Antonio Massidda

Antonio Martino Massidda
NascitaSassari, 21 novembre 1804
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataArmata Sarda
Regio Esercito
ArmaFanteria
Cavalleria
Carabinieri
Anni di servizio1819-1869
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Novara (1849)
Comandante diReggimento "Nizza Cavalleria"
Reggimento "Cavalleggeri di Sardegna"
Corpo dei Carabinieri Reali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821)[1]
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Antonio Martino Massidda (Sassari, 21 novembre 1804 – ...) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra d'indipendenza italiana che tra l'11 agosto 1867 e il 16 luglio 1869 fu comandante del Corpo dei Carabinieri Reali.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sassari il 21 novembre 1804, figlio del cavaliere Pietro Paolo e di donna Speranza Sini del Maestre.[2] Arruolatosi nell'Armata sarda il 13 marzo 1819 divenne Cadetto Guardia in soprannumero del Corpo delle Guardie di Sua Maestà, combattendo contro i rivoltosi a Novara nel 1821.[3] Sottotenente di fanteria il 12 marzo 1822, passò all'arma di cavalleria il 6 febbraio 1824, divenendo sottotenente in soprannumero presso il Reggimento "Cavalleggeri di Piemonte" ed entrò in servizio permanente effettivo il 5 febbraio 1827.[3] Fu promosso tenente il 19 gennaio 1829, venendo trasferito al Reggimento "Nizza Cavalleria" il 3 gennaio 1832, e divenne primo tenente il 20 marzo 1836.[3] Dieci giorni dopo entrò in servizio nel Reggimento "Savoia Cavalleria", fu promosso capitano il 1 aprile 1838, e divenne maggiore il 7 settembre 1847, assegnato al Reggimento "Aosta Cavalleria".[3] Partecipò alla prima guerra d'indipendenza italiana (1848-1849) e promosso colonnello il 5 maggio 1849 in forza al Reggimento "Nizza Cavalleria", il 3 gennaio 1850 ne divenne comandante effettivo.[3] Il 24 maggio dello stesso anno assunse il comando del Reggimento "Cavalleggeri di Sardegna", venendo insignito della Croce di Cavaliere dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro il 31 gennaio 1851.[3] Il 1 luglio 1853 fu nominato comandante del Corpo dei Carabinieri Reali di stanza in Sardegna, venendo promosso maggior generale il 26 giugno 1859.[3] Membro del comitato del Corpo dei Carabinieri dal 27 ottobre 1861, fu promosso luogotenente generale il 19 gennaio 1862 e nominato giudice del Tribunale supremo di guerra il 22 aprile 1866.[3] Divenne Comandante del Corpo dei Carabinieri Reali l'11 agosto 1867. Fu collocato a riposo, dietro sua domanda, il 16 luglio 1869.[3] Era sposato con donna Speranza Arborio Mella di Sant'Elia.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 1 maggio 1868.[3]
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 3 giugno 1869.[3]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Magistrale Decreto 31 gennaio 1851.[2]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Magistrale Decreto 29 aprile 1856.[3]
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Magistrale Decreto 5 settembre 1858.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ilari, Shamà 2008, p. 319.
  2. ^ a b c Carbone 2013, p. 113.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Carbone 2013, p. 114.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Carbone, Repertorio degli ufficiali dei Carabinieri reali 1814-1871, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa, 2013.
  • Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Successore
Federico Lovera Di Maria 11 agosto 1867- 16 luglio 1869 Luigi Incisa Beccaria di Santo Stefano