Basilide, Cirino, Nabore e Nazario

I santi Basilide, Cirino, Nabore e Nazario sono un gruppo di martiri cristiani anticamente ricordati nel Martirologio romano al 12 giugno;[1] il Martirologio riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II menziona solo Basilide, martire romano sepolto al dodicesimo miglio della via Aurelia, presso Lorium.

«A Lori al dodicesimo miglio della via Aurelia, san Basilide, martire.»

Di Basilide non si hanno notizie storiche attendibili perché le tre passio che lo riguardano sono tarde e leggendarie: era venerato in una basilica eretta sul suo sepolcro sulla via Aurelia, ricordata anche nell'Itinerario di Guglielmo di Malmesbury, e in un'altra basilica sulla via Labicana, fatta restaurare nel IX secolo da papa Leone III. Entrambe le chiese sono scomparse.[1]

Il gruppo a cui appartiene è fittizio: Nabore e Nazario, in realtà, sono due martiri milanesi in cui culto era vivo presso il monastero di San Vittore, sempre sulla via Aurelia; Cirino è invece da identificare con il martire Quirino, vescovo di Siscia, il cui corpo era stato traslato a Roma e sepolto nelle catacombe.[1]

Prima della riforma a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, il Martirologio romano riportava al 12 giugno questo elogio:

«Roma, sulla via Aurelia, il natale dei santi Martiri Basilide, Cirino, Nabore e Nazario soldati; i quali, nella persecuzione di Diocleziano e Massimiano, sotto il Prefetto Aurelio, per la confessione del nome Cristiano, gettati in carcere e lacerati cogli scorpioni, furono finalmente decapitati.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Filippo Caraffa, BSS, vol. II (1961), col. 904.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.