Bra

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Bra
comune
Bra – Stemma
Bra – Bandiera
Bra – Veduta
Bra – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoGiovanni Fogliato (centro-sinistra) dal 26-5-2019
Territorio
Coordinate44°42′N 7°51′E / 44.7°N 7.85°E44.7; 7.85 (Bra)
Altitudine290 m s.l.m.
Superficie59,53 km²
Abitanti29 972[1] (30-12-2023)
Densità503,48 ab./km²
FrazioniAmerica dei Boschi, Bandito, Boschetto, Borgo Nuovo, Cà del Bosco, Castelletto, Chiossa, Crociera Burdina, Falchetto, Fossano, Grione, Matrotti, Piumati, Pollenzo, Quinto Bianco, Riva, Rivo, Ronchi, Sabecco Superiore, San Matteo, San Maurizio, Sant'Agnese, Scatoleri, San Michele, Tetti Bona, Tetti Milanesi, Tetti Rasa
Comuni confinantiCavallermaggiore, Cherasco, La Morra, Pocapaglia, Sanfrè, Santa Vittoria d'Alba, Verduno
Altre informazioni
Cod. postale12042
Prefisso0172
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004029
Cod. catastaleB111
TargaCN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 614 GG[3]
Nome abitantibraidesi
PatronoMadonna dei Fiori
Giorno festivo8 settembre
MottoOrnat, non onerat
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bra
Bra
Bra – Mappa
Bra – Mappa
Posizione di Bra in provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Bra è un comune italiano di 29 972 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Si trova nel territorio del Roero.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Bra si trova equidistante da Torino e da Cuneo (50 km rispettivamente a sud e a nord-est). Alba dista 15 km. Fa parte della provincia di Cuneo, di cui è il terzo comune più popoloso e rientra nell'arcidiocesi di Torino. Non è attraversata da fiumi o corsi d'acqua di rilievo, tuttavia la frazione Pollenzo è toccata dal Tanaro nei pressi della ex-tenuta Reale. Il territorio è caratterizzato da una vasta pianura, dove si è sviluppata la città e una collina, che ospita parte del centro storico. Il rilievo collinare del comune di Bra è di fatto l'inizio della zona del Roero.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bra.

Bra è caratterizzata da un clima temperato sub-continentale. Le piogge cadono prevalentemente in autunno ed in primavera. Si hanno due minimi pluviometrici distinti: uno principale in inverno, piuttosto marcato (23 mm a gennaio e 34 mm a febbraio), ed uno secondario estivo (47 mm ad agosto). Gli inverni sono freddi (il mese più freddo, gennaio, ha una media di +1 °C), mentre le estati sono piuttosto afose e soleggiate (+30 °C a luglio).

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "Bra" deriva dalla parola longobarda brayda che indica una proprietà con esteso appezzamento di terreno adibito a pascolo (la stessa origine etimologica di Piazza Bra a Verona, o del quartiere Barriera di Milano). Un'ipotesi alternativa è l'origine celtica da braille o braye con il significato di "pascolo" o "alpeggio" (cfr. toponimi di La Braille, La Braye, Le Brâ in Savoia e in Svizzera Francese e quello di Brallo di Pregola nell'Oltrepò Pavese).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini e gli insediamenti umani nella zona di Bra sono antichissimi, tanto che la presenza umana è accertata già durante l'era neolitica. Nel periodo romano venne fondata alla fine del II secolo a.C. lungo la valle del Tanaro la città di Pollentia (attuale Pollenzo), importante centro di traffico commerciale e militare tra i porti liguri e la pianura piemontese. Dopo la battaglia di Pollenzo, 6 aprile 402, quando le truppe romane comandate da Stilicone affrontarono e misero in fuga i Goti di Alarico, iniziò la decadenza di Pollentia. Alcuni toponimi nei dintorni di Bra, come la località Gotta, situata sulle colline di Bandito, una frazione tra Bra e Sanfrè, sono da considerarsi, secondo uno storico locale, il prof. Edoardo Mosca, antichi toponimi di origine gotica. Forse, sempre secondo il Mosca, si trattava di stanziamenti in loco di truppe gotiche rimaste tagliate fuori dal grosso dell'esercito di Alarico in ritirata.

A seguito della decadenza di Pollentia, iniziò lo spostamento dei suoi abitanti verso l'altopiano dell'odierna Bra, ritenuto più sicuro.

