Castel di Ieri

Castel di Ieri
comune
Castel di Ieri – Stemma
Castel di Ieri – Bandiera
Castel di Ieri – Veduta
Castel di Ieri – Veduta
Vista del paese dalla parte bassa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoFernando Fabrizio (lista civica) dal 30-3-2010
Territorio
Coordinate42°06′58″N 13°44′37″E / 42.116111°N 13.743611°E42.116111; 13.743611 (Castel di Ieri)
Altitudine519 m s.l.m.
Superficie18,88 km²
Abitanti291[1] (31-1-2023)
Densità15,41 ab./km²
Comuni confinantiCastelvecchio Subequo, Cocullo, Goriano Sicoli, Raiano
Altre informazioni
Cod. postale67020
Prefisso0864
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066027
Cod. catastaleC090
TargaAQ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 217 GG[3]
Nome abitanticasteldieresi
PatronoSan Donato
Giorno festivo3 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castel di Ieri
Castel di Ieri
Castel di Ieri – Mappa
Castel di Ieri – Mappa
Posizione del comune di Castel di Ieri all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Castel di Ieri è un comune italiano di 291 abitanti[1] della provincia dell'Aquila, in Abruzzo. Fa parte della Comunità Montana Sirentina.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Panorama (sullo sfondo il Monte Sirente).

Si trova nella valle Subequana a 519 metri sul livello del mare, sull'antica via Tiburtina Valeria. Il paese è costruito su un cocuzzolo e la sua maestosa Torre quadrangolare, a base piramidale (spessore dei muri di circa tre metri) e alta circa venti metri, domina il borgo antico consentendo una visione panoramica a 360°.

La principale via Roma parte dalla chiesa Santa Maria Assunta in Cielo e si snoda, "a spirale", fino alla chiesa di Santa Croce, proprio sotto la torre, mentre le altre vie sono organizzate "a raggiera" dentro l'abitato antico protetto dalle mura. Le abitazioni "fuori le mura", edificate dalla fine dell'Ottocento, sono basse e a villetta, site lungo la via Nazionale, via della Fonte, via San Pio e via Sanguineto.

L'area agricola è prevalentemente collinare, con al centro la pianura della "Wcenna" (verso Goriano Sicoli), nome derivato da Vecellanus. L'area agricola è circondata dal monte Ventola-Urano col passo "Le Cese Piane" (a est) e, a ovest, dal monte della Selva col passo di Forca Caruso e dal monte Ventrino con il colle di Narola/Le castagne. Sullo sfondo, a nord-ovest, si staglia la catena del Monte Sirente con i suoi 2.349 metri di altezza.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima del paese è da considerare "temperato fresco" per effetto del venticello che soffia da est - denominato Vento Curino - lungo l'isobara mediterranea che passa dal monte Ventola - Passo Le Cese Piane/Monte Urano in direzione nord. Nella valle l'aria è asciutta e gradevole mentre, scendendo nella valle Peligna (Sulmona/Raiano), l'aria diventa umida e pesante. Sotto il profilo paesaggistico, tutta la Valle Subequana può essere considerata un'isola felice per avere "vacanze di relax" e approfondire la cultura archeologica con il Tempio Italico ed altri siti.

Accessibilità[modifica | modifica wikitesto]

