Casato dei Kalākaua

Kalākaua
StatoBandiera delle Hawaii Regno delle Hawaii
Casata di derivazioneCasato dei Keawe
TitoliRe/Regina delle Hawaii
FondatoreKalākaua I
Ultimo sovranoLiliʻuokalani
Data di fondazione1874
Data di estinzione1917
Data di deposizione1893
EtniaHawaiana
Rami cadettiCasato dei Kawānanakoa
Un collage con i ritratti di re Kalākaua e e della sua famiglia. Da sinistra a destra, a partire dall'alto: la regina Kapiʻolani, re Kalākaua, la principessa Likelike, la regina Liliʻuokalani, la principessa Kaʻiulani e il principe Leleiohoku.

Il casato dei Kalākaua, o dinastia Kalākaua, conosciuto anche come linea Keawe-a-Heulu,[1] è stato la famiglia regnante del Regno delle Hawaii dalla salita al trono di re David Kalākaua nel 1874, fino alla deposizione della regina Liliʻuokalani nel 1893. Alla sua morte, avvenuta nel 1917, Liliʻuokalani, sorella di Kalākaua, lasciò come eredi solamente dei suoi cugini, sancendo di fatto la fine del casato.

Il casato dei Kalākaua discendeva dai capi delle isole di Hawaiʻi e Kauaʻi ed era giunto al potere per elezione dopo la morte dell'ultimo maschio della dinastia Kamehameha.

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

La dinastia fu fondata da Kalākaua ma includeva anche i suoi fratelli e le sue sorelle, figli della grande capessa Analea Keohokālole e del grande capo Caesar Kaluaiku Kapaʻakea. Attraverso una sua bisnonna paterna, Alapa'iwahine, Kalākaua discendeva dal capo Keaweʻīkekahialiʻiokamoku, il quale era anche il bisnonno, attraverso un altro suo figlio, di Kamehameha I, fondatore della precedente casata regnante, quella dei Kamehameha. Attraverso uno dei suoi bisnonni paterni, ossia Kepoʻokalani (che peraltro era anche uno dei suoi bisnonni materni), invece, Kalākaua discendeva da Kameʻeiamoku, uno dei cugini di Kamehameha I.

La salita al potere[modifica | modifica wikitesto]

Re Kamehameha V, l'ultimo dei re della dinastia dei Kamehameha, morì l'11 dicembre 1872 senza eredi e senza aver nominato ufficialmente né ufficiosamente alcun successore. Sul letto di morte, Kamehameha V aveva in effetti chiesto a Bernice Pauahi Bishop, sua sorella adottiva e membro della famiglia reale, di prendere il suo posto alla guida del regno ma la donna aveva rifiutato e così, stando a quanto sancito dalla Costituzione del regno, vigente dal 1864, il nuovo sovrano avrebbe dovuto essere scelto tramite elezione tra i suoi parenti più prossimi. Lo scontro elettorale avvenne tra David Kalākaua e il più famoso William C. Lunalilo, cugino diretto di Kamehameha V, il quale, proprio in virtù della sua maggior popolarità e della sua più stretta parentela col defunto sovrano, era ritenuto la persona ad avere maggiore diritto di salire al trono dopo Bernice Pauahi Bishop, la quale comunque aveva ribadito il suo rifiuto a diventare regina.

Le elezioni, svoltesi il 1º gennaio 1873, si conclusero come la schiacciante vittoria di Lunalilo, la cui investitura ufficiale avvenne otto giorni dopo, il 9 gennaio, con una cerimonia tenutasi nella Chiesa di Kawaiahaʻo. Il regno di Lunalilo fu però molto breve, infatti, il 3 febbraio 1874, a poco più di un anno dalla salita al potere, questi morì di tubercolosi all'età di 39 anni senza designare alcun erede.[2] La scelta di Lunalilo fu probabilmente dettata dalla sua volontà di lasciar scegliere al popolo il futuro sovrano e alle elezioni che la seguirono, la vittoria fu del vecchio oppositore di Lunalilo, David Kalākaua, il quale sconfisse con ampia maggioranza la regina Emma, madre del defunto re che sosteneva di essere stata nominata erede dal figlio, anche se questi non aveva fatto in tempo a rendere pubblica la sua nomina.