Stemma sabaudo sul Palazzo Comunale

Bra venne elevata al rango di città nel 1760 con decreto di Carlo Emanuele III di Savoia. Il Settecento fu il secolo che vide la città di Bra espandersi e fiorire sotto il profilo architettonico, anche grazie alla presenza di Bernardo Antonio Vittone, architetto che realizzò due capolavori dell'arte tardo-barocca: la tondeggiante facciata del Palazzo Municipale e la chiesa di Santa Chiara. L'Ottocento diede a Bra uomini di notevole levatura in più campi. San Giuseppe Benedetto Cottolengo (nato a Bra nel 1786), che fondò la Piccola casa della Divina Provvidenza. Tra gli uomini di studi e scienza si ricordano il latinista G.B. Gandino, l'archeologo Edoardo Brizio, gli scienziati naturalisti Ettore e Federico Craveri (fondatori del Museo di scienze naturali, che oggi porta il loro nome).

Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, furono internati a Bra 17 profughi ebrei (incluse famiglie con bambini). Dopo l'8 settembre 1943, con l'occupazione tedesca, il gruppo prontamente si disperse. Alla fine tutti gli internati riuscirono a salvarsi (alcuni rimanendo nascosti in zona, altri dirigendosi verso sud incontro all'esercito alleato).[4]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma comunale in epoca fascista, con Capo del Littorio.

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 4 febbraio 1935.[5]

«Di rosso, a due crocette piane d'argento, una sull'altra. [Capo del Littorio]. Ornamenti esteriori da Città»

Lo scudo è sostenuto da due grifoni e accompagnato dalla lista bifida di azzurro con il motto latino Ornat non onerat ("È un ornamento e non un peso") in lettere maiuscole d'argento.[5][6]

Il gonfalone, concesso con regio decreto dell'8 marzo 1937, è costituito da un drappo di rosso.[5]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant'Andrea
  • chiesa parrocchiale di Sant'Andrea in stile barocco, eretta su disegno di Gian Lorenzo Bernini sotto la guida di Guarino Guarini.
  • chiesa parrocchiale di Sant'Antonino Martire, costruita dai monaci di San Colombano di Bobbio a partire dal 1693 in sostituzione dell'antica parrocchiale oggi la chiesa della Beata Vergine Assunta (o della Madonnina della Veneria). Conserva le statue del 1728 Sant'Anna con la Vergine bambina e di San Gioacchino con la Vergine bambina dello scultore Carlo Giuseppe Plura ed i dipinti di Rodolfo Morgari Madonna con la Cintura e santi e La Vergine con san Gioacchino, del 1874.
  • chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.
  • santuario della Madonna dei Fiori, patrona di Bra. Fa parte della parrocchia di San Giovanni Battista, e conserva la statua della Vergine dello scultore Giuseppe Realini[7]. La facciata del santuario presenta uno dei più importanti mosaici realizzati da Marko Ivan Rupnik. Il nome del santuario è dovuto alla tradizione secondo la quale a Bra, il 29 dicembre 1336, a una giovane donna incinta, Egidia Mathis, sarebbe apparsa la Madonna. La giovane, minacciata da alcuni mercenari presso un piloncino votivo con l'effigie di Maria, sarebbe stata salvata dall'improvvisa apparizione che mise in fuga i malfattori, mentre tutt'intorno, pur in pieno inverno, i cespugli di pruno selvatico sarebbero fioriti improvvisamente. Tuttora questi cespugli fioriscono inspiegabilmente in pieno inverno, anziché in primavera[8].
  • chiesa di Santa Maria degli Angeli ora cappuccina.
  • la chiesa parrocchiale (frazione di Bandito) della Beata Vergine Assunta (o della Madonnina della Veneria)[9][10]; l'antica chiesa della Veneria affonda le sue radici nel medioevo ed è frutto di successive trasformazioni: in origine era dedicata a sant'Antonino, poi fu intitolata alla Madonna della Neve, alla Madonna delle Grazie e oggi all'Assunta. Della chiesa si trova una notizia nel 1082 in un documento con cui la contessa Adelaide di Susa dona all'abbazia di San Colombano di Bobbio (PC) una cappella intitolata a Sant'Antonino, concessione che viene rinnovata nel 1153; la donazione avvenne assieme al territorio di Corticella e Santa Maria di Roasio[11][12][13][14][15]. A metà del cinquecento divenne parrocchia. A questa data sembrano potersi ricondurre l'impianto della chiesa e forse le parti realizzate ad affresco conservate all'interno. A partire dal 1693, fu costruita la nuova chiesa di Sant'Antonino Martire e nel 1702 la parrocchia vi fu traslata. I monaci benedettini di Bobbio anche dopo il trasferimento del titolo di Sant'Antonino entro le mura, continuarono a mantenere attiva la chiesa della Veneria, che intitolarono alla Madonna della Neve. Nel 1780 nella visita pastorale, mons. Costa di Arignano identifica già la chiesa col titolo di Santa Maria delle Grazie. L'altare maggiore è ornato da una preziosa pala d'altare raffigurante la Madonna in trono con Bambino tra sant'Antonino e san Grato. L'attuale altare maggiore in marmo è stato realizzato nel 1996.
Chiesa di San Rocco
Chiesa di San Giovanni Decollato
  • chiesa di San Rocco ora sede della parrocchia ortodossa di Santa Caterina d'Alessandria
  • chiesa di San Giovanni Decollato (o dei Battuti Neri) sede della Confraternita della Misericordia
  • chiesa di San Giovanni "Lontano"
  • chiesa di Santa Chiara progettata da Bernardo Antonio Vittone fu fatta costruire dalle Monache Clarisse. I lavori iniziarono il 27 maggio 1742 e fu aperta al pubblico nel 1748 anche se non completata. La pianta è quadrilobata e tutta la costruzione è impostata su quattro grandi pilastri che sorreggono il complesso gioco dei coretti, della doppia cupola e del cupolino. La doppia cupola è traforata (cupola diafana). Attraverso le quattro aperture mistilinee della cupola inferiore si possono vedere le pitture affrescate nella cupola inferiore, illuminate dalla luce che proviene da diverse aperture. In questo interno la luce è la protagonista assoluta della vicenda architettonica. Gli stucchi sono di Bernardino Barelli mentre la decorazione pittorica è opera del braidese Pierpaolo Operti. Le clarisse abbandonarono la chiesa nel 1883 e nel 1892 iniziarono la costruzione di un monastero in viale Madonna dei Fiori; Santa Chiara ancora oggi è di proprietà dei frati cappuccini.
  • chiesa parrocchiale di San Vittore in località Pollenzo
  • chiesa parrocchiale di San Lorenzo in località Riva
  • chiesa della Trinità (o dei Battuti Bianchi) di epoca Secentesca

