Castelfranco Emilia

Castelfranco Emilia
comune
Castelfranco Emilia – Stemma
Castelfranco Emilia – Bandiera
Castelfranco Emilia – Veduta
Castelfranco Emilia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Modena
Amministrazione
SindacoGiovanni Gargano (PD) dal 10-6-2019
Territorio
Coordinate44°35′48″N 11°03′10″E / 44.596667°N 11.052778°E44.596667; 11.052778 (Castelfranco Emilia)
Altitudine42 m s.l.m.
Superficie102,51 km²
Abitanti33 434[1] (31-1-2024)
Densità326,15 ab./km²
FrazioniCavazzona (La Cavazauna), Gaggio di Piano (Gâz), Manzolino (Manzuléin), Panzano (Panzàn), Piumazzo (Pimâz), Rastellino (Rastléin), Recovato (Arcuè), Riolo (Ariôl).
Comuni confinantiAnzola dell'Emilia (BO), Modena, Nonantola, San Cesario sul Panaro, San Giovanni in Persiceto (BO), Sant'Agata Bolognese (BO), Valsamoggia (BO)
Altre informazioni
Cod. postale41013
Prefisso059
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT036006
Cod. catastaleC107
TargaMO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 269 GG[3]
Nome abitanticastelfranchesi
Patronosan Donnino
Giorno festivo9 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castelfranco Emilia
Castelfranco Emilia
Castelfranco Emilia – Mappa
Castelfranco Emilia – Mappa
Posizione del comune di Castelfranco Emilia all'interno della provincia di Modena
Sito istituzionale

Castelfranco Emilia (Castèl nel dialetto bolognese rustico occidentale locale, Castelfrànc in dialetto bolognese[4] e in dialetto modenese, Forum Gallorum e Castrum Francum in latino) è un comune italiano di 33 434 abitanti della provincia di Modena in Emilia-Romagna. Fa parte dell'Unione del Sorbara.

Fino al 1929 la città apparteneva alla provincia di Bologna. Tale legame culturale è ancora presente, sia per il dialetto parlato[5], facente parte dei dialetti bolognesi rustici occidentali, che per l'appartenenza alla diocesi bolognese.[6]

La superficie del comune risulta essere molto vasta rispetto alla media dei comuni circostanti: ciò è dato dalla decisione, assunta nel 1861, di accorpare a Castelfranco Emilia il territorio di Piumazzo, fino a quel momento comune a sé stante della provincia di Bologna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Castelfranco Emilia sorge nella pianura padana, tra Bologna e Modena. Il territorio comunale risulta essere molto ricco di acqua, in particolar modo è diffuso il fenomeno delle risorgive. Il centro storico è sorto lungo la direttrice principale che taglia a metà il paese: la via Emilia. Dagli inizi degli anni novanta, il paese ha conosciuto una rapida crescita demografica che ha portato un'espansione dell'agglomerato urbano in direzione sud, in quanto la zona nord è limitata dal passaggio dell'asse ferroviario. Il vasto territorio comunale è caratterizzato da una campagna intensamente coltivata, pari a 91,3 km², corrispondente all'89,1% di tutta la superficie del comune.[7] Sono presenti aree boschive di modeste dimensioni: Bosco Albergati e Villa Sorra. Tra le specie che ospitano le acque dolci di Castelfranco c'è l'alborella (Alburnus arborella).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lapide ai caduti partigiani sotto il portico antistante alla chiesa di Santa Maria Assunta

In età romana la zona era conosciuta per i terreni paludosi. Vi sorgeva un centro nelle vicinanze della via Aemilia, nel circondario della più centrale Mutina, denominato Forum Gallorum. Durante la guerra di Modena del 44-43 a.C. la conformazione del territorio ne rese preferibile l'utilizzo come teatro di guerra, avendovi luogo una battaglia tra Antonio e i consoli Irzio e Pansa. Danno notizia del centro di Forum Gallorum Cicerone nelle Lettere ai familiari e Appiano nei Bella Civilia.[8]

In riferimento all'anno di fondazione del Borgo Franco (nome originario di Castelfranco) esistono pareri non concordi: secondo lo storico Leandro Alberti è il 1224, mentre secondo lo storico Alessandro Bacchi è il 1226. Le mura costruite a difesa del paese occupavano l'area delle odierne vie circondarie: alcuni resti, venuti alla luce durante la costruzione di piazza Aldo Moro, sono ancora oggi visibili. Ai nuovi abitanti del paese, Bologna concesse particolari condizioni fiscali in quanto il Borgo Franco si configurava, in senso geografico e politico, come ultimo centro bolognese in prossimità del confine con la nemica Modena e quindi fungeva da avamposto di difesa.[9]

