Castelsardo

Castelsardo
comune
(IT) Castelsardo
(SDC) Castheddu Sardhu, Calteddu
Castelsardo – Stemma
Castelsardo – Bandiera
Castelsardo – Veduta
Castelsardo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoAntonio Maria Capula (lista civica) dal 17-6-2019
Territorio
Coordinate40°54′52″N 8°42′46″E / 40.914444°N 8.712778°E40.914444; 8.712778 (Castelsardo)
Altitudine114 m s.l.m.
Superficie43,34 km²
Abitanti5 603[1] (31-1-2024)
Densità129,28 ab./km²
FrazioniLu Bagnu, Multeddu, San Giovanni, Terra Bianca
Comuni confinantiSedini, Sorso, Tergu, Valledoria
Altre informazioni
Cod. postale07031
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090023
Cod. catastaleC272
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) castellanesi
(SDC) casthiddani
(var. loc. caltiddani)
Patronosant'Antonio abate
Giorno festivo17 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castelsardo
Castelsardo
Castelsardo – Mappa
Castelsardo – Mappa
Posizione del comune di Castelsardo nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Castelsardo, talvolta Castel Sardo,[3] (Castheddu Sardhu in sassarese, Calteddu nella parlate locale in castellanese, Casteddu Sardu in sardo) è un comune italiano di 5 603 abitanti, facente parte della Rete metropolitana del Nord Sardegna, della provincia di Sassari in Sardegna.

La città è inserita in diverse reti, fra le quali "I borghi più belli d'Italia", "Les Plus Beaux Villages de la Terre", "Città regie della Sardegna" e la "Conferenza permanente delle Città storiche del Mediterraneo".

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Castelsardo si affaccia al centro del golfo dell'Asinara, nella regione storica dell'Anglona nel nord della Sardegna, in un susseguirsi di coste rocciose trachitiche con piccole insenature, con l'eccezione della spiaggia di Lu Bagnu. Grazie a questa posizione la località, oltre ad essere esposta ai venti, gode di un panorama unico spaziando su tutte le coste del golfo, comprese quelle della Corsica.
Appartengono al territorio di Castelsardo l'isola di Molino e gli scogli Forani.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Testa taurina all'interno della domus de janas della roccia dell'Elefante

Preistoria e storia antica[modifica | modifica wikitesto]

La particolare posizione, oltre all'esistenza di piccoli approdi naturali, contribuì sicuramente alla scelta del luogo come sede di antichi insediamenti pre-nuragici e nuragici per i quali si stanno effettuando studi sempre più approfonditi anche in collegamento con la storia del Mediterraneo. Il sito fu frequentato in periodo romano di cui rimangono numerose testimonianze[4]. A quei tempi l'approdo era situato su una spiaggia denominata Fritum Janii (porto di Giano) da cui il nome del villaggio che vi sorgeva sino alla fine del medioevo e l'odierno nome del porto e della collina sovrastante, Frigiano.

Detto approdo fungeva da scalo commerciale per la cittadina di Tibula, mai individuata con certezza, ma collocata da alcuni in territorio di Castelsardo[4]. Vi erano anche altri approdi, come il portum granaticum (Lu Grannadu) e Cala Lagustina o Hostilia (Baia Ostina).

Storia medievale[modifica | modifica wikitesto]

Con la caduta dell'Impero Romano e la presa di potere da parte dei vari Giudici, con l'andare degli anni molte terre vennero donate dai giudici turritani a vari ordini monastici.

Il castello di Castelsardo

A pochi chilometri venne fondato l'importantissimo monastero benedettino di Tergu, ora in fase di studio archeologico, mentre sul colle di Frigiano vi era già un monastero probabilmente di eremiti antoniani, intorno a cui si aggregò la popolazione locale, per lo più dispersa in focolai rurali. Tale centro di aggregazione perse di importanza, per divenire poi un lazzaretto, quando nel 1102 venne fondato il castello della famiglia genovese dei Doria, battezzato Castelgenovese, da non confondere con Castel Doria[5]. Questa è considerata la data ufficiale di fondazione del castello, ma studi successivi indicano come data ben più probabile il 1270, periodo principe dell'incastellamento feudale nel Nord-Sardegna.