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Torre nel castello di Pollenzo
Porta di Pollenzo
  • Real Borgo di Pollenzo. Pollentia era un'antica città romana che raggiunse i massimi splendori nell'età Giulio-Claudia. Molti reperti, ritrovati in diverse campagne di scavo sono conservati nel Museo archeologico di Palazzo Traversa. Durante il Medioevo si ridusse a modesto borgo agricolo e presidio di comunità religiose, fra cui i benedettini di Novalesa-Breme. Una fortificazione era già presente prima del 1238 ma bisogna attendere molti secoli per arrivare alla forma attuale del castello ed in particolare quando passa al patrimonio dei Savoia, nel 1838. Carlo Alberto avvierà imponenti lavori affidandone la cura agli architetti di corte Pelagio Palagi e Ernesto Melano. Oltre al restauro del castello, fu realizzato il borgo con la chiesa di San Vittore, la piazza con il porticato, l'Agenzia e una grande torre quadrata munita di merli. Nella chiesa si trova il coro ligneo proveniente dall'abbazia di Staffarda. Il castello e la immensa tenuta agricola sono oggi di proprietà privata mentre gli edifici dell'Agenzia sono stati al centro di un'iniziativa promossa da Slow Food, dalla Regione Piemonte e dalla Città di Bra. Ne è nata una società mista denominata "Agenzia di Pollenzo" che ha completamente restaurato l'area e avviato, fra l'altro, l'Università di Scienze Gastronomiche e la Banca del Vino[16]. Gli spazi esterni, piazza e vie della frazione di Pollenzo, sono stati oggetto di opere di restauro finanziate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  • La Zizzola[17]: edificio simbolo della Città. A pianta ottagonale con due piani sormontati al centro da una torretta, è situata sul punto più alto della Città: la collina di Monteguglielmo in prossimità del quale fino al XVI secolo era situato l'antico castello. La guida di Bra del 1875: ".. di proprietà dell'avv. Maffei, elegante e graziosa rotonda che domina la città. Vuole la tradizione che dietro questa villa, su di uno spianato che ancora si ammira, le streghe convenissero una volta a festeggiare il sabato". Dunque era una villa di campagna che i ricchi padroni aprivano ad amici per feste e ricevimenti. Nel 1962 la Zizzola fu donata al comune di Bra da Guido Fasola, alla cui famiglia apparteneva dal 1915 con il vincolo che l'edificio fosse destinato a sede di convegni o di museo o di altre attività di carattere pubblico e il terreno destinato a giardino o parco pubblico. Nel parco si tengono manifestazioni culturali e di intrattenimento organizzate prevalentemente nella bella stagione.
Palazzo Traversa
  • Palazzo Traversa: il nucleo originario risale alla metà del XV secolo ed è adibito, dopo i lavori di restauro compiuti negli anni ottanta, a Museo di Archeologia e Storia dell'Arte. Raggruppa reperti provenienti dall'antica Pollenzo (fondata dai romani) e opere d'arte locale dal Seicento all'epoca contemporanea. Fa parte del sistema dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. È il solo edificio di forme gotiche rimasto in città e nel corso dei secoli è stato oggetto di vari interventi. Fu costruito da un ramo della famiglia dei Malabayla di Asti. Dopo vari passaggi pervenne agli Alberione che lo fecero ornare di merli ghibellini dopo il 1666. Nella Guida di Bra del 1907 l'edificio è indicato come proprietà di Don Traversa, da cui il nome attuale. Nel 1935 gli allora proprietari, la famiglia Boglione, lo donarono al Comune affinché fosse allestito un museo. La parte più interessante dell'edificio, che è anche quella che presenta la qualità architettonica più alta, è il prospetto sui via Parpera.[18]
