Candy Candy

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo romanzo, vedi Candy Candy (romanzo).
Candy Candy
キャンディ・キャンディ
(Kyandi Kyandi)
Generedrammatico
Manga
TestiKyoko Mizuki
DisegniYumiko Igarashi
EditoreKōdansha
RivistaNakayoshi
Targetshōjo
1ª edizioneaprile 1975 – marzo 1979
Periodicitàmensile
Tankōbon9 (completa)
Editore it.Fratelli Fabbri Editori
1ª edizione it.1980
Serie TV anime
RegiaTetsuo Imazawa (supervisore), Hiroshi Shidara (capo regia)
Composizione serieShun'ichi Yukimuro, Noboru Shiroyama
Char. designMitsuo Shindo
MusicheTakeo Watanabe
StudioToei Animation
ReteTV Asahi
1ª TV1º ottobre 1976 – 2 febbraio 1979
Episodi115 (completa)
Rapporto4:3
Durata ep.24 min
Rete it.Televisioni locali
1ª TV it.2 marzo 1980
Episodi it.115 (completa)
Durata ep. it.24 min
Dialoghi it.Stefania Froia
Studio dopp. it.CITIEMME
Dir. dopp. it.Isa Barzizza, Franca Milleri
OAV
RegiaTetsuo Imazawa
MusicheTakeo Watanabe
StudioToei Animation
1ª edizione25 aprile 1992
Episodiunico
Durata ep.26 min

Candy Candy (キャンディ・キャンディ?, Kyandi Kyandi) è uno shōjo manga scritto da Kyoko Mizuki e disegnato da Yumiko Igarashi. È stato pubblicato dal 1975 al 1979 sulla rivista Nakayoshi dalla casa editrice Kōdansha. Ne venne successivamente realizzata una serie televisiva anime, prodotta da Toei Animation. La serie è stata anche trasposta dalla stessa autrice in un omonimo romanzo pubblicato nel 1978 per la stessa casa editrice.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La storia inizia alla fine dell'Ottocento, con l'abbandono di due orfanelle, Candy e Annie, presso l'orfanotrofio religioso Casa di Pony, retto da Miss Pony e da Suor Maria. Quando Annie verrà adottata dalla ricca famiglia Brighton, Candy resterà all'orfanotrofio sentendosi sola e ferita, fino al giorno in cui, sulla collina dove era solita ritirarsi nei momenti di maggiore tristezza, incontra un giovane dai capelli biondi, vestito con un kilt scozzese, che la consola suonando per lei la cornamusa che porta con sé. Prova di questo incredibile incontro sarà per Candy la spilla a forma di aquila con sopra una lettera "A" che il giovane, da lei soprannominato "il principe della collina", ha perso danzando. Di lì a poco anche lei sarà quindi adottata da una potente famiglia aristocratica, i Legan. Candy si troverà così in un ambiente del tutto nuovo per lei. I modi sofisticati e le convenzioni della sua nuova famiglia (ma soprattutto dei due viziati figli dei Legan, Iriza e Neal) mal si addicono al carattere spontaneo e vivace della ragazza che viene infine costretta a fare la cameriera e a dormire nelle stalle.

Attraverso i Legan, Candy entra in contatto con la famiglia Andrew, della quale riconosce lo stemma, lo stesso della spilla caduta al "principe della collina". Il capofamiglia, il misterioso zio William, è totalmente assente e in sua vece è l'arcigna e anziana zia Elroy a prendere le decisioni importanti. Candy fa amicizia con i nipoti della donna: Archie, un vero damerino, suo fratello Stear, un inventore pasticcione, e soprattutto il loro cugino Anthony, incredibilmente somigliante a quel "principe della collina" incontrato anni prima. Tra Candy e Anthony nasce un sentimento molto forte tanto che, quando i Legan decidono di mandare Candy in Messico, il ragazzo e i suoi cugini fanno di tutto per impedirlo, fino a convincere la propria famiglia ad adottarla e farne una Andrew. È in questo periodo che Candy conosce anche Albert, un giovane vagabondo che vive in un rifugio nella foresta circondato dagli animali. Le cose sembrano andare per il meglio, ma durante una battuta di caccia alla volpe, Anthony muore cadendo da cavallo. Distrutta dal dolore, Candy torna alla Casa di Pony per ritrovare la serenità perduta. È lì che un emissario dello zio William la raggiunge per inviarla a Londra a studiare in un esclusivo collegio religioso dove sono stati già mandati Archie e Stear, ma anche Iriza e Neal. Durante la traversata in piroscafo, Candy incontra un ragazzo che in un primo momento scambia per Anthony e che la prende in giro senza dirle il suo vero nome.