Vi si arrivada Roma attraverso l'Autostrada A25 con uscita a Celano e percorrendo poi la Tiburtina Valeria verso Collarmele attraversando il passo di Forca Caruso. Partendo da Pescara si percorre la stessa autostrada fino a Pratola Peligna, raccordandosi quindi con la Tiburtina Valeria. Vi si può arrivare anche in treno (linea Roma-Pescara), con qualche difficoltà per le coincidenze con altri treni provenienti da Napoli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria Assunta
  • La storia dell'VIII/VII secolo a.C. di Castel di Ieri può essere ipotizzata "argomentando" sulla scoperta della necropoli de Le Castagne La necropoli, collocata sullo stesso itinerario per andare a Roma, è riferibile all'"oppidum" militare dei Cedici: Marcus Caedicius, tribuno romano di estrazione plebea, nel 389 a.C., in concomitanza della guerra dei romani contro gli Equi, fu inviato a costituire un presidio militare oltre il passo di Forca Caruso, con funzioni di protettorato/controllo. I soldati, nella sottostante "zona di Cedicana" per tutte le necessità dell'oppidum potevano facilmente reperire acqua e cibo - coltivando la valletta. Marcus Caedicius fu un fido tribuno di Marcus Furius Camillus, il secondo fondatore di Roma. Il "Pagus Vecellanus" dei Peligni, può essere collocato, come testimoniano i numerosi ritrovamenti nel territorio, nei pressi del santuario tempio italico di Castel di Ieri, con un primo edificio templare del IV secolo a.C. lungo la via Claudia Nova, per Goriano Sicoli, a sinistra dopo la Madonna del Soccorso. Il tempio è "prospetticamente" orientato a ovest verso Roma, dato confermato dal contenuto al centro del" mosaico/labirinto" nel pavimento.
  • Nel 308/303 a.C. i Marsi, gli Equi, i Peligni e i Superequani, per effetto della legge Licinia Sextia, avevano ottenuto lo "status" di cives sine suffragio; i relativi territori furono inglobati nella IV Regione di Roma.[4]. Nel 236 a.C. Gaius Licinius Varus, della gens Peligna, fu eletto console e Publius Cornelius Lentulus Caudinus decemviro. La pace stabile con Equi, Marsi, Peligni e Superequani, già parte attiva della IV Regione Romana e cives sine suffragio, ebbe una risonanza eccezionale e, per la prima volta, furono chiuse le "PORTE DEL TEMPIO DI GIANO" ad indicare che Roma non era in guerra, sia per la fine della prima guerra punica (nel 241 a.C.) che per la pace con i Corsi (nella primavera del 236 a.C.). Lucius Petiedius Varus, cives cum suffragio del pagus Vecellanus, prossimo alla città di Superaequum, fece costruire un tempio, sulle fondamenta di un più antico santuario i cui resti sono stati portati alla luce nella primavera del 2010. Il pavimento della cella centrale è "a mosaico" bianco e mostra, nel centro, un quadrato a mosaico bianco/nero, disegnando un "labirinto". Nell'angolo alto del quadrato, a sinistra, è disegnata "una croce"; all'angolo alto a destra, il simbolo dell'infinito (due triangoli equilateri orizzontali); all'angolo destro in basso, la rosa dei venti; all'angolo sinistro in basso, "croce ariana rostrata" con i rostri in senso antiorario.[5] La famiglia dei Varii era del "Pagus Vecellanus",[6] testimonianza archeologica del Tempio Italico.
  • <Quinctus Varus Geminus >- del Pagus Vecellanus - fu il primo tra dei Peligni ad essere nominato SENATORE ROMANO: Is, primus omni Paeligni factus est senator et in eos honoris gessit Superaequani publice patroni.
  • -La storia di Castel di Ieri può assumere una rilevanza "Casuale" durante la guerra sociale del 90/89/88 a.C. tra i Romani e i "POPOLI" della Lega Italica con "CAPITALE CORFINIUM" terminata, con la sconfitta di Quinto Poppedio (Pompedio) Silone - comandante dei marsi - da parte del Luogotenente di Strabone "Publio Rutilio Lupo", nella battaglia di Venosa, dell'88 a.C. CATILINA giovane ventenne della famiglia "SERGIA DEI PELIGNI", partecipò alla cruenta battaglia finale che fu combattuta alle pendici del Monte Ventrino, dopo il passo di Forca Caruso - colle Narola - Sanguineto - giù per la valle - verso Est - fino a "Superaequum"quindi in direzione del Monte Ventola -.Dalla "finestrella di avvistamento", a "OVEST della maestosa TORRE" fu rilevato l'attacco dei Romani sul colle di Sanguineto con la disfatta dell'esercito Italico che si difese strenuamente. Il massacro fu evitato con la ritirata attraverso il passo "le Cese Piane", verso " CORFINIUM".-GNEO POMPEO STRABONE - riferendosi agli eventi- ebbe a scrivere, ammirato: "At te Corfinium, circumdata validis muris"
  • LA GUERRA SOCIALE—combattuta da Mario e Silla, subito dopo, vide CATILINA a capo della congiura che lo condusse a morte prematura.