Municipio di Bra
  • Palazzo Comunale: Edificio di origine medioevale; come altri edifici cittadini subì rifacimenti e trasformazioni per essere adattato alle esigenze della città che cresceva. L'intervento che lo portò alla forma attuale fu operato fra il 1730 e il 1732 dall'architetto Bernardo Antonio Vittone su incarico del comune. La facciata ha una parte centrale convessa affiancata da due corpi laterali rettilinei ed evidenzia analogie con Palazzo Carignano a Torino, di cui riprende l'andamento tripartito. L'accesso alla parte storica è dato da una scala ad invito aggiunta intorno al 1897 che conduce alla grande porta ad arco affiancata da due aperture rettangolari con sovrastante occhio circolare.
Palazzo Mathis
  • Palazzo Mathis: Il Palazzo, di origine trecentesca, sorge davanti al municipio e i primi proprietari furono i Solaro, famiglia astigiana. Il capitano Giacomo Solaro, in qualità di governatore del castello di Bra, si trovò nel 1552 a comandare la difesa della città, alleata con i francesi, contro il duca di Savoia, Emanuele Filiberto. La fortezza cadde e fu distrutta e i Solaro scomparvero da Bra, lasciando anche il loro palazzo. Dal 1652, per oltre due secoli fu di proprietà dei Boasso che nel 1870 lo vendettero agli Icheri di Malabaila. I Boasso operarono molte trasformazioni accorpando tre edifici nell'insieme che oggi compone il palazzo. Nel 1878 l'edificio passò al Masenza che nel 1906 lo cedette ad Ambrogio Mathis. Il comune acquistò il palazzo dagli eredi Mathis nel 1978. Oggi, completamente restaurato dal comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bra è sede degli uffici cultura e turismo e, al piano nobile, ospita mostre e rassegne culturali, oltre ad accogliere una raccolta permanente di opere dell'artista cheraschese Romano Reviglio.
Palazzo Garrone
  • Palazzo Garrone: È di fondazione medievale ma subì radicali trasformazioni nel corso del XVII secolo. Vari i passaggi di proprietà e significativo fu il periodo in cui vi abitarono gli Albrione di Rorà che abbellirono la residenza. La Guida di Bra del 1875 cita come nuovi proprietari i Garrone, da cui il nome attuale. Il generale Andrea Massena, al seguito di Napoleone, pare abbia alloggiato nel Palazzo. Il comune ne diviene proprietario nel 1882 e lo adibisce dapprima a caserma e poi vi trasferisce alcuni uffici. Per molti anni ospiterà scuole e quindi la pretura e poi la sezione distaccata del tribunale di Alba. Sul piano architettonico la parte di maggior pregio è quella settecentesca e l'atrio con lo scalone in stile vittoriano.
  • Teatro Civico Politeama Boglione: Fu inaugurato il 1º settembre 1900 e costruito grazie al lascito di Giuseppe Boglione. Progettista il milanese Achille Sfondrini. Più volte rimaneggiato, negli anni cinquanta subisce un rifacimento che ne modifica completamente l'interno con la demolizione dei loggiati. Fu teatro e cinema per molti anni e poi chiuso nel 1985. "Riapre" nel 2004 dopo un consistente restauro anche se in chiave moderna. L'esterno è quello dello Sfondrini con un grande colonnato e la cupola che sovrasta l'edificio. Ospita rassegne teatrali e musicali.[19]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[20]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022 la popolazione residente è di 4.050 persone, pari al 13,21% della popolazione.[21]