Alla Royal St. Paul School la ragazza ritrova la sua vecchia amica Annie (che si innamorerà di Archie) e fa amicizia con Patty, una ragazza saggia e occhialuta, futura fidanzata di Stear. Ma teoricamente si trova in un clima ostile, trattata dalle sue compagne di scuola come un'estranea a causa dell'odio che Iriza Legan prova nei suoi confronti. Le eccezioni sono proprio Annie e Patty, essendo molto buone e grandi amiche per lei. Nel collegio Candy s'innamora di Terence Granchester, proprio quel giovane che la ragazza aveva incontrato durante il viaggio e che si rivela essere un aristocratico angloamericano, spavaldo e anticonformista ma capace di un amore profondo verso Candy. La storia d'amore tra i due giovani è travagliata e sofferta, anche perché osteggiata da vari personaggi come Iriza Legan che con i suoi sotterfugi riesce a far espellere Candy dalla scuola. Candy decide quindi di lasciare Londra, come ha già fatto Terence, partito per impedire l'espulsione di Candy e per seguire la sua vocazione di attore in America, e, tornata negli Stati Uniti, di fronte al dramma della guerra incombente, comprende qual è la sua missione nella vita: diventare un'infermiera. Così, grazie anche all'aiuto di Miss Pony, s'iscrive presso la Scuola per Infermiere retta da Miss Mary Jane.

Mentre l'Europa entra nella Grande Guerra, Candy si trasferisce a Chicago per lavorare presso il principale ospedale della città, il Santa Johanna. Qui ritrova l'amico Albert, il quale, partito volontario per il fronte europeo, è stato ferito in combattimento e ora soffre di amnesia. Per curarlo meglio Candy decide di andare a vivere con lui. Sembra che finalmente le cose stiano iniziando ad andare per il verso giusto per la ragazza, che riceve anche un invito dall'amato Terence per la prima di Romeo e Giulietta, in cui egli recita nella parte del protagonista. Emozionata Candy si reca dunque a New York, dove però l'attende una dolorosa notizia: Susanna Marlowe, una giovane collega di Terence perdutamente innamorata di lui, ha perso una gamba per salvarlo dalla caduta di un riflettore durante le prove per lo spettacolo, spezzando così la sua carriera.

Il già forte senso di colpa di Terence è alimentato anche dal profondo rancore della madre della ragazza, la quale pretende che egli le resti accanto per tutta la vita. Consapevole della storia fra Candy e Terence, Susanna decide di togliersi la vita, per non essere la causa dell'infelicità di colui che ama ma Candy, che ha capito le sue intenzioni, riesce a convincerla ad abbandonare il suo proposito. Col cuore spezzato la "signorina tutte lentiggini" (soprannome affibbiatole da Terence ai tempi del collegio) decide dunque di lasciare Terence e di ritornare a Chicago. Nel frattempo Stear parte come pilota volontario per andare a combattere nei cieli d'Europa, dove di lì a poco morirà tragicamente.

Neal si innamora di Candy e la perfida Iriza furiosa per l'accaduto, la fa cacciare da tutti gli ospedali della città con l'aiuto dell'influenza economica della madre. La ragazza decide allora di aiutare un vecchio dottore nella gestione di una piccola clinica di periferia. Una sera, però, la sua vita viene nuovamente sconvolta: Albert, che nel frattempo ha segretamente ritrovato la memoria, parte improvvisamente senza lasciare traccia. Candy apprende intanto che la famiglia Legan sta organizzando il suo matrimonio con Neal per volere dello zio William. Furiosa, riesce a rintracciare lo zio William e, quando finalmente lo incontra, scopre con sommo stupore che questi in realtà è Albert, William Albert Andrew, il buon amico che l'ha sempre aiutata. I due chiariscono ogni cosa e il progetto forzato di matrimonio viene annullato.

Il finale vede una gioiosa festa alla Casa di Pony, dove tutto è cominciato ormai venti anni prima.[1] Allontanatasi poi dalla festa, Candy, passeggiando sull'amata collina di Pony, sente nuovamente il suono di una cornamusa: voltandosi con sorpresa incontra nuovamente quel "principe" che non ha mai dimenticato e che altri non è che lo zio William Albert.

