varese in Lombardia. Il comune si trova sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Potrebbe derivare da in glarea ("sulla ghiaia"), indicando la vicinanza alla riva del lago. Secondo altri viene dal latino Angularia, da angulus, nel senso allargato di: "angolo di terreno eroso dalle correnti del fiume". Viene citata come Anghiera sulla mappa del Ducato di Milano nella Galleria delle carte geografiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza umana nel territorio è testimoniata fin dal Paleolitico Superiore grazie ai rinvenimenti risalenti all'Epigravettiano finale rintracciati nella Grotta di Angera, importanti reperti del neolitico provengono inoltre da località Baranzini ("Baranzitt" in dialetto varesotto) e dall'area dell'attuale cimitero. Non sono stati ad oggi rinvenuti reperti significativi e sufficientemente abbondanti da testimoniare un insediamento nell'età del bronzo e del primo ferro, ossia all'epoca della famosa cultura di Golasecca, che pure fu tanto importante per tutto il Basso Verbano. Reperti ceramici insubri tardo celtici testimoniano invece una continuità di insediamento a partire almeno dal II secolo a.C. Tra II e I secolo a.C. iniziano a diffondersi nella zona sempre più numerosi reperti romani che testimoniano l'avvenuta romanizzazione dell'area. Nel 49 a.C. anche gli abitanti Angera, come tutte le popolazioni che abitavano il territorio a Nord del Po, divennero cittadini romani a pieno diritto. In seguito il borgo conobbe un forte sviluppo commerciale con lo sfruttamento dell'insenatura naturale di Angera come porto lacuale di scambio per le merci trasportate via acqua lungo Po, Ticino e Verbano, e i prodotti che vi giungevano via terra grazie alla via Severiana Augusta: da qui si potevano raggiungere i passi alpini della Novena, del Lucomagno, del San Gottardo, dello Spluga e del San Bernardino[4]. Angera era infatti, in epoca romana, un importante porto fluviale che metteva in collegamento la Gallia Cisalpina con la Rezia[4].

Dal villaggio iniziarono a partire dall'età romana i blocchi di pietra di Angera e il legname dei boschi dell'Alto Verbano, utilizzati sicuramente per la costruzione di importanti edifici milanesi e del territorio. Non vi è certezza sul nome del villaggio di età romana; l'identificazione con il villaggio Sebuinus citato su un basamento scultoreo ospitato nel lapidario della Rocca, è solo una ipotesi, anche perché non si conosce l'esatta provenienza di tale basamento nell'ambito delle estese proprietà borromaiche. Il nome più antico, testimoniato da fonti del X secolo, è quello di Statio, che sembra indicare il ruolo di porto e stazione commerciale svolto da Angera in epoca antica. Il nome muterà nel primo medio evo in Angleria, di non sicura etimologia, ma molto probabilmente derivante dalla contrazione di Ad Glaream ovvero "presso la ghiaia", presente abbondantemente nel terreno alluvionale dove sorgeva il nucleo principale.

Nel Medioevo Angera era a capo di una Pieve che comprendeva paesi delle due sponde del lago. Sul suo territorio, nel XIV secolo, si contavano venti edifici religiosi.
La storia di Angera va però letta anche in chiave militare. Almeno dall'XI secolo sul luogo dell'attuale Rocca di Angera si trovava una struttura fortificata che poi divenne proprietà degli arcivescovi di Milano.
Nel XIII secolo la struttura passò in possesso della famiglia Visconti, che la trasformò in una poderosa fortezza in posizione dominante su tutto il paese ed il lago.
Nel 1449 la Rocca fu acquistata dalla famiglia Borromeo, attuale proprietaria.

Angera assunse titolo di Città nel 1497, per volere di Ludovico il Moro.

Durante la guerra dei Trent'anni, nel 1636, i francesi, per impedire la navigazione tra il lago e Milano, allestirono una nave, armata di quattro cannoni, sulla quale imbarcarono cento moschettieri e la piazzarono davanti ad Angera. Gli spagnoli allora fecero armare alcune imbarcazioni e, dopo alcuni combattimenti, costrinsero la nave francese a ritirarsi lungo il Ticino[5].

Nel 1776 il fisico italiano Alessandro Volta scoprì per la prima volta il metano nelle paludi di Angera. Riuscì ad isolare il gas, che chiamò "aria infiammabile delle paludi", nel 1778. Era quello che oggi chiamiamo metano.[6]

Nel primo dopoguerra. Barzola e Capronno furono annessi al Comune di Angera.

Il 20 aprile del 1954, con decreto del presidente della Repubblica, Angera venne ufficialmente denominata città.[7] Nel settembre 2014 sono stati celebrati i 60 anni della città, con una festa che ha coinvolto la Protezione Civile nazionale, regionale, provinciale e locale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Angera sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 agosto 1991.[7]

«Stemma d'oro, al biscione visconteo di sette spire, di azzurro, ingollante il putto di carnagione, capelluto di nero, allumato di azzurro, con le braccia aperte, esso biscione sormontato dalla corona all'antica di cinque punte visibili, di argento.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Lo stemma del Comune di Angera riprende l'emblema della dinastia milanese dei Visconti che fu la prima ad essere investita del potere sulla zona.