Dal 1322 al 1325 Castelfranco Emilia viene comunque occupata dai modenesi appoggiati dai Visconti, i quali vi rimasero con alterne vicende fino al 1361. Nel 1434 Castelfranco viene espugnata da una compagnia guidata da Brandolino Conte Brandolini, patrizio forlivese, e dal Gattamelata; nel 1443, invece, subisce l'assedio da parte di Niccolò Piccinino e Luigi dal Verme, a cui riesce a resistere. Il 27 ottobre 1542 il senato di Bologna riconosce formalmente il comune di Castelfranco Emilia che potrà così adottare lo stemma attuale con la rocca.

Nel 1506 passa insieme a Bologna sotto lo Stato Pontificio: risulta quindi essere l'unico paese dell'attuale Provincia di Modena che non abbia fatto parte dell'ex Ducato di Modena e Reggio; questo controllo durerà ininterrottamente fino al 1796 con l'arrivo delle truppe di Napoleone per finire definitivamente nel 1859 con l'annessione al regno d'Italia.[9] Nel 1929 il comune venne distaccato dalla provincia di Bologna e aggregato a quella di Modena[10]. Il paese viene liberato dalle forze di occupazione nazifasciste il 22 aprile 1945[11] e nei mesi successivi, la zona fu insanguinata dalle uccisioni, per opera di bande organizzate di partigiani comunisti, di ex appartenenti al disciolto Partito Fascista, di civili e di sacerdoti cattolici.

In relazione a questa situazione è stato coniato il termine triangolo della morte con vertici il capoluogo di Castelfranco Emilia e le sue frazioni di Manzolino e Piumazzo. I responsabili delle esecuzioni, che non rientrarono tra i beneficiari dei casi previsti dall'amnistia di Togliatti, riuscirono a fuggire oltre la Cortina di Ferro[12]. Nella frazione Manzolino erano residenti i quattro Fratelli Moscardini caduti durante la Guerra di liberazione. Piumazzo è invece l'attuale residenza dello storico Valerio Massimo Manfredi. Fra Modena e Castelfranco Emilia si trova la frazione Gaggio di Piano. Nel 1997 viene stretto il gemellaggio con il comune bavarese di Marktredwitz.

Nel novembre del 2005 viene conferita la Medaglia d'argento al Valore Civile nel sessantunesimo anniversario dell'uccisione di 11 castelfranchesi da parte di soldati tedeschi durante il secondo Conflitto Mondiale. Nel 2006 è stato conferito al comune il titolo di "Città di Castelfranco Emilia" dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 3 ottobre 1932.[13]

«D'azzurro, alla rocca merlata di tre pezzi alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, terrazzata di verde, accompagnata in capo da una fascia arcuata d'argento carica di tre gigli d'oro in caselle partite d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il castello è un'arma parlante con riferimento al toponimo; l'appartenenza storica al contado bolognese di questa antica podesteria, ora in provincia di Modena, è ricordata dai gigli nella parte superiore, che derivano da un precedente capo d'Angiò, sebbene alterato nella forma e nei colori.

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 9 luglio 1953, è un drappo partito di bianco e di giallo

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica[14]»
— 7 novembre 2006

Castelfranco Emilia è una delle città decorata con la medaglia d'argento al merito civile in seguito ai particolari atti di abnegazione della comunità durante la resistenza ai nazi-fascisti durante la fine della seconda guerra mondiale[15].

Medaglia d'argendo al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«“Centro occupato dalle truppe tedesche subì feroci rastrellamenti da parte delle SS, che catturarono numerosi suoi concittadini, in particolare contadini ed allevatori, sottoponendoli a sevizie e torture e massacrandoli brutalmente a raffiche di mitra. Con eroico coraggio ed indomito spirito patriottico partecipò attivamente alla lotta partigiana, pagando un notevole tributo di vite umane e di danni materiali”.»
— Castelfranco Emilia (MO), dicembre 1944 - marzo 1945, 26 ottobre 2005[16]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Corso Martiri (via Emilia)
Chiesa di San Giacomo (particolare)

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Tra i luoghi di interesse storico spicca il Forte Urbano e il castello di Panzano.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[17]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gli stranieri residenti nel comune sono 5 233, ovvero il 13,2% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[18]:

