Butautas

Butautas
Chiesa di San Tommaso a Praga, luogo di sepoltura di Butautas
principe di Drohiczyn
Stemma
Stemma
In carica? –
1365
NascitaTrakai, 1346 circa
MortePraga, 7 maggio 1380
SepolturaChiesa di San Tommaso, Praga
DinastiaGediminidi
PadreKęstutis
MadreBirutė
FigliJonas Vaidutis
Religionepaganesimo, poi cattolicesimo

Butautas, battezzato come Enrico (Trakai, 1346 circa – Praga, 7 maggio 1380), era uno dei figli di Kęstutis, granduca di Lituania nel 1381-1382 e principe di Drohiczyn fino al 1365.

Egli tentò di deporre suo zio Algirdas e di usurpare il potere in Lituania, ma fallì e dovette fuggire dalla sua patria. Si unì alla corte del Sacro Romano Impero e ispirò persino una poesia sulla conversione al cristianesimo. Butautas viene talvolta confuso con suo fratello Vaidotas[1][2]

Colpo di stato e fuga nello Stato monastico[modifica | modifica wikitesto]

La prima testimonianza scritta su Butautas si rintraccia in Jan Długosz. Lo storico descrive le incursioni lituane in Masuria nel 1336 e menziona Butautas come figlio di Gediminas. Poiché si tratta invece del nipote, una simile informazione non è considerata verosimile.[3]

I primi dati attendibili risalgono all'estate del 1365. Mentre Algirdas e Kęstutis erano in Volinia per aiutare il loro fratello Liubartas nelle guerre di Galizia-Volinia, Butautas assieme ad altri nobili, tentò di eseguire un colpo di stato.[4] Tuttavia, i piani furono scoperti da Dirsūnas, il governatore di Vilnius. Butautas fu arrestato, ma il suo complice o fratello Survila lo salvò e uccise Dirsūnas.[5] Andato in frantumi il suo sogno di prendere il potere, Survila e quindici seguaci accompagnarono Butautas nello Stato monastico. Lo storico Stephen Christopher Rowell mette in dubbio che la congiura sia realmente avvenuta, poiché è menzionato solo in una fonte tedesca tarda.[6]

A Königsberg, Butautas fu battezzato col nome Cristiano di Henryk, in onore del comandante di Insterburg il 25 luglio 1365.[5] Si convocarono due vescovi per la cerimonia, Giovanni di Varmia e Bartolomeo di Sambia: inoltre, parteciparono anche crociati inglesi, tra cui il conte di Warwick e Thomas Ufford.[6] In agosto, il nobile lituano supervisione un'incursione teutonica diretta a spingersi nelle zone interne della Lituania, con il proposito di giungere fino a Vilnius e Vilkmergė.[4] Nel corso delle scorrerie, durate 12 giorni, Kernavė e Maišiagala ne uscirono gravemente devastate.

Vita alla corte dell'imperatore[modifica | modifica wikitesto]

Tra l'agosto 1366 e l'aprile 1368, Butautas partì per Praga allo scopo di unirsi alla corte di Carlo IV di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero. Survila stavolta non lo accompagnò e rimase invece con i teutonici. Carlo conferì a Butautas delle terre e il titolo nobiliare di duca (Herzog).[3] Butautas, come testimoniato delle fonti, partecipò alle fasi di sottoscrizione di diversi trattati e fu compagno dell'imperatore in diversi viaggi, tra cui uno nello Stato pontificio di papa Urbano V.[5] Assistette ai diplomi imperiali emessi a Modena, Lucca, Roma, Udine, Praga, Tangermünde e Jerichow. Quest'ultimo statuto riportava Butautas come "Re di Lituania" insieme alla famiglia imperiale e prima dei legati pontifici e di altri duchi boemi.[6] Non è noto quando, ma accadde che la corte fu visitata dal poeta tedesco Schondoch: in seguito, egli compose una poesia su come un "re lituano" ignoto si fosse convertito al cristianesimo.[3]

Carlo IV morì nel 1378; solo due anni più tardi, si spense anche Butautas a Praga e fu sepolto nella chiesa di San Tommaso. Nel 1413, suo fratello Vitoldo il Grande ordinò la celebrazione di un requiem e donò alla chiesa un grande tappeto. Per via di quest'ultimo evento, il 1413 viene indicato talvolta come data di morte di Butautas.[5]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

È noto che Butautas, benché non ne sia nota la maglia, ebbe un figlio in Lituania di nome Vaidutis. Anch'egli emigrò in Occidente nel 1381, all'età di sedici anni.[7] Dopo la morte del padre studiò a Parigi fino al 1387: nel 1401, dopo il suo ritorno in Polonia, suo cugino Jogaila, re di Polonia, lo nominò rettore dell'Università Jagellonica. Vaidutis morì nel 1422.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stephen C. Rowell, Lithuania Ascending, Cambridge University Press, 2014, p. XXXIII, ISBN 978-11-07-65876-9.
  2. ^ (EN) Robert I. Frost, The Oxford History of Poland-Lithuania: The making of the Polish-Lithuanian union, 1385-1569, Oxford University Press, 2015, p. 32, ISBN 978-01-98-20869-3.
  3. ^ a b c (LT) Simas Sužiedėlis, "Butautas" in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts: Juozas Kapočius, 1970-1978, pp. 443-444. LCC 74-114275.
  4. ^ a b (LT) Vytautas Spečiūnas, "Butautas" in Lietuvos valdovai (XIII-XVIII a.): enciklopedinis žinynas, Vilnius: Mokslo ir enciklopedijų leidybos institutas, 2004, ISBN 5-420-01535-8, p. 77.
  5. ^ a b c d (LT) Adolfas Šapoka, "Butautas" in Lietuviškoji enciklopedija, 4, Kaunas: Spaudos Fondas, 1936, pp. 1198–1200.
  6. ^ a b c (EN) S.C. Rowell, "Unexpected Contacts: Lithuanians at Western Courts, c. 1316–c. 1400", English Historical Review, giugno 1996, 111 (442): 567–570. doi:10.1093/ehr/cxi.442.557. ISSN 0013-8266.
  7. ^ a b (LT) Simas Sužiedėlis, "Butautas" in Encyclopedia Lituanica, VI, Boston, Massachusetts: Juozas Kapočius, 1970-1978, p. 21. LCC 74-114275.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]