Gli abitanti della zona si trasferirono progressivamente all'interno della rocca, dotata di un approdo indipendente e di numerose vasche per la raccolta dell'acqua; importante fu anche l'afflusso di famiglie còrse e liguri[6]. Quella fu la nascita del paese così come ancora oggi possiamo vederlo, nonostante l'urbanizzazione avvenuta dal 1950 ad oggi. Esso fu, con qualche breve parentesi, la sede dei Doria in Sardegna durante le varie lotte per il possesso dell'isola che portarono allo sfinimento di tutte le forze in campo. A cominciare dai Doria, passando per i Giudici di Arborea, tanto che la moglie di Brancaleone Doria, Eleonora D'Arborea, vi abitò per anni, fino agli aragonesi, che uscirono vincitori dagli ultimi conflitti, ma dopo aver pagato un alto prezzo in termini di vite, denari e tempo. Castelsardo fu l'ultima città dell'isola a venir inglobata dal Regno di Sardegna aragonese, nel 1448, lo stesso anno in cui venne nominata Città Regia.[7] Dai confini del Regno sardo restò fuori solo l'arcipelago della Maddalena, che venne annesso da Carlo Emanuele III di Savoia nel 1767-69.[8]

Storia moderna e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Pala d'altare del Maestro di Castelsardo (XVI sec.), cattedrale di Sant'Antonio Abate

La rocca, così come era stata concepita, risultò imprendibile fino all'avvento delle armi moderne. Dal 1520 (la data non è certa) il paese venne rinominato Castellaragonès (Castelaragonese); nel frattempo divenne sede vescovile, sostituendo così l'ormai scomparsa Empúries, di cui però conservò la denominazione; nel 1586 si ha l'inizio della costruzione della cattedrale. Nel romanzo di Giulio Angioni intitolato Le fiamme di Toledo, del 2006, l'autore mette in scena, sugli spalti del castello, una lunga disputa teologica, verosimilmente svoltasi, verso il 1550, tra Gaspar Centelles, allora governatore del castello, e il giovane magistrato cagliaritano Sigismondo Arquer: ambedue finirono sul rogo per eresia in Spagna ai tempi di Filippo II.[9]

Nel 1767 Castelsardo, sotto la dinastia sabauda, assunse l'attuale denominazione durante il regno di Carlo Emanuele III, ma a differenza di altre città regie, come Alghero, Bosa, Cagliari, Oristano e Sassari, conservò nel proprio stemma le barre d'Aragona del passato regime, invece di sostituirle con la croce dei Savoia.

La città cominciò a perdere di importanza verso la prima metà dell'ottocento, schiacciato da dei proprietari terrieri troppo autoritari e da un impoverimento della vita culturale e sociale, unica alternativa alle poche terre coltivabili, dovuta al progressivo allontanarsi dei seminaristi, dei frati, del vescovo.

La peste di fine secolo, arrivata con notevole ritardo rispetto al resto dell'isola, completò l'opera condannando il paese al periodo più povero della propria storia, superato grazie ai molti figli emigrati e poi rientrati, ai finanziamenti delle varie amministrazioni, all'industria del turismo, sempre attenta ai luoghi ricchi di mare, fascino e storia.

È in corso un adeguamento delle infrastrutture atte alla ricezione di un turismo attento e colto, nonché un rilancio delle iniziative culturali tra cui non ultima la riqualificazione della biblioteca, recentemente trasferita, assieme al prezioso archivio storico, in un palazzo posto a ridosso del Castello dei Doria.

Il campanile della cattedrale
La chiesa di Santa Maria delle Grazie
La torre costiera di Frigiano

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone di Castelsardo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 febbraio 1994.[10]

«D'azzurro, al castello di argento, murato di nero, fondato in punta, aperto del campo, il fastigio privo di merli, esso castello munito di tre torri merlate di tre alla guelfa, la torre centrale più alta e più larga, cimata dalla bandiera bifida, di rosso, astata di nero, caricata dell'aquila di nero e sventolante a sinistra; il tutto sotto il capo d'oro, caricato da quattro pali di rosso ed ornamenti esteriori da Comune, con sottostante il motto Pax et bonum Rem Publicam conservant – AD 1102

Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di rosso.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Titolo del 1448 rilasciato dalla corona di Aragona[10]»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • la Concattedrale di Sant'Antonio Abate, con la pala d'altare del maestro di Castelsardo e il campanile culminante in una cupola maiolicata di diverse colorazioni;
  • le cripte sottostanti la concattedrale, nelle quali è ubicato il bellissimo museo "Maestro di Castelsardo";
  • la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il Cristo nero, ligneo;
  • il monastero dei Benedettini, acquisito al patrimonio comunale ed in fase di restauro, che ospiterà il centro di documentazione sulla storia della città regia;
  • l'episcopio, sede del vescovo di Ampurias dal 1503, restaurato;

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • il palazzo dei Doria;
  • il palazzo "La Loggia" (restaurato) ed oggi sede del Consiglio comunale;
  • il palazzo Eleonora d'Arborea (restaurato), sede di rappresentanza del sindaco e sede della vetrina telematica dalla quale è possibile partire con visite teleguidate per il borgo antico;
  • la sede dell'archivio storico, restaurata, con un doppio accesso da via Vittorio Emanuele e da via Marconi.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Interno del castello di Castelsardo

L'intero borgo, edificato sulla rocca e interamente circondato da possenti mura (con 17 torri, delle quali solo tre a pianta quadra) è costituito di case antiche di secoli.

  • castello dei Doria del 1102, sede del rinnovato MIM (Museo dell'intreccio mediterraneo), il sito museale più visitato della Sardegna, è stato recentemente oggetto di lavori di restauro delle sale e di modernizzazione museografica;
  • la cinta muraria a mare ed il percorso di sentinella (ripristinato nell'area di Manganella, con l'accesso al mare "Mandracho del soccoro", da cui si gode di una splendida vista sull'intero golfo dell'Asinara
  • il ponte levatoio e la porta Pisana, uno dei due accessi alla città, recuperati;

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Nuraghe Paddaju
Roccia dell'Elefante.

Fra i siti archeologici:

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Lingua e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua sassarese, Lingua gallurese e Lingua corsa.

Il castellanese è parlato nel capoluogo e nella frazione di Lu Bagnu. È una varietà di transizione tra il gallurese e il sassarese. Ha una base morfologica e lessicale di origine corsa mentre la sintassi è condivisa col sardo. Sul piano fonetico ha subito l'influsso del ligure medievale e più di recente del sassarese. Accanto ad alcuni arcaismi liguri risalenti al dominio dei Doria, presenta un rilevante numero di parole sardo-logudoresi oltre che di origine catalana e spagnola. Nelle frazioni di Multeddu, Peddra Sciolta e San Giovanni di Salasgiu si parla il dialetto di Sedini.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

L'Arcangelo Michele opera del Maestro di Castelsardo

Il paese è sede della Confraternita di Santa Croce che ha la propria sede nell'Oratorio di Santa Maria. La sua storia prosegue ininterrotta dalla fondazione (XVI secolo), così come ininterrotto è stato il tramandarsi dei canti e delle relative tecniche. La confraternita, pur essendo composta da laici, è di carattere religioso, e dipende direttamente dal Vescovo, che ha facoltà di legittimarne il priore (che viene eletto ogni anno) come anche di sciogliere la confraternita stessa. Questo perché, essendo stata per lunghi periodi l'unico centro di aggregazione e di affermazione sociale, molto spesso ha contribuito alla formazione di gruppi di potere all'interno del paese e della diocesi, a volte in aperto contrasto con il Vescovo stesso.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

L'evento più importante e famoso che caratterizza il paese è l'insieme dei riti della settimana santa. Esiste a Castelsardo una tradizione secolare, portata avanti dalla Confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo. La giornata più pittoresca e interessante è il lunissanti in cui oltre a varie processioni, viene praticato un pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu. L'evento è noto in tutto il mondo e la confraternita è oggetto di studio da parte dei musicologi. Fra gli eventi minori, la festa del patrono del 17 gennaio, la processione in mare con la Madonna dei pescatori il 15 agosto, la festa di San Giovanni del 24 giugno (consuetudine questa che prende origine dai riti pagani di inizio estate, in cui i "compari" e le "comari" saltavano in coppia i falò) ormai quasi del tutto in disuso.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

