Capoterra

Capoterra
comune
(IT) Capoterra
(SC) Cabuderra
Capoterra – Stemma
Capoterra – Bandiera
Capoterra – Veduta
Capoterra – Veduta
Capoterra
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Città metropolitana Cagliari
Amministrazione
SindacoBeniamino Garau (PSd'AZ - Lega) dal 25-10-2021
Territorio
Coordinate39°10′30.67″N 8°58′15.07″E / 39.175187°N 8.970852°E39.175187; 8.970852 (Capoterra)
Altitudine54 m s.l.m.
Superficie68,49 km²
Abitanti23 146[1] (31-1-2024)
Densità337,95 ab./km²
FrazioniFrutti D'oro, La Maddalena, Macchiareddu (condivisa con i comuni di Assemini e Uta), Poggio dei Pini, Rio San Girolamo, Rio Santa Lucia, Su Spantu, Torre degli Ulivi, Residenza del Sole, Cooperative 100, Cooperativa 1000, Residenza del poggio, Lottizzazione Picciau
Comuni confinantiAssemini, Cagliari, Sarroch, Uta
Altre informazioni
Cod. postale09012
Prefisso070
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT092011
Cod. catastaleB675
TargaCA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) capoterresi
(SC) cabuderresus
Patronosant'Efisio
Giorno festivo15 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Capoterra
Capoterra
Capoterra – Mappa
Capoterra – Mappa
Posizione del comune di Capoterra nella città metropolitana di Cagliari
Sito istituzionale

Capoterra (Cabuderra[3] in sardo) è un comune italiano di 23 146 abitanti della città metropolitana di Cagliari in Sardegna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Vista satellitare del territorio di Capoterra

Dalle colline più alte della fascia montana che fa da corona alla zona pianeggiante del braccio occidentale del Golfo degli Angeli, si estende il territorio che prende il nome di Capoterra.

L'abitato di Capoterra dista circa 17 km da Cagliari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'antico paese andato distrutto[modifica | modifica wikitesto]

Capoterra ospita insediamenti umani da tempi lontanissimi. All'epoca prenuragica risale l'officina litica e le capanne circolari di cui restano ancora delle tracce, della zona di Cuccuru Ibba in prossimità dell'inceneritore di Macchiareddu-Grogastu, all'interno della laguna di Santa Gilla. Altri ruderi di epoca nuragica sono stati ritrovati nelle colline attorno a Baccutinghinu, dove si trova il Nuraghe di Monti Arrubiu. Altre strutture facenti pensare all'antica dislocazione di nuraghi si trovano nelle zone di Is Antiogus e Is Cuccureddus.

All'epoca punica (V e IV secolo a.C.) risale l'insediamento scoperto nella zona di Su Loi. Sono altresì da segnalare gli insediamenti funerari rinvenuti in località Sant'Antonio.

L'antico nome della regione, Cabuterra, deriva certamente dal latino Caput terrae, quindi risalente all'epoca romana. Nel periodo romano l'insediamento era localizzato non distante dalla zona litoranea e in prossimità dello stagno. I ritrovamenti fanno pensare che l'abitato sorgesse in località Tanca sa Canna.

La Caput terrae romana è da alcuni studiosi considerata un oppidum.

In epoca giudicale Capoterra divenne una villa della Curatoria di Nora. Nel 1107 Caput Terrae venne donata, insieme ad altri territori, dal giudice Torchitorio alla Chiesa di San Lorenzo di Genova. Nel 1120 Caput terrae ritornerà a far parte del Giudicato di Cagliari.

Dopo la capitolazione di Santa Igia, la curatoria di Nora passò sotto il controllo dei Della Gherardesca. Nel 1288 i pisani, dopo la sconfitta navale della Meloria, firmarono la pace con Genova, ma non la rispettarono, fatto che costrinse i Genovesi a reagire con azioni violente, fra le quali una di queste interessò anche la zona di Capoterra.

In seguito il territorio e il villaggio di Capoterra passarono, per motivi di matrimonio, sotto il controllo di Mariano II di Arborea.

Durante la conquista aragonese della Sardegna i pisani scelsero il litorale di Capoterra per un massiccio sbarco di truppe contro l'offensiva militare dell'infante Alfonso. Il 26 febbraio 1324 gli oltre 1200 cavalieri sbarcati nel porto di Maddalena ingaggiarono una cruenta battaglia con gli eserciti dell'infante Alfonso nella zona di Lutocisterna. Ma i pisani subirono una dura sconfitta.

In seguito ai contrasti tra il re d'Aragona e di Sardegna Pietro IV e il giudice arborense Mariano IV d'Arborea, intorno all'anno 1353 Capoterra fu incendiata e distrutta dagli uomini del capitano aragonese Berengario Carroz.

Il villaggio rimarrà disabitato per oltre tre secoli.

Torre di Su Loi

Il ripopolamento e Villa Sant'Efisio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio disabitato di Capoterra fu ripopolato dal barone Girolamo Torrelas nel 1655. Il periodo non era certo favorevolissimo a causa di un'epidemia di peste che in quegli anni imperversava in Sardegna. Il primo nucleo di case fu chiamato Villa Sant'Efisio in onore al Santo per il quale si era riacceso un particolare interesse nell'isola.