Con la vittoria delle elezioni del 12 febbraio 1874, David Kalākaua salì dunque al potere come Kalākaua I e diede inizio all'omonima dinastia.

La caduta[modifica | modifica wikitesto]

Il regno di Kalākaua I vide, tra le altre cose, la ratifica da parte del re di una nuova Costituzione, quella che negli ambienti monarchici venne chiamata "Costituzione delle baionette", dato che, all'atto della firma, il re fu portato davanti a una riunione di 3 000 abitanti, in prevalenza bianchi, armati. Tale Costituzione limitava fortemente i poteri del re, il quale cedette la maggior parte della propria autorità al Parlamento e istituì un gabinetto di governo.

Nel 1891 Kalākaua I morì e sua sorella Liliʻuokalani, designata erede al trono dal fratello già nel 1874, salì al potere il 29 gennaio dello stesso anno. La sovrana si trovò subito nel mezzo di una crisi economica dovuta in particolar modo alla revoca del trattato di reciprocità del 1875, con la quale era venuto meno il precedente vantaggio di cui godevano le Hawaii circa il commercio dello zucchero con il mercato statunitense e che aveva quindi avuto come risultato la paralisi dell'esportazione dello zucchero hawaiano. Di fronte alla perdita di entrate subita da molte imprese hawaiane, la regina propose di cominciare ad esportare l'oppio. I suoi ministri e gli amici più stretti cercarono di dissuaderla dal perseguire il progetto, ma ormai questo sarebbe diventato un'arma da usare contro di lei nell'incombente crisi costituzionale.
Unitamente a questo, la regina non aveva mai nascosto il proprio desiderio di ripristinare il potere della monarchia, così pesantemente ridotto dalla Costituzione firmata dal fratello nel 1887. Liliʻuokalani lanciò così una campagna con una petizione da parte di alcuni soggetti hawaiani di spicco per annunciare una nuova Costituzione ma, quando informò dei suoi piani il governo, alcuni dei suoi ministri la tradirono. Quando poi venne resa pubblica la notizia che la regina aveva in programma di proclamare unilateralmente la sua nuova Costituzione, il destino della sovrana fu segnato. Così, nel 1893, gli imprenditori ed i politici locali, in primo luogo i cittadini delle Hawaii di origine americana ed europea, ma anche un numero significativo di cittadini nativi hawaiani, con un colpo di Stato fiancheggiato anche dagli Stati Uniti d'America, rovesciarono la regina, il suo governo e il suo maresciallato, e assunsero il controllo del Regno di Hawaii.

Di fatto, con tale deposizione, nel 1893 il casato dei Kalākaua cessò di regnare e la morte della principessa Victoria Kaʻiulani, avvenuta nel 1899,segnò la perdita dell'ultimo erede diretto dei fratelli dei regnanti del casato. La linea dinastica principale, quindi, si estinse nel 1917 con la morte di Liliʻuokalani, che aveva infine rinunciato a riprendere il suo trono, dato che nel 1898, la Repubblica delle Hawaii, che esisteva da soli quattro anni, era stata annessa agli Stati Uniti d'America. I cugini della regina iniziarono a essere identificati come Casato dei Kawānanakoa e quest'ultimo venne reputato come un ramo del casato dei Kalākaua, dato che discendeva dal principe David Kawānanakoa, figlio di una sorella della regina Kapiʻolani, moglie di re Kalākaua I, da cui era stato adottato, e morto nel 1908. Il casato dei Kawānanakoa è sopravvissuto fino ai giorni nostri e almeno due dei suoi membri, tra cui Quentin Kawānanakoa, attuale membro della Camera dei rappresentanti delle Hawaii, sarebbero potenziali eredi al trono di un rinnovato regno hawaiano.