  • Cesare Augusto, nel 49 a.C. - rese carrabile il " Passo di Forca Caruso" - e ricongiunse la strada consolare Tiburtina Valeria con la viabilità dei Peligni/Superequani-attraverso l'"unico valico" che univa il versante Tirrenico con quello Adriatico. Qui fece costruire un arco della pace - in onor e gloria di LIVIA DRUSO - i resti dell'arco purtroppo erano andati "persi" già ai tempi di Febonio.
  • Anno 33 a.C. - viene citato il "Castrum Deberi" da Marco Acilio Glabrione - "CONSOLE SUFFETTO" il quale avrebbe sostato in detto centro fortificato -"prossimo a SUPERAEQUUM"-
  • - Anno 64 d.C. - Una moneta - un SESTERZIO - rinvenuto nel 1957 - al Km. 156 della Tiburtina Valeria in Castel di Ieri - riporta sul dritto l'immagine dell'imperatore Nerone con aspetto fiero, il capo laureato e la scritta: "IMP. NERO CAESAR. AUG. GERM." - sul rovescio riporta il TEMPIO DI GIANO " a porte chiuse" e la scritta: "PACE P.R. UBIQ.(UE) PARTA IANUM CLUSIT " Senatus Consulto. Questa moneta fu emessa nel 64 d.C. a seguito della riforma monetaria - realizzata subito dopo l'incendio di Roma avvenuto nella notte tra il 18 ed il 19 luglio-.NERONE, per la prima volta e, primo dei Romani, si FREGIO' del titolo di "IMPERATORE" - anche e per la "RICORRENZA" del 300º anniversario della "1^ CHIUSURA DELLE PORTE DEL TEMPIO DI GIANO" - avvenuta nel 236/(235)? A.C. - in segno di PACE UNIVERSALE ECUMENICA in tutto l'impero Romano, -per la pace raggiunta con il RE dei PARTI - TIRIDATE 1°- dal generale Corbulone - emulando così il grande "ALESSANDRO MAGNO"- I FESTEGGIAMENTI DEL 64/65 - ripetuti però nella primavera del 66 - con l'incoronazione solenne di TIRIDATE - 1 - RE DEI PARTI
  • - AUTUNNO DEL 2014 - 1950 anni dagli avvenimenti drammatici dell'incendio ,fatto pagare ai Cristiani -, e della riforma monetaria dell'IMPERATOR NERO CAESAR AUGUSTUS GERMANICUS - che consentì di RIEQUILIBRARE LE CASSE DELLO STATO, la COSTRUZIONE DELLA "DOMUS AUREA" E LA RICOSTRUZIONE DELLE ABITAZIONI DISTRUTTE DURANTE L'INCENDIO DI ROMA rispettando un APPOSITO " piano regolatore " (TESTIMONIATO DALLA MONETA DI NERONE di Castel di Ieri).
  • La storia della "IV Regione Romana" si fonde con quella di ROMA per alcuni secoli - esprimendo, dalla famiglia FLAVIA, il primo imperatore Flavio E LE FAMIGLIE SERGIA, DECRIA. E VARUS. Le persecuzioni dei cristiani da parte di NERONE prima e DIOCLEZIANO dopo, avevano favorito-ALLA FINE DEL SECONDO SECOLO - nella regione di Corfinium - oltre al culto pagano (con 320 tempietti votivi tra cui quello dedicato a IOVI QUIRINUS in località "Cese Piane" di Castel di Ieri) quello CRISTIANO e quello CRISTIANO ARIANO. A Sulmona, i credenti, erano in prevalenza cristiani - fino alla 312 d.C. La conversione dell'Imperatore COSTANTINO ed il successivo "EDITTO DI MILANO del 20 gennaio 313 d.C." - D'accordo con LICINIO - sancì il riconoscimento della libertà di fede per tutte le popolazioni dell'impero con una più efficace tutela/garanzia per "i beni dei Cristiani" - già confiscati dallo stato e restituiti- L'imperatore Licinio fu in disaccordo, dopo, con l'Imperatore Costantino "proprio per questo motivo. Alla fine dello stesso secolo, nell'ampia diocesi di Sulmona ci fu "LA NOMINA DI UN VESCOVO" anche NELLA DIOCESI DI "CORFINIUM" ovvero di "VALVA (Pentima).
  • Il tempio di Castel di Ieri, con il mosaico centrale, ne è la "CONCRETA TESTIMONIANZA" data dalla contemporanea presenza dei simboli: " CROCE (croce greca - formata da 4 bracci uguali), CROCE ROSTRATA ( ARIANA - con i rostri in senso antiorario); ROSA DEI VENTI E IL SIMBOLO DELL'INFINITO.La scritta, alla prima riga del mosaico indica i nomi delle famiglie: = CAEDIUS C. F. SER. DECR. LUCIUS PETIEDIUS VARUS = e testimonia la costruzione/e o la ristrutturazione dello stesso.(la seconda riga del mosaico purtroppo e di difficile interpretazione per la perdita di diversi elementi)(Franco Valente di Venafro). <Vedi anche "il tempio Italico di Castel di Ieri>.
  • La storiografia dei Peligni/Superequani, nel 362 d.C., - sotto l'Imperatore "Giuliano l'Apostata- " segnala il martirio del Vescovo SAN PELINO " - nato nella zona - CORFINIUM - stante al nome comune della dea Pelina e diversi illustri cittadini:CAJUS VETTIUS PAELIGNUS ITALICENSI -distintosi nella guerra sociale( 88 A.C.);CAJUS ATTIUS PAELIGNUS E FABIUS PAELIGNUS - "menzionati da Cesare" oppure( forse) a Durazzo, secondo la storiografia. Pelino era stato ordinato Vescovo prima di aver compiuto 40 anni ed è citato come "Vescovo di Brindisi".(Mons. Celidonio vescovo di Sulmona così scrive nella storia del Cristianesimo della diocesi Valvense, AI PRIMI DEL 1900.)

