Arcisate

Arcisate
comune
Arcisate – Stemma
Arcisate – Bandiera
Arcisate – Veduta
Arcisate – Veduta
Piazza Alcide De Gasperi, con il monumento ai caduti.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Amministrazione
SindacoGianluca Cavalluzzi (lista civica Noi, voi, Arcisate) dal 27-5-2019[1]
Territorio
Coordinate45°51′18.98″N 8°52′03.3″E / 45.855271°N 8.867584°E45.855271; 8.867584 (Arcisate)
Altitudine372 m s.l.m.
Superficie12,13 km²
Abitanti9 892[2] (30-4-2023)
Densità815,5 ab./km²
FrazioniBrenno Useria, Velmaio
Comuni confinantiBisuschio, Cantello, Cuasso al Monte, Induno Olona, Valganna, Varese, Viggiù
Altre informazioni
Cod. postale21051
Prefisso0332
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT012004
Cod. catastaleA371
TargaVA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 651 GG[4]
Nome abitantiarcisatesi
Patronosan Vittore
santa Felicissima
Giorno festivo8 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Arcisate
Arcisate
Arcisate – Mappa
Arcisate – Mappa
Posizione del comune di Arcisate nella provincia di Varese
Sito istituzionale

Arcisate (Arcisà in dialetto varesotto[5]) è un comune italiano di 9 892 abitanti[2] della provincia di Varese in Lombardia.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

I ruderi delle fornaci di Arcisate
Il laghetto Cicogna visto dal monte Crocino

Numerose sono le interpretazioni riguardanti il toponimo Arcisate. Una la vedrebbe come derivato direttamente dal celtico, Arc (monte Arc) is (sotto) ate (località), ovvero località sotto il Monte Arco, che sarebbe il Monte Monarco, alle spalle del paese. Il nobile Bonaventura Castiglioni lo derivava da Arx Isarcorum, fortezza degli Isarci, questa versione non è attendibile, perché gli Isarci hanno popolato ben altro territorio, e Colle Isarco, in provincia di Bolzano ne è la testimonianza. Altri, tra cui l'oblato Nicolò Sormani, l'hanno interpretato come Arx Isaurorum, fortezza degli Isauri. Il territorio è stato romanizzato e il ritrovamento di numerose are romane ha fatto sì che il nome fosse interpretato anche come Ara Cæsaris, con il quale concorda anche il Sormani. Nel corso del Quattrocento, il nobile Bonaventura Castiglioni ritrovò, nell'area dedicata un tempo alle feste mercuriali (ora sede della via Mercurio), un'ara dedicata proprio al dio romano dei commerci. Arcesius (greco Ἀρκείσιος) era uno degli appellativi del dio Mercurio e unito al suffisso di origine celtica -ate (responsabile di tanti toponimi dell'Italia settentrionale), poteva dare Arcisiate (a volte anche Arcidiate), che era una delle grafie con cui si indicava questa località nei secoli passati. La grafia, nel corso del Medioevo, rimase oscillante, in quanto tentativo di rendere in latino una voce dialettale, per cui si trova: Arzizate, Arcizate, Arzisate, Arsizate. Fin dai tempi antichi, l'economia di Arcisate era retta dalle fornaci per la produzione di calce e questo ha dato adito a un'altra interpretazione, troppo tarda per essere credibile, che è Arx Gypsaria, o fortezza del gesso. Un'altra possibilità è Arx Cisae, o Ad Cisam: il termine Cisa che si trova in toponimi di area appenninica settentrionale, era impiegato per indicare valichi, quali quello che conduce in Valceresio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Durante la preistoria, Arcisate seguì le stesse vicende che riguardarono la Valceresio. La valle, in antichità, era un'importante via di transito, poiché rappresentava un accesso pressoché diretto alle Alpi e al passo del San Gottardo. Per questo motivo, la romanizzazione fu intensa e avvenne intorno al III-II secolo a.C. Arcisate rappresentava allora un centro minore del municipium di Milano. Ancora una volta, il fatto di trovarsi su un'arteria di comunicazione così importante, le è valso una cristianizzazione precoce e ben radicata. Si può attestare in tutta sicurezza che già nel V secolo vi era una prima comunità cristiana. Lo attestano due lapidi, ritrovate nel 1745 dal prevosto Pietro Antonio Alemagna durante i lavori di restauro dell'altare maggiore della basilica di San Vittore. Le due lapidi così recitano:

