Apulia et Calabria

Disambiguazione – Se stai cercando la preesistente regione augustea, vedi Regio II Apulia et Calabria.
Disambiguazione – "Apulia e Calabria" rimanda qui. Se stai cercando il successivo dominio normanno, vedi Ducato di Puglia e Calabria.
Apulia et Calabria
Informazioni generali
Nome ufficiale(LA) Provincia Apuliae et Calabriae
CapoluogoCanusium
Dipendente daImpero romano
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia
Evoluzione storica
Preceduto da Succeduto da
Regio II Apulia et Calabria Eparchie di Campania e Calabria (de iure) Regno ostrogoto (de facto)

Apulia et Calabria era il nome di una provincia romana istituita con la riforma amministrativa di Diocleziano a cavallo tra il III e il V secolo. Nelle divisioni amministrative dell'Impero romano rientrava nella prefettura d'Italia.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ricalcava a grandi linee i confini della preesistente regio II Apulia et Calabria, comprendente i territori dell'Apulia, dell'allora Calabria (l'attuale Salento) nonché dell'ex Samnium Hirpinum (l'Irpinia). Si affacciava a nord e a est sul mare Adriatico, a sud sul mar Ionio, mentre a ovest confinava con la Lucania, la Campania e il Sannio.

Almeno in una prima fase la provincia di Apulia et Calabria (al pari della Regio II) era nettamente più estesa rispetto all'attuale regione Puglia, poiché comprendeva anche alcune fasce periferiche delle odierne regioni Basilicata, Campania e Molise. Entro la metà del IV secolo la provincia dovette però cedere la città di Beneventum alla Campania e le città di Larinum e Teanum al Sannio, con conseguente perdita dell'intera valle del Fortore; tuttavia l'altipiano irpino (con Aeculanum) e la zona del Vulture (con Venusia) continuarono a farne parte.[1]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

La sede del governatore (corrector Apuliae et Calabriae) era con ogni probabilità Canusium[2]. Nell'età di Valentiniano I, tra il 28 marzo del 364 e il 24 agosto del 367, è comunque documentata la presenza di un corrector Apuliae et Calabriae a Luceria[3], dove vengono edificati un secretarium e un tribunal[4], che qualche autore ritiene possa trattarsi di un rifacimento o un ampliamento di strutture preesistenti[5]. Sembrerebbe dunque che, oltre alla sede principale di Canusium, esistessero altri uffici secondari in cui il corrector si recava saltuariamente per esigenze amministrative o per assicurare l'ordine pubblico e la giustizia.[6]

Correctores[modifica | modifica wikitesto]

  • Ulpius Alenus[7] (305-310)
  • (Vibonius ?) Caecilianus, due volte (prima del 326 o forse del 312)
  • Lucius Nonius Verus (forse per la seconda volta, 317-324)
  • Marco Aurelio Consio Quarto (stesso periodo di Nonius Verus)
  • Volusio Venusto (326-333)
  • Clodio Celsino Adelfio (? 333)
  • Attio Insteio Tertullo Populonio (prima del 359?)
  • Annius Antiochus (355-361)
  • [...]anus (364-367)[8]
  • Anonimo (384?)
  • Flavius Sexio (379-394)
  • Anonimo (398-400/401)
  • Orontius (prima del 427-428)
  • Aelius Restitutianus (IV-V secolo)
  • Flavianus (?)
  • Furio Claudio Togio Quintillo (IV secolo)
  • Flavianus Cornelius Marcellinus (IV secolo)
  • Cassius Ruferius (V secolo)
  • Constantinus (492-496)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marina Silvestrini, Le civitates dell'Apulia et Calabria: aspetti della documentazione epigrafica tardoantica, Bari, Edipuglia, 2010.
  2. ^ Giuliano Volpe, Contadini, pastori e mercanti nell'Apulia tardoantica, Edipuglia, Bari, 1996, ISBN 9788872281659, pagg. 36-41.
  3. ^ Marcella Chelotti, Rilettura di CIL, IX 801 (Luceria), in Caldelli–Gregori Epigrafia e Ordine Senatorio, 30 anni dopo, Edizioni Quasar, Roma 2014, p. 663
  4. ^ Ciò si evince da un'epigrafe rinvenuta nel territorio di Torremaggiore. A. Russi, Una nuova iscrizione tardoantica da Luceria, p. 41; C. Carletti, D. Nuzzo, La terza età dell’epigrafia nella provincia Apulia et Calabria. Prolegomena, in Vetera Christianorum, 44, 2007, pp. 198-199
  5. ^ L. Pietropaolo, Lucera in età romana, p. 114
  6. ^ Francesco Grelle e Andrea Giardina, Canosa romana Saggi di storia antica, L'Erma di Bretschneider, 1993, pp. 182-184, ISBN 9788870627824.
  7. ^ CIL IX, 692
  8. ^ relativo a Luceria. Marcella Chelotti, Rilettura di CIL, IX 801 (Luceria), in Caldelli–Gregori Epigrafia e Ordine Senatorio, 30 anni dopo, Edizioni Quasar, Roma 2014, p. 663

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Biagio Salvemini, Angelo Massafra, Storia della Puglia. Dalle origini al Seicento – Editore Laterza
  • Marcella Chelotti, Giovanni Mennella, Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 103 (1994) 159–172 «Letture e riletture epigrafiche nella Regio II».

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]