Battaglia di Capo San Vincenzo (1797)

Battaglia di Capo San Vincenzo
parte delle guerre rivoluzionarie francesi
La battaglia di Capo San Vincenzo, di Robert Cleveley
Data14 febbraio 1797
LuogoVicino a capo San Vincenzo, Portogallo
EsitoVittoria britannica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
15 vascelli di linea
*2x100 cannoni
*2x98 cannoni
*2x90 cannoni
*8x74 cannoni
*1x64 cannoni


5 fregate
*1x38 cannoni
*3x32 cannoni
*1x20 cannoni


1 brigantino
*1x18 cannoni

1 cannoniera
*1x10 cannoni
27 vascelli di linea
*1x 130 cannoni
*6x112 cannoni
*2x84 cannoni
*18x74 cannoni


7 fregate
*7x34 cannoni
Perdite
73 morti
327 feriti
4 navi catturate
250 morti
550 feriti
3.000 prigionieri
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La battaglia di Capo San Vincenzo fu uno scontro navale che si svolse il 14 febbraio 1797 tra la flotta britannica al comando dell'Ammiraglio Sir John Jervis e quella spagnola sotto il viceammiraglio Don José de Córdova y Ramos al largo di Capo San Vincenzo, sulla costa meridionale del Portogallo.

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La dichiarazione di guerra della Spagna alla Gran Bretagna ed al Portogallo nell'ottobre 1796, in seguito al Trattato di San Ildefonso[1] con la Francia, rese la posizione britannica nel Mediterraneo indifendibile. La flotta combinata franco-spagnola di trentotto vascelli di linea superava assai di numero quella britannica del Mediterraneo di soli quindici vascelli di linea, costringendo gli britannici ad evacuare le loro posizioni prima in Corsica e poi sull'Isola d'Elba.

All'inizio del 1797, la flotta spagnola, formata di ventisette vascelli, che teoricamente avrebbe dovuto congiungersi con quella francese ormeggiata a Brest, rimase a Cartagena con l'intenzione di far vela per Cadice, scortando cinquantasette navi mercantili che trasportavano principalmente mercurio – necessario per la produzione di oro ed argento – e che avrebbero dovuto gettare l'ancora nel porto assieme alle navi da guerra Neptuno, Terribile e Bahama, prima di volgersi contro le forze britanniche.

Don José de Córdoba e la flotta spagnola lasciarono Cartagena il 1º febbraio e avrebbero potuto raggiungere tranquillamente Cadice, ma a causa di un impetuoso vento di Levante che soffiava tra lo stretto di Gibilterra, la flotta spagnola fu sospinta nell'Atlantico. Quando il vento cessò, gli spagnoli iniziarono a ripristinare la rotta verso Cadice.

Nel frattempo, la flotta britannica del Mediterraneo, sotto il comando dell'Ammiraglio Sir John Jervis, aveva veleggiato da Tagus con dieci vascelli di linea tentando di intercettare la flotta spagnola. Il 6 febbraio, Jervis fu raggiunto davanti a Capo San Vincenzo dal Contrammiraglio William Parker con un rinforzo di cinque vascelli.

L'11 febbraio, la fregata britannica Minerve, al comando del Commodoro Horatio Nelson, passò attraverso la flotta spagnola, non vista a causa della fitta nebbia. Nelson raggiunse la flotta britannica al largo della Spagna il 13 febbraio, comunicando la posizione della flotta nemica a Jervis, che si trovava sulla sua nave ammiraglia, la Victory. Ignari della grandezza della flotta spagnola – tra la nebbia Nelson non era riuscito a contare le navi avversarie – gli squadroni di Jervis fecero subito vela per intercettarla.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«I shall come laughing back»

(IT)

«Tornerò ridendo»

Sir John Jervis, Conte di St. Vincent
ritratto di Sir William Beechey.

All'alba del 14 febbraio 1797, giorno di san Valentino, le navi di Jervis si trovarono in posizione per affrontare gli spagnoli. Fu allora che Jervis vide chiaramente che vi erano almeno due navi spagnole per ogni nave britannica. In ogni caso, ritenendo più rischioso ordinare una manovra di sganciamento che affrontare la flotta spagnola, decise di attaccare per tentare di impedire che questa si unisse alla flotta francese che la attendeva a Brest.

