Balsorano

Balsorano
comune
Balsorano – Stemma
Balsorano – Bandiera
Balsorano – Veduta
Balsorano – Veduta
Il castello Piccolomini di Balsorano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoAntonella Buffone (Lista civica Balsorano libera) dal 12-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate41°48′35.35″N 13°33′35.28″E / 41.80982°N 13.5598°E41.80982; 13.5598 (Balsorano)
Altitudine340 m s.l.m.
Superficie58,85 km²
Abitanti3 265[1] (31-12-2022)
Densità55,48 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiCollelongo, Pescosolido (FR), San Vincenzo Valle Roveto, Sora (FR), Veroli (FR), Villavallelonga
Altre informazioni
Cod. postale67052
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066007
Cod. catastaleA603
TargaAQ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 1 897 GG[3]
Nome abitantibalsoranesi
Patronosan Giorgio martire
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Balsorano
Balsorano
Balsorano – Mappa
Balsorano – Mappa
Posizione del comune di Balsorano all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Balsorano (Balz'rana in dialetto locale[4]) è un comune italiano di 3 265 abitanti[1] della provincia dell'Aquila in Abruzzo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

«…la veduta lungo la valle è ricca ed estesa e il panorama oltremodo piacevole. Il tutto, castello, paese e il resto, forma un quadro perfetto…»

Il paese situato nella valle Roveto, a sud della Marsica, segna il confine geografico della regione Abruzzo con il Lazio. Si compone sostanzialmente di due borghi, Balsorano Vecchio situato in altura alle pendici del monte Cornacchia (catena montuosa degli Ernici), quasi del tutto abbandonato dopo il terremoto di Avezzano del 1915, e il nuovo nucleo urbano costruito più a valle lungo la strada statale 82 della Valle del Liri.

Il territorio comunale, attraversato dal corso del fiume Liri, confina a sud con Sora, a nord con San Vincenzo Valle Roveto, ad est con l'area del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, infine a ovest con Veroli.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma raffigurante un braccio teso che con la mano stringe delle spighe di grano avrebbe potuto accreditare l'ipotesi che il toponimo derivi da "Balzo del Grano". Verosimilmente, però, il nome del paese deriva dall'alterazione linguistica della denominazione medievale "Vallis Soranae", che indica il paese della valle Roveto confinante con Sora[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Foto in bianco e nero del castello Piccolomini
Monumento commemorativo del terremoto della Marsica del 1915

Denominato nel Medioevo "Vallis Soranae", per via della vicinanza con Sora[7], il paese di Balsorano appare citato in alcuni documenti storici ed ecclesiastici già a partire dal X secolo, anche grazie alla frequente presenza in zona dei monaci benedettini.

Nell'XI secolo il monastero benedettino di San Nicola o San Nicolao di Valle Sorana risultò un possedimento diretto dell'abbazia di Montecassino talmente importante da comparire sui battenti della sua porta bronzea, fatta costruire nel 1065 dall'abate Desiderio[8]. Nel 1089 vi si stabilì la corte dei conti dei Marsi, tanto che il centro antico divenne uno dei nuclei amministrativi del dominio feudale marsicano[8].

Nel catalogo dei Baroni del XII secolo Balsorano è indicata come "feudo di quattro soldati". Agli inizi del XIV secolo fu inclusa nella contea di Albe, successivamente passò alla contea di Celano. Dal XIII al XV secolo, dunque, la storia di Balsorano si identificò con quella delle contee marsicane. Dopo la sconfitta di Ruggero Accrocciamuro nel 1463 la signoria di Balsorano passò in feudo ad Antonio Todeschini Piccolomini. Tra il 1463 e il 1470 Ruggero si rifugiò a Balsorano, da dove guidò la resistenza ai Piccolomini, nella speranza di riottenere il contado perso. Successivamente l'Accrocciamuro lasciò Balsorano per trasferirsi in Francia, dove si fermò per alcuni anni. La valle Roveto nel frattempo venne acquisita dai Piccolomini. Nella notte tra il 23 e il 24 luglio 1654 il territorio fu colpito dal disastroso terremoto di Sora di magnitudo stimata pari a 6.3[9]. Intorno al Settecento, dopo il dominio dei Piccolomini, la baronia balsoranese, unitamente al castello, passò sotto il controllo della nobile famiglia dei Testa, della quale l'ultimo barone fu Tiberio Testa. Nella metà del XIX secolo le terre furono vendute al francese Carlo Lefebvre de Clunières, fondatore dell'industria meccanica nella valle del Liri e delle cartiere del Fibreno, nominato nel 1854 primo conte di Balsorano da Ferdinando II delle Due Sicilie. Successivamente i possedimenti passarono sotto il controllo del figlio Ernesto (o Francesco Ernesto) e del figlio di Flavia Lefebvre e di Don Pedro Alvarez de Toledo, marchese spagnolo di Casafuerte, dopo la loro morte[10]. In questo periodo furono effettuati importanti lavori di miglioramento architettonico ed estetico del castello[11].