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Candy Candy.
Candy nella sigla d'apertura giapponese
Personaggio Doppiatore originale Doppiatore italiano
Candy White Andrew Minori Matsushima Laura Boccanera
Annie Brighton Mami Koyama Susanna Fassetta
Anthony Brown Andrew Kazuhiko Inoue Marco Guadagno
Archie Cornwell Andrew Yūji Mitsuya Sergio Luzi
Terence Granchester Kei Tomiyama Massimo Rossi
Patty O'Brien Chiyoko Kawashima Cinzia De Carolis
William Albert Andrew Makio Inoue Guido Sagliocca
Voce narrante Taeko Nakanishi Carlo Marini
Zia Elroy Andrew Anna Teresa Eugeni
Signora Legan Nana Yamaguchi Fabrizia Castagnoli (1ª voce, ep 5-20, 76, 98)
Daniela Gatti (2ª voce, ep 110-114)
Iriza Legan Yumi Nakatani Laura Lenghi
Neal Legan Kiyoshi Komiyama Riccardo Rossi
Tom Keaton Yamada
Keiko Yamamoto (giovane)
Davide Lepore (1ª voce, ep 1, 5, 21, 28)
Riccardo Rossi (2ª voce, ep 70-71, 102-103, 115)
Stear Cornwell Andrew Kaneta Kimotsuki Fabio Boccanera (1ª voce, ep 8-51)
Oliviero Dinelli (2ª voce, ep 67-101, 113)
Signor Garcia Eken Mine Renzo Stacchi
Miss Pony Taeko Nakanishi Laura Carli[2]
Cooky Riccardo Rossi (1ª voce, ep 54-57)
Fabrizio Mazzotta (2ª voce, ep 71)
Jane Miyoko Asou Carla Todero (1ª voce)
Liliana Jovino (2ª voce)
Charlie Luca Dal Fabbro
Susanna Marlowe Kōko Kagawa Gabriella Andreini (1ª voce, ep 78-80)
Silvia Pepitoni (2ª voce, ep 87-100, 112)
Sig. Steve Silvio Anselmo
Stuart Andrea Lala
Suor Maria Nana Yamaguchi Alba Cardilli
Suor Grey Cristina Grado
Suor Margareth Emanuela Fallini
Flanny Hamilton Cinzia De Carolis
Arthur Kerry Giorgio Locuratolo
Daisy Max Alto
Carson Diego Reggente
Diana Francesca Guadagno
Jimmy Sachiko Chijimatsu Massimiliano Manfredi (1ª voce, ep 26-29)
Fabio Boccanera (2ª voce, ep 58-62, 109)
Fabrizio Manfredi (3ª voce, ep 69-70)
Dorothy Francesca Guadagno
Eleonore Silvia Pepitoni (1ª voce, ep 64-72)
Cristina Boraschi (2ª voce, ep 73-75, 88)
Judy Gabriella Baistrocchi (1ª voce, ep 64-72)
Daniela Caroli (2ª voce, ep 73-75, 78, 81-88)
Cap. Niven Elio Zamuto
Bell Ilaria Stagni
Mary Franca Lumachi
Ben Sergio Matteucci
Mary Jane Elsa Camarda
Infermiera capo al St. Joseph Liù Bosisio (1ª voce)
Isa Barzizza (2ª voce)
Dott. Frank Mauro Bosco
Dott. Leonard Giuseppe Fortis
Dott. Martin Bruno Cattaneo
Dott.ssa Elise Kerry Silvia Monelli
Katherine Carla Comaschi
Karen Liliana Sorrentino
Margot Isa Barzizza
Jill Marco Baroni
Eleonore Becker Alba Cardilli
Duca di Granchester Diego Reggente
Harry Grant Luca Dal Fabbro
Thomas Willy Moser
Tony Rosalinda Galli
Sivart Erasmo Lo Presto (1ª voce)
Bruno Cattaneo (2ª voce)
Mario Mauro Bosco
Martha Mara Landi
Walter Renzo Stacchi
Nathalie Silvia Pepitoni (1ª voce, ep 64-69)
Rosalinda Galli (2ª voce, ep 73-75, 78-88)
Mark Massimiliano Manfredi
Peter
Prof. Bopson Giuseppe Fortis
Tag Vittorio Guerrieri
William Giuseppe Fortis
Roger Massimo Dapporto
Sam Elio Zamuto
Sandra Niven Cinzia De Carolis
Padre di Anthony Mauro Bosco
Sig. Flanagan Mario Milita
Sig. Cartright Erasmo Lo Presto (1ª voce, ep 27-29, 60)
Giuseppe Fortis (2ª voce, ep 109)
Sig. Nelson Dario De Grassi
Sig. Juskin Erasmo Lo Presto
Sig.ra Marlowe Isa Barzizza
Sig. Stanford Erasmo Lo Presto
Cap. Wolts Antonio Pierfederici
Sig. March Gino Donato
Sig. Whitman
Sig. George Guido Sagliocca