È stato ipotizzato[senza fonte], per l'assonanza dei toponimi, che Castel di Ieri fosse il castrum Deberium(Marco Acilio Glabrione), un luogo fortificato in prossimità di Superaequum, in cui fece sosta Marco Acilio Glabrione durante un viaggio sotto il principato di Augusto[senza fonte]. La prima menzione del nome (castellum Ildegerii) risale al 1112[7]. L'origine del luogo fortificato è probabilmente riconducibile alla famiglia di Lupo di Ildegerii, proprietario di ampi terreni nella Valle Subequana negli anni tra il 970 e il 1035[senza fonte].

Dal Quattrocento all'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1450 il paese viene indicato con il nome "Castel Deberi" su una carta geografica dei possedimenti della famiglia CONTI D'ARAGONA; Nel 1463, il territorio diviene feudo dei Piccolomini, appartenente alla contea di Celano, e nel 1495 fu attaccato da truppe aquilane, fedeli al re di Francia Carlo VIII, per aggregarlo al territorio aquilano. La testimonianza è sul parapetto rialzato dell'antico arco/portale di accesso al paese, con una grotta- (circa 30 metri)- scavata sulla destra) per la guarnigione dell'"oppidum". * Su una lastra di pietra è inciso: PRETORE (= praetore) IACOBO MARIO CIVE AQUILĀŌ (= aquilano) [HIC] PŌS (= pons, ponte) PUBLICO SŪPTUS (= sumptus, spesa pubblica) ERUCT(UM)9(novo -alzato, rinfrancato, ristrutturato) -FUIT. - ĀNO (= Anno) OPPIDŪ (= oppidum, borgo fortificato), DEDIT AQUILANIS (dette agli Aquilani) - MEN6 (= mensis, mese) OCTO BRIS (= octobris), D(dies) XX( venti) 1495 ossia " - <IL PRETORE IACOPO MARIO - cittadino aquilano - con "spesa pubblica alzò/ricostrui-questo ponte/arco. Nell'anno diede l'oppidum -( borgo fortificato) agli Aquilani il giorno 20- mese di ottobre- 1495"> * SULLA DESTRA, addossato (abbarbicato) alla stessa roccia dell'arco, fu costruito un Palazzo Gentilizio ancora oggi solido e maestoso. Campeggia, sullo stesso parapetto la scultura dello stemma della famiglia COLONNA.
  • NEL 1495 Fabrizio Colonna - della contea dei Marsi in Celano . signore del "feudo" di Castel di Ieri e fedele al re FERRANTE II, - combatté contro le truppe Francesi del RE Carlo VIII che, il tre luglio del 1495, - in ritirata - si trovava a Pontremoli. Le truppe francesi erano comandate dal vice Re Claudio Lenoncourt il quale, il "16 settembre 1495", marciò su Bugnara difesa dai balestreri e furono costretti a ritirarsi all'Aquila dal 16 settembre al 20 di ottobre del 1495).In questo periodo furono attaccate anche le posizioni di Castel Vecchio Subequo, Castel di Ieri, Goriano Sicoli, Raiano, Prezza, Pratola Peligna, ed Introdacqua -e stessa Sulmona (Monsignor Celdonio di Sulmona già citato).
  • Nel 1505, in seguito alla scomparsa di Antonio Piccolomini, il territorio divenne feudo della duchessa D'Amalfi. Passò quindi a Celano (1527), al ducato di Zagarolo (1629), a Pompeo Colonna, principe di Gallicano (1633), al capitano Domenico Antonio De Sanctis (1656. Nel 1661, Castel di Ieri divenne “ a tenimento regio”.,-
  • Dopo i Colonna alcuni possedimenti adibiti a vigne passarono alla famiglia Sforza, famiglia Gentile, De Santcis ed altri nobili mimori..
  • l'anno 1555 - fu costruita/ricostruita, "FUORI LE MURA ", la chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, nella parte bassa del paese, a ridosso della strada Tiburtina Valeria/via della Fonte, via San Pio, via Sanguineto e via Per Castel Vecchio Subequo. Una lastra di pietra, sul portale rinascimentale della chiesa porta una scritta in latino interpretato e tradotto: <OPUS HOC CONFECTUM SUMPTIBUS HUIUS ECCLESIAE ET ELEMOSINUIS ANNO PRIORIS LAURITII MUC(CI?) E DOMINICI PICCILI SUB(PRIORIS?)...ANNO DOMINI 1555 - QUESTA OPERA COSTRUITA A SPESA DELLA STESSA CHIESA E L'ELEMOSINE DELL'ANNO -del PRIORE LAURITO MUC(CI) E DOMENICO PICCILI SUB(PRIORE) ANNO DEL SIGNORE 1555> - <SOVRASTA LA SCRITTA IL VOLTO DI UN ANGELO (dal volto rubicondo) CON ALI SPIEGATE-> ed un rotondo con la croce, dipinta.
  • Nell'anno 1753 a Castel di Ieri "erano" attivi n. 121 focolari. In quell'anno, la domenica dopo la Santa Pasqua - arrivarono le spoglie di San Donato Martire - Patrono del paese. Con solenne cerimonia le stesse furono deposte nell'apposito sarcofago COLLOCATO sull'altare principale della Chiesa - Santa Maria Assunta in Cielo. La festa del Santo fu stabilita, in concomitanza con quella di Sant'Emidio Vescovo - due settembre - SAN DONATO MARTIRE, il tre e San Rocco - il 4 con la contemporanea "fiera di merci ed animali".
  • Il tre settembre del 1803, fu solennemente celebrato il cinquantenario della festa di Safn Donato Martire con un notevole afflusso di devoti Pellegrini e "gente" comune per il commercio di beni agricoli e strumentali, animali da lavoro, capre, pecore, pollame e maiali-
  • Il 3 dicembre 1808 - il Re di Napoli e Sicilia GIOACCHINO NAPOLEONE -PRINCIPE E GRANDE AMMIRAGLIO DELL'IMPERO - emanò un decreto per il censimento dei Terreni - delle anime - e degli animali.-(articolo 25 - Titolo - 3) (Fonte: Legge del Regno di Napoli)

Nel comune di Castel di Ieri - circondario di Acciano - si procedette al censimento l'8 settembre 1810: risultarono n. 151 "focolari" con 890 cittadini: segui anche la conta di tutti gli animali. Fu altresì emanato un avviso per l'assegnazione dei terreni - coltivabili - di proprietà del demanio del Regno di Napoli - previo accertamento dell'Agrimensore - PENTILIA- coadiuvato da due aiutanti.