Elevato a comune autonomo agli inizi del XIX secolo, in seguito all'eversione feudale Balsorano comprese anche le frazioni di Rendinara, San Giovanni Valle Roveto e Roccavivi; la prima frazione nel 1816 passò sotto Civita d'Antino e, successivamente, sotto Morino, mentre le altre due passarono sotto l'amministrazione comunale di San Vincenzo Valle Roveto.

II 5 ottobre 1860 sostò in questo territorio il colonnello borbonico Theodor Friedrich Klitsche de la Grange impegnato nella spedizione in Abruzzo, mentre nel 1861 vi stazionarono in permanenza soldati piemontesi a cavallo, impegnati nella lotta contro il brigantaggio. L'occupazione durò almeno fino al 1868, anno in cui il generale Emilio Pallavicini soffocò le rivolte brigantesche.

In età contemporanea due sono stati gli eventi più importanti: la "Rivoluzione di Balsorano" del 1910, rivolta popolare contro le vessazioni dei potenti subite dagli abitanti del borgo vecchio[12] e il terremoto di Avezzano del 1915. Il sisma causò qui particolari danni e numerose vittime. Il paese originario fu quasi completamente distrutto e successivamente ricostruito perlopiù a valle, come avvenne per molti centri rovetani e marsicani.

Il primo maggio 1944, durante la seconda guerra mondiale, i fratelli Mario e Bruno Durante, due giovani partigiani, furono catturati a Meta di Civitella Roveto dalle squadre naziste e fatti sparire nel nulla. Si rifiutarono di rivelare l'esistenza di un loro fratello, Faustino, anch'esso partigiano, e non confessarono l'aiuto che la popolazione del borgo offrì ai prigionieri alleati evasi dal campo di concentramento di Avezzano e da altri campi di prigionia abruzzesi. I fratelli furono uccisi dopo un mese di torture a Tagliacozzo. I loro corpi non furono mai più ritrovati. Ad entrambi è stata concessa la medaglia d'oro al merito civile[13]. Il 4 giugno dello stesso anno, con i tedeschi già in ritirata, il territorio subì gravi danni a causa dei bombardamenti aerei degli Alleati[14].

Il 30 marzo 1963 sui monti Ernici, in località cima Serra Alta, avvenne una grave tragedia aerea. Il volo Itavia 703 effettuato con un aereo civile Douglas DC-3 partito dall'aeroporto di Pescara e diretto a quello di Roma-Ciampino si schiantò durante un forte temporale sulle montagne tra Balsorano e Sora. La causa dell'incidente sarebbe riconducibile al disorientamento del pilota e, forse, anche a problemi di natura tecnica. Non ci furono sopravvissuti, morirono cinque passeggeri e tre membri dell'equipaggio. Sul luogo dello schianto, dove è presente una parte del relitto dell'aereo, è stato realizzato un memoriale[15].