Media[modifica | modifica wikitesto]

Manga[modifica | modifica wikitesto]

Il manga fu scritto da Kyoko Mizuki e disegnato da Yumiko Igarashi. Venne pubblicato dalla casa editrice Kōdansha, che lo serializzò sulla rivista mensile Nakayoshi dall'aprile 1975 al marzo 1979. In seguito i capitoli vennero raccolti in nove volumi.

Del manga esiste un'edizione italiana riadattata, censurata e ricolorata pubblicata dalla Fratelli Fabbri Editori in 77 uscite settimanali. L'intraprendenza dell'editore portò però la serie ben oltre le 77 uscite dell'originale giapponese, arrivando fino a 326 numeri, con un prosieguo della storia completamente inventato e disegnato in Italia[3].

Nonostante il successo internazionale di Candy Candy, tradotto in diverse lingue e molto popolare in America Latina, Europa e Sudest asiatico, per una controversia legale che vide protagoniste le due coautrici del manga, a partire dai primi anni Novanta la serie animata non è disponibile sul mercato. La rivendicazione da parte di Yumiko Igarashi dell'intero copyright dell'opera e la reazione di Kyoko Mizuki e della Toei Animation diedero luogo ad una lite giudiziaria durata fino al 2001, che ebbe come esito il riconoscimento dei diritti congiunti alle due contendenti[4], che, però, continuano ad ostacolarsi a vicenda impedendo sia la realizzazione di merchandising che la messa in onda della serie, che dal 1997 resta bloccata[5].

Serie televisiva anime[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Candy Candy.

Il successo del manga spinse la Toei Animation a trasporlo in un anime televisivo di 115 episodi, trasmessi dal 1º ottobre 1976 al 2 febbraio 1979 su TV Asahi, con la regia di Shun'ichi Yukimuro, il character design di Mitsuo Shindo e le musiche di Takeo Watanabe.

La serie televisiva anime fu la prima opera incentrata su Candy Candy ad arrivare in Italia. Distribuita dall'Olympus Merchandising, venne doppiata dalla CITIEMME su dialoghi adattati da Stefania Proia e trasmessa per la prima volta nel 1980 da diverse reti locali e circuiti televisivi[6][7], per passare nel 1981 su Canale 5. Inizialmente andato in onda con il titolo originale, nel 1989 Mediaset decise di cambiarlo in Dolce Candy. In entrambe le edizioni alcuni dei nomi dei personaggi sono leggermente diversi da quelli della versione originale. La seconda edizione italiana si caratterizzò per un montaggio e un doppiaggio che stravolsero il finale originale giapponese, lasciando intendere che Albert/zio William sarebbe rimasto per sempre un caro amico e che Terence avrebbe lasciato Susanna per tornare da Candy. Tuttavia questo cambiamento, molto apprezzato dai fan italiani,[8] non ha alcuna corrispondenza con il finale originale, in cui Terence rimane assieme a Susanna e non c'è alcuna indicazione sul fidanzamento tra Albert, che è invece il suo benefattore, e Candy.

L'edizione giapponese utilizza Candy Candy (キャンディ キャンディ?, Kyandi Kyandi), cantata da Mitsuko Horie con la partecipazione dei The Chirps, come sigla di apertura, e Ashita ga suki (あしたがすき?), cantata da Mitsuko Horie con la partecipazione dei The Chirps, come sigla di chiusura. La prima sigla italiana impiegata è stata Candy Candy, con musica di Mike Fraser e Bruno Tibaldi, arrangiamento di Douglas Meakin e testo di Lucio Macchiarella, cantata dai Rocking Horse. Dal 1989 è stata sostituita con Dolce Candy, con musica e arrangiamento di Carmelo Carucci, testo di Alessandra Valeri Manera, cantata da Cristina D'Avena.

OAV[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 è stato prodotto un OAV di 26 minuti con disegni maggiormente fedeli al manga originale, che riassume solo la prima parte della storia, fino all'episodio del primo ballo a casa degli Andrew.