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il presidio ospedaliero è situato nel comune di Verduno dove è attivo l'ospedale unico di Alba e Bra, denominato "Pietro e Michele Ferrero". Il vecchio nosocomio "Santo Spirito" è stato trasformato in Casa della Salute.

Bra ha ospitato per decenni un presidio militare che in ultimo è stato sede del Centro Addestramento Reclute degli Alpini.
Migliaia di giovani hanno trascorso i primi mesi di servizio militare nelle caserme Trevisan, Pellizzari, Guala e Cavalli, chiuse dal 1975.[22]

Oggi i complessi militari sono stati recuperati in edifici privati, pubblici e comunali: il complesso Trevisan oggi è in parte trasformato in edifici residenziali e ospita il Centro Anziani comunale, la sede della Polizia stradale e Guardia di Finanza, la caserma Pellizzari oggi è la scuola primaria "Edoardo Mosca", la caserma Guala è diventata la sede del centro polifunzionale "Giovanni Arpino" e la biblioteca civica, infine, la caserma Guala è in parte utilizzata per la sede locale della Croce Rossa Italiana, per l'asilo nido comunale "Cesara e Enrico Garbarino", e per magazzini comunali

A Bra nasce nel 1986 l'associazione Slow Food, ente conosciuta a livello globale che si occupa della promozione del diritto a vivere il pasto innanzitutto come un piacere, oltre che per la difesa della biodiversità e dei diritti dei popoli alla sovranità alimentare. [23]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

  • La festa patronale si svolge l'8 di settembre con la devozione della Madonna dei Fiori e la tradizionale processione. Nella ricorrenza si ricorda l'apparizione della Madonna che giunse in salvo di Egidia Mathis il 29 dicembre 1336 assalita e insidiata dai due mercenari. In pieno inverno il pruneto selvatico nei pressi del Santuario fiorisce.
  • Altro Santo Patrono è San Sebastiano.

Si svolgono delle processioni nel periodo pasquale; quella dell'Addolorata si tiene il venerdì sera della settimana precedente la Pasqua, per iniziativa della Confraternita della Misericordia (Battuti Neri) e quella dalla Resurrezione che si svolge nel pomeriggio di Pasqua a cura della Confraternita della Santissima Trinità (Battuti Bianchi).

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Bra è sede dei seguenti istituti scolastici di secondo grado

  • Liceo Classico, Scientifico, Linguistico, delle Scienze Umane Statale "Giolitti-Gandino"
  • Istituto Tecnico Commerciale Statale "Ernesto Guala"
  • Istituto Tecnico Industriale Statale - Sezione Associata "Ascanio Sobrero"
  • Istituto Professionale Turistico, Grafico e Alberghiero Statale "Velso Mucci" . È capofila del Polo Enogastronomico Piemontese, che eroga corsi di formazione post-diploma.
  • Istituto Professionale Parificato "San Domenico Savio"
  • Nella frazione Pollenzo è attiva dal 2004 l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, un'università non statale, legalmente riconosciuta.
Accademia degli Innominati

In pieno clima arcadico, il 27 luglio 1702, nacque in Bra l'Accademia degli Innominati. Unica in Piemonte con la Accademia degli Incolti di Torino, fu elevata a colonia arcadica dall'Arcadia di Roma per il prestigio e la rinomanza che acquisì. Era all'origine un'associazione di letterati, poeti, uomini di cultura, amanti della musica e delle arti visive. Gli accademici rinunciavano al proprio nome e assumevano un appellativo con il quale firmavano le fatiche poetiche. Fondatore fu il Conte Pier Ignazio Della Torre ed annoverò fra i soci Giuseppe Zorgnotto, il Sottomesso, Giovanni Battista Bonino , il Geniale e fra gli iscritti anche i più noti letterati italiani del tempo, Ludovico Antonio Muratori e Scipione Maffei. Fra le donne si distinsero la cheraschese Benedetta Clotilde Lunelli e la lucana Aurora Sanseverino. Si riunivano in una casa del centro storico, dove ancora oggi sono visibili dei medaglioni dipinti raffiguranti i personaggi dell'Accademia. La decadenza del sodalizio iniziò dopo il 1720. Nel 2002 si è tenuto a Bra un convegno di studi e approfondimenti, a cura di Alfredo Mango. Gli atti sono raccolti nel volume "L'Arcadia e gli Innominati a Bra", Franco Angeli Edizioni.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo di storia naturale "Ettore e Federico Craveri"[24]
  • Museo Storico e Archeologico di "Palazzo Traversa"[25]
  • Museo del Giocattolo[26]
  • Museo della Bicicletta[27]
  • Museo della Scrittura Meccanica[28]
  • Palazzo Mathis
  • Banca del Vino, Agenzia di Pollenzo[16]
  • Casa Natale del Santo Cottolengo
  • La Zizzola - Casa dei Braidesi

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Salciccia di Bra fresca
  • La salsiccia di Bra è preparata miscelando carni magre di bovino e grasso suino.