Il 24 agosto 1990 avvenne in località Case Castella di Ridotti l'omicidio di una bambina di sette anni. Il fatto di cronaca nera, che richiamò l'attenzione dei mass media nazionali, è noto come "delitto di Balsorano"[16].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 giugno 1995.[17]

«Di azzurro, al braccio destro, movente dal lembo sinistro dello scudo, vestito di nero, con il polsino di rosso, la mano di carnagione, impugnante sette spighe di grano, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della Santissima Trinità
Castello Piccolomini e fontana di San Martino a Balsorano Vecchio
Le cappelle nella grotta di Sant'Angelo
  • Chiesa della Santissima Trinità, costruzione moderna consacrata nel 1939 situata in piazza Scacchi a Balsorano Nuovo. Nel borgo primordiale si trovava l'antica chiesa, crollata nel 1915, la cui piazza fu abbellita nel 1870 con la fontana di San Martino che fu spostata dal luogo in cui si trovava precedentemente[18][19].
  • Chiesa di San Rocco a Balsorano Vecchio.
  • Chiesa di Sant'Agata nella frazione di Collepiano.
  • Chiesa Santa Maria dei Sassi nella frazione di Ridotti.
  • Eremo di Sant'Angelo, santuario rupestre situato sul versante occidentale della Serra Lunga a 917 m s.l.m.
  • Eremo di Sant'Onofrio, situato sull'omonimo vallone alle pendici del monte Breccioso.
  • Eremo di San Janni (San Giovanni Battista) in località Case Alfonsi.
  • Convento di San Francesco, i ruderi dell'originario convento, probabilmente del XVII secolo, sono situati in località Ara e montano Triàne; la struttura gravemente danneggiata dal terremoto del Sannio del 1688 e distrutta da quello della Marsica del 1915 è stata ricostruita e, insieme alla chiesa, benedetta ed inaugurata nel 1918[20][21].
  • Chiesa della Madonna delle Grazie situata in località Lazzaretto vicino al corso del fiume Liri, tra Balsorano e le località di Ridotti-Collepiano. Presenta una torre cilindrica, non distante da una torre quadrangolare i cui resti sono situati in località Le Starze[22][23].
  • Resti della chiesa medievale di Santa Brigida a Balsorano Vecchio[24].
  • Resti della chiesa hospitalis di Sant'Antonio, hospitale-ricovero i cui ruderi si trovano a Balsorano Vecchio.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Asilo infantile Ravenna
Edificio realizzato dopo il terremoto della Marsica del 1915 dal comune di Ravenna. Ristrutturato nel 2022 è stato adeguato a centro polifunzionale[25].

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello Piccolomini
Il castello di Balsorano la cui costruzione ha avuto inizio per volere di Antonio Todeschini Piccolomini nel XV secolo, intorno al 1460, si presenta come un'imponente struttura in stile medievale-rinascimentale. Posto su un costone roccioso della valle Roveto è di pianta vagamente pentagonale ed è dotato di più porte d'accesso e di un ampio parco[26].

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Fontana settecentesca di San Martino. Si caratterizza per lo stile barocco[19].
  • Arco di San Martino a Balsorano Vecchio.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Lungo l'antica via sorana o via marsicana che da Balsorano Vecchio raggiungeva i contemporanei centri di Civita d'Antino e Capistrello è stato ritrovato un antico fregio d'armi. A Balsorano Vecchio, centro incluso in epoca romana nell'ager Soranus e sotto l'influenza del municipium di Sora, è emerso il blocco di un fregio d'armi antico, risalente al I secolo a.C., appartenente ad un contesto funerario. Il bassorilievo presenta una parma e due scute incrociate[27].

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[28]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

I cittadini stranieri residenti a Balsorano rilevati dall'Istat al 31 dicembre 2020 erano 120, pari circa al 3,5% della popolazione residente[29].

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Processione con la statua della Madonna delle Grazie di Roccavivi

Il 23 aprile di ogni anno si celebra la festa patronale in onore di san Giorgio, patrono del comune di Balsorano[30].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Rocco a Balsorano Vecchio

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Il museo della pastorizia è collocato in alcuni locali della stazione ferroviaria. Il museo, dedicato alla transumanza e all'arte spontanea delle genti marsicane, ospita utensili e attrezzi utilizzati nel corso dei secoli da contadini e pastori. In altre due sale si trovano la sezione numismatica e quella dedicata ai treni e alle ferrovie[31].

