Bacino endoreico

Una immagine del giugno 2006 di ciò che rimane del Lago d'Aral. Fonte: NASA Visible Earth site, https://web.archive.org/web/20061030164110/http://visibleearth.nasa.gov/.
Vista del Lago Hart, lago endoreico nel deserto Sud Australiano.
Foto NASA del bacino endoreico del Tarim

Un bacino endoreico è un bacino idrografico senza emissari. Solitamente, i bacini endoreici si rinvengono all'interno di vaste aree continentali, tettonicamente stabili, dove depressioni topografiche locali costituiscono un punto di convergenza del reticolo idrico drenante superficiale, con la conseguente formazione di laghi.[1][2] Il termine deriva dal greco ἔνδον (éndon), "all'interno" e ῥεῖν (rheîn), "scorrere".

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Delta dell'Okavango (centro) in Africa meridionale, dove l'Okavango si riversa nel deserto del Kalahari. L'area era un lago che aveva il fiume come immissario durante l'Era Glaciale (confini nazionali in sovrapposizione).

Questi laghi possono anche assumere dimensioni notevoli, nel caso di bacini endoreici molto estesi: esempi attualmente rilevanti sono il mar Caspio, il maggiore lago del mondo (371.000 km²), al centro di un bacino endoreico esteso su svariati milioni di chilometri quadrati che comprende, fra gli altri, i bacini imbriferi dei fiumi Volga e Ural. Le regioni endoreiche possono svilupparsi in qualsiasi clima, ma si trovano principalmente in zone desertiche. In zone con maggiore precipitazione, l'erosione riparia tende a scavare canali di deflusso (in particolare durante le piene), o causa un aumento del livello idrico nel lago terminale finché non si scavalca la barriera orografica che delimita il bacino endoreico stesso.

Il Mar Nero è stato potenzialmente un lago simile, un tempo indipendente dal sistema del mar Mediterraneo e poi unitosi una volta superato l'ostacolo orografico costituito dagli stretti dei Dardanelli e del Bosforo. Il bacino Harney in Oregon è solitamente estromesso dall'efflusso verso l'oceano, ma possiede un canale verso il fiume Malheur che si riattiva in anni di precipitazione elevata. Un esempio di lago interno che ha avuto grosse variazioni di superficie e volume di acqua è il Gran Lago Salato dello Utah, residuo del ben più vasto lago Bonneville che, in tempi passati, aveva una superficie di più di 10 volte quella attuale;[3] in tempi molto più recenti, grosse variazioni di superficie hanno interessato il lago Ciad, al centro di un bacino endoreico nell'Africa saheliana. Esempi di regioni relativamente umide in bacini endoreici si concretizzano solitamente ad elevate quote. Queste regioni tendono ad essere paludose e sono soggette a considerevoli allagamenti negli anni più piovosi. L'area attorno Città del Messico è un caso simile, con una precipitazione annuale di 850 mm e caratterizzata da suolo estremamente saturo che richiede costante drenaggio[4].

La presenza e la quantità d'acqua raccolta nel lago al centro di un bacino endoreico sono principalmente funzione delle condizioni climatiche della regione entro cui si trova, che condizionano il bilancio fra precipitazioni ed evaporazione. Per questo motivo, questi specchi d'acqua possono manifestare grosse variazioni di superficie, non solo in tempi lunghi nel corso della loro storia, ma anche su tempi dell'ordine di pochi mesi, seguendo variazioni dell'andamento meteorologico stagionale. Lo stesso rapporto fra precipitazioni ed evapotraspirazione governa l'andamento del parametro salinità, che dipende però anche dalla litologia del bacino. I laghi che costituiscono il centro di un bacino endoreico di ridotte dimensioni, in zone aride o subaride, sono generalmente effimeri, dal momento che scompaiono durante il periodo dell'anno in cui si ha maggiore evaporazione. Esistono casi estremi di bacini endoreici in cui si ha solo eccezionalmente scorrimento di acqua e formazione di laghi, in risposta all'instaurarsi di condizioni climatiche del tutto anormali, come è il caso di alcuni laghi formatisi per alcuni mesi in determinate aree delle Ande peruviane, cilene e boliviane come conseguenza di pesanti e insolite piogge, cadute in aree solitamente aridissime in seguito a episodi di El Niño particolarmente intensi.

Le zone endoreiche tendono ad essere molto lontane dal mare, e vengono solitamente definite da montagne od altri elementi orografici che ne chiudono l'accesso agli oceani. Dato che l'acqua in ingresso può essere persa solo attraverso percolazione profonda od evaporazione, precipitazioni minerali ed altri prodotti possono raccogliersi nel bacino, portando alla formazione di acque molto saline e rendendo il bacino più vulnerabile all'inquinamento.[5] Nei vari continenti è diversa la concentrazione di regioni endoreiche a causa delle differenti condizioni geo-climatiche. L'Australia ha la più elevata percentuale di area in bacino endoreico (21%) contro il Nord America che ha la minore (5%)[6]. Circa il 18% della Terra drena verso mari o laghi endoreici.

Principali laghi e bacini endoreici[modifica | modifica wikitesto]

Maggiori bacini endoreici del mondo. I bacini sono quelli in grigio scuro; i maggiori laghi sono invece in nero. Le regioni colorate rappresentano le maggiori regioni esoreiche che drenano negli oceani. Gli spartiacque continentali sono indicati dalle linee nere.

Antartide[modifica | modifica wikitesto]

Lago Don Juan in Antartide

I laghi endoreici in Antartide si trovano nelle Valli secche McMurdo, nella Terra della Regina Vittoria, la più grande zona senza ghiaccio in Antartide.

  • Lago Don Juan nella Valle di Wright è alimentato dall'acqua sotterranea proveniente da un ghiacciaio e rimane non ghiacciato durante tutto l'anno.
  • Lago Vanda nella Valle di Wright ha una copertura glaciale perenne, i bordi della quale si sciolgono in estate consentendo l'influsso dal più lungo fiume dell'Antartide, l'Onyx. Il lago è più profondo di 70 m ed è ipersalino.
  • Lago Bonney è nella Valle di Taylor ed ha una copertura glaciale perenne e due lobi separati dal Bonney Riegel. Il lago è alimentato dalla fusione glaciale e dal flusso dalle Cascate di sangue. La sua storia glaciale unica è risultata in una brina ipersalina nelle acque più profonde ed acqua dolce in superficie.
  • Lago Hoare, nella Valle di Taylor, è il più dolce delle Valli secche, dato che riceve acqua quasi esclusivamente dal Ghiacciaio Canada. Ha una copertura glaciale e forma un fossato durante l'estate Australe.
  • Lago Fryxell è vicino al Mare di Ross nella Valle di Taylor. Il lago ha una copertura glaciale e riceve le sue acque da numerosi ghiacciai per circa 6 settimane l'anno. La sua salinità cresce con la profondità.

Asia[modifica | modifica wikitesto]

Mar Caspio
Lago di Van, Turchia

Gran parte dell'Asia centrale ed occidentale è una grande regione endoreica costituita da una serie di bacini chiusi contigui.

Australia[modifica | modifica wikitesto]

Un'immagine satellitare a falsi colori del Lago Eyre in Australia
Fonte: NASA's Earth Observatory

L'Australia, essendo molto secca ed avendo rapporti di deflusso molto bassi a causa dei suoi suoli antichissimi, ha molte regioni endoreiche.

Africa[modifica | modifica wikitesto]

Bacino del Ciad

Vaste zone endoreiche in Africa sono presenti nel Deserto del Sahara, nel Sahel, nel Deserto del Kalahari e nel Rift dell'Africa orientale:

America Settentrionale e Centrale[modifica | modifica wikitesto]

Il lago asciutto nel Bacino di Badwater nella Valle della Morte
Gran Lago Salato, foto satellitare (2003) dopo cinque anni di siccità

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante una gran parte d'Europa dreni nel Mar Caspio, il clima umido implica una bassa incidenza di laghi terminali endoreici. Un riempimento eccessivo che causi stramazzo verso un bacino esoreico è infatti la situazione più probabile. Le eccezioni, tuttavia, sono:

Tutti questi laghi sono drenati, tuttavia, o attraverso canali artificiali o a causa di fenomeni carsici. Laghi endoreici minori sono presenti in tutti i paesi attorno al Mediterraneo, come Spagna (come il Lago di Banyoles), Italia, Cipro e Grecia.

Sud America[modifica | modifica wikitesto]

Immagine da MODIS del 4 novembre 2001 con il Lago Titicaca, il Salar de Uyuni ed il Salar de Coipasa.

Antichi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Mar Nero, sino alla sua unione al Mediterraneo.
  • Il Mar Mediterraneo stesso e tutti i suoi bacini immissari, durante l'essiccamento messiniano (circa 5 milioni di anni fa).
  • Il Bacino Orcadiano in Scozia durante il periodo Devoniano. Ora identificabile tramite sedimenti lacustri seppelliti attorno alla costa.
  • Lago Tanganica in Africa. Attualmente sufficientemente alto per connettersi ai fiumi circostanti.
  • Lago Lahontan in America del Nord.
  • I bacini dell'Ebro e del Duero, che drenava il grosso della Spagna settentrionale durante il Neogene e probabilmente il Pliocene. Il cambiamento climatico e l'erosione delle montagne costiere catalane, così come l'obliterazione del fondo lago a causa della deposizione alluvionale, hanno consentito all'Ebro di sfociare in mare verso il tardo Miocene.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quando la circolazione superficiale delle acque è del tutto assente si usa il termine areico.
  2. ^ (EN) Inland water ecosystem, su britannica.com, Encyclopædia Britannica. URL consultato l'11 giugno 2018.
  3. ^ (EN) Utah Water Science Center, su ut.water.usgs.gov. URL consultato il 5 luglio 2019.
  4. ^ (EN) Joint Academies Committee on the Mexico City Water Supply, Mexico City's water supply : improving the outlook for sustainability, National Academy Press, 1995, ISBN 0585037736, OCLC 42330470. URL consultato il 5 luglio 2019.
  5. ^ (EN) Endorheic Lakes: Waterbodies That Don't Flow to the Sea, su unep.or.jp, United Nations Environment Programme. URL consultato il 5 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  6. ^ (EN) Ulrich Theodore Hammer, Saline lake ecosystems of the world, Dr. W. Junk Publishers, 1986, ISBN 9061935350, OCLC 12370943. URL consultato il 5 luglio 2019.
  7. ^ (EN) Samuel G. Houghton, A trace of desert waters: the Great Basin story, Reno, University of Nevada Press, 1994.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Casati, F. Pace. Scienze della Terra, volume 2 - L'atmosfera, l'acqua, i climi, i suoli. CittàStudi edizioni, Milano, 1996.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]