Bougainville (isola)

Bougainville
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano Pacifico
Coordinate6°00′S 155°00′E / 6°S 155°E-6; 155
ArcipelagoIsole Salomone
Superficie9 318 km²
Altitudine massima2 715 m s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera della Papua Nuova Guinea Papua Nuova Guinea
Regione Regione autonoma di Bougainville
Demografia
Abitanti249 358[1] (2011)
Densità27 ab./km²
Cartografia
Mappa di localizzazione: Oceania
Bougainville
Bougainville
voci di isole della Papua Nuova Guinea presenti su Wikipedia
La bandiera di Bougainville

Bougainville è una delle più grandi isole dell'arcipelago delle Isole Salomone, nel sud-ovest dell'Oceano Pacifico, anche se politicamente fa parte di Papua Nuova Guinea. Con l'isola di Buka a nord e una serie di piccole isole circostanti costituisce la Regione autonoma di Bougainville (o North Solomons, Salomone Settentrionali), che fa parte della divisione amministrativa della Regione delle Isole.

La Regione autonoma di Bougainville ha una superficie complessiva di 9 300 km² e una popolazione di 137 000 abitanti (stima 2010)[2], in diminuzione rispetto al censimento del 2000 (175 000 abitanti circa[3]).

Tra il 23 novembre e il 7 dicembre 2019 si è tenuto il referendum sull'indipendenza della regione autonoma di Bougainville, il cui risultato è stato il 98,31% dei voti a favore dell'indipendenza.

Geologia e orografia[modifica | modifica wikitesto]

L'isola si trova lungo una zona di subduzione e occasionalmente è soggetta a forti terremoti. Sull'isola si contano numerosi vulcani spenti, due dormienti (Balbi e Loloru) e uno attivo (Bagana)[4]. Il punto più elevato dell'isola è la vetta del monte Balbi, a 2 715 m s.l.m. Nell'isola sono presenti ricchissimi giacimenti di rame.

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista ecologico, l'isola di Bougainville fa parte della stessa bioregione delle Isole Salomone, precisamente la foresta pluviale delle Isole Salomone[5], con marcate variazioni a seconda dell'altitudine e dell'orientamento dei versanti. Sui fianchi del Monte Balbi si estende la più vasta foresta di bambù della Papuasia. I mammiferi sono rappresentati in prevalenza da roditori e pipistrelli. Tra i mammiferi acquatici, va segnalato il dugongo. Molte specie sono endemiche della bioregione delle Isole Salomone; qualcuna è limitata solo a Bougainville e a poche isole vicine (p.es. l'uccello Monarcha erythrostictus[6]).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esplorata nel 1768 dal navigatore francese Louis-Antoine de Bougainville, a cui in seguito fu dedicato il nome, l'isola venne dominata dalla Germania (dal 1888 al 1919 fece parte della Nuova Guinea tedesca) e poi dall'Australia. Durante la Seconda guerra mondiale fu occupata dalle forze armate giapponesi nel marzo 1942. Gli alleati invasero Bougainville nel novembre 1943 e i combattimenti si protrassero fino al 21 agosto 1945, pochi giorni prima della fine della guerra. Nel 1947 fu posta delle Nazioni Unite sotto la tutela dell'amministrazione australiana e il 16 settembre 1975 venne integrata a Papua Nuova Guinea quando questo Paese ottenne l'indipendenza; peraltro Bougainville tentò di svincolarsi subito, dichiarando unilateralmente la propria indipendenza l'11 ottobre dello stesso anno.

Questa prima secessione fu risolta rapidamente (nel 1976), ma i problemi ambientali connessi con l'intenso sfruttamento di giacimenti minerari fecero riemergere il sentimento separatista alla fine degli anni 1980. L'insurrezione, iniziata nell'autunno del 1988 e guidata prevalentemente dall'Esercito rivoluzionario di Bougainville, condusse rapidamente alla chiusura delle miniere di rame (maggio 1989) e al ritiro delle truppe di Papua Nuova Guinea (marzo 1990). Mentre due mesi più tardi l'Esercito Rivoluzionario proclamava la Repubblica indipendente di Bougainville (nota anche come Repubblica di Mekamui), il governo di PNG dava inizio a un blocco navale che, con alterne vicende, si sarebbe protratto fino al 1997[7].

