Aylacophora deserticola

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Aylacophora deserticola
Immagine di Aylacophora deserticola mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae

Basal grade

Sottotribù Chiliotrichinae
Genere Aylacophora
Cabrera, 1953
Specie A. deserticola
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae
Genere Aylacophora
Specie A. deserticola
Nomenclatura binomiale
Aylacophora deserticola
Cabrera, 1953

Aylacophora deserticola Cabrera, 1953 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Basal grade) e sottotribù Chiliotrichinae. Aylacophora deserticola è anche l'unica specie del genere Aylacophora Cabrera, 1953.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere generico ("Aylacophora") deriva da due parole greche: aylacos, che significa "solco", e "φορός" (phoros), che significa "portatore" e si riferito ai notevoli solchi che corrono lungo il fusto.[4][5] L'epiteto specifico ( deserticola) si riferisce al suo habitat tipico.

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Angel Lulio Cabrera (1908-1999) nella pubblicazione " Boletin de la Sociedad Argentina de Botanica. La Plata, Argentina" ( Bol. Soc. Argent. Bot. 4: 268) del 1953.[6] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento. Le specie di questa voce ha un habitus di tipo sub-arbustivo o arbustivo.[7][8][9][10][11][2][12]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta e densamente ramificata e intricata. I rami sono glabri con scanalature tomentose.

Foglie. Le foglie, poche, sparse e presto caduche, sono disposte in modo alternato e sono più o meno sessili. Le foglie, intere, hanno delle forme lineari con apici acuti; sono coriacee e di tipo ericoide. La superficie abassiale è tomentosa in modo evanescente.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono sia scapose (capolini solitari) che composte da diversi capolini. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide con fiori spesso omogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme ampiamente campanulate o globose, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (spesso assenti) e fiori del disco. Le brattee, facilmente decidue, con forme da ovate a oblungo-lanceolate, superfici tomentose, margini lisci e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato e scalato su 5 - 6 serie. Il ricettacolo, con forme oblungo-lanceolate e conduplicato, è provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Corolla: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme e lobata; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sono giallo e varietà.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[11][14]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[7] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[15] I due bracci dello stilo hanno una forma da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli. Lo stilo dei fiori del raggio è supinato.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; in alcune specie è presente un certo dimorfismo (gli acheni dei fiori del raggio differiscono dagli acheni dei fiori del disco);

  • achenio: gli acheni, con forme obovate e compresse, hanno 2 nervature laterali; la superficie è glabra con margini e apici strigosi-sericei; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti;
  • pappo: il pappo è formato da una serie di 20 - 25 scaglie lanceolate ed è più piccolo degli acheni.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce è distribuita in Argentina (meridionale).[3]

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]

Alcune checklist considerano il genere, e quindi la specie di questa voce, un sinonimo del genere Nardophyllum Hook. & Arn.[19] (il sinonimo per la specie è Nardophyllum deserticola (Cabrera) G.L.Nesom[20]).

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]

  • Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
  • Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
  • Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
  • Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
  • North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.

Il genere Aylacophora (insieme alla sottotribù Chiliotrichinae) è incluso nel lignaggio "Basal grade". In particolare fa parte del sottogruppo relativo agli areali del Sudamerica. Le specie di questo gruppo sono caratterizzate da un livello di ploidia 2x o 4x.[2] La sottotribù è suddivisa in tre cladi (o gruppi): Chiliotrichum clade - Nardophyllum clade - Llerasia clade. Il genere Aylacophora è incluso nel clade "Chiliotrichum" insieme ai generi Chiliotrichum - Lepidophyllum - Chiliophyllum. I caratteri morfologici principali di questo gruppo sono: un pappo composto da scaglie a forma e disposizione variabili, e degli acheni privi di tricomi gemelli tra le costole (o al massimo hanno solo pochissimi tricomi sparsi nella parte superiore). Altri caratteri condivisi sono: i capolini sono del tipo radiato, i ricettacoli sono parzialmente provvisti di pagliette, i rami dello stilo sono piuttosto oblunghi ed ottusi e il pappo è biseriato.[12]

In precedenti trattazioni questo genere è descritto all'interno della sottotribù Hinterhuberinae (ora sinonimo della sottotribù Baccharidinae).[11]

I caratteri distintivi della specie Aylacophora deserticola sono:[11]

  • le foglie sono sparse, caduche e precoci;
  • il capolino è discoidale con l'involucro globoso;
  • gli acheni hanno delle forme elicoidali e molte nervature longitudinali con superficie irsuta-strigosa;
  • la lunghezza del pappo è uguale alla corolla dei fiori del disco.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d Nesom 2020.
  3. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 dicembre 2023.
  4. ^ Bonifacino 2009.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 dicembre 2023.
  7. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  9. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  10. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 589.
  11. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 284 e 295.
  12. ^ a b Bonifacino 2012.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  15. ^ Judd 2007, pag. 522.
  16. ^ Judd 2007, pag. 520.
  17. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  18. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  19. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 dicembre 2023.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 dicembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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