Un tempo veniva confezionata con la sola carne bovina a beneficio della comunità ebraica di Cherasco. Una tradizione ufficializzata da un decreto reale che autorizzava i macellai di Bra a utilizzare carne bovina nella preparazione di salsiccia fresca, unico caso in Italia. Oggi le macellerie di Bra e dintorni la preparano macinando finemente il 70-80 per cento di polpa magra di vitello di razza Piemontese e il 20-30 per cento di lardo e pancetta suina. La pasta deve essere tenuta morbida e umida e insaccata in un budello piccolo di montone. Ogni macellaio ha un suo dosaggio particolare nella composizione dell'impasto: tutti usano sale marino, una miscela di spezie (pepe bianco, cannella, noce moscata); ognuno personalizza utilizzando aglio, finocchio, porri, parmigiano grattugiato, robiola di Langa stagionata, vino bianco Arneis o Favorita. La salsiccia di Bra va consumata preferibilmente cruda e il più possibile fresca o cotta accompagnata da peperonata.[29]

  • Il salòt è un dolce di origini incerte preparato in occasione dell'Epifania. È composto da due dischi di pasta di pane (o di brioche) che racchiudono un ripieno di frutta candita e confettura di albicocche.[30]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La fiera più antica fra quelle in attività è la Rassegna Zootecnica di Pasquetta in piazza Giolitti.

  • Negli anni dispari si svolge "Cheese", ovvero la fiera internazionale del latte e del formaggio. Inventata dal movimento Slow Food che ha sede in Bra, essa coinvolge produttori e lavoratori di latte da tutto il mondo. Questa manifestazione ha cadenza biennale e si tiene nel mese di settembre. Solo nell'ultima edizione, hanno visitato la fiera oltre centomila persone durante i quattro giorni dedicati ai formaggi.[31]
  • Ogni due anni si svolge "Corto in Bra" rassegna internazionale di cortometraggi.[32]
  • Ogni anno nell'ultima domenica di settembre i cortili pubblici e privati del centro storico sono i protagonisti di una iniziativa enogastronomica e culturale "Da cortile a cortile". Attraverso un itinerario allo scoperta della vecchia Bra e dei prodotti del territorio.
  • Ogni anno nel mese di maggio si svolge il "Salone del libro per ragazzi", rassegna dell'editoria giovanile che segue di pochi giorni l'edizione maggiore (Salone del Libro di Torino).

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Sino alla fine del 1860 era presente in Bra una fiorente attività di concerie. Le vicende cittadine del periodo sono narrate nei lavori dello scrittore Giovanni Arpino, braidese per parte di madre. Oggi nulla è rimasto di quel periodo, se non varie tracce nelle facciate di alcuni edifici ex industriali, tra cui la facciata liberty della ex fabbrica Novella in via Piumati.

La città dà il nome ad un formaggio DOP, ma oggi in Bra non si produce neppure una forma dell'omonimo formaggio e anche un tempo proveniva per la maggior parte dai paesi delle vallate e delle montagne di Cuneo. Furono tuttavia i commercianti braidesi a stagionare e a portare "il nostrale" sui mercati piemontesi e soprattutto liguri, dove era usato nella preparazione del pesto. Nel genovese è molto richiesto ancora oggi. Le condizioni climatiche favorevoli e la felice dislocazione geografica di Bra la resero il più grande centro di raccolta per la stagionatura e la commercializzazione, fatta inizialmente su carri trainati da cavalli.[33]

L'economia braidese si è più volte modificata nel corso degli anni. È presente un forte comparto industriale.

Continua a mantenersi solida la produzione agricola orticola, in massima parte commercializzata al mercato all'ingrosso di Torino e tramite la grande distribuzione in Piemonte, Lombardia e Liguria. Consistente il settore zootecnico con allevamento di bovini e suini.

Dal 1842 al 2020 è stata attiva la Cassa di Risparmio di Bra, confluita in BPER BANCA.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Bra appartiene al bacino delle Langhe e del Roero anche se la vocazione turistica è abbastanza recente. La presenza e l'influenza di Slow Food hanno contribuito sensibilmente alla promozione della città e del territorio.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La città è attraversata dalla Strada statale 231 di Santa Vittoria che collega Asti con Cuneo.