Per fortuna degli britannici la squadra spagnola era divisa in due gruppi, tatticamente mal disposti per il combattimento, mentre i britannici erano già in linea. Jervis ordinò alla sua flotta di passare tra i due gruppi per poter utilizzare la potenza di fuoco di tutte le batterie delle sue navi mentre la manovra impediva alla flotta spagnola di fare altrettanto. Mentre la linea britannica si incuneava attraverso gli spagnoli, il gruppo più grande tentava di sganciarsi facendo vela nella direzione opposta, ed anche quello minore era in posizione per fare altrettanto. Jervis segnalò alle sue navi di virare di prua controvento, una dopo l'altra, per allinearsi ed attaccare il centro del gruppo più consistente prima che questo potesse fuggire verso Cadice.

Nelson era tornato sulla sua nave, la Captain, che era la terzultima della linea britannica e si trovava nella retroguardia, troppo lontana per essere ingaggiata del tutto. Fu allora che Nelson disobbedì agli ordini. Non era una novità, ma questa fu la sua prima insubordinazione diventata celebre. Invece di bordeggiare ed allinearsi, virò di poppa - diresse cioè la prua non contro ma sopravento - e prese la via diretta per attaccare le tre enormi navi alla testa della divisione spagnola: la San Josef (tre ponti, 112 cannoni, prima classe secondo la classificazione britannica), la San Nicolás de Bari (due ponti, 74 cannoni, terza classe) e la Santísima Trinidad (quattro ponti, 130 cannoni, la più potente nave da battaglia a vela mai costruita), l'ammiraglia di Córdoba.

Jervis, vedendo la temeraria ma efficace manovra della Captain, ordinò all'ultima nave della linea, la Excellent, comandata dal Capitano Cuthbert Collingwood, di compiere la stessa virata. Nel frattempo il fronte della linea britannica aveva completato la manovra e iniziò a cannoneggiare la retroguardia spagnola.

La Captain era ora sotto il fuoco di ben sei navi nemiche. Perse la maggior parte del sartiame, impedendogli di manovrare. Nelson mosse allora contro la San Nicolás per abbordarla. Intanto Collingwood sulla Excellent aveva ingaggiato la San Josef che si era avvicinata così tanto alla San Nicolás da far rimanere le vele impigliate tra loro. Nelson fu così in grado di ordinare ai suoi uomini di abbordare la seconda nave spagnola passando per il ponte della prima. Questa manovra fu così inusuale e ampiamente ammirata nella Royal Navy, che usare una nave nemica per passare ad un'altra divenne noto scherzosamente come "Nelson's patent bridge for boarding enemy vessels" ("il ponte brevettato di Nelson per abbordare le navi nemiche").

Nelson riceve la resa del vascello spagnolo San Nicolás alla battaglia di Capo San Vincenzo
dipinto di Richard Westall.

Nel momento in cui la Santísima Trinidad aveva ammainato la bandiera in segno di resa, la Pelayo e la San Pablo, lontane da Córdoba durante l'azione, essendo state inviate dal comandante il giorno prima, veleggiarono facendosi largo ed attaccando la Diadem e la Excellent. Si dice che il capitano della Pelayo, Cayetano Valdés, avesse minacciato la Santísima di aprire il fuoco contro di lei se non avesse rialzato l'insegna. L'intervento della Pelayo permise all'ammiraglia spagnola di allontanarsi dalla battaglia evitando la cattura. Cadde la notte e ciò che restava della flotta spagnola riuscì a sganciarsi e a ritirarsi nel porto di Cadice. Quattro vascelli spagnoli erano stati catturati: la San Josef, la San Nicolás, la Salvador del Mundo e la San Isidro.

Jervis salì sulla Irresistible, dove si trovava anche Nelson - la Captain era ormai ridotta quasi un relitto - e [senza fonte]lo abbracciò cordialmente sul ponte di comando mostrando tutta la sua approvazione per la «disobbedienza» di Nelson ai suoi ordini. L'azione di Nelson, per quanto sfrontata fosse potuta apparire, aveva avuto un ruolo determinante nell'esito della battaglia.