  1. Marocco, 910
  2. Romania, 578
  3. Albania, 411
  4. India, 408
  5. Tunisia, 351
  6. Turchia, 180
  7. Moldavia, 165
  8. Ucraina, 155
  9. Polonia, 136
  10. Ghana, 112
  11. Kazakistan 73
  12. Cina Rep. Popolare 63
  13. Stati Uniti d'America 49

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Maschera storica[modifica | modifica wikitesto]

La maschera storica del paese è Tabaréin: un oste titolare di un'ipotetica locanda sita nella zona ovest della città. Tale figura è caratterizzata dall'avere una gobba e, per tale motivo, veniva sbeffeggiato dai propri concittadini col detto dialettale Tabréin gubèla cum vèla? ("Tabrein, come va con la gobba?").[19]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo bandistico[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo bandistico è stato fondato nel 1842 e fa parte delle Società Centenarie Modenesi: è la fondazione stabile più antica nel territorio di Castelfranco Emilia (persino antecedente al comune stesso). Il corpo bandistico, formato da circa 40 elementi, esegue servizi civili per i comuni del comprensorio del Sorbara (Castelfranco Emilia e Nonantola), in quanto nasce dalla fusione delle due bande comunali di Castelfranco Emilia e Nonantola nel 1983, e svolge altresì servizi religiosi per le parrocchie del territorio.

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Scuola elementare "Guglielmo Marconi", costruita negli anni cinquanta. Nel 2007 incorporando anche la scuola media si trasforma nel 2° Istituto Comprensivo del paese.
  • Istituto Agrario e Enogastronomico "Lazzaro Spallanzani": è un istituto superiore che si occupa della tutela dell'ambiente e delle trasformazioni dei prodotti. agricoli e caseari. L'offerta formativa si finalizza al raggiungimento della qualifica di Agrotecnico e Perito agrario. Dal 2011 è inoltre un istituto enogastronomico.
  • Istituto Comprensivo Statale "Guido Guinizelli".

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

Con 71 166 prestiti, la biblioteca di Castelfranco si è posizionata nel 2011 al terzo posto in questa graduatoria nella provincia di Modena.[20]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Teatri[modifica | modifica wikitesto]

Particolare dello stemma sulla facciata del Forte Urbano

Teatro Dadà, gestito dall'Emilia Romagna Teatro, ha sede in piazzale Curiel 26. Di proprietà del comune, ha una capienza di 371 posti, di cui 288 in platea e 88 in galleria[21].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Castelfranco Emilia vanta la paternità della più famosa pasta emiliana: i tortellini.[22] Infatti, secondo la leggenda, è qui che furono "creati" per la prima volta da un oste che sbirciando dal buco della serratura vide una dama nuda mentre si lavava. Rimase colpito dall'ombelico e da ciò prese ispirazione per creare tale pietanza. Questa leggenda popolare viene rappresentata ogni anno durante la Sagra del tortellino (o Festa di San Nicola) la seconda settimana di settembre.

Ancora oggigiorno Bologna e Modena si contendono l'invenzione, come si sono contesi per lungo tempo questa terra di confine situata proprio a metà tra i territori delle due province acerrime rivali, sull'antichissima strada costruita dai Romani: la via Emilia. La terra è zona di produzione dei vini Bianco di Castelfranco Emilia e lambrusco, particolarmente il vitigno "Grasparossa di Castelvetro".

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Festa di San Nicola[modifica | modifica wikitesto]

Festa agostiniana che celebra, il secondo fine settimana di settembre, il San Nicola come da tradizione dell'antico convento dei padri agostiniani di cui rimane traccia nella chiesa di San Giacomo.

Sagra del tortellino[modifica | modifica wikitesto]

Celebrazione che si tiene ogni anno la seconda settimana di settembre per celebrare il prodotto gastronomico più noto dell'Emilia che qui ha, per tradizione, la sua culla.

La fiorita[modifica | modifica wikitesto]

Festa religiosa che si tiene l'8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione, per celebrare il voto fatto dalla comunità castelfranchese al tempo della peste: se il paese non fosse stato toccato dall'epidemia si sarebbe onorata la Madonna in perpetuo. Così avvenne e in segno di ringraziamento viene organizzata una processione in cui i bambini portano un fiore alla statua della Madonna adiacente alla chiesa omonima.