Il Comune è servito dai caselli Bra-Marene e Cherasco della Autostrada A33 Asti-Cuneo. Il casello Bra-Marene è direttamente connesso al centro cittadino tramite la Strada statale 702 Tangenziale Ovest di Bra.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Bra, situata nella centrale piazza Roma, fu stazione di diramazione delle linee Cavallermaggiore-Alessandria e Torino-Ceva-Savona. Dopo la perdita del collegamento con Ceva a seguito dell'alluvione del 5-6 novembre 1994 e dopo la chiusura nel 2012 dei servizi su rotaia oltre Alba, fa parte del Servizio ferroviario metropolitano di Torino, come stazione di interscambio della Linea SFM4 Alba-Torino Stura (dal 9/12/2012) e come capolinea dalla Linea SFMB Cavallermaggiore-Bra (dal 9/6/2013). Sorge nell'ambito del territorio comunale anche la stazione di Bandito della linea SFM4.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

I trasporti urbani e interurbani di Bra vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dal gruppo Biffo-Sac-Nuova Saar[34].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
25 giugno 1990 29 marzo 1993 Roberto Dellarossa Democrazia Cristiana Sindaco [35]
29 marzo 1993 28 giugno 2004 Francesco Guida Democrazia Cristiana (fino al 1994)
lista civica (dal 1995)
Sindaco [35]
29 giugno 2004 22 giugno 2009 Camillo Scimone lista civica di centro-destra Sindaco [35]
23 giugno 2009 9 giugno 2019 Bruna Sibille Partito Democratico Sindaco [35]
10 giugno 2019 in carica Giovanni Fogliato Partito Democratico Sindaco [35]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

La città è gemellata con:

La città ha stretto patti d'amicizia con:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La società Associazione Calcio Bra, fondata nel 1913, milita in Serie D.

La città di Bra ospita una sezione dell'Associazione Italiana Arbitri, appartenente al Comitato Regionale Piemonte-Val D'Aosta[38].

A Bra sin dagli anni sessanta viene praticato l'hockey su prato. La squadra più titolata è quella femminile, l'H.F. Lorenzoni, vincitrice di numerosi scudetti nella massima serie del campionato italiano e nel campionato indoor, oltre a Coppe Italia e Supercoppe Italiane. La squadra maschile di hockey su prato vinse il primo scudetto nel campionato 1974/1975 con il nome di Hockey Club Bra e negli anni ha conquistato varie altre volte questo riconoscimento, oltre a coppe e supercoppe nazionali.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 giugno 1994 la 19ª tappa del Giro d'Italia 1994 si è conclusa a Bra da Lavagna con la vittoria di Massimo Ghirotto.

Il 29 maggio 1999 la 14ª tappa del Giro d'Italia 1999 è partita da Bra per Borgo San Dalmazzo con la vittoria di Paolo Savoldelli.

Il 18 maggio 2023 la 12ª tappa del Giro d'Italia 2023 è partita da Bra per Rivoli con la vittoria di Nico Denz.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

La città dispone di vari impianti sportivi capaci di ospitare svariate discipline. Nel 1972 la Cassa di Risparmio di Bra finanziò la costruzione del palazzetto dello sport, dedicato a basket, hockey indoor, atletica, tennis. Di proprietà comunale, è gestito dalla Polisportiva Palasport ed è sede del Tennis Club Match Ball con annessi campi in terra, manto sintetico, tappeto ed uno in erba.

In viale Madonna dei Fiori vi sono i due campi in erba sintetica per l'hockey su prato, campi da calcio (ivi compreso lo stadio Attilio Bravi, tutti a gestione comunale) e la piscina gestita dalla Società Braidese per il Nuoto, a gestione mista privato (70%) e comune. Tutta l'area, un tempo adibita a piazza d'armi, è delimitata da una pista ciclabile.