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Jervis ordinò di distruggere le quattro navi catturate. Vennero tuttavia risparmiate e trasformate in vascelli di linea britannici.[2] Diversi giorni dopo, la fregata Terpsichore scorse la Santísima Trinidad, gravemente danneggiata, veleggiare indietro per la Spagna. Il capitano Orozco, commissionato da Córdoba, aveva issato la sua gran fiamma sulla fregata Diana. La Terpsichore tentò di attaccare battaglia ma si tenne sempre fuori tiro dai cannoni di poppa della Santísima che le sparavano contro. Tuttavia la fregata britannica fu colpita per due volte durante la manovra, subendo alcuni danni al sartiame e agli alberi nonché ad alcune parti dello scafo. Il capitano Richard Bowmen ordinò di continuare l'inseguimento, ma a maggiore distanza.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Le perdite britannice alla fine della battaglia furono di 74 morti, 227 feriti gravi[3] e circa 100 feriti leggeri. Gli spagnoli subirono circa 1.000 tra morti e feriti. La flotta britannica dimostrò che, nonostante la sua inferiorità numerica, la disciplina, l'allenamento e l'esperienza dei suoi marinai erano elementi vincenti nel conflitto. Nella successiva ritirata spagnola alcune navi fuggirono verso Cadice mentre altre si diressero ad Algeciras. Il grosso della squadra spagnola entrò a Cadice il 3 marzo e divenne oggetto dello scherno degli abitanti di Cadice per l'umiliante sconfitta. Come conseguenza di questa sconfitta Don José de Córdoba fu arrestato e condotto sotto scorta a Madrid, dove dovette affrontare la Corte marziale che lo degradò.

Nelson assalta una cannoniera spagnola nella baia di Cadice
dipinto di Richard Westall.

Per il servizio reso alla nazione John Jervis fu elevato al rango di Conte di St. Vincent e Barone Jervis di Meaford nella Contea di Stafford. Gli fu inoltre assegnata una pensione di 3.000 sterline l'anno[4]. Il Viceammiraglio Thompson e il Contrammiraglio Parker ricevettero il titolo di baronetto. Nelson fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine del Bagno e contestualmente seppe di essere stato promosso[5] contrammiraglio del blu[6]. Il capitano Calder fu fatto anch'egli cavaliere. Una medaglia d'oro fu conferita ad ognuno dei capitani di vascello. Collingwood [senza fonte]rifiutò di accettarla, poiché in precedenza gliene era già stata promessa una in riconoscimento del ruolo ricoperto durante il Glorioso Primo di Giugno (altra importante vittoria della Royal Navy, risalente al 1794), sostenendo che anche in quella azione aveva fatto il suo dovere. Gli furono date entrambe, accompagnate da scuse ufficiali.

Dopo questa vittoria, nel mese di giugno, avendo dimostrato l'inadeguatezza della flotta spagnola, Jervis pose d'assedio Cadice. Egli inviò Nelson con delle lance per tentare di prendere il porto nemico, ma l'azione fu respinta dal fuoco delle batterie della città. Qualche giorno dopo sempre a Capo San Vincenzo gli britannici tentarono di annientare completamente la flotta spagnola, ma fallirono nell'intento e ciò che rimaneva della squadra nemica fece vela per le Canarie. Nelson si mise subito all'inseguimento e nell'estate dello stesso anno tentò un attacco di sorpresa a Santa Cruz de Tenerife. Tuttavia l'assalto britannico alle fortificazioni, all'epoca presidiate dal fior fiore delle truppe spagnole[7] fu scoperto e dovette esser rimandato; perduta ogni possibilità di sorpresa, l'attacco sferrato due giorni dopo fu respinto con gravissime perdite; Nelson stesso perse il suo braccio destro, colpito al gomito dalla mitraglia del famoso cannone "El Tigre".

Il blocco navale continuò per i successivi tre anni, frustrando largamente le operazioni della flotta spagnola sino alla Pace di Amiens (1802). Il contenimento della minaccia spagnola, ed i successivi rinforzi sotto il suo comando, permisero a St Vincent di inviare una squadra navale sotto il comando di Nelson nel Mediterraneo l'anno seguente. Quella flotta, comprendente la Orion di Saumarez, la Culloden di Troubridge e la Goliath, ora sotto il comando di Foley, avrebbe ristabilito il dominio britannico nel Mediterraneo nella battaglia del Nilo.

Considerazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fu una grande vittoria per l'Inghilterra e considerata l'evidente forza della flotta spagnola, un successo sorprendente. Del resto quando aveva visto i vascelli per la prima volta a Cadice nel 1793, Nelson aveva osservato che gli spagnoli facevano navi stupende ma avevano pessimi equipaggi. Effettivamente, in alcuni casi su un equipaggio di ottocento uomini, si contavano non più di ottanta marinai capaci[8], il resto erano novellini o semplici soldati. Il loro ritmo di fuoco era spesso solo un quinto di quello britannica[9]. E l'opinione di St. Vincent sugli spagnoli era che nessun ufficiale britannico con i nervi tollerabilmente saldi avrebbe dovuto preoccuparsi di quegli uomini «male equipaggiati, peggio selezionati e sconfitti nell'immaginazione prima ancora di lasciare il porto».[10]

Ma cosa era successo il giorno di san Valentino del 1797? Nelson aveva disobbedito agli ordini, cosa che nessun altro dei tredici comandanti aveva fatto. Le istruzioni permanenti per il combattimento del 1744 prescrivevano di formare una linea di battaglia nella quale, teoricamente, le navi britanniche avrebbero dovuto impegnare quelle nemiche fiancata contro fiancata. Nel 1756 per aver disobbedito a queste istruzioni l'Ammiraglio Byng era stato fucilato: per incoraggiare gli altri, come disse Voltaire[11]. Ma Byng aveva avuto la sfortuna di essere stato sconfitto. A San Vincenzo Jervis aveva infranto le regole passando attraverso il varco tra i due tronconi della flotta spagnola, e a sua volta Nelson aveva disobbedito al comando di Jervis di bordeggiare ed allinearsi, ma solo per attaccare meglio il nemico. Ciò che fece fu seguire il suo istinto, ed ebbe successo.

Aneddoti e testimonianze[modifica | modifica wikitesto]

Giusto, Sir John![modifica | modifica wikitesto]

Sul cassero della Victory, durante l'avvicinamento, Sir John Jervis ed i capitani Calder e Hallowell incominciarono a contare le navi nemiche:

«"Ci sono otto navi di linea, Sir John."
— "Molto bene, signore."
— "Ci sono venti navi di linea, Sir John."
— "Molto bene, signore."
— Ci sono venticinque navi di linea... ventisette navi di linea, Sir John."
— "Abbastanza, signore. Non più di queste? il dado è tratto e se anche fossero cinquanta io le attaccherò!"»

Al che, il capitano Hallowell divenne così eccitato da dare un colpetto sulla schiena di Jervis.

«"Giusto, Sir John" - disse - "e, per Dio, gli daremo una dannata lezione!"»

Westminster Abbey o una gloriosa vittoria![modifica | modifica wikitesto]

La Captain aprì il fuoco sulle navi spagnole [San Josef e San Nicolás] lanciando una violenta bordata di babordo e accostò a dritta agganciando il cabestano della San Nicolás. Nelson allora ordinò agli uomini del suo equipaggio di abbordare la nave. Egli stesso guidò l'assalto, spada in pugno, gridando: «Westminster Abbey o una gloriosa vittoria!», a significare che l'alternativa ad una gloriosa vittoria sarebbe stata una gloriosa morte con sepoltura nell'Abbazia di Westminster, dove tradizionalmente venivano sepolti i personaggi importanti.

Nelson scrisse in seguito:

«I soldati del 69°, con una alacrità che per sempre gli darà credito, ed il Tenente Pearson dello stesso reggimento, furono tra i migliori in questa impresa - il primo a saltare sul castello di mezzana [nemico] fu il Comandante Berry, poi il mio Primo Tenente (anche il Capitano Miller stava per fare la stessa cosa, ma io lo invitai a restare); essi furono aiutati grazie al nostro pennone che si era impigliato con le sartie nemiche. Un soldato del 69° sfondò la vetrata del giardinetto ed io saltai subito dentro seguito dagli altri. Trovai la porta della cabina chiusa ed alcuni ufficiali spagnoli fecero fuoco con le loro pistole, ma avendo buttato giù la porta, i miei soldati fecero fuoco e il comandante spagnolo cadde ferito mentre si ritirava. Mi spinsi subito avanti sul ponte di coperta, dove trovai il Comandante Berry in possesso del cassero di poppa e l'insegna spagnola ammainata. Passai con i miei uomini, ed il Tenente Pearson, sulla plancia di babordo, verso il castello di prua ed ivi incontrai due o tre ufficiali spagnoli prigionieri dei miei marinai, che mi consegnarono le spade. Un colpo di pistola, o di moschetto, partì dal balcone di poppa della San Josef, e lì allora io condussi i miei uomini; e chiamai il Capitano Miller, ordinandogli di mandare più uomini nella San Nicolás; e guidai i miei ad abbordare la prima classe spagnola, cosa che fu fatta in un baleno. Il Comandante Berry mi assistette durante l'azione. A questo punto alcuni ufficiali spagnoli si affacciarono dal parapetto del cassero, e fecero segno che si arrendevano. Ciò non accadde molto prima ch'io fui sul ponte di comando, dove il capitano, con un inchino, mi presentò la sua spada dicendo che l'ammiraglio era morto per le gravi ferite subite. Gli chiesi sul suo onore se la nave si fosse davvero arresa. Egli mi rispose di sì: gli diedi la mano e lo invitai a chiamare i suoi ufficiali ed il suo equipaggio per metterli al corrente di ciò, cosa che egli fece — e sul cassero della prima classe spagnola, per quanto bizzarra possa essere questa storia, ricevetti le spade degli spagnoli sconfitti, che consegnai a William Fearney, uno dei miei marinai, il quale con grande sangue freddo se le mise sotto il braccio.»