Motori e sapori[modifica | modifica wikitesto]

Festa che si tiene la domenica prossima alla ricorrenza di San Giuseppe, per l'occasione viene chiusa la Via Emilia e vengono esposte macchine d'epoca. Vi sono anche stand gastronomici che offrono piatti tipici locali.

Castelfranco Blues Festival[modifica | modifica wikitesto]

Manifestazione che cade un week-end tra la fine di maggio ed inizio di giugno. È un festival dedicato ad artisti blues italiani, con la partecipazione anche di ospiti statunitensi.

Nelle frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Carnevale dei Ragazzi di Piumazzo[modifica | modifica wikitesto]

Ottavario della Madonna della Provvidenza. Si tiene a Piumazzo, ogni anno, nel periodo compreso tra l'ultima domenica di maggio e la prima di giugno. Per l'occasione l'immagine della Madonna della Provvidenza contenuta nella fioriera, viene portata dal santuario sito nell'omonimo borgo fino a Piumazzo, e qui resta per l'intera settimana. Il mercoledì dell'Ottavario è il momento culminante della festa. Si celebrano le SS. Cresime al mattino (con un Vescovo di Bologna perché, sebbene amministrativamente Piumazzo appartenga ora alla Provincia di Modena, tuttavia la Curia di pertinenza è rimasta quella di Bologna), la processione con l'immagine sacra all'imbrunire, la festa di piazza la sera.

Palio dei Ciuchi[modifica | modifica wikitesto]

Il palio si tiene l'ultima domenica di settembre in occasione della festa del Ringraziamento e vede contrapposte le contrade della frazione di Manzolino in una sfida a cavallo di asini.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

In una delle aree maggiormente vocate alla coltivazione intensiva delle piante da frutto in Italia, Castelfranco Emilia è il comune della provincia di Modena con la maggior superficie territoriale dedicata a questa coltivazione (1.073,70 ha, circa 1/10 di tutta le superficie interessata in Provincia), è secondo per numero di giornate/anno di lavoro aziendale in agricoltura (231.178), terzo per numero di aziende agricole (665)[23].

Attività estrattiva[modifica | modifica wikitesto]

È presente un sito di estrazione di metano a Recovato, frazione di Castelfranco Emilia.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Stazione tranviaria di Castelfranco Emilia

Il Comune di Castelfranco Emilia vanta una rete stradale di circa 216 km. La principale arteria di importanza nazionale è la via Emilia (s.s. n. 9). Le arterie di importanza provinciale sono le strade provinciali n. 14 e la n. 6 (SP 14 di Castelfranco Emilia e SP 6 di S.Giovanni in Persiceto).

La città ha una stazione ferroviaria posta sulla linea ferroviaria Milano-Bologna[24] e servita da collegamenti regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Emilia-Romagna. Il territorio castelfranchese è attraversato dalla linea ad alta velocità Milano-Bologna. Tale tracciato passa a nord del paese.

Fra il 1912 e il 1934 Castelfranco Emilia rappresentò il capolinea settentrionale della tranvia Castelfranco-Bazzano, esercita con trazione a vapore e raccordata ai fini del traffico merci con la stazione ferroviaria. La stazione tranviaria sorgeva sul lato nord di piazza della Vittoria.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Castelfranco Emilia.

Il comune di Castelfranco è stato sempre guidato, dal secondo dopoguerra ad oggi, da formazioni politiche di centro-sinistra.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Patti d'amicizia[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La Polisportiva Virtus Castelfranco Emilia Calcio è la squadra di calcio che attualmente gioca in Eccellenza. In data 24 maggio 2022 , dopo 46 anni, il Presidente Paolo Chezzi annuncia le proprie dimissioni[26].

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

La Borghi Castelfranco Volley, la locale squadra di pallavolo maschile, è stata promossa in serie B il 29 marzo 2014, raggiungendo il risultato più importante nella storia della Polisportiva Castelfranco.

A.S.D. Polisportiva Manzolino, nella stagione 2018/2019 realizza 46 punti nel campionato provinciale pallavolo FIPAV di seconda divisione femminile.

Pattinaggio artistico[modifica | modifica wikitesto]

Dalila Laneve, campionessa europea 2012 di pattinaggio rotelle artistico.

Karting[modifica | modifica wikitesto]

Al Kartodromo Rastellino, pista di circa 600 m, nella frazione di Rastellino, a pochi chilometri dal paese.

