Atlantismo

Poster atlantista del secondo dopoguerra.

L'atlantismo è la visione dello sforzo cooperativo tra l'Europa occidentale e le nazioni del Nord America (soprattutto gli Stati Uniti) in tema di economia, politica e difesa militare, con lo scopo dichiarato di mantenere sicure le nazioni partecipanti a questo sforzo cooperativo e proteggere i valori che li accomunano quali libertà individuale, democrazia, economia di mercato e stato di diritto.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il termine atlantismo deriva dall'Oceano Atlantico che separa le nazioni che condividono tale visione o, detta in altro modo, l'oceano che unisce le diverse nazioni e connette i due continenti. L'atlantismo è talvolta avverso al continentalismo (sinergia tra Paesi dello stesso continente).

La NATO è il luogo principale nel quale si discute e si prendono le decisioni su temi di interesse atlantico. In tale ambito vengono anche portati avanti progetti comuni come la realizzazione del Lockheed Martin F-35 Lightning II. Paesi come Bulgaria e Romania attualmente professano un'aperta visione atlantista.[3]

Stati membri della NATO

L'atlantismo ha subito significativi cambiamenti nel corso del XXI secolo alla luce della guerra al terrorismo e della guerra in Iraq[4]. Ad esempio, aeroplani NATO AWACS controllano il cielo statunitense[5][6][7]. Nel 2006 la NATO dichiarò che una priorità è contribuire a riportare ordine e stabilità in Afghanistan.[2]

Neoatlantismo[modifica | modifica wikitesto]

Il termine neoatlantismo indica una visione della politica internazionale che si diffuse in Italia nel secondo dopoguerra. Secondo questa visione, l'Italia doveva collaborare con gli Stati Uniti nella difesa dell'Occidente dalla minaccia comunista, ma doveva anche impegnarsi a dialogare coi paesi del Medio Oriente e del Terzo mondo, con l'obiettivo di conquistare al paese una posizione strategica all'interno dello scacchiere mediterraneo. Fu uno strumento di tale politica il sostegno delle aspirazioni indipendentiste delle ex colonie francesi e britanniche. Il Regno Unito guidato da Anthony Eden (1955-1957), infatti, aveva elaborato un progetto che prevedeva una maggiore collaborazione tra Parigi e Londra al fine di assumere un ruolo di guida del continente all'indomani della recuperata sovranità di Bonn nel 1955. La decisione italiana voleva limitare la costituzione di una terza potenza, dopo USA ed URSS. La migliore "arma" di questa nuova politica italiana fu il dialogo culturale, politico ed economico.

Un'applicazione del neoatlantismo fu la decisione di Enrico Mattei, presidente dell'Eni, di siglare accordi petroliferi con l'Iran che determinarono un notevole ribasso del prezzo della benzina. Fu tuttavia una politica non coronata dal successo. Tra le cause, la sopravvalutazione della posizione politica internazionale dell'Italia, la mancata accettazione dell'apertura a sinistra da parte del partito di governo, la Democrazia Cristiana, e la difficoltà di avere adeguate risorse finanziarie, che fruttarono più volte all'Italia le accuse di "dilettantismo" e di "inaffidabilità atlantica"[8][9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atlanticism. The American Heritage Dictionary of the English Language: Fourth Edition. 2000 Archiviato il 1º dicembre 2008 in Internet Archive.
  2. ^ a b North Atlantic Council. "Riga Summit Declaration," 2006-11-29. Retrieved on 2007-10-13
  3. ^ "The new kids on the block," The Economist, 2007-01-04. Retrieved 2007-10-14. Quote: "Romania, under its president, Traian Basescu, is a bastion of Atlanticism in the Black Sea region."
  4. ^ North Atlantic Council. "Statement by the North Atlantic Council," 2001-10-12. Retrieved on 2007-10-13
  5. ^ NATO. "NATO Airborne Early Warning Aircraft Begin Deploying to the United States," 2001-10-09. Retrieved on 2007-10-13
  6. ^ Schmitt, Eric. "NATO Planes to End Patrol of U.S. Skies," The New York Times, 2002-05-02. Retrieved on 2007-10-13.
  7. ^ NATO, "Statement to the Press, by NATO Secretary General, Lord Robertson," 2001-10-04. Retrieved on 2007-10-13
  8. ^ Giovanni Preziosi, Amintore Fanfani e la politica estera italiana, in La Civiltà Cattolica, Roma, 2 aprile 2011. URL consultato il 30 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2015).
  9. ^ Giovanni Belardelli, «Neoatlantismo»: il sogno di Fanfani a doppia marcia, in Corriere della Sera, Milano, 15 giugno 2010, p. 45. URL consultato il 30 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2014).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]