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Presso il castello Piccolomini sono stati girati diversi film a cominciare dagli anni Sessanta come La cripta e l'incubo di Camillo Mastrocinque, Il boia scarlatto diretto da Massimo Pupillo, 7 donne d'oro contro due 07 di Vincenzo Cascino e tanti altri inclusi Farfallon con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia[32] e alcuni film hard con protagonista l'attore abruzzese Rocco Siffredi[33].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Targa ricordo della "Rivoluzione di Balsorano"
Piazza centrale di Ridotti e chiesa di Santa Maria dei Sassi
  • Balsorano Vecchio
  • Collecastagno
  • Collepiano
  • Ridotti

Località[modifica | modifica wikitesto]

  • Casa Castella (o Case Castella), Case Alfonsi, Case Catena, Case Cerroni (o Case Cerrone), Case Cipriani, Case di Norcia, Case Giovannangeli, Case Giovannone, Case Marconi, Case Martinelli, Case Pelagalli, Case Pistola, Casino Villa, Fossato di Sasso, Fosse, Le Castella, Le Fosse, Noce Grande, Ponte e Selva di Collepiano[34].

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Balsorano fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[35].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La Strada statale 690 Avezzano-Sora, detta anche Superstrada del Liri, presenta nel territorio comunale due svincoli: Balsorano e Ridotti. La Strada Statale 82 della Valle del Liri: collega Balsorano con Avezzano, in direzione nord e Sora, Cassino e il Lazio meridionale, in direzione sud.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale ci sono due stazioni: la stazione di Balsorano e la stazione di Ridotti-Collepiano, entrambe poste lungo la ferrovia Avezzano-Roccasecca.

Mobilità interurbana[modifica | modifica wikitesto]