B M
hic requiescit in pace
bone me
morie paulus qui vixit in se
culo annis p m lxx et deposi
tus est sub die xii kal maias
severino v c consule

hic requiescit in pace sce m costantius
pbr qui vixit in seculo ann p m lxxv
d sub d xv kl m

ovvero: alla buona memoria. qui riposa in pace di buona memoria Paolo, che visse circa 70 anni e fu sepolto il 18 aprile, mentre era console Severino, uomo celebre;
qui riposa in pace di santa memoria prete Costanzo, che visse circa 75 anni e fu sepolto il 15 aprile.

Il XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1927 il comune divenne parte delle neo istituita Provincia di Varese.

Nel 1928 al comune di Arcisate venne aggregato il comune di Brenno Useria.

Il 4 febbraio 1948, poco dopo la mezzanotte, esplose la polveriera Gavi, una fabbrica di materiale bellico di proprietà dello Stato, mietendo alcune vittime e danneggiando alcuni edifici. Due settimane dopo un decreto legislativo autorizzò la spesa di cento milioni di lire per riparare i danni causati dall'incidente.[6][7]

Nel 1968 venne aggregata la frazione di Velmaio, staccata dal comune di Cantello[8].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 10 marzo 1930.[9]

«D'oro, al mastio torricellato di due, di rosso, murato di nero e fondato su campagna erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[10][11]»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Campanile romanico (sec XI) della basilica di San Vittore Martire.

La Pieve[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Vittore (Arcisate).

La prima notizia che riguarda la presenza di un collegio canonicale ad Arcisate si trova in un documento del 1095: un privilegio concesso dall'arcivescovo Arnolfo III di Milano alla chiesa di San Gemolo di Ganna. Arcisate si trovava allora a capo di una pieve che ricopriva l'intera Valceresio e comprendeva anche Ganna.

Alla fine del XIII secolo, nel Liber notitiæ sanctorum Mediolani, Goffredo da Bussero indica 34 chiese e 37 altari nella sola pieve di Arcisate. La pieve fu visitata da Gabriele Sforza nel 1455, da Carlo Borromeo nel 1574, da Gaspare Visconti nel 1586, da Federico Borromeo nel 1606, da Cesare Monti nel 1639, da Federico Visconti nel 1687, da Giuseppe Pozzobonelli nel 1751, dal cardinale Ferrari nel 1896 e da Eugenio Tosi nel 1923. Il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster la visitò per ben cinque volte: nel 1932, 1938, 1943, 1948 e 1953. L'ultima visita alla Pieve spettò al cardinale Giovanni Battista Montini, nel 1961.

Con la riforma del 1971, la Pieve di Arcisate mutò il nome in Vicariato; Decanato dal 1974. Nel 1984, il Decanato della Valceresio ricevette la visita dell'arcivescovo Carlo Maria Martini. Il 22 marzo 2015 il Decanato ricevette la visita del cardinale Angelo Scola.

Altre architetture religiose sono:

  • la chiesa di San Francesco da Paola, chiamata anche "lazzaretto" per l'uso che ne venne fatto durante le epidemie, data la sua posizione isolata rispetto al centro del paese;
  • la piccola chiesa di Sant'Alessandro;
  • la chiesa dei santi Filippo e Giacomo, parrocchiale della frazione di Velmaio;
  • la chiesa di Santa Maria Immacolata, parrocchiale della frazione di Brenno Useria;
  • la chiesa di Sant'Antonio abate, a Brenno;
  • il santuario della Madonna d'Useria.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Piazza De Gasperi illuminata a festa per il raggiungimento dei 10.000 abitanti dopo il censimento del 2011
Il Monte Rho visto da Arcisate, sulla sinistra la vetta del Crocino

Abitanti censiti[12]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La prima stazione ferroviaria di Arcisate e quella nuova, coi binari in trincea.