  • Il 3 settembre del 1853, pur non avendo Castel di Ieri l'autonomia amministrativa, fu solennemente celebrato il primo centenario di San Donato Martire. La festa fu rilevante, per l'epoca, con un concerto bandistico che attirò tutti gli appassionati di musica classica dei paesi vicini, in special modo la sera del due settembre con l'apertura del "deposito" dell'urna del Santo e il tre settembre con una sontuosa processione lungo la via principale del paese, ed al vespro, con la chiusura del deposito ed il bacio della reliquia racchiusa "nel braccio" (d'argento)
  • Nell'anno 1854 - Castel di Ieri diventò Comune autonomo, con distacco dal comune di Goriano Sicoli-
  • Il cinque maggio 1860, a Quarto, all'imbarco di Giuseppe Garibaldi per la spedizione dei Mille verso la Sicilia, onde liberare e unire lo stato Borbonico all'Italia e conquistare Roma, c'era Donato Antonio Vincenzo MORANTE - nato a Castel di Ieri il 5 gennaio 1823 - fervente patriota - -a metà ottobre MORANTE era a Castel di Ieri per promuovere "un plebiscito", ancor prima dell'incontro di Teano fra il Re Vittorio Emanuele II ed il Generale Giuseppe Garibaldi - avvenuto il 26 ottobre 1860-
  • I cittadini di Castel di Ieri, in pubblica assemblea, il 20 ottobre 1860, votarono il Plebiscito di adesione al Regno d'Italia, con voto UNANIME dei 230 cittadini aventi diritto - così come risultante dalla deliberazione (agli atti del comune stesso)."""Tanto non poteva diversamente essere, perché " NEL BEL PAESE È SUPERBIA CHE IL SÌ SUONI."""
  • Il 18 luglio 1888, durante un'alluvione sul Monte Urano- Ventola/Niane/Cese Piane, vennero alla luce due capitelli, ora conservati nel Museo di archeologia di Napoli, risalenti all'VIII/VII secolo a.C. e fino ad oggi, lo scritto proto sabelico, non è stato decifrato.[10].IL CAPITELLO FU ESPOSTO A MILANO,IN UNA MOSTRA A META' ANNI 70.

Il Novecento[modifica | modifica wikitesto]

  • Ai primi del 1903 - a Castel di Ieri fu attivato l'impianto della corrente elettrica pubblico - andarono così in pensione le vecchie lampade a "spera d'olio"
  • Il 3 di settembre 1903 - si festeggiò il 150º anniversario della festa di San Donato Martire. I Casteldieresi d'America - raccolsero fondi per realizzare un'aureola d'oro che FU POSTA sul capo della statua di San Donato, "su iniziativa di Carlone Domenico - emigrato in America dal 1901 -". I festeggiamenti furono sontuosi con la partecipazione di fedeli provenienti anche dall'estero dove erano per motivi di lavoro.
  • Primavera del 1903 - a Castel di Ieri arrivò la MISSIONE DEI LIGUORINI - ovvero missionari di GESU' Santissimo Redentore. I missionari celebrarono "messe solenni" preghiere devote, predicazioni, processioni e posa della croci nelle principali vie di accesso al paese: via Valeria per Castel Vecchio Subequo, via San Pio, via Claudia Nuova per Goriano Sicoli - incrocio con via San Nicola ed all'incrocio della via per la Madonna di Pietra Buona, nonché sulla via campestre per il Casale - Sulla statua di Gesù Redentore fu posizionata una "corona d'oro", con il contributo del Casteldieresi d'America, - riaffermando la devozione, la "Cristianità e la fede di tutti i Casteldieresi.
  • il 13 gennaio del 1915, alle ore 7.50, il terremoto che devastò Avezzano interessò anche Castel di Ieri. I danni furono rilevanti. La chiesa di Santa Croce fu distrutta come diverse civili abitazioni viciniore. Furono danneggiate: La chiesa Santa Maria Assunta in cielo e la chiesa di San Rocco (non più ricostruita) nonché diverse abitazioni civili lungo la via della Fonte.
  • - All'inizio di marzo del 1944 - 6/7/8/- ed il 9 - l'epilogo. Il fatto: nel paese era arrivata una Delegazione per l'arruolamento nella milizia della repubblica di Salò. La contesa, per una "pecora" da macellare, tra l'amministrazione comunale, la delegazione militare e la "GENTE" -aveva portato allo scontro ed alla morte di due miliziani ed al ferimento di due Casteldieresi. Furono arrestate, con l'aiuto dei tedeschi, ventotto persone. Fu insediato a Castel di Ieri il Tribunale Militare che emise una sentenza di condanna alla pena di morte di due di essi; la sentenza fu eseguita il mattino del 9 marzo 1944[11].
  • - Il 21 MARZO dello stesso anno, verso le ore 15,30, gli aerei alleati attaccarono la colonna di automezzi tedeschi che partiva dal ponte di Sanguineto fin oltre duecento metri il km 156 della Tiburtina Valeria, in Castel di Ieri. Alcuni giorni prima un aereo da ricognizione, sbucato dalla montagna "le Rave Fracide",aveva prodotto una certa curiosità. Quel giorno i bombardieri erano stati avvistati da una bambina di 11 anni - Carlone Sirena - che era andata al palazzo "Scalato" a trovare ANTONINA PICENZA - una conoscente- con la sorella Maria e il fratellino Americo. Le bombe arrecarono danni ad abitazioni private, tra cui laboratori artigianali, nonché sull'edificio scolastico. Una bomba cadde sulla chiesa parrocchiale, senza esplodere, ed altre bombe distrussero il terzo ponte della strada per Forca Caruso, al fine di impedire alla colonna militare tedesca di proseguire per CASSINO e ricongiungersi con l'altra colonna- diretta a ROMA.
  • - Alla fine di agosto del 1948, sulla montagna della selva e su Goriano Sicoli si scatenò un violento temporale e grandine. La massa d'acqua venuta a valle nella pianura della "Wcenna", fu così violenta che trascinò suppellettili e greggi di pecore. La piena portò a valle, vicino alla fonte, un altro capitello risalente all'VIII/VII secolo a.C. con scritta proto/sabelica. Detto capitello è conservato nel museo archeologico di Chieti.
  • Il 3 settembre 1953 a Castel di Ieri fu festeggiato "solennemente e sontuosamente" il bicentenario di San Donato - protettore del paese. L'evento richiamò i fedeli delle valli: marsicana, Peligna, Subequana ed una moltitudine di fedeli residenti in altre regioni d'Italia ed all'estero (dalle Americhe ed Oceania), con due "complessi bandistici" - fuochi d'artificio - giochi e sfilate in costume di Scanno
  • Il 19 settembre del 1959, durante il prelievo di sabbia, nella cava di Bolea/Tagliaferro - collocata lungo il percorso "passo Cese Piane Tempio Italico - fu trovato il resto di un ominide - apparentemente fanciullo - Si trattava di un adulto che era rimasto inglobato nella massa di natura calcarea ora diventata sabbia.
  • Nei primi giorni del mese di luglio 1963. a Castel di Ieri fu realizzata, nella piazza davanti alla Chiesa, angolo via Roma, la prima fontana collegata all'acquedotto "La ferriera", in costruzione dal 1950. Il progetto per la rete idrica del paese, però doveva essere ancora predisposto, mentre alcune civili abitazioni, della piazza e lungo la strada Tiburtina fecero, nella circostanza, un allacciamento privato.
  • Nel febbraio del 1987, in località Piè di Franci, durante i lavori di scavo per realizzare un insediamento artigianale vennero alla luce dei reperti archeologici. Sospesi i lavori, la sovraintendenza ai Beni culturali di Chieti procedette alla regolare scoperta del sito classificandolo come "TEMPIO ITALICO DI CASTEL DI IERI". Nel 2010, nell'area del tempio, sono state scoperte cinque tombe, dal diametro di tre metri di cui una, più ampia, in un terreno lacustre/melmoso alternato a strati ghiaiosi.-(vedi :Tempio Italico di Castel di Ieri)
  • Il 3 settembre del 2003 - fu festeggiato il 250* anniversario di San Donato con un notevole flusso di fedeli dalle valli del Sangro, di Sulmona e della Marsica.

