Campo di maggio

Campo di maggio
Titolo originaleCampo di maggio
Paese di produzioneItalia
Anno1935
Durata100 min
Dati tecniciB/N
Generestorico, biografico
RegiaGiovacchino Forzano
SoggettoGiovacchino Forzano
SceneggiaturaGiovacchino Forzano
ProduttoreConsorzio Vis - ENIC Tirrenia
Distribuzione in italianoENIC
FotografiaMario Albertelli, Augusto Tiezzi
MusicheGiuseppe Becce
ScenografiaAntonio Valente, Ezio Polloni
Interpreti e personaggi

Campo di maggio è un film del 1935 scritto e diretto da Giovacchino Forzano.

Genesi[modifica | modifica wikitesto]

Il dramma, che risultava inizialmente scritto dal solo Giovacchino Forzano, fu rappresentato per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 20 dicembre 1930 dalla compagnia teatrale Za-Bum di Mario Mattoli[1][2][3].

Benito Mussolini concesse all'amico Forzano di inserire anche il suo nome sui manifesti destinati alle rappresentazioni all'estero. Da questo traspare la collaborazione tra il regista e Mussolini. Forse scritto a quattro mani o forse solo ideato o suggerito dal Duce (che avrebbe poi apportato personalmente alcune modifiche nelle successive rappresentazioni) l'opera non presenta particolari meriti artistici o storici se non quello di creare una sorta di parallelismo tra Mussolini e Napoleone Bonaparte, un personaggio storico da sempre amato dal capo del fascismo italiano. La storia è ispirata alla propaganda antiparlamentarista: il parlamentarismo francese avrebbe impedito a Napoleone di agire liberamente e avrebbe portato alla fine dell'Impero. Vi è qui, secondo le intenzioni del regime, la dimostrazione della inutilità della Camera e della necessità di un capo forte per la buona conduzione di uno Stato.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Come la rappresentazione teatrale, il film ripercorre gli ultimi cento giorni dell'epopea napoleonica con il ritratto di un duce dalla risurrezione alla sconfitta definitiva.

Napoleone lascia l'esilio dell'Isola d'Elba per approdare in Francia. A Grenoble le truppe dell'esercito francese, invate per fermarlo, cambiano fronte e lo scortano sino a Parigi, dove convoca i Rappresentanti del popolo al Campo di Marte, ribattezzato "Campo di Maggio". Dopo la Battaglia di Waterloo i deputati gli negano i poteri dittatoriali chiedendogli di abdicare. La pellicola si conclude con il commiato dalla madre e dai familiari.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu girato negli stabilimenti cinematografici di Tirrenia[4], prima città del cinema italiana, e in esterni all'Isola d'Elba[5], a San Piero a Grado (per la battaglia di Waterloo)[6], a Colle di Val d'Elsa (per l'ingresso di Napoleone a Grenoble).

Fu contemporaneamente girata una versione in lingua tedesca, Hundert Tage, con la regia di Franz Wenzler.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Campo di maggio uscì nelle sale cinematografiche italiane lunedì 4 marzo 1935 e uscì in Francia, sempre nel 1935, con il titolo Les Cent Jours (I Cento giorni).

Il film era scomparso dopo la caduta del fascismo ed è stata ritrovata una copia di lavorazione, che presenta varie lacune, presso il CNC - Archives Françaises du Film[7], e riproposto nella rassegna Il cinema ritrovato a Bologna nel 1992[8].

La critica[modifica | modifica wikitesto]

Per La Stampa: «...si potrebbe obiettare che qualche scena andava senz'altro tolta dal soggetto e alcune altre abbreviate per amor di sintesi e per non toglliere l'impressione più vivida degli episodi assolutamente essenziali.»[9]

Per il Corriere della Sera: «(...) Forzano ha sentito ancora una volta vivificare tutti i motivi patetici ed epici di quella vicenda grandiosa, dandosi un'opera colorita e piena di entusiasmo, e che senza dubbio trascinerà gli spettatori. (...) [la battaglia di Waterloo] è senza dubbio la parte più nuova e, dal punto di vista cinematografico, la più importante del film.»[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Duce assiste alla «prima» di «Campo di Maggio» di Forzano, su La Stampa, 21 dicembre 1930, p. 7.
  2. ^ "Campo di Maggio" di Forzano all'Argentina di Roma, su Corriere della Sera, 21 dicembre 1930, p. 7.
  3. ^ Emanuela Scarpellini, Un palcoscenico per Mussolini, su il Giornale, 11 gennaio 2006.
  4. ^ A Tirrenia, su La Stampa, 13 novembre 1934, p. 6.
  5. ^ Sandro Foresi, L'Isola d'Elba rivive l'epopea napoleonica, su La Stampa, 22 ottobre 1934, p. 4.
  6. ^ La proiezione di «Campo di Maggio» fissata per il 15 febbraio, su Corriere della Sera, 4 febbraio 1935, p. 2.
  7. ^ (FR) Campo di maggio su Archives Françaises du Film
  8. ^ Campo di maggio (PDF), in Il cinema ritrovato, 1992, p. 52.
  9. ^ Vice, Sullo schermo: "Campo di maggio" di Giovacchino Forzano, su La Stampa, 5 marzo 1935, p. 4.
  10. ^ Filippo Sacchi, Rassegna cinematografia. Campo di Maggio, su Corriere della Sera, 6 marzo 1935, p. 6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Savio, Ma l'amore no, Milano, Sonzogno, 1975, p. 54

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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