Forze in campo[modifica | modifica wikitesto]

La flotta britannica[modifica | modifica wikitesto]

Vascelli Cannoni Comandanti Ordine di battaglia Perdite Note
Victory 100 Ammiraglio Sir John Jervis - Cap.ni Robert Calder e Benjamin Hallowell 7 1 morto e 5 feriti Nave ammiraglia
Britannia 100 Viceammiraglio Charles Thompson - Cap. Thomas Foley 11 1 ferito -
Barfleur 98 Viceammiraglio William Waldegrave - Cap. James Richard Dacres 10 7 feriti -
Prince George 98 Contrammiraglio William Parker - Cap. John Irwin 3 8 morti e 7 feriti -
Blenheim 90 Cap. Thomas Lenox Frederick 2 12 morti e 49 feriti Danneggiata
Namur 90 Cap. James Hawkins Whitshed 12 2 morti e 5 feriti -
Captain 74 Commodoro Horatio Nelson - Cap.ni Edward Berry e Ralph Willett Miller 13 24 morti e 56 feriti Seriamente danneggiata
Excellent 74 Cap. Cuthbert Collingwood 15 11 morti e 12 feriti -
Culloden 74 Cap. Thomas Troubridge 1 10 morti e 47 feriti Danneggiata
Orion 74 Cap. sir James Saumarez 4 9 feriti -
Colossus 74 Cap. George Murray 5 5 feriti -
Irresistible 74 Cap. George Martin 6 5 morti e 14 feriti -
Egmont 74 Cap. John Sutton 8 - -
Goliath 74 Cap. Charles H. Knowles 9 9 feriti -
Dieadem 64 Cap. George Henry Towry 14 2 feriti -
Fregate
Minerve 38 Cap. George Cockburn - - -
Lively 32 Cap. Lord Garlies - - -
Niger 32 Cap. Edward James Foote - - -
Southampton 32 Cap. James Macnamara - - -
Bonne-Citoyenne 20 Cap. Charles Lindsay - - -
Altre
Raven (corvetta) 18 Cap. William Prowse - - -
Fox (cannoniera) 10 Cap. John Gibson - - -

La flotta spagnola[modifica | modifica wikitesto]