Il 6 aprile 2009 è stato colpito da un violento terremoto, facendo registrare danni nel centro storico e in alcuni edifici pubblici.

  • I l 25 luglio 2011, nella chiesa di Santa Maria Assunta vengono riaperte le funzioni religiose, dopo la conclusione dei lavori di riparazione ai danni del terremoto. Nell'occasione, il vescovo di Sulmona Angelo Spina ha tenuto una cerimonia "Solenne" alla presenza dei fedeli e della civica amministrazione che avevano appena accolto il medesimo in chiesa, "dopo" la "riapertura" della porta principale, con musica e canti religiosi.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della Madonna del Soccorso
  • La chiesa di Santa Croce: situata sotto la torre maggiore del borgo, andò distrutta dal terremoto di Avezzano che fece oltre 30.000 vittime e non è stata mai ricostruita. La chiesa di Santa Croce fu certamente costruita più di qualche secolo prima dell'anno Mille. Fu usata certamente come cappella del castello, ma i materiali oggi conservati lasciano intendere un rimaneggiamento nel XV secolo, mentre gli altari superstiti sono del Seicento. Oggi restano le mura perimetrali, l'altare maggiore ricomposto nel 1998, con copertura metallica di protezione presso il presbiterio, un altare laterale, l'acquasantiera e alcune statue.
Statua di San Donato posta davanti al portale della parrocchia di Santa Maria Assunta, durante la festa patronale
  • Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in cielo: dedicata anche a San Donato, si trova in Piazza Benedetto Croce, fu completata nel 1555 e ricostruita quasi totalmente nel XVIII secolo dopo i terremoto del 1703 e 1706. Nel corso del Novecento, dopo il terremoto del 1915, fu realizzato un soffitto piano per la navata centrale. Della chiesa originaria rimane il portale rinascimentale in pietra con cornice modanata a motivi a candelabro, tralci vegetali e figure antropomorfe. La lunetta è semicircolare che reca l'anno di realizzazione (1555), e più in alto vi è un oculo centrale. Adiacente alla facciata si trova il campanile turrito con cuspide. L'impianto della struttura chiesastica è rettangolare longitudinale con bracci del transetto sporgenti e cupola presso il presbiterio. L'interno è a tre navate, con abside semicircolare preceduta dal transetto; le navate laterali hanno copertura a semicupole emisferiche, poggianti su pennacchi. L'altare maggiore è ornato dal marmo policromo con le spoglie di San Donato, trasferite da Roma nel 1753. Gli altari laterali sono costituiti da pietra ben lavorata, risalenti al XVII secolo, e custodiscono delle tele come la Madonna col Bambino e una croce trilobata del XV secolo.
  • Chiesa di San Rocco, diroccata
  • Chiesa rurale della Madonna del Soccorso: si trova appena fuori dal paese nella zona est, lungo la strada per Goriano Sicoli. Fu edificata nel 1629 dal vescovo sulmonese Francesco Cavalieri sopra un'edicola sacra preesistente. La chiesa ha una facciata a coronamento piano serrata tra due possenti cantonali in pietra concia, soluzione tipologica degli edifici religiosi della zona aquilana. L'asse mediano è arricchito e sottolineato dalla successione verticale del sistema portale-finestra. Nel primo di chiaro gusto seicentesco, una cornice modanata è affiancata da un ordine a fascia con mensole inginocchiate poste a sorreggere un timpano triangolare spezzato che accoglie una piccola edicola a timpano semicircolare, con la scultura della Madonna col Bambino. Il finestrone rettangolare superiore presenta una cornice modanata con angoli impreziositi da quattro fiori in bassorilievo e un timpano triangolare spezzato con il motivo dei dentelli, che accoglie in centro una testa di putto alato. L'impianto della chiesa è rettangolare, con navata unica interna.
  • Chiesa rurale della Madonna di Pietrabona, risalente al XIII secolo: è un interessante santuario montano posto nella valle tra Castel di Ieri e Goriano. Il piccolo eremo è molto antico, risalente al XII secolo, poiché viene citato nelle bolle papali di Lucio III (1183) e Clemente III (1188). L'eremo viene citato nuovamente nel 1223 nella bolla di Onorio III, e non ha perso l'antico aspetto, ma nel corso dei secoli è stato solamente arricchito da un corredo di affreschi del Cinquecento. L'eremo sfrutta la presenza di un terrazzo roccioso per l'accesso, chiuso da un alto muro che rende il luogo sicuro da eventuali attacchi. Un'ampia gradinata conduce al sagrato della chiesa, dalla quale si gode un panorama sulla vallata Subequana. La chiesa ha una facciata quadrangolare con l'ingresso molto semplice, e semplice è anche l'interno a navata unica a pianta longitudinale, con volta a botte. Dietro l'altare, con gli affreschi murari della Madonna col Bambino, si accede alla sagrestia, e poi a una grotta ritenuta miracolosa, il luogo più antico del santuario. La leggenda vuole che vi si rifugiò un contadino per scampare a una tremenda alluvione, chiedendo aiuto alla Madonna, la quale volle che il luogo fosse santificato per il prodigio. Altre voci sostengono invece che il luogo fosse sacro ai Marsi già prima dell'avvento del cristianesimo, e che il nome "Bona" di "Pietrabona" derivasse da una dea italica.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Bifora in via Simonetto
Torre medievale
  • Casa medievale del XV secolo con bifora e vani di porte e botteghe tipiche dell'architettura quattrocentesca aquilana; altra casa con bifora medioevale in via Simonetto; casa con affreschi raffiguranti elementi architettonici dipinti (1440?)
