Cariton

Cariton
Origini
Altri nomicaritôn
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
Diffusionecittà metropolitana di Torino, provincia di Cuneo
Dettagli
Categoriadolce
RiconoscimentoP.A.T.
Ingredienti principali
  • farina
  • uva fragola
  • zucchero
  • uova
  • burro
  • latte
  • lievito
  • sale
Variantimele cotogne (in sostituzione dell'uva)

Il cariton (lemma piemontese, anche riportato con la grafia arcaica di caritôn[1] o, talvolta, con quella errata di caritun[2]) è un dolce tradizionale di alcuni comuni piemontesi, in Italia.[3] Trattasi di una focaccia dolce farcita di uva fragola e spolverata di granella di zucchero. Essendo a forte stagionalità, il cariton viene preparato solo durante l'autunno e durante le prime settimane dell'inverno.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I pani della carità hanno origini molto antiche, e la loro distribuzione in Piemonte è legata alle ricorrenze dei santi patroni.[4] Un tempo preparati usando gli avanzi della pasta usata per fare il pane e salati, i pani della carità divennero veri e propri dolci quando iniziarono a essere preparati con farina dolcificata, burro e frutta.[2][4] La tradizione di preparare il cariton con l'uva fragola proviene dall'usanza di far seccare grappoli nelle aree più secche delle cascine per consumarli durante l'inverno.[4] Il primo documento che parla di "cariton" venne ritrovato nell’archivio parrocchiale di Vinovo del 1726, e descrive una grandinata i cui chicchi erano grandi "giusto come si fanno qui li cariton del pane, che si portano a benedire in varie feste dell’anno; e cioè di forma rotonda cò denti all’intorno et queste di larghezza circa due palmi."[2] Il cariton è un prodotto agroalimentare tradizionale del Piemonte[5] e ha ricevuto una denominazione comunale d'origine da parte dei comuni di Piobesi Torinese e Castagnole Piemonte.[6]

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

Cuocere a fuoco basso latte, zucchero, burro e un pizzico di sale. Disporre della farina su una spianatoia e mescolarla con uova e lievito. Quando l'impasto sarà omogeneo, lasciarlo riposare per alcuni minuti davanti a una fonte di calore. Lavare l'uva, lasciarla sgocciolare e farla asciugare. Dividere la pasta in due parti, di cui una leggermente più grande dell'altra, e stendere due sfoglie. Con la più larga foderare il fondo e le pareti di una teglia imburrata e farinata. Quindi disporvi gli acini d'uva e aggiungere dello zucchero. Coprire con l'altra sfoglia sigillando bene i bordi. Cospargere la superficie di zucchero e infornare. Durante la cottura, i chicchi di uva rilasciano il succo che si va a unire all'impasto. Lasciar raffreddare il cariton.[2][3]

Alimenti simili e varianti[modifica | modifica wikitesto]

Esistono diverse varianti del cariton diffuse in tutta la Regione. A volte, la focaccia può essere riempita con le mele al posto dell'uva[4] o spennellata di uovo al posto dello zucchero.[2]

I cosiddetti caritin sono piccoli dolci un tempo distribuiti dalle confraternite cristiane e messi all'asta per raccogliere fondi per l'assistenza durante il Settecento (una tradizione però ancora viva nel comune di Portacomaro).[3]

Il caritoun di Rifreddo celebra Sant'Antonio e si prolunga fino a formare una piccola croce.[3]

Una variante salata del cariton è il cosiddetto carità (anche conosciuto come "pan santo" o "pan benedetto"), che, secondo la ricetta di Vittorio di Sant'Albino del 1859, contiene pepe e zafferano.[4]

In Toscana viene prodotto un dolce simile (la schiacciata con l'uva) dove però gli acini sono mescolati all’impasto.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b PRODOTTI DEL PANIERE - CARITÔN, su cittametropolitana.torino.it. URL consultato il 14 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2020).
  2. ^ a b c d e f Prodotti tipici - IL CARITUN, su comune.castagnolepiemonte.to.it. URL consultato il 14 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2020).
  3. ^ a b c d Elma Schena, Adriano Ravera, Il grande libro della cucina piemontese, Blu, 2017, p. 174.
  4. ^ a b c d e Cariton, su topfooditaly.net. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  5. ^ I prodotti agroalimentari tradizionali PAT (PDF), su regione.piemonte.it. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  6. ^ (EN) Caritun, su parks.it. URL consultato il 14 ottobre 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]