Atletica leggera[modifica | modifica wikitesto]

Elisa Cusma varie volte campionessa italiana di mezzofondo e semifinalista alle olimpiadi negli 800 metri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luigi Lepri, Daniele Vitali (a cura di), Dizionario Bolognese Italiano / Italiano-Bolognese, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 348-354, ISBN 978-88-8342-594-3.
  5. ^ www.bulaggna.it Archiviato il 28 maggio 2011 in Internet Archive.
  6. ^ www.bologna.chiesacattolica.it, su bologna.chiesacattolica.it. URL consultato il 5 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).
  7. ^ Marco Pederzoli, Stop cemento, terreni restituiti all'agricoltura, in Il Resto del Carlino, 7 giugno 2022, p. 22.
  8. ^ Appiano, Bella Civilia, III, 9, 66, 70; Cicerone, Ad familiares, X, 30.
  9. ^ a b Informazioni tratte dal sito del comune.
  10. ^ Regio Decreto Legge 24 gennaio 1929, n. 106, art. 1
  11. ^ www.anpi.it Archiviato il 26 novembre 2012 in Internet Archive.
  12. ^ Tratto dal Corriere della Sera del 6 maggio 2005
  13. ^ Castefranco Emilia, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 14 dicembre 2022.
  14. ^ Riconoscimento del Titolo di Città (PDF), su comune.castelfranco-emilia.mo.it.
  15. ^ A Castelfranco la Medaglia d’Argento al Valore Civile, su Sassuolo 2000, 26 ottobre 2005. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  16. ^ Copia archiviata, su comune.castelfranco-emilia.mo.gov.it. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  17. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  18. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 21 febbraio 2013 (archiviato il 22 giugno 2013).
  19. ^ Rassegna stampa 5/03/11 (PDF), su comune.castelfranco-emilia.mo.it, p. 3. URL consultato il 14 dicembre 2022.
  20. ^ Fonte: Centro di documentazione provinciale di Modena
  21. ^ www.emiliaromagnateatro.com Archiviato il 10 marzo 2012 in Internet Archive.
  22. ^ Tortellini di Venere
  23. ^ Fonte ISTAT - 5º censimento generale agricoltura anno 2000
  24. ^ Informazione tratta dal sito ufficiale del comune
  25. ^ Interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo (PDF), su comune.forli.fc.it. URL consultato il 19 novembre 2020.
  26. ^ DAVIDE SETTI, Chezzi dopo 46 anni saluta il Castelfranco - Sport - ilrestodelcarlino.it, su il Resto del Carlino, 25 maggio 2022. URL consultato il 14 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Città di Castelfranco Emilia, edito dal Comune di Castelfranco Emilia, 2007.
  • AA.VV., La parrocchia di Castelfranco Emilia, edito da Arbe, Modena 1987.
  • AA.VV., Guida alle Chiese del territorio, Ecclesia, Castelfranco Emilia 2005
  • Andrea Di Paolo, Villa Sorra, Storia di un luogo straordinario tra Modena e Bologna, Ed. Sigem, Modena, 2014, ISBN 978-88-7387-043-2.
  • Antonio Masini, Bologna perlustrata, 1666
  • Giampaolo Pansa, Il sangue dei vinti, Sperling Bestseller, 2006. ISBN 88-6061-092-3.
  • Saltini Antonio, Salomoni M. Teresa, Rossi Cescati Stefano, Via Emilia. Percorsi inconsueti fra i comuni dell'antica strada consolare, Edagricole, Bologna, 2003. ISBN 88-506-4958-4.
  • Terenzio Ascari, La lunga strada delle libertà, a cura dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, 1994.
  • Maurizio Baroni e Maurizio Benassi, Castelfranco Emilia nei ricordi, Castelfranco Emilia, Edizioni Multimedia Arte e Comunicazione, Dicembre 2000. URL consultato il 23 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2020).
  • Maurizio Benassi e Francesca Benassi, Cento anni di immagini a Castelfranco Emilia e dintorni, Castelfranco Emilia, Edizioni Multimedia Arte e Comunicazione. URL consultato il 10 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2017).
  • Sandro Bellei, Maurizio Benassi, Francesco Battaglia e Francesca Benassi, Navigatore Gastrononomico di Castelfranco Emilia - Tradizioni e Ricette, Edizioni CDL. URL consultato il 6 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2020).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN149109389 · SBN UBOV058624 · LCCN (ENn99024060 · J9U (ENHE987007491701905171
  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia