Baia Albertini

Baia Albertini
Geografia fisica
LocalizzazioneNordaustlandet
Coordinate80°15′05″N 24°56′05″E / 80.251389°N 24.934722°E80.251389; 24.934722
ArcipelagoIsole Svalbard
Geografia politica
StatoNorvegia
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svalbard
Baia Albertini
Baia Albertini
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La baia di Albertini è una baia a Nord della Terra di Nord Est (Nordaustlandet), un'isola a Nord-Est delle Isole Svalbard.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La baia che si affaccia sull'Oceano Artico si trova sulla costa settentrionale dell'isola (Austfonna), ed ad Est del Finn Malmgrenfjorden prospicente al promontorio Bergstromodden, sulla Orvin Land, ed ad Ovest di Capo Bruum. A Sud della baia è presente il Ghiacciaio Schweigaardbreen.[1]

La baia presenta un'estensione di circa 4,5 km.

Coordinate geografiche decimali: lat = 80.251389, lon = 24.934722.

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

La baia prende il nome dall'ingegnere italiano Gianni Albertini che partecipò attivamente alla missione del Gen. Umberto Nobile, ed alle operazioni di salvataggio seguite dopo il rilevamento degli SOS[2] trasmessi dagli uomini della Tenda Rossa, sopravvissuti dopo lo schianto del Dirigibile Italia sul pack artico[3], a nord del Nordaustlandet nel 1928.

La spedizione Albertini alla ricerca dei naufraghi, impiegò la goletta "Heimen" precedentemente adibita alla cattura delle foche, iniziando le attività a partire proprio da quella baia, presso la quale stabilì un Campo base d'appoggio per la pattuglia Albertini-Matteoda su slitta trainata da 14 cani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Ghiacciaio Schweigaardbreen è dedicato al giurista e politico norvegese Anton Martin Schweigaard, (1808-1870), professore all'Università di Oslo.
  2. ^ SOS - Acronimo di Save Our Salves (Salvate le nostre anime) che trasmesso in Codice Morse (... --- ...) serve per lanciare il segnale di soccorso.
  3. ^ Lo schianto avvenne a causa delle avverse condizioni meteo che causando spesse incrostazioni di ghiaccio appesantirono la poppa dell'aeronave con conseguente discesa sino al pack artico.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianni Albertini, Alla ricerca dei naufraghi dell'Italia, mille chilometri sulla banchisa; Libreria d'Italia, Milano, 1929.
  • Gianni Albertini, La "Heimen" Sucai nei mari artici, Firenze, Bemporad, 1932.
  • Mario Cagetti, Cronografia di un'epopea: Umberto Nobile e l'impresa polare con il dirigibile "Italia" 1928; Edizioni Donati - Rovato, 1993.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]