Con decreto del Presidente della Repubblica del 23 febbraio 2016[8], Angera ha adottato la propria bandiera, partita di azzurro e di rosso con al centro lo stemma civico.[9]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]


Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

La Rocca Borromeo di Angera

La Rocca Borromeo di Angera è uno dei principali punti di interesse di Angera. Si può visitare e ospita il Museo della bambola e del giocattolo, una collezione di oltre mille pezzi tra le più ricche d'Europa, completata di recente dall'acquisizione di preziosi automi francesi, tutti funzionanti. In un'altra ala del castello si trova il Museo dell'Abbigliamento infantile con capi raccolti tra l'Ottocento e la metà del Novecento.

La Rocca fu fortificata dapprima dagli arcivescovi di Milano e successivamente dai Visconti e dai Borromeo. Lungo la strada di accesso alla Rocca, si trova una spelonca, già abitata in tempi preistorici e attribuita forse arbitrariamente al culto di Mitra.


Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

L'Oasi della Bruschera e l'isolino Partegora, zone protette ove si possono scorgere fauna e flora caratteristici del lago Maggiore.

A nord del borgo è situata la collina di San Quirico, che si può percorrere attraverso una rete di sentieri che cingono il colle. Il percorso è denominato Anello di San Quirico e può essere percorso a piedi o bicicletta. Alla sommità del colle vi è la chiesetta di San Quirico.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Civico museo archeologico di Angera è situato al primo piano del Palazzo del Pretorio, una palazzina quattrocentesca con portico colonnato. Al pian terreno dell'edificio si trovano il Lapidario, con importanti stele ed epigrafi di età romana. La sezione preistorica ospita testimonianze della più antica presenza dell'uomo nel territorio varesino, dal Paleolitico superiore all'età del Rame; oltre ai reperti provenienti dalla Grotta di Angera e da numerose località della zona, sono esposte anche riproduzioni di archi, frecce ed asce preistoriche. La sezione romana presenta al pubblico la storia del vicus in età romana, quando raggiunse grande prestigio come luogo di scambio commerciale e di incrocio tra la via fluvio-lacuale costituita da Po, Ticino e Verbano e la strada carrabile che da Milano conduceva al Verbanus, giungendo proprio ad Angera nella attuale Via Greppi. Le prime vetrine di questa sezione ospitano reperti rinvenuti in occasione di scavi e recuperi archeologici nel borgo. I reperti più antichi risalgono ad epoca tardo-celtica e repubblicana e contribuiscono a raccontare la fase della romanizzazione del territorio. Sono molto significative anche le testimonianze della prima età imperiale, che ci mostrano un villaggio al centro di commerci tra l'alto Adriatico e l'area transalpina. Una vetrina è dedicata ai nuovi scavi ed una ospita i reperti provenienti da un edificio residenziale e lavorativo scoperto negli anni ottanta e dove è venuto alla luce, tra gli altri reperti, anche un tesoretto di oltre 280 monete.
La seconda parte della sezione romana è dedicata alla Necropoli romana che venne scavata negli anni settanta e che si trovava in corrispondenza dell'attuale cimitero. Una lettiga funebre carbonizzata illustra il rito funerario più diffuso ad Angera nella prima età imperiale e nelle vetrine sono esposti a rotazione alcuni dei più significativi corredi tombali tra le svariate centinaia rinvenute nella zona.
  • Museo della Bambola e del Giocattolo: situato all'interno della Rocca è uno dei più importanti musei del giocattolo d'Europa[11]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'ISTAT, il territorio comunale comprende i centri abitati di Angera, Barzola, Capronno e Fornetto-Vigane, e i nuclei abitati di Bruschera, Montecatini e Paludi[12].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Angera, via Roma

Storicamente, Angera è collegata con il resto del territorio in virtù dell'affaccio sul Lago Maggiore.

Angera è servita dalla viabilità provinciale attraverso le strade numero 69, che l'attraversa in direzione nord-sud, e numero 48, che da essa si dirama verso est.

All'estremo ovest del borgo è situato l'imbarcadero, da dove è possibile raggiungere Arona e le altre località a nord del lago, con i battelli della Navigazione del lago Maggiore.

La stazione di Taino-Angera, posta lungo la ferrovia Novara-Pino, non è più servita da treni passeggeri a partire dal 2013.

Fra il 1914 e il 1940 Angera rappresentò il capolinea orientale della tranvia Varese-Angera, gestita dalla Società Anonima Tramvie Orientali del Verbano (SATOV), la quale si attestava presso l'imbarcadero cittadino[13].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il gonfalone comunale

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b Autori vari, p. 16.
  5. ^ Fabio Romanoni, La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale, Bologna, CLUEB, 2023, p. 109, ISBN 978-88-31365-53-6.
  6. ^ Biografia, su ppp.unipv.it.
  7. ^ a b Angera, DPR 1991-08-05, concessione di stemma e gonfalone e DPR 1954-04-20, concessione di titolo di città, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, collocazione: busta 136, fascicolo 11111.
  8. ^ Angera (Varese) D.P.R. 23.02.2016 concessione della bandiera civica, su presidenza.governo.it. URL consultato il 27 settembre 2021.
  9. ^ Città di Angera – (VA), su araldicacivica.it. URL consultato il 3 luglio 2021.
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  11. ^ Museo della Bambola e del Giocattolo, su isoleborromee.it. URL consultato il 16 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2019).
  12. ^ ISTAT - Dettaglio località abitate, su dawinci.istat.it. URL consultato il 28 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2014).
  13. ^ Maurizio Miozzi, Le tramvie del varesotto, Pietro Macchione, Varese, 2014. ISBN 978-88-6570-169-0

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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