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Candy Candy, scritto da Keiko Nagita alias Kyoko Mizuki, stessa autrice del manga, è narrato in prima persona dalla protagonista ormai adulta e copre un arco narrativo maggiore rispetto a quello della serie animata e del manga, racconta di episodi inediti nelle sue trasposizioni, fornisce un maggiore approfondimento psicologico di alcuni personaggi, riporta la corrispondenza con molti personaggi incontrati da Candy nel corso della sua vita e ha un finale diverso; in Italia è stato pubblicato nel 2014 da Kappalab in due volumi intitolati rispettivamente Candy Candy e Candy Candy - Lettere. Successivamente i due volumi sono stati raccolti in un unico tomo intitolato Candy Candy - Il romanzo completo. Negli anni Ottanta la Fabbri Editori stampò una serie di cinque libri nella collana Il romanzo di Candy Candy, dei quali i primi due riprendevano la trama della serie televisiva mentre gli ultimi tre narravano avventure inedite, aggiunte da autori italiani[9].

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

In Giappone vennero distribuiti nei cinema tre cortometraggi tratti dagli episodi della serie animata: Candy Candy (1977)[10], Candy Candy - Haru no yobigoe (1978)[11] e Candy Candy - Candy no natsu yasumi (1978)[12].

Inoltre, in Italia vennero creati due film di montaggio cinematografici realizzati con vari spezzoni degli episodi della serie:[13]

  • Candy Candy - Il film (1980)
  • Candy e Terence (1981)

Audiolibri[modifica | modifica wikitesto]

  • Le più belle canzoni di Candy (da ascoltare, cantare, suonare), 1981, Fabbri Editori: canzoni ispirate alla storia di Candy;
  • Candy Candy col disco: collana di dieci 45 giri coi doppiatori italiani della serie che raccontano le varie fasi della storia[14].
  • Candy Candy TV BGM Collection (Nippon Columbia cx 7039): disco 33 giri uscito in Giappone nel 1981, con tutta la colonna sonora scritta da Takeo Watanabe.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Nel sondaggio Manga Sōsenkyo 2021 indetto da TV Asahi, 150 000 persone hanno votato la loro top 100 delle serie manga e Candy Candy si è classificata al 56º posto[15].

Merchandising[modifica | modifica wikitesto]

Sull'onda del notevole successo di pubblico che la serie animata riscontrò anche in Italia, furono realizzati prodotti di Candy Candy. La Panini pubblicò diversi album di figurine dedicati all'anime, mentre la Polistil produsse una linea di bambole e relativi accessori ispirate al personaggio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Romanello, p. 14, dove è chiarito che nel manga, a differenza che nella versione animata, alla fine della storia Candy ha sedici anni.
  2. ^ Candy Candy: la star della Casa di Pony, su Hit Parade Italia. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  3. ^ Eugenio Spagnuolo, 9 cose che (forse) non sai su Candy Candy, su Panorama, 4 marzo 2015. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  4. ^ (EN) Christopher Macdonald, Candy Candy Lawsuit ends, in Anime News Network, 27 ottobre 2001. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  5. ^ Candy Candy / Dolce Candy, su Il mondo dei doppiatori. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  6. ^ I programmi delle tv private - G.R.P., in Stampa Sera, n. 71, 1980, p. 23.
  7. ^ I programmi delle tv romane - Quinta Rete, in L'Unità, n. 139, 1980, p. 11.
  8. ^ Romanello, p. 20.
  9. ^ Candy Candy: I romanzi italiani - di Mariano De Angelis, su Il Bazar di Mari, 6 agosto 2012. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  10. ^ (JA) allcinema, 映画アニメ キャンディ・キャンディ (1977)について 映画データベース - allcinema. URL consultato il 1º gennaio 2023.
  11. ^ (JA) allcinema, 映画アニメ キャンディ・キャンディ 春の呼び声 (1978)について 映画データベース - allcinema. URL consultato il 1º gennaio 2023.
  12. ^ (JA) allcinema, 映画アニメ キャンディ・キャンディ キャンディ・キャンディの夏休み (1978)について 映画データベース - allcinema. URL consultato il 1º gennaio 2023.
  13. ^ Anna Zippel, Candy Candy, torna il film per un 8 marzo vintage, in la Repubblica, 2 marzo 2007. URL consultato il 25 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2020).
  14. ^ Musica Candy Candy col disco, su Discogs. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  15. ^ (JA) テレビ朝日『国民15万人がガチで投票!漫画総選挙』ランキング結果まとめ! 栄えある1位に輝く漫画は!?, in Animate, 3 gennaio 2021, p. 3. URL consultato il 24 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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