Nel gennaio 1991 è stato firmato un accordo di pace, ma la lotta è ripresa contro il ritorno di truppe governative sull'isola nell'ottobre 1992. Una conferenza di pace nell'ottobre 1994 ha portato a una tregua, ma l'assassinio nel 1996 del capo del governo di transizione di Bougainville ha fatto riprendere i combattimenti. Nel marzo 1997 il Primo ministro è stato costretto a dimettersi sotto la pressione delle forze armate e dell'opposizione.

Nell'ottobre 1997 fu concordata una tregua, supervisionata per alcuni mesi da rappresentanti di Australia, Nuova Zelanda, Figi e Vanuatu e convertita il 30 aprile 1998 in un armistizio permanente. A partire da quella data, fu istituito un gruppo di osservatori guidato da australiani[8], successivamente assistito anche da una missione di osservatori dell'ONU (UNOMB)[9].

Il 30 agosto 2001 fu firmato ad Arawa un accordo di pace[10], che prevedeva il disarmo, la creazione di un governo autonomo e lo svolgimento di un referendum per l'indipendenza dell'isola a seguito di un periodo di autonomia. Di fatto, la regione autonoma prese vita dopo l'approvazione della sua Costituzione, il 21 dicembre 2004. La missione UNOMB dichiarò completato il piano di disarmo nel maggio 2005 e in quello stesso mese ebbero inizio le elezioni per il parlamento locale. Il 15 giugno il primo presidente di Bougainville, Joseph Kabui, giurò a Buka[11].

Dal 2010 al 2020 il presidente è stato John Momis. Nel dicembre 2019 un referendum consultivo ha registrato una stragrande maggioranza degli isolani a favore dell'indipendenza[12], prevista per il 2027. Nel 2020 diventa presidente Ishmael Toroama.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Al 2011 la principale miniera di rame (Panguna) risulta chiusa e oggetto di discussioni[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) National Statistical Office - Papua New Guinea - Provincial Population Distribution, su nso.gov.pg. URL consultato il 19 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015).
  2. ^ (EN) World Gazetteer, su world-gazetteer.com. URL consultato il 6 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  3. ^ Calendario Atlante De Agostini 2010, Novara, De Agostini, 2009, ISBN 9788851114213.
  4. ^ (EN) Post miocene volcanoes on Bougainville Island, territory of Papua and New Guinea, su springerlink.com (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  5. ^ (EN) Solomon Islands rain forests (AA0119), su worldwildlife.org. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato il 15 giugno 2006).
  6. ^ (EN) BirdLife International 2009. Monarcha erythrostictus. In: IUCN 2011. IUCN Red List of Threatened Species Versione 2011.1., su iucnredlist.org. URL consultato il 1º luglio 2011.
  7. ^ (EN) M.J. Field, Chronology of Bougainville Civil War - 30 Jan.1998, su hartford-hwp.com. URL consultato il 6 luglio 2011.
  8. ^ (EN) Conciliation Resources - Protocol Concerning the Peace Monitoring Group, su c-r.org. URL consultato il 6 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2011).
  9. ^ (EN) United Nations - Press Conference on UN Bougainville Mission, 2005, su un.org.
  10. ^ (EN) Bougainville Peace Agreement (PDF), su abg.gov.pg. URL consultato il 24 novembre 2019.
  11. ^ (EN) Australian Government - Department of Foreign Affairs and Trade - Bougainville Peace Process, su dfat.gov.au. URL consultato il 6 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
  12. ^ Bougainville referendum: PNG region votes overwhelmingly for independence, BBC news, 11 dicembre 2019.
  13. ^ (EN) Rio Tinto subsidiary and Bougainville Government still want to reopen controversial mine, su London Mining Network, 18 maggio 2011. URL consultato il 6 luglio 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN315526682 · LCCN (ENsh85016083 · GND (DE4088149-0 · J9U (ENHE987007283984705171