Castello di Pessola

Castello di Pessola
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàPessola, frazione di Varsi
Coordinate44°38′26.14″N 9°52′32.93″E / 44.640594°N 9.875813°E44.640594; 9.875813
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Pessola
Informazioni generali
Tipocastello
Inizio costruzioneentro il XIII secolo
Materialepietra
Condizione attualescomparso
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicadifesa della val Pessola
[1]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il castello di Pessola, noto anche come castello dell'Agnellina, era un maniero medievale, che sorgeva nel piccolo centro di Pessola, frazione di Varsi, in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello fu edificato in epoca medievale, forse nel XIII secolo da Armando da Pessola,[2] che nel 1271 fu costretto a venderlo al Comune di Piacenza;[3] pochi giorni dopo la cessione un gruppo di fuoriusciti parmigiani e piacentini alleati del conte Ubertino Landi se ne impossessò, ma fu contrattaccato dalle truppe comunali e dopo un breve assedio fu sopraffatto.[4]

In seguito il maniero passò ai marchesi Pallavicino di Pellegrino,[2] unitamente a Carpadasco, alla val Mozzola, alla val Cenedola e alla valle dello Stirone.[5]

Nel 1428 il castello di Pellegrino fu assaltato dalle truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino; il marchese Manfredo Pallavicino fu arrestato e costretto sotto tortura a confessare di aver congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte.[6] Nel 1438 il feudo fu assegnato al Piccinino, al quale succedettero i figli Francesco e Jacopo.[7]

Nel 1472 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò Pellegrino e tutte le pertinenze, tra cui Pessola col suo castello, al cugino Lodovico Fogliani,[8] al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza.[7]

L'ultimo marchese Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, dal 1755 viceré di Sicilia, nel 1759 rinunciò ai propri feudi in favore di Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella.[7]

Il maniero, da lungo tempo abbandonato, cadde in rovina, tanto che nel 1804, un anno prima dell'abolizione dei diritti feudali sancita dai decreti napoleonici,[7] risultavano sopravviverne soltanto alcuni ruderi delle murature, oltre ai sotterranei;[9] in seguito anche delle ultime vestigia si perse ogni traccia.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Solignano, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 29 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2018).
  2. ^ a b Castello di Pessola o dell'Agnellina (Varsi), su castellidellavalceno.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
  3. ^ Poggiali, 1758, p. 331.
  4. ^ Poggiali, 1758, p. 332.
  5. ^ Fallini, p. 55.
  6. ^ Fatti, misfatti e misteri di un millenario Castello (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
  7. ^ a b c d Molossi, p. 357.
  8. ^ Poggiali, 1760, p. 9.
  9. ^ Molossi, p. 360.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Fallini, Monasteri: alle radici della città e del territorio di Parma nel Medioevo, Parma, MUP, 2007.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo V, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1758.
  • Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo VIII, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1760.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]