Erbil

Erbil/Hewlêr
città
(KU) Hewlêr
Erbil/Hewlêr – Veduta
Erbil/Hewlêr – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Iraq Iraq
GovernatoratoErbil
DistrettoNon presente
Territorio
Coordinate36°11′27.96″N 44°00′31.68″E / 36.1911°N 44.0088°E36.1911; 44.0088 (Erbil/Hewlêr)
Altitudine415 m s.l.m.
Superficie12 000 km²
Abitanti1 612 700[1] (2022 calcolati)
Densità134,39 ab./km²
Altre informazioni
Linguecurdo
Cod. postale44001
Prefisso66
Fuso orarioUTC+3
Cartografia
Mappa di localizzazione: Iraq
Erbil/Hewlêr
Erbil/Hewlêr
Sito istituzionale

Erbil o Arbil (in arabo اربيل?, Arbīl; ufficialmente Hewlêr in curdo; in siriaco: ܐܪܒܝܠ, Arbaelo; in greco: Ἄρβηλα), storicamente Arbela[2], è una città della Regione del Kurdistan, entità autonoma dell'Iraq. Nel 2022 la sua popolazione era di 1 612 700 abitanti (calcolati)[1]. È situata 77 chilometri ad est di Mosul.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le mura della vecchia città ancora dominano il centro cittadino
 Bene protetto dall'UNESCO
Cittadella di Erbil
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iv)
Pericoloin pericolo
Riconosciuto dal2014
Scheda UNESCO(EN) Erbil Citadel
(FR) Scheda

Il primo insediamento attestato nell'area risale al XXIII secolo a.C. e per questo motivo si ritiene che Arbil sia una delle città più antiche e con la più lunga continuità in tema di urbanizzazione. Il nome della città sembra non avere origini semitiche come farebbe supporre la contiguità con l'area linguistica accadica. La sillaba iniziale ar, infatti, sembra appartenere al gruppo linguistico della lingua urrita. Il nome Arbil appare per la prima volta in alcuni scritti sacri sumeri risalenti al 2000 a.C.. In seguito il nome, attraverso varie trasformazioni e la probabile sovrapposizione di un'etimologia popolare, venne rappresentato nella scrittura cuneiforme con i segni dal significato "quattro dei" che in accadico suonano "arba-il".

Amar-Sin, sovrano della III dinastia di Ur, saccheggiò Arbil attorno al 1975 a.C. In seguito Arbil fece parte dell'Impero Assiro dal XX secolo a.C. fino al 608 a.C. e in seguito venne inglobata nella provincia di Assiria sotto i domini persiano, greco, romano, partico e sasanide.

Durante la dominazione dei Medi, il re Ciassare avrebbe trasferito nella città una parte dell'antica tribù persiana dei Sagartiani probabilmente per ricompersarli del loro aiuto nella cattura di Ninive. L'imperatore persiano Ciro il Grande quando occupò l'Assiria nel 547 a.C. la trasformò in una satrapia, chiamata in antico persiano "Aθurā", la quale ebbe come capitale Arbil.

Nell'antichità classica Arbil era conosciuta in Occidente come Arbela e viene ricordata per la battaglia nella quale Alessandro Magno sconfisse definitivamente l'imperatore achemenide Dario III di Persia. In realtà la battaglia si svolse nella piana di Gaugamela a circa 100 chilometri di distanza da Arbil. Tuttavia il fatto storico che pose fine all'impero achemenide viene ricordato indifferentemente come battaglia di Gaugamela o battaglia di Arbela.

Ad Arbela si rifugiò poi lo sconfitto Dario III, il quale in seguito trovò la morte per mano del satrapo della Battriana Besso.

Arbil fece parte della regione disputata fra Roma e l'Impero Sasanide. L'antico regno siriaco di Adiabene (la forma greca dell'arabo Ḥadyab) aveva il suo epicentro in Arbil. Nel I secolo d.C la regina Elena di Adiabene si convertì al giudaismo. In conseguenza di ciò, in città, lo studio del Talmud divenne particolarmente fiorente. Durante il primo e il secondo secolo gran parte della popolazione si convertì al cristianesimo. Viene tramandato il nome di Pkidha che fu il primo vescovo della città a partire dal 104. Fino al tardo Medioevo Arbil fu uno dei centri più importanti del cristianesimo siriaco e divenne sede del metropolita della Chiesa d'Oriente. Il fatto che molti dei primi vescovi della città avessero nomi di origine biblica ha indotto gli studiosi a pensare che gran parte di essi fosse di origine giudea. Nel periodo cristiano la città fu la patria di padri della chiesa e di numerosi scrittori in lingua siriaca.

Arbil con l'espansione dell'Islam si trovò presto inglobata nel Califfato arabo prima sotto gli Omayyadi e poi sotto gli Abbasidi. In seguito si succedettero le dominazioni della dinastia persiana dei Buyidi, dei turchi Selgiuchidi e dei Turkmeni Atabeg di Arbil i quali regnarono per poco più di un secolo fra il 1131 e il 1232. Con l'invasione mongola si impose la dinastia degli Ilkhanidi, alla quale succedettero prima i Gialairidi e poi i Kara Koyunlu e gli Ak Koyunlu. Arbil è la patria dello storico e scrittore Ibn Khallikan, vissuto nel XIII secolo.

La comunità dei cittadini di lingua aramaica rimase significativa fino alla distruzione di Arbil da parte delle truppe di Tamerlano avvenuta nel 1397. In città è comunque rimasta fino agli anni '50 del XX secolo una fiorente comunità ebraica, in seguito emigrata in gran parte in Israele, la quale parlava fino in tempi recenti un dialetto della lingua aramaica.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo della tessitura curda

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Aeroporto Internazionale di Erbil.

La città è servita dall'aeroporto Internazionale di Erbil, aperto nel 2010, è uno dei più trafficati del Paese e dispone di una pista d'atterraggio tra le più lunghe al mondo[3].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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