Beretta M12

Beretta PM12
Un esemplare di Beretta M12
TipoPistola mitragliatrice
OrigineBandiera dell'Italia Italia
Impiego
UtilizzatoriPolizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria ed altri
ConflittiGuerra del Vietnam, Guerra in Somalia e Guerra del Golfo.
Produzione
ProgettistaDomenico Salza
CostruttoreBeretta, Taurus, Defence Industries Corporation of Nigeria, MAS, FN Herstal, Military Industry Corporation
Date di produzione1961 - 2004
VariantiM12S, PM12S
Descrizione
Peso3,2 kg vuoto

3,7 kg carico

Lunghezza660 mm (calcio esteso) 418 mm (calcio ripiegato)
Lunghezza canna200 mm
Calibro9
Tipo munizioni9 mm Parabellum NATO
Azionamentomassa battente e percussore fisso
Cadenza di tiro550 colpi/min
Velocità alla volata430 m/s
Tiro utileutile 50-150m
AlimentazioneCaricatore da 20, 32 o 40 cartucce
Organi di miramirino regolabile in deriva ed alzo. Diottra regolabile a 100 m e 200 m
Modern Firearms.ru[1]
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La Beretta M12 è una pistola mitragliatrice a munizionamento 9 × 19 mm Parabellum, progettata e fabbricata dalla Beretta, ideata nel 1959 e prodotta a partire dal 1961 fino al 2004.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne progettata nel secondo dopoguerra, per sostituire il Moschetto Automatico Beretta. Negli anni '50 Domenico Salza, sempre della Beretta, mise a frutto le esperienze maturate sul MAB per mettere a punto una nuova arma che ne migliorasse le prestazioni. Fu così che nel 1959 nacque la M12 che venne adottata dalle forze armate italiane nel 1961.

Conobbe subito un buon successo d'esportazione nel centroamerica ed in alcuni paesi arabi; fu anche prodotto su licenza in Brasile ed Indonesia. Negli anni settanta e ottanta, furono apportate delle leggere modifiche sostituzione della sicura e modifica del selettore da singolo a raffica e sicura che furono sostituiti da bottoni passanti tipo traversino ad un unico selettore di fuoco - Sicura - Intermittenza - Raffica (versione PM12S) e successivamente con la realizzazione di una cremagliera alla manetta d'armamento, contro l'armamento accidentale (PM12S-2) tra cui spicca l'adozione del caricatore a 32 cartucce (la prima montava i caricatori del MAB da 20, 30 e 40 cartucce).

La PM12 venne anche usata da formazioni terroristiche degli anni settanta, che se le procuravano dai canali di traffico d'armi provenienti dai paesi dove l'arma era in dotazione alle forze dell'ordine. Le Brigate Rosse se ne servirono per il sequestro ed omicidio di Aldo Moro. Uno degli appartenenti al gruppo di fuoco, Raffaele Fiore, sparò tre colpi con quest'arma.[2] L'arma è stata poi presa a modello per la realizzazione dell'Agram 2000.

Nel 2018 la Beretta ha presentato la PMX, la quale andrà a sostituire la M12 dopo oltre cinquant'anni di onorevole servizio[3]. Ciononostante la M12 ancora diffusa in tutto il mondo per l'elevata affidabilità; in Italia è ancora l'arma di supporto di Guardia di Finanza e Polizia di Stato, mentre l'Arma dei Carabinieri, dopo averne fatto modificare una parte degli esemplari in dotazione per avere il solo tiro semiautomatico, evitando così la possibilità di sparare a raffica, ne ha iniziato la progressiva sostituzione, dal 2019, proprio con le PMX[4].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

I vantaggi del sistema a massa battente e percussore fisso erano già stati evidenziati dall'esperienza del MAB. Queste armi però avevano lo svantaggio di essere piuttosto ingombranti rispetto alla munizione che potevano sparare, cioè un calibro 9 da pistola, molto meno potente rispetto alle munizioni da fucile. In pratica il vantaggio di avere un'arma che sparava a raffica era parzialmente sminuito dall'ingombro, più vicino a quello di un fucile che di una pistola, e dalla scarsa prestazione della munizione, ulteriormente peggiorata dall'otturatore a chiusura labile.

La soluzione innovativa adottata da Salza, allo scopo di ridurre le dimensioni, fu di conservare invariata la massa dell'otturatore, spostandone in avanti la maggior parte, trasformandolo così in otturatore telescopico. Infatti il sistema a massa battente prevedeva un otturatore sufficientemente pesante per non arretrare in fase di sparo con eccessiva velocità, col rischio cioè di far fuoriuscire i gas di combustione prima che la pallottola fosse uscita dalla volata. L'otturatore telescopico, che avvolge quindi la canna, risolve il problema, poiché la massa rimane invariata, ma l'ingombro risulta ridotto, in quanto una parte di essa si trova davanti alla camera di scoppio e arretra insieme col resto dell'otturatore in fase di espulsione/ricarica.

Ovviamente l'otturatore ha degli scassi abbastanza grandi sopra e sotto per permettere il passaggio, quando arretrato, del bossolo sparato e della cartuccia proveniente dal caricatore. La caratteristica inconfondibile dell'oggetto, il castello cilindrico lungo fin quasi alla volata, è dovuta quindi alla necessita di alloggiarvi l'otturatore che è altrettanto lungo. Oltre a questo espediente, fu anche accorciata la canna di 10 cm.

Modelli e varianti[modifica | modifica wikitesto]

Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Sardegna, in sfilata con il PM12

M972/MT-12[modifica | modifica wikitesto]

Il Brasile adottò la Beretta PM12 per sostituire le Thompson M1 cedute dagli Stati Uniti e in seguito la produsse anche su licenza con il nome di M972[5]. Esiste anche un modello nazionale, con leggere modifiche, chiamato MT-12 - Metralhadora de mão.

PM1/PM1A1[modifica | modifica wikitesto]

Anche l'Indonesia ottenne la licenza di produzione dell'arma, la cui versione prodotta dalla Pindad era conosciuta come PM1 e PMA1.

M12S/M12SD[modifica | modifica wikitesto]

In Belgio fu prodotta su licenza dalla FN Herstal e commercializzata come M12S e M12SD.

Impiego[modifica | modifica wikitesto]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Beretta M12, su world.guns.ru. URL consultato il 17 marzo 2013.
  2. ^ Tessandori, 2009, pag. 285.
  3. ^ La nuova Beretta PMX, su armietiro.it.
  4. ^ PMX per i Carabinieri, su infodifesa.it. URL consultato il 13 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2019).
  5. ^ a b c d e f g h i j k l Gander, op. cit. pag. 214, pag. 899–906.
  6. ^ (EN) USMC embassy guards, retrived from onesixthwarriors.com
  7. ^ Miller, op. cit.
  8. ^ Dal sito ufficiale Carabinieri.it. Archiviato il 14 aprile 2010 in Internet Archive.
  9. ^ a b Meyr, op. cit.
  10. ^ Jackie Brown, su imfdb.org. URL consultato il 17 marzo 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jerry Gander, Jane's Infantry Weapons 2002-2003, Jane's Information Group, 2002.
  • Eitan Meyr, Special Weapons for Counter-terrorist Units, Jane's — Law Enforcement, 6 gennaio 1999.
  • David Miller, The Illustrated Directory of 20th Century Guns, Salamander Books Ltd., 2001.
  • Vincenzo Tessandori, Qui Brigate rosse: il racconto, le voci[collegamento interrotto], Dalai editore, 2009, ISBN 978-88-6073-310-8. URL consultato il 23 gennaio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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