  • Torre medievale del XV secolo: si trova in cima al paese, voluta dai conti di Celano, dunque intorno all'XI secolo, quando la zona era controllata dai Normanni. La torre faceva parte di un castello oggi scomparso tra le case civili attorno all'edificio, a pianta quadrata, con accesso rialzato dal piano della prima muraglia protettiva. La torre è realizzata in conci di pietra regolari, priva di merlatura e di apparti difensivi, la porta sul lato orientale costituiva l'ingresso che comunicava con l'esterno del borgo attraverso un ponte levatoio. La torre è costruita all'apice della collina- sui 650 metri - al centro del Borgo antico - La sua base non ha fondamenta - con appoggio diretto sulla roccia - ed ha la forma di piramide quadrata" tronca" (per circa 5 metri) e dallo spessore di circa tre metri. L'accesso antico alla torre, che si erge maestosa per un totale di metri venti, era costituito da un ponte levatoio tra il fortino (costruzione staccata di circa 4 metri) ad una finestrella sul lato sud. Un'altra finestrella di avvistamento, collocata più in alto, è rivolta ad ovest - verso Roma ed una terza è collocata sul lato nord - Da un quadro risalente ai primi del Novecento si può dedurre (ed ammirare) che la torre fosse più alta di alcuni metri e dotata di merlatura - diroccatasi per effetto di vari terremoti tra cui quello del 13 gennaio 1915 -ORE 7.20 - Dalla torre si può ammirare: il passo di "FORCA CARUSO - DELLA TIBURTINA VALERIA" - oltre al colle dei CEDICI (Narola) nonché il Monte della Selva , il " Monte Ventrino" e il gruppo del Monte Sirente.
  • Porta della cinta muraria: della fine del XV secolo con arco a sesto acuto. L'anno sopra l'arco ogivale indica il restauro del 1495, presso un'epigrafe con chiave di volta, che mostra lo stemma nobile della famiglia Colonna, che ebbe in feudo Castel di Ieri.
  • La fonte. L'approvvigionamento dell'acqua potabile è sempre stato una "priorità" per il paese. La fonte si trova a sudest, vicino alla via del Casale, nel punto più basso della valle, sulla sponda del Rio: con tre canne di uscita, alimenta in successione tre fontanili, usati per abbeverare gli animali e per lavare i panni. Alla fonte è legata una bella scritta d'amore: "Ogni volta che in te bevo mi disseto o fonte mia; ogni volta che ti bacio d'amor mi infiammo bimba mia". Un tempo le donne/ragazze dovevano portare l'acqua fino alla torre, con la conca in testa: in estate facevano la fila per prendere l'acqua, per cantare e "spettegolare", in inverno risalivano faticosamente il colle avvolte negli scialli per ripararsi dalle gelide folate di vento.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Mosaico del tempio italico
  • incisioni rupestri in contrada "Costa Rescura"
  • centro fortificato (contrade "Rave Fracide", "Ara della Serra", "Rava del Barile", "Rava del Piede Mozzo")
  • santuario italico in località "Piè di Franci": è l'elemento archeologico più interessante del comune, rinvenuto nel 1987 in maniera del tutto casuale, durante gli scavi per la costruzione di un capannone. Nel corso di successive campagne archeologiche, venne rinvenuto il podio del II secolo a.C. impostato su un tempio preesistente costruito dagli italici, con zoccolo in pietra ed alzato in terra cruda, del IV-III secolo a.C. Il tempio risente dell'influsso romano-ellenistico, le lastre in pietra calcarea modanate ne costituiscono la base, un'ampia gradinata permetteva l'accesso frontale alla cella, suddivisa in tre ambienti attraverso profondo pronao con quattro colonne sulla fronte e altre due centrali, sistemate tra gli assi dei muri interni e quelli esterni delle celle laterali. Questi tre ambienti conservano pavimentazione a mosaico con tessere bianche su fascia nera. Probabilmente nel tempio si veneravano più divinità, i reperti rinvenuti come statue (la dea Minerva e utensili sacri sono stati trasferiti sia nel Museo Nazionale d'Abruzzo dell'Aquila e nella Villa Frigerj di Chieti, che ospita il Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo.
  • pavimento a mosaico in contrada San Rocco.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi e manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Festa e Fiera di San Donato Martire, santo protettore contro l'epilessia (3 settembre): i devoti- Pellegrini di Celano, Pratola Peligna, Sulmona. Canzano, Pescina, San Benedetto, Cerchio e i fedeli di tutta la valle Subequana un tempo trascorrevano la vigilia dormendo sul pavimento della chiesa e percorrendo il tratto di strada dalla piazza alla chiesa strisciando in ginocchio per la purificazione dai peccati.
  • Festa Religiosa - la domenica dopo Pasqua - in ricordo dell'arrivo, delle spoglie di San Donato Martire, a Castel di Ieri, avvenuto il martedì di quella settimana:
  • Festa della Madonna di Pietrabona, protettrice dalle malattie dell'infanzia (martedì di Pasqua), con pellegrinaggio alla chiesetta campestre distante un paio di chilometri dal paese e la cosiddetta “offerta”, momento in cui le madri elevano verso la statua i propri figli. Sull'altare campeggia, "magnifico" l'affresco della Madonna con tunica rosa antico e mantello blu ed il Bambino Gesù "Biondo, con i capelli a punta sulla fronte e le braccia aperte, come ad accogliere i pellegrini". L'affresco sembra essere stato ispirato da un analogo dipinto attribuito recentemente/nel 2011) a Sandro Botticelli (Madonna con Bimbo) La processione parte dalla chiesa parrocchiale del paese e tocca "le tre sorelle" della Valle Subequana: la chiesa di Santa Maria Assunta in cielo, la chiesa della Madonna del Soccorso e il santuario di Pietrabona. Per il trasporto della Madonna di Pietrabona al santuario viene offerta ai portatori, la "ciambella", che viene esposta e legata con vari abbellimenti alle stecche che sorreggono la statua.
  • Festa di Sant'Antonio e San Luigi il 19 ed il 20 giugno;
  • Castel di Ieri Rock Nights, manifestazione di musica rock nata nel 2002 che si svolge solitamente nella seconda metà di agosto. Tra gli ospiti più importanti che si sono susseguiti negli anni si ricordano Graziano Romani, i Gang, Massimo Bubola, Joe D'Urso, Michael McDermott, Heather Horton e Willie Nile.
  • Altri giochi ed eventi "in disuso": Gioco delle bocce, balli nelle salette di privati, il tiro al Gallo, la corsa degli asini, gara (di velocità) nel mangiare spaghetti "senza posate, buca a "mettere agl'hicch", il"batti (il soldo) contro il muro", ed infine, il famosissimo e bandito gioco della "morra"