I servizi scolastici comprendono: un istituto comprensivo con scuola materna, scuola elementare "Maestro di Castelsardo", scuola media "Eleonora d'Arborea; vi è un Liceo Scientifico e un giardino d'infanzia.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Le sale del Castello, le cripte della Cattedrale, il seminario vescovile e l'episcopio ospitano interessanti esposizioni permanenti ed allestimenti tematici. In particolare il Museo dell'Intreccio mediterraneo, ospitato all'interno del Castello dei Doria, risulta, con oltre 100 000 visitatori paganti all'anno, il sito culturale (fra musei, nuraghi, aree archeologiche) più visitato della Sardegna. Dopo una breve chiusura per lavori di restauro, il Castello ed il MIM (Museo dell'Intreccio Mediterraneo) hanno riaperto con una nuova e più efficiente gestione, una più moderna esposizione museografica, tanto da far registrare numeri record di visitatori, oltre 120 000 paganti all'anno.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Tipiche di Castelsardo sono tutte le pietanze a base di pesce, in particolare le aragoste alla castellanese (con una salsa fatta con le uova delle aragoste), astici, granseole, triglie, zerri, pesci San Pietro, ricci e frutti di mare.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Il Cristo nero

Assai significativi anche gli eventi collaterali organizzati dall'amministrazione comunale in occasione della Settimana Santa, in particolare la "Pasquetta in Musica", che si tiene sui prati dove sorgono le mura a mare verso il Ponte levatoio è caratterizzata negli ultimi anni soprattutto da artisti jazz e pop, con la partecipazione, fra i tanti, di: Noemi, Tiromancino, Simone Cristicchi, Eugenio Finardi, Eugenio Bennato, Sergio Cammariere, Franca Masu, Paolo Fresu, Giuliano Sangiorgi, Giorgio Conte, Avion Travel, Jono Manson, Max Gazzè e Piero Marras.

In passato ha ospitato alcune edizioni del prestigioso premio "Navicella Sardegna", riproduzione di un bronzetto votivo nuragico, in argento, offerto e realizzato a mano dal maestro orafo cagliaritano Bruno Busonera, per premiare i sardi e non, che hanno dato lustro all'isola nel mondo. Sono stati premiati, fra gli altri: Paolo Fresu, Caterina Murino, Vittorio Sgarbi,, Giovanni Floris, Elisabetta Canalis, Nicola Lecca, Francesco Cossiga, Barbara Serra, Anna Tifu, monsignor Angelo Becciu, Valeria Marini, Salvatore Mereu, Maria Giacobbe, Flavio Manzoni, Bianca Berlinguer, Melissa Satta, Geppi Cucciari, Giorgio Porrà, Beppe Severgnini. Le prime edizioni del Premio si sono svolte a Cagliari mentre le ultime sono state ospitate a Porto Cervo ed a Porto Rotondo.

Altri importanti eventi si tengono durante tutto il corso dell'anno, in particolare d'estate, quando Castelsardo dal centro storico alle varie piazzette ospita festival di word music, festival letterari (Un'Isola in Rete), talk show, incontri letterari, rappresentazioni teatrali. Da segnalare, in particolare, la notte dei fuochi in programma a ferragosto, quando oltre ai concerti, si svolge un suggestivo spettacolo pirotecnico che dalle terrazze del Castello riempie di luci e di colori il promontorio e di riflessi il mare del Golfo dell'Asinara.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia attuale è basata principalmente sul turismo, sull'edilizia e sulla pesca. Per quanto riguarda il commercio, il paese è ben fornito di negozi dei vari settori, fra cui spiccano quelli di artigianato locale.[12]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

A Castelsardo termina la S.S. 200 che collega con Sassari, che dista 32 km. Da Castelsardo parte la S.S. 134 che collega con Sedini ed altri centri minori dell'Anglona, mentre la S.P. 90 conduce, con una strada panoramica molto suggestiva, a Santa Teresa di Gallura.