Membri[modifica | modifica wikitesto]

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

(k)= Kane (maschio/marito)
(w)= Wahine (femmina/moglie)
Nome in grassetto, casella viola = Discendenza diretta di sangue
Nome in grassetto, casella grigia = Zie, zii, cugini
Nome in grassetto, casella bianca = Europei o americani (divenuti nobili per matrimonio o per decreto reale)
Nome non in grassetto= makaʻāinana o persone straniere prive di titolo

Kāneikaiwilani (k)
Kanalohanaui (k)
Keakealani (w)
Ahu-a-ʻI (k)
Piʻilani (w) II
Moana (k)
Lonoikahaupu (k)
Kalanikauleleiaiwi (w)
Kauauaʻamahi (k)
Keawe II (k)
Lonomaʻaikanaka (w)
Kauhiahaki (k)
Iliki-a-Moana (w)
Keawepoepoe (k)
Kanoena (w)
Haʻaeamahi (k)
Kekelakekeokalani (w)
Alapainui (k)
Keaka (w)
Keeaumoku Nui (k)
Kamakaimoku (w)
Kaeamamao (k)
Kaolanialiʻi (w)
Kameʻeiamoku (k)
Kamakaʻeheikuli (w)
Keōua (k)Kahekili II (k)
Kekuiapoiwa II (w)
Ikuaʻana (w)
Heulu (k)
Moana (w)
Keaweʻopala (k)
Nohomualani (k)
Keaweaheulu (k)
Ululani (w)
Hakau (w)
Kanaʻina (k)
Kauwa (w)
Eia (k)
Kepoʻokalani (k)
Alapai (w)
Keohohiwa (w)
Keōpūolani (w)
Kamehameha I
Kalaniʻōpuʻu (k)
Kānekapōlei (w)
Kiʻilaweau (k)Nāhiʻōleʻa (k)
Kahoʻowaha II (w)Inaina (w)
Hao (K)
Kailipakalua (w)
Kamanawa II (k)
Kamokuiki (w)
ʻAikanaka (k)
Kamaeokalani (w)
Kaōleiokū (k)
Keoua (w)
Luahine (w)
Kalaʻimamahu
Kaheiheimālie
Kamehameha II
Kamehameha III
Kekūanāoʻa (k)Kahalaiʻa
Luanuʻu (k)
Pauahi (w)
Kīnaʻu (w)
Pākī (k)
Kōnia (w)
Kanaʻina II
Kaʻahumanu III
Kapaʻakea
(1815 – 1866)[3]
Keohokālole
(1816–1869)
Keʻelikōlani (w)
Kamehameha IV
Kamehameha V
Kaʻahumanu IV
Pauahi Bishop (w)
Bishop (k)
Lunalilo (k)
Kaliokalani
(1835–1852)
Kalākaua
1836 - 1891
Kapiʻolani
(1834–1899)
Liliʻuokalani
(1838 - 1917)
Dominis
(1832 - 1891)
Kaʻiulani
(1842–?)
Kaʻiminaʻauao
(1845 – 1848)
Cleghorn
(1835 – 1910)
Likelike
(1851 – 1887)
Leleiohoku II
(1854–1877)
Kaʻiulani
(1875–1899)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jon M. Van Dyke, Who Owns the Crown Lands of Hawaiʻi?, Honolulu, University of Hawaii Press, 2008, p. 96, ISBN 978-0-8248-3211-7, OCLC 163812857.
  2. ^ United States. Navy Dept, Annual Report of the Secretary of the Navy, Washington, DC, U.S. Government Printing Office, 1875, pp. 187–188.
  3. ^ Liliuokalani Queen of Hawaii, Hawaii's Story by Hawaii's Queen, su books.google.com, University of Hawaii Press. URL consultato il 29 agosto 2019.

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