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il centro abitato si è sviluppato, nei secoli, lungo la via Tiburtina Valeria, che ancora oggi rappresenta la via di comunicazione principale per raggiungere il paese. La strada si collega poi all'autostrada A24 tramite il casello di Aielli-Celano, quindi a Roma. Da Pescara, Castel di Ieri è invece raggiungibile passando per Pratola Peligna e attraverso la via Tiburtina Valeria.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 2004 Santilli Donato Lista civica Sindaco
14 giugno 2004 30 marzo 2010 Carlone Cinzia Domenica Lista civica Sindaco
31 marzo 2010 in carica Fabrizio Fernando Lista civica Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Diodoro Siculo in "Le guerre sannitiche".
  5. ^ Adele Campanelli in: Il Tempio di Castel di Ieri.
  6. ^ F. Mattiocco in: Territorio Superaequum prima di Roma.
  7. ^ Una bolla di papa Pasquale II del 1128 - eseguita da Innocenzo II dopo l'elezione nel 1130 -cita :"HOSPITALE de CAMPANA" Sancti Dei Genetricis e S. Pii( chiesa di San Pio ecclesiam Sancti Pii) situata nel Castello Ildegerii " Castel di Ieri)".
  8. ^ Bolla di papa Lucio III, nella quale si cita la chiesa di S. Silvestri in Castello Ildegerii.
  9. ^ Bolla di papa Onorio III in cui viene ancora citata la chiesa Sancti Pii.
  10. ^ Paolo Poncetti in: L'AREA ARCHEOLOGICA SUPEREQUANA.(1982)
  11. ^ Di Giangregorio Maurilio in: "I MARTIRI DI CASTEL DI IERI"
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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