Bernardino Ludovisi

Bernardino Ludovisi, noto come Bernardo (169311 dicembre 1749), è stato uno scultore italiano.

Angelo con gigli, altare di San Luigi Gonzaga nella Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, Roma, 1748.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Non si sa molto della sua vita. I Ludovisi erano un'antica famiglia originaria di Bologna . Bernardino sembra abbia trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera a Roma. È un esempio di scultore prolifico del suo tempo, ampiamente trascurato nell'epoca contemporanea.

Ludovisi prese parte a diversi importanti progetti scultorei del suo tempo, come la Fontana di Trevi, le opere scultoree del colonnato della Basilica di San Pietro e la facciata di San Giovanni in Laterano. Fu uno dei sei scultori italiani che assegnarono incarichi ausiliari agli scultori francesi Pierre Le Gros il Giovane e Jean-Baptiste Théodon, lavorando alla Cappella di Sant'Ignazio nella Chiesa del Gesù.[1] Fu anche uno degli scultori incaricati dal re Giovanni V del Portogallo per la realizzazione di sculture per il Palazzo di Mafra. Negli ultimi anni della sua vita la famiglia Colonna, i cui componenti erano illustri mecenati delle arti, gli commissionò diverse opere, tra cui i monumenti funerari di Filippo II Colonna e Maria Rospigliosi Salviati (quest'ultimo commissionato da Caterina Salviati Colonna), e un busto raffigurante Papa Benedetto XIV (un dono da parte del monsignore, in seguito divenuto cardinale, Marcantonio Colonna al Pontefice).

Ludovisi ha cominciato nello stile del classicismo barocco; tuttavia, maturando, predilisse il gusto francese di Le Gros ed il Rococò, incarnando una successiva sfumatura più delicata del Barocco italiano, la quale Enggass rinominò barocchetto. Il suo stile è caratterizzato dall'attenzione ai dettagli, un utilizzo del colore d'effetto ed una maniera pittorica nei suoi rilievi.

Opere di Ludovisi[modifica | modifica wikitesto]

Angelo con gigli, altare di San Luigi Gonzaga nella Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, Roma, 1748 circa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Wittkower (435-436) views the work of these Italians in the chapel as more distinguished than that of the more highly regarded French masters
  2. ^ Said to be the largest single piece of lapis in existence - Augustus J. C. Hare, Walks in Rome (1871) pp. 106f

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sergei Androsov, "Due opere sconosciute di Bernardino Ludovisi", documento presentato alla conferenza commemorativa Vladimir F. Levinson-Lessing, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo, 23 ottobre 2002, sessione pomeridiana.
  • Robert Enggass, "Bernardino Ludovisi - I: the Early Work" The Burlington Magazine . CX (1968): 436, 438-444.
  • Robert Enggass, "Bernardino Ludovisi - II: the Later Work" The Burlington Magazine . CX (1968): 494-501.
  • Robert Enggass, "Bernardino Ludovisi - III: la sua opera in Portogallo" The Burlington Magazine . CX (1968): 613–619.
  • Robert Enggass, "Bernardino Ludovisi: una nuova attribuzione" The Burlington Magazine . CXX (1978): 229–231.
  • Robert Enggass, "La tomba di Ludovisi per un principe di Colonna" The Burlington Magazine . CXXXV (1993): 822–824.
  • Vernon Hyde Minor, “Un ritratto di Benedetto XIV di Bernardino Ludovisi”, Antologia di Belle Arti, nn. 59-62 (2000): 52-55.
  • Rudolf Wittkower, Arte e architettura in Italia 1600-1750 (Pelican History of Art). Harmondsworth: Penguin, 1980.

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