Autonoe (astronomia)

Autonoe
(Giove XXVIII)
Le immagini della scoperta di Autonoe ottenute nel dicembre 2001 dal Canada-France-Hawaii Telescope
Satellite diGiove
Scoperta10 dicembre 2001
ScopritoriScott Sheppard et al.
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore24 264 000 km
0,1622 UA
Periodo orbitale-2,0834 anni
(-719,01 giorni[1])
Inclinazione
sull'eclittica
151°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Giove
150°
Eccentricità0,369
Dati fisici
Dimensioni~4 km
Massa
~9 × 1013 kg
Densità media2,6 × 103 kg/m³?
Acceleraz. di gravità in superficie~0,0015 m/s²
Periodo di rotazionesconosciuto
Albedo0,04
Dati osservativi
Magnitudine app.22

Autonoe, o Giove XXVIII, è un satellite naturale minore del pianeta Giove; dal diametro di circa 4 km, orbita attorno al pianeta in direzione retrograda.

Il satellite deve il suo nome al personaggio di Autonoe, figlia di Cadmo e di Armonia secondo la mitologia greca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Autonoe venne scoperto nel dicembre 2001 da un gruppo di ricerca dell'Università delle Hawaii composto da Scott Sheppard, David Jewitt e Jan Kleyna;[2] gli fu inizialmente attribuita la designazione provvisoria S/2001 J 1.[3][4][5]

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

In virtù dei suoi parametri orbitali Autonoe è comunemente considerato un membro del gruppo di Pasife, che si compone dei satelliti gioviani con semiassi maggiori compresi fra 22,8 e 24,1 milioni di chilometri, e con inclinazioni orbitali comprese fra 144,5° e 158,3°.

Autonoe orbita attorno a Giove in 719,01 giorni,[1] a una distanza di 24.264.000 km. La sua orbita ha un'inclinazione di 151° rispetto all'eclittica (150° rispetto al piano equatoriale di Giove); il moto è retrogrado e l'eccentricità orbitale è di 0,369.

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione ufficiale fu assegnata nell'agosto 2003, assegnando al satellite il nome di Autonoe, figlia di Cadmo e di Armonia secondo la mitologia greca.[6] Secondo una delle varie versioni del mito fu amata da Zeus e divenne madre delle Grazie.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b M.P.C. 115890 (PDF), in Minor Planet Circular, Minor Planet Center, 27 agosto 2019.
  2. ^ S.S. Sheppard (2019), Moons of Jupiter, Carnegie Science, on line.
  3. ^ IAUC 7900: Satellites of Jupiter. 2002 May 16 (discovery)
  4. ^ MPEC 2002-J54: Eleven New Satellites of Jupiter. 2002 May 15 (discovery and ephemeris)
  5. ^ MPEC 2002-V03: S/2001 J 1. 2002 November 1 (revised ephemeris)
  6. ^ IAU Website: Satellites of Jupiter, Saturn and Uranus (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007).
  7. ^ USGS Astrogeology: Gazetteer of Planetary Nomenclature - Planetary Body Names and Discoverers.

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