Balsorano è servito da collegamenti autobus TUA per Avezzano, Sora, Cassino e Napoli.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sul sito del Ministero dell'interno sono disponibili i dati di tutte le elezioni amministrative di Balsorano dal 1985 ad oggi[36].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 giugno 1965 1985 Diego Ruggeri Lista civica Sindaco [7]
11 giugno 1985 1990 Guido Laurini Lista civica Sindaco [7]
1990 1991 Francesco Tuzi Sindaco [7]
1991 1991 Domenico Scacchi Assessore anziano [7]
1993 1995 Francesco Tuzi Lista civica Sindaco [7]
23 aprile 1995 25 ottobre 1997 Eduardo Rotondi Lista civica Sindaco [37][38]
26 ottobre 1997 24 maggio 1998 Antonella Buffone Lista civica Assessore [7]
25 maggio 1998 28 maggio 2002 Armando Margani Lista civica Sindaco [39]
28 maggio 2002 29 maggio 2007 Armando Margani Lista civica di centro-destra Sindaco [40]
29 maggio 2007 8 maggio 2012 Francesca Maria Siciliani Lista civica Sindaco [41]
8 maggio 2012 11 giugno 2017 Mauro Tordone Lista civica Balsorano unita Sindaco [42]
12 giugno 2017 12 giugno 2022 Antonella Buffone Lista civica Balsorano libera Sindaco [43]
13 giugno 2022 in carica Antonella Buffone Lista civica Balsorano libera Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune fa parte della comunità montana Montagna Marsicana.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di calcio del paese, l'U.S. Balsorano, ha militato per diverse stagioni nel torneo abruzzese di Promozione. La società rovetana è stata fondata nel 1966[46].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 58, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Colt Hoare.
  6. ^ Babusci Nicholas (a cura di), Balsorano, su valleroveto.it. URL consultato il 25 agosto 2022.
  7. ^ a b c d e f g Elisa Antonini e Alessandra Tanzilli, La Storia, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano. URL consultato il 9 novembre 2019.
  8. ^ a b Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, vol. VI, Bologna, Forni Editore, 1971.
  9. ^ Il terremoto del Sorano del 24 luglio 1654, su ingvterremoti.wordpress.com, INGV. URL consultato il 9 novembre 2019.
  10. ^ Lefevre (Lefebvre), su famiglienobilinapolitane.it. URL consultato il 5 agosto 2022.
  11. ^ Castello Piccolomini, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano. URL consultato il 5 agosto 2022.
  12. ^ Tordone.
  13. ^ I fratelli Mario e Bruno Durante, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano.
  14. ^ Giuseppe Bifolchi, su anpi.it, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, 15 ottobre 2010. URL consultato il 19 giugno 2018.
  15. ^ Paolo Guadagni, Un monumento alle vittime della tragedia aerea del 1963, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2017).
  16. ^ Franca Leosini, Ombre sul giallo: Chi ha ucciso Cristina?, Rai 3, 24 giugno 2012. URL consultato il 18 aprile 2019.
  17. ^ Balsorano, su Archivio Centrale dello Stato.
  18. ^ Parrocchie di Balsorano, su diocesisora.it.
  19. ^ a b Fontana di San Martino di Balsorano, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  20. ^ Chiesa di San Francesco, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  21. ^ Convento di San Francesco, su balsorano.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2015).
  22. ^ Madonna delle Grazie di Balsorano, su diocesisora.it (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  23. ^ Chiesa Madonna delle Grazie, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano. URL consultato il 24 gennaio 2016.
  24. ^ Borgo antico di Balsorano Vecchio, su terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2016).
  25. ^ Balsorano, inaugurato l'ex asilo Ravenna, su infomedianews.com, Info Media News, 21 aprile 2022. URL consultato il 21 aprile 2022.
  26. ^ Castello Piccolomini di Balsorano, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  27. ^ Elisa Antonini e Alessandra Tanzilli, Un fregio d'armi della fine del I secolo a. C. rinvenuto nell'ager Soranus (Balsorano), su academia.edu, 2015. URL consultato il 3 novembre 2016.
  28. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  29. ^ Cittadini stranieri Balsorano, su demo.istat.it, Istat. URL consultato il 18 marzo 2022.
  30. ^ Balsorano, su provincialaquila.info, Provincia dell'Aquila. URL consultato il 19 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2018).
  31. ^ Balsorano, aperto il museo dedicato alla pastorizia, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  32. ^ Dizionario del Turismo Cinematografico: Il Castello Piccolomini di Balsorano, una storica location del Cinema Italiano, su filmtv.it.
  33. ^ Maurizio Di Fazio, La bellezza di Balsorano, il castello più amato dal cinema italiano, su vanityfair.it, Vanity Fair, 1º aprile 2019. URL consultato l'8 novembre 2019.
  34. ^ Le frazioni di Balsorano, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano.
  35. ^ Balsorano (Abruzzo), su borghiautenticiditalia.it, Borghi Autentici d'Italia. URL consultato il 1º marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2019).
  36. ^ Archivio storico delle elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno.
  37. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.gov.it.
  38. ^ Dimissioni rassegnate anticipatamente dal sindaco. Storico elezioni comunali di Balsorano, su tuttitalia.it. URL consultato il 5 novembre 2020.
  39. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 24 maggio 1998, su elezionistorico.interno.gov.it.
  40. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2002, su elezionistorico.interno.gov.it.
  41. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 maggio 2007, su elezionistorico.interno.gov.it.
  42. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 maggio 2012, su elezionistorico.interno.gov.it.
  43. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 11 giugno 2017, su elezionistorico.interno.gov.it.
  44. ^ Gemellaggio per il turismo Balsorano incontra la Romania, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro, 10 maggio 2011. URL consultato il 14 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2016).
  45. ^ Balsorano – Gravina in Puglia, al via il gemellaggio per ricordare la figura di Arcangelo Scacchi, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 3 dicembre 2013. URL consultato il 14 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2016).
  46. ^ Don Ottavio Scaccia, su comune.balsorano.aq.it, Comune di Balsorano. URL consultato il 19 giugno 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Richard Colt Hoare, I miei diari di viaggio attraverso l'Abruzzo nella primavera del 1791, Cerchio, Adelmo Polla editore, 1991.
  • Giovanni Tordone, Balsorano. La "rivoluzione" del 1910, Castelliri, Editrice Pasquarelli, 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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