Altre strutture sorgono nelle località Bescurone, via Rosselli, Bandito, Pollenzo; in corso Monviso sorge il centro Brasport, adibito soprattutto al calcio a 5.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Ebrei stranieri internati in Piemonte.
  5. ^ a b c Bra, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  6. ^ Stemma e motto sono ripresi dall'arma della famiglia Bra del Piemonte: di rosso, a due croci d'argento, 1 ed 1, ornate dalla corona comitale. Cfr. G.B. di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. III, Bologna, Arnaldo Forni, 1886, p. 186.
  7. ^ Bolandrini, 2011, p. 678.
  8. ^ Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Edizioni Ares, 2020, p. 610 (formato Kindle).
  9. ^ Chiesa della Beata Vergine Assunta di Bra -, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  10. ^ Chiesa Veneria a Bra, ultimo appello: restauri o addio affreschi, su ilcorriere.net.
  11. ^ Emanuele Forzinetti e Francesco Panero, Bra da Sant'Andrea Vecchio alle chiese conventuali e parrocchiali - Itinerario fra luoghi di culto ed espansione urbana (PDF), Cherasco, Centro Internazionale di Studi sugli Insediamenti Medievali, 2021.
  12. ^ A. Piazza, Le carte medievali di San Colombano di Bobbio presso l'Archivio di Stato di Torino, in Studi di storia medioevale e di diplomatica, n. 12-13, Como, Edizioni New Press, 1992-1993.
  13. ^ Valeria Polonio Felloni Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia - Tabella dei possedimenti in Italia.
  14. ^ Eleonora Destefanis, Il monastero di Bobbio in età altomedievale.
  15. ^ C. Cipolla e G. Buzzi, Codice Diplomatico del Monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII, in Fonti per la Storia d'Italia, vol. volumi I-II-III, Roma, Tipografia del Senato, 1918.
  16. ^ a b Banca del Vino, su Banca del Vino. URL consultato il 17 maggio 2018.
  17. ^ La Zizzola, su comune.bra.cn.it. URL consultato il 17 maggio 2018.
  18. ^ Palazzo Traversa, su palazzotraversa.it. URL consultato il 17 giugno 2023 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2021).
  19. ^ Teatro Politeama Boglione, su teatropoliteamabra.it. URL consultato il 2 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2019).
  20. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  21. ^ Bilancio demografico popolazione straniera e popolazione residente straniera per sesso e cittadinanza al 31 dicembre 2022, su demo.istat.it.
  22. ^ Alpini del 2∞/66
  23. ^ Slow Food - Buono, Pulito e Giusto, su Slow Food. URL consultato il 25 ottobre 2023.
  24. ^ Museo Civico Craveri di Storia Naturale, su museocraveri.it. URL consultato il 6 aprile 2017.
  25. ^ Museo Traversa, su museidibra.it. URL consultato il 25 ottobre 2023.
  26. ^ Museo del Giocattolo, su museidibra.it. URL consultato il 25 ottobre 2023.
  27. ^ Museo della Bicicletta (PDF), su braservizi.com.
  28. ^ Museo della Scrittura Meccanica | Bra (Cuneo), su braservizi.com. URL consultato il 25 ottobre 2023.
  29. ^ Piero Sardo, Guida delle Langhe e del Roero, Slow Food editore, 2000.
  30. ^ 500 eccellenze piemontesi, Slow Food, 2008, p. 42.
  31. ^ Cheese 2011 |Le forme del latte |Slow Food e Città di Bra
  32. ^ Corto in Bra |International Film Festival - XII Edizione: 28 giugno - 1º luglio 2012
  33. ^ Bra DOP, su prodottitipici.provincia.cuneo.it. URL consultato il 3 luglio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).
  34. ^ Gruppo Biffo-Sac-Nuova Saar
  35. ^ a b c d e http://amministratori.interno.it/
  36. ^ Bra e Betlemme sono città gemellate, su Comune di Bra, 15 giugno 2023.
  37. ^ Incontro tra il Comune di Bra e il Comune di Lezha, su www.comune.bra.cn.it. URL consultato il 6 febbraio 2024.
  38. ^ FIGC - AIA - Sezione di Bra, su aiabra.it. URL consultato il 23 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento: da Antonio Canova ad Arturo Martini, AdArte, Torino 2003.
  • Beatrice Bolandrini, Artisti della "val di Lugano" a Torino. Un primo repertorio dei ticinesi nell'Ottocento, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, collana «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Lugano, Edizioni Ticino Management.
  • Autori vari, Guida delle Langhe e del Roero, Slow Food editore, 2000.
  • Ettore Molinaro (a cura di), Tesori di arte in Bra, testi di Lidia Botto, Silvia Brizio, Giovanna Cravero, Emanuele Forzinetti, Edoardo Mosca, L'Artistica Editrice, 2009.
  • Giuseppe Carità (a cura di), Pollenzo, L'Artistica Editrice, 2004.
  • Autori vari, Bra. L'Arte, la Storia, la Città, Gribaudo editore, 1995.
  • Cetta Bernardo, Palcoscenico di Ricordi, L'Artistica Editrice, 2004.
  • Aldo A.Mola e Livio Berardo, Storia di Bra, Dalla Rivoluzione Francese al Terzo Millennio, L'Artistica Editrice, 2002.
  • Francesco Panero, Storia di Bra, Dalle Origini alla Rivoluzione Francese, L'Artistica Editrice, 2007.

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