Poco si sa dei primi abitanti del nuovo centro Villa S. Efisio.

Si dice che il paese fondato da Torrelas era inizialmente abitato dai servi e dai familiari dello stesso barone. In breve crebbe e si ingrossò di profughi degli altri paesi, specie dal Logudoro e dalla Gallura. Molti storici sostengono infatti che i primi abitanti di Capoterra provenivano dalla Sardegna settentrionale su invito di don Girolamo d'Aragal e Cervellon, che concesse loro delle "buone condizioni" per sfuggire alle "vendette" che piagavano l'isola.

«Nel 1550 questa, come tutte le altre popolazioni del suddetto dipartimento, giaceva estinta, e giacque fino a che nel 1655 D. Girolamo Aragall e Cervellion ebbe conceduto certe buone condizioni ad alcuni uomini del Logudoro e della Gallura, che non s’ardivano ritornare nelle proprie case, ed esporvisi alla vendetta dei loro nemici.»

Capoterra divenne presto un rifugio per chi aveva pendenze con la giustizia minore e intendeva iniziare una nuova esistenza. Probabilmente i primi abitanti erano abili nell'uso delle armi e pronti a difendersi dagli attacchi dei corsari Mori.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Capoterra sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 maggio 1999.[4]

«Stemma d'argento, al castello di rosso, mattonato di nero, formato da due torri riunite dalla cortina di muro, merlato alla ghibellina, le torri di tre, la cortina di sei, le torri munite di due finestrelle, una e una, di nero, la cortina chiusa dello stesso, esso castello sormontato dalla corona baronale di oro, gemmata, con la cimatura di sette perle visibili, al naturale, sostenute da punte, d’oro, e fondato sulla campagna di verde.[5]»

Il gonfalone municipale è costituito da un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Efisio, interno
Santa Barbara de Montes

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Importanti nella sua storia e tradizione, sono le chiese di Sant'Efisio (patrono del paese - 15 gennaio), Santa Barbara de Montes e San Gerolamo. Le ultime due, situate nei pressi del paese, sono una delle mete della manifestazione "Monumenti Aperti".

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Torre Su Loi
  • Complesso difensivo militare della II guerra mondiale con batterie e camminamenti sotterranei in località Poggio dei Pini

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera ammontava a 688 unità pari al 2,9% circa della popolazione totale. Le nazionalità principali erano[7]:

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Capoterra è il campidanese comune.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Situato tra mare (a sud il lido di Maddalena Spiaggia), montagna e laguna (stagno di Santa Gilla), è stato storicamente un paese agricolo e pastorale mentre oggi si basa principalmente sul settore secondario e terziario. Notevole, è la sua crescita demografica nel secondo dopoguerra.

Capoterra sorge tra due poli industriali, la zona industriale di Capoterra-Assemini e del villaggio Moratti che hanno garantito lavoro ai cittadini capoterresi.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 novembre 1997 13 maggio 2001 Efisio Baire lista civica, FI, CCD, AN Sindaco [8]
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Giorgio Marongiu lista civica, DS, PPI, liste civiche di centro-sinistra, I Democratici, PRC Sindaco [9]
28 maggio 2006 15 maggio 2011 Giorgio Marongiu DL, DS, Rosa nel Pugno, Popolari UDEUR, PSd'Az, PRC Sindaco [10]
15 maggio 2011 5 giugno 2016 Francesco Dessì PD, lista civica "Per Crescere Insieme", PSI, UDC, SEL, Federazione della Sinistra, Fortza Paris, IdV, RossoMori Sindaco [11]
6 giugno 2016 25 ottobre 2021 Francesco Dessì PD, PSI, SEL, PSd'Az, RossoMori, liste civiche "Patto per Capoterra", "Capoterra unita" e "Capoterra da vivere" Sindaco [12]
25 ottobre 2021 in carica Beniamino Garau PSd'AZ, Lega, Sardegna 20Venti, liste civiche "Capoterra Nuova" e "Capoterra Civica" Sindaco [13]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Palazzetto dello sport

Rugby[modifica | modifica wikitesto]

Capoterra vanta una tradizione rugbystica di tutto rispetto. La società Amatori Rugby Capoterra milita nel campionato italiano di serie B.

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è S.S.C. Capoterra che milita nel girone A sardo di seconda Categoria.

Karate[modifica | modifica wikitesto]

Il principale team di karate e di arti marziali è l'A.S.D Jissen-do Karate Capoterra , ha occupato varie volte il podio a livello nazionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Toponimo ufficiale sardo adottato con Delibera del Consiglio Comunale numero 50 del 20/11/2009, cfr (SC) Deliberatzioni de su Contzillu Comunali n. 50 de su 20/11/2009 (PDF), su comune.capoterra.ca.it, Comune di Capoterra, 20 novembre 2009. URL consultato il 29 agosto 2022.
  4. ^ Capoterra, decreto 1999-05-13 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  5. ^ DPR di concessione dello stemma comunale (PDF), su comune.capoterra.ca.it.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ https://www.tuttitalia.it/sardegna/71-capoterra/statistiche/cittadini-stranieri-2019/
  8. ^ Comunali 16/11/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 13/05/2001, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 28/05/2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 15/05/2011, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 05/06/2016, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali Sardegna ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 27 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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