Vascelli Cannoni Comandanti Perdite Note
Santísima Trinidad 130 Viceammiraglio don José de Córdova y Ramos 69 morti e 141 feriti Nave ammiraglia - Seriamente danneggiata
Purísima Concepción 112 Viceammiraglio Francisco Javier Morales de los Ríos 8 morti e 21 feriti -
Conde de Regla 112 Jefe de Escuadra Conte di Amblimont, Cap. Jerónimo Bravo 9 morti e 27 feriti -
Mejicano 112 Viceammiraglio Don Pedro de Cárdenas y Blancardi, Cap. Francisco de Herrera y Cruzat 26 morti e 46 feriti -
Príncipe de Asturias 112 Viceammiraglio J. Moreno - Cap. A. De Escaño 10 morti e 19 feriti -
Salvador del Mundo 112 Brigadiere Don Antonio Yepes 42 morti e 124 feriti Catturata ed immessa in servizio nella Royal Navy come HMS Salvador del Mundo
San Josef 112 Viceammiraglio Francisco Javier Winthuysen y Pineda 46 morti e 96 feriti Catturata - Ammiraglio ucciso
San Nicolás de Bari 84 Cap. Tomás Geraldino y Geraldino 148 morti e 67 feriti Catturata
Neptuno 84 Non noto Sconosciute -
Atlante 74 Cap. . G. Vallejo 6 morti e 4 feriti -
Conquistador 74 Cap. J. Butler Sconosciute -
Firme 74 Cap. B. Ayala 2 morti e 1 ferito -
Glorioso 74 Non noto Sconosciute -
Oriente 74 Cap. J. Suárez 8 morti e 20 feriti -
Infante Pelayo 74 Cap. Cayetano Valdés 4 morti e 4 feriti -
San Antonio 74 Cap. Salvador Medina nessuna -
San Domingo 74 Cap. M. De Torres Sconosciute -
San Fermín 74 Cap. J. De Torres Sconosciute -
San Francisco de Paula 74 Cap. J. De Guimbarda Sconosciute -
San Genaro 74 Cap. A. de Villavicencio Sconosciute -
San Ildefonso 74 Cap. R. Maestre Sconosciute -
San Juan Nepomuceno 74 Cap. A. Boneo Sconosciute -
San Pablo 74 Cap. B. B. de Cisneros Sconosciute -
San Isidro 74 Cap. T. Argumosa 29 morti e 63 feriti Catturata
Soberano 74 Cap. B. J. V. Yáñez 25 morti e 46 feriti -
Terrible 74 Non noto Sconosciute -
Bahama 74 Non noto Sconosciute -
Fregate
Ceres 34 Non noto - -
Atocha 34 Non noto - -
Diana 34 Non noto - -
Matilda 34 Non noto - -
Mercedes 34 Non noto - -
Perla 34 Non noto - -
Santa Brigida 34 Non noto - -

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Siglato il 19 agosto 1796 tra il Regno di Spagna e la Francia rivoluzionaria, prevedeva l'alleanza tra le due nazioni.
  2. ^ La San Josef sarà la nave ammiraglia di Nelson per qualche settimana all'inizio del 1801.
  3. ^ Bruce, p. 59.
  4. ^ A quel tempo la paga ordinaria di un marinaio era di 15 sterline.
  5. ^ La nomina avvenne sei giorni dopo la battaglia. Tuttavia la promozione non era in alcun modo conseguente ad essa, poiché l'Ammiragliato ancora non sapeva che avesse avuto luogo, e le promozioni ad ammiraglio non venivano mai assegnate per simili motivi. Nelson era uno dei nove post-captain del 1779 che furono nominati contrammiragli nello stesso giorno.
  6. ^ A quel tempo, ogni flotta della marina britannica era costituita da tre squadre navali, contrassegnate da colori differenti, ciascuna delle quali era a sua volta composta da tre divisioni. I colori distinguevano le loro posizioni: avanzata (bianco), centrale (rosso) e retroguardia (blu). La squadra avanzata era comandata da tre viceammiragli, quella centrale da tre ammiragli (uno dei quali era il comandante in capo) e quella di retroguardia da tre contrammiragli. Nel 1864 tale distinzione fu abrogata e tutte le insegne divennero bianche.
  7. ^ Ernle Bradford, Horatio Nelson - l'uomo e l'eroe Milano, Mursia, 1981 pag. 156
  8. ^ Terry Coleman. Nelson. Milano, Oscar Mondadori, 2004. p.122.
  9. ^ Terry Coleman. Nelson. Milano, Oscar Mondadori, 2004. p.123.
  10. ^ Jervis, come ancora si chiamava in quella data, a Coffin, 25 luglio 1797 (BL ADD 31,166, copialettere di St Vincent, segreto).
  11. ^ L'esecuzione dell'Ammiraglio Byng fu satirizzata da Voltaire nel Candido.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) George Bruce, The Paladin Dictionary of Battles, Londra, Paladin, 1986, ISBN 0-586-08529-7.
  • Otto von Pivka. Navies of the Napoleonic Era. David & Charles, 1980, ISBN 0-7153-7767-1.
  • Terry Coleman. The Nelson Touch: The Life and Legend of Horatio Nelson. Londra, Bloomsbury, 2002. ISBN 0-19-517322-8. (trad. it. Nelson. Milano, Oscar Mondadori, 2004. ISBN 88-04-53267-X).

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