Camillo Corradini

Camillo Corradini

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIII, XXV, XXVI[1]
Gruppo
parlamentare
Unione Liberale (Sinistra storica)[2]
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Liberale Democratico Italiano[2]
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza[3]
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"[3]
ProfessioneFunzionario

Camillo Corradini (Avezzano, 23 aprile 1867Roma, 30 dicembre 1928) è stato un politico italiano[4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Fin dalla nascita visse in mezzo al popolo, condividendo con esso dolori, ansie, privazioni e raffinando il suo animo nobile alla comprensione delle umane sventure, al lavoro, alla libertà…»

Busto bronzeo in memoria di Camillo Corradini ad Avezzano (opera di Luigi Di Fabrizio)

Nacque il 23 aprile 1867 ad Avezzano, in Abruzzo[1] da una famiglia umile, il padre Gaetano fu un calzolaio e la madre Anna Donsante una casalinga[3]. Si diplomò al liceo ginnasio Tulliano di Arpino, nel Lazio, completando gli studi con la laurea in giurisprudenza conseguita a Roma[3].

Camillo Corradini sposò nel settembre 1894 Cesarina Oliva, originaria di Firenze, figlia di Antonio, avvocato ed ex garibaldino, deputato e direttore del periodico La Riforma, che lo aiutò nell'avviamento alla carriera politica[5].

Fu dapprima un funzionario amministrativo presso il Ministero della guerra e il Ministero della pubblica istruzione, ove divenne ispettore generale nel 1905, e direttore generale della Scuola Primaria dal 1908 al 1915. Eletto a larga maggioranza alla Camera dei deputati nel 1908, non ricoprì mai la carica per l'incompatibilità con la funzione di direttore generale nel Ministero della pubblica istruzione. Fu uno dei principali artefici della Legge Orlando del 1904 per la lotta all'analfabetismo[6]. Nel 1915 fu nominato consigliere di Stato. Diventato nel 1916 Capo di Gabinetto nel Ministero degli affari interni, allora retto da Vittorio Emanuele Orlando, fu allontanato dall'incarico nel settembre 1917 per la sua opera di mediazione e pacificazione tra le fazioni degli interventisti e dei neutrali, che allora si fronteggiavano sin dallo scoppio della prima guerra mondiale, poiché la sua attività fu oggetto di controversi apprezzamenti da parte dell'opinione pubblica.

Impegnatosi nella ricostruzione della sua città d'origine Avezzano e dei comuni sconvolti dal terremoto della Marsica del 1915, e diventato nel 1920 sottosegretario agli Affari Interni con Giovanni Giolitti ministro, fu oggetto di persecuzioni fasciste, per via delle sue simpatie socialiste, nel 1928 fu allontanato da tutte le sue cariche, compresa quella di consigliere di Stato[7]. A tal proposito, ebbe a scrivere al suo mentore, Giovanni Giolitti:

«Carissimo Presidente, finalmente la commedia del Consiglio di Stato è finita. Il 23, il giorno del mio compleanno, ricevetti dalla Ragioneria del Ministero dell'interno un avviso litografato col quale mi si comunicava che quell'ufficio aveva provveduto ad emettere un ruolo di spesa fissa in mio favore, con l'assegno provvisorio di pensione. Ho visto poi Lusignoli, il quale per l'interessamento di Tittoni fu salvato, altrettanto pare sia avvenuto di Giuffrida per l'intervento del Pirelli. Non so di Meuccio Ruini, forse questo sarà il solo compagno (seppure è vero) che mi fu dato. Io preferisco questa soluzione a qualunque altra che sapesse di equivoco. So che la cosa ti fa dispiacere, per le conseguenze che può avere per la mia vita materiale, ma non ti dar pensiero, siamo ancora nell'anno francescano e noi siamo di quella scuola, e per quanto gli italiani siano restii a dar lavoro, quando non si è in piena armonia col governo, pure ho fiducia di andare avanti. Non ne parliamo più, se no, questa diventa quasi una lettera sovversiva e perciò incriminabile. Goditi la primavera e arrivederci a Roma. Con i saluti più affettuosi aff.mo Corradini[8]»

Morì nella capitale il 30 dicembre 1928[1], in miseria, pur avendo avuto una vita pubblica ricca di onori[9].

«Ai suoi funerali» – come ebbe a rilevare la polizia – «parteciparono circa settanta persone, fra le quali vennero notati Meuccio Ruini, Ivanoe Bonomi, Aristide Carapelle, Alfredo Lusignoli e il deputato Amedeo Sandrini»[10].

Il comune di Avezzano ha dedicato a Camillo Corradini una strada centrale, un edificio scolastico e il busto bronzeo, realizzato da Luigi Di Fabrizio, che è stato collocato su un piedistallo nel centro della città[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Camera.it.
  2. ^ a b Malatesta, 1946, p. 285; Pagani, 1968, pp. 719-732.
  3. ^ a b c d e Maccallini e Losardo, 1996, p. 128.
  4. ^ Camera.it; DBI.
  5. ^ Muzi, 2006, pp. 171-174.
  6. ^ Avezzanesi illustri: Corradini. Dagli studi di giurisprudenza all'incarico con Giolitti, su marsicalive.it, Marsica Live. URL consultato il 27 maggio 2015.
  7. ^ I nostri grandi contemporanei: Camillo Corradini, l'uomo che cambiò la scuola, in Terre Marsicane, 30 settembre 2016. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  8. ^ Melis, 2006, [pagine mancanti].
  9. ^ Pagani, 1978, [pagine mancanti].
  10. ^ Jetti, 2004, [pagine mancanti].
  11. ^ Il busto di Camillo Corradini torna in centro, la nuova collocazione è davanti alla scuola che porta il suo nome, su marsicalive.it, Marsica Live, 9 ottobre 2018. URL consultato il 20 ottobre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Jetti, Camillo Corradini, nella storia politica dei suoi tempi, Atripalda, Arti Grafiche Pellecchia, 2004, SBN IT\ICCU\RML\0145072.
  • Enzo Maccallini e Lucio Losardo, Prigionieri di guerra ad Avezzano: il campo di concentramento, memorie da salvare, Avezzano, Archeoclub d'Italia, Sezione della Marsica, 1996, SBN IT\ICCU\AQ1\0038012.
  • Alberto Malatesta, Ministri, deputati e senatori d'Italia dal 1848 al 1922, vol. 1, Roma, Tosi, 1946, ISBN non esistente.
  • Guido Melis (a cura di), Il Consiglio di Stato nella storia d'Italia: le biografie dei magistrati, 1861-1948, Milano, Giuffrè, 2006, SBN IT\ICCU\RMG\0148271.
  • Paolo Muzi, Corradini Camillo, in Enrico Di Carlo (a cura di), Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, vol. 3, Castelli, Andromeda Editrice, 2006, ISBN 88-88643-40-0.
  • Giovanni Pagani, Avezzano e la sua storia, Veroli, Tipografia dell'Abbazia di Casamari, 1968, ISBN non esistente.
  • Giovanni Pagani, Camillo Corradini, il grande avezzanese, Sulmona, Tipografia La Moderna, 1978, SBN IT\ICCU\AQ1\0059637.

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Controllo di autoritàVIAF (EN304935757 · ISNI (EN0000 0004 1655 0381 · GND (DE1037283678 · BNE (ESXX5339441 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-304935757
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