Porti[modifica | modifica wikitesto]

Porto turistico

Castelsardo dispone di un porto turistico dotato di oltre 700 posti barca. Il porto di Castelsardo è uno dei porti pilota nel programma europeo Odyssea. Varie attività hanno base nel porto: vela, pescaturismo, diving e snorkeling.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

La città dispone di una linea di autobus che attraversa il territorio comunale dal confine con il comune di Sorso fino a quello con il comune di Valledoria, passando per Peruledda, Lu Bagnu, il centro storico, Multeddu; è stato attivato anche un servizio di bus navetta, che dal parcheggio di interscambio, situato nei pressi dello stadio comunale, conduce al centro storico, dove vige una ZTL ed il divieto di accesso per i Bus turistici.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 novembre 1993 9 giugno 1996 Angelo Capula "Eterogenea" Sindaco [13]
9 giugno 1996 16 aprile 2000 Massimo Pinna liste civiche di centro-sinistra Sindaco [14]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Franco Cuccureddu lista civica Sindaco [15]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Franco Cuccureddu lista civica Sindaco [16]
30 maggio 2010 25 maggio 2014 Giovanni Matteo Santoni lista civica "Continuiamo Insieme" Sindaco [17]
25 maggio 2014 17 giugno 2019 Franco Cuccureddu lista civica "Insieme per Crescere" Sindaco [18]
17 giugno 2019 in carica Antonio Maria Capula lista civica "Castelsardo Bene Comune" Sindaco [19]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

  • ASD.CASTELSARDO è la principale squadra della città. La società ha militato nel campionato di Eccellenza Regionale finendo al 3º posto, ma grazie alle semifinali raggiunte nella coppa Italia è stata ammessa al campionato di Serie D. Nella stagione 2007-08 giocò nel campionato di Serie D.

Surf[modifica | modifica wikitesto]

Presso la spiaggia Ampurias (frazione di Lu Bagnu) è operativa la Bulli Surf Club A.S.D., nata nel 2013. Vanta atleti in ambito nazionale ed internazionale.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Castelsardo dispone di uno stadio in erba naturale con tribune coperte, nel quale gioca la locale squadra di calcio ed anche campi da calcetto, pallavolo e tennis.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 gennaio 2024.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ La dizione Castel Sardo è utilizzata anche per una strada che attraversa questo comune Strada statale 134 di Castel Sardo, nonché dalla Capitaneria di porto [1][collegamento interrotto]
  4. ^ a b Paolo Melis, antichità romane del territorio di Castelsardo (Sassari)
  5. ^ Giuseppe Meloni, Casteldoria: processo per una resa, in Archivio Storico Sardo, XXXV, Cagliari, 1986.
  6. ^ LIVI C., La popolazione della Sardegna nel periodo aragonese, in Archivio Storico Sardo, vol. XXXIV, fasc. II, Cagliari, 1984, p. 95.
  7. ^ Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, marzo 1998, p. 389, ISBN 88-7741-760-9.
  8. ^ Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, marzo 1998, p. 464, ISBN 88-7741-760-9.
  9. ^ Giulio Angioni, Le fiamme di Toledo, Palermo, Sellerio, 2006, 265-281; Antonello Mattone, Castellaragonese. Una città fortezza nel Mediterraneo moderno (XVI-XVIII secolo), in AA. VV. (a cura di Antonello Mattone e Alessandro Soddu), Castelsardo. Novecento anni di Storia, Roma, Carocci, 2007, pp. 458-464
  10. ^ a b Città di Castelsardo, su araldicacivica.it. URL consultato il 16 settembre 2022.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 21.
  13. ^ Comunali 21/11/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  14. ^ Comunali 09/06/1996, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  15. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  16. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  17. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  18. ^ Comunali 25/05/2014, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  19. ^ Comunali 17/06/2019, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 12 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 1 (A-D), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
  • Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 4 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
  • Giulio Angioni, Le fiamme di Toledo, Palermo, Sellerio, 2006.
  • Antonello Mattone e Alessandro Soddu (a cura di), Castelsardo. Novecento anni di Storia, Roma, Carocci, 2007.
  • Mauro Maxia, Studi sardo-corsi. Dialettologia e storia della lingua tra le due isole, 2ª ed., Olbia, Taphros, 2010.
  • Mauro Maxia, Fonetica storica del gallurese e della altre varietà sardocorse, Olbia, Taphros, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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