Dal 1894 il territorio comunale è attraversato dalla ferrovia Varese-Porto Ceresio, originariamente gestita dalla Rete Mediterranea, poi passata in gestione alle Ferrovie dello Stato e quindi a RFI. A decorrere dal suddetto anno è dunque esistita una stazione a servizio dell'abitato, la quale è stata demolita nel 2010 e successivamente ricostruita e riattivata nel 2017, essendo stata interessata dai lavori di costruzione della ferrovia Mendrisio-Varese (che impiega il tracciato della linea per Porto Ceresio nel tratto tra Varese e Arcisate), a causa dei quali l'intera tratta ferroviaria della Valceresio è stata interrotta dal 2009 al 2018. Una volta riaperto al transito, lo scalo arcisatese è diventato punto di diramazione tra le due tratte di competenza.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio

Lista delle autorità comunali di Arcisate dal 1923.[13]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 marzo 1923 22 luglio 1924 Mario Vittorio Moroni Comm. pref.
22 luglio 1924 24 novembre 1924 Stanislao Caboni Comm. pref.
24 novembre 1924 9 agosto 1925 Ampellio Caverzasi Comm. pref.
9 agosto 1925 8 ottobre 1928 Ambrogio Parnigoni PNF Podestà
8 ottobre 1928 6 febbraio 1929 G.B. Carlo Angius Comm. pref.
6 febbraio 1929 14 marzo 1931 Vittorio Ossola Comm. pref.
14 marzo 1931 30 gennaio 1941 Ambrogio Parnigoni PNF Podestà
30 gennaio 1941 10 giugno 1941 Giulio Marconi Comm. pref.
10 giugno 1941 16 giugno 1944 Amilcare Caro PNF Podestà
16 giugno 1944 28 aprile 1945 Arturo Borri Comm. pref.
28 aprile 1945 17 giugno 1951 Giacomo Croci DC Sindaco
17 giugno 1951 25 luglio 1975 Silvio Riva Crugnola DC Sindaco
25 luglio 1975 18 settembre 1980 Giuseppe Luglio PSI Sindaco
18 settembre 1980 13 maggio 1985 Giancarlo Gariboldi PSI Sindaco
13 maggio 1985 7 maggio 1990 Giancarlo Gariboldi PSI Sindaco
7 maggio 1990 23 aprile 1995 Giuseppe Ossola DC Sindaco
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Paolo Rizzolo PPI Sindaco
13 giugno 1999 13 giugno 2004 Giancarlo Gariboldi FI Sindaco
13 giugno 2004 7 giugno 2009 Giancarlo Gariboldi FI Sindaco
7 giugno 2009 25 maggio 2014 Angelo Pierobon FI-LN Sindaco
25 maggio 2014 25 maggio 2019 Angelo Pierobon FI Sindaco
27 maggio 2019 in carica Gianluca Cavalluzzi lista civica Noi, voi, Arcisate Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elezioni amministrative ed europee 2019 Live Archiviato il 27 maggio 2019 in Internet Archive. - VareseNews, 27 mag 2019.
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 35, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Ordigno dell’ex polveriera ritrovato nella boscaglia, su ilgiorno.it, Poligrafici Editoriale, 4 maggio 2013. URL consultato il 25 agosto 2019.
  7. ^ Decreto legislativo 17 marzo 1948, n. 452
  8. ^ Decreto del presidente della Repubblica 4 aprile 1968, n. 735, in materia di "Distacco della frazione Valmaio dal comune di Cantello, con aggregazione al comune di Arcisate."
  9. ^ Arcisate, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 4 dicembre 2023.
  10. ^ Comune di Arcisate, Statuto comunale, Art. 4 c. 5 Sede, territorio, stemma.
  11. ^ Nel disegno dello stemma adottato dal comune il mastio è rappresentato chiuso e privo di finestre, torricellato di due pezzi laterali, la torre a sinistra è più alta e finestrata di uno di nero, quella destra più bassa e finestrata di due, una sull'altra, di nero, esso castello merlato di sei, ciascuna torre di tre, alla ghibellina, il tutto fondato su una campagna erbosa di verde.
  12. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  13. ^ Gianpiero e Cinzia Buzzi, 1999, p.288.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Buzzi Gianpiero e Cinzia, Arcisate - Secoli di rintocchi e voci dal silenzio, Edizione casa nostra - Pro Arcisate, ottobre 1999, ISBN non esistente.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 14, 412, 413, 420, 422nota.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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