Catherine Grey

Catherine Grey
Ritratto di Frances Brandon, miniatura di Levina Teerlinc, 1555-1560 circa.
Contessa di Hertford
Stemma
Stemma
In caricadicembre 1560 –
26 gennaio 1568
Altri titoliLady Herbert (1553-1554)
NascitaBradgate Park, Leicester, 25 agosto 1540
MorteCockfield Hall, Suffolk, 26 gennaio 1568 (27 anni)
DinastiaGrey
PadreHenry Grey, I duca di Suffolk
MadreFrances Brandon
ConiugiHenry Herbert (1553-1554)
Edward Seymour, I conte di Hertford (1560-1568)
FigliEdward Seymour
Thomas Seymour

Catherine Grey (Bradgate Park, 25 agosto 1540Cockfield Hall, 26 gennaio 1568) era la seconda figlia di Frances Brandon, nipote di Enrico VIII d'Inghilterra in quanto figlia di sua sorella Maria Tudor, e Henry Grey, terzo marchese di Dorset. Era sorella minore di lady Jane Grey che regnò per nove giorni prima di essere spodestata e imprigionata da Maria I d'Inghilterra, primogenita di Enrico VIII. Grazie alle sue parentele Catherine era prossima nella linea di successione alla cugina Elisabetta I d'Inghilterra, ma ella incorse nell'ira della regina quando sposò senza il suo consenso Edward Seymour, I conte di Hertford. Arrestata trascorse il resto della vita in prigione alla Torre di Londra.

I legami con il trono[modifica | modifica wikitesto]

Catherine nacque il 25 agosto 1540 a Bradgate non lontano da Leicester da Frances Brandon ed Henry Grey, I duca di Suffolk. I suoi nonni materni erano Charles Brandon, I duca di Suffolk e Maria Tudor, sorella minore di Enrico VIII d'Inghilterra, che era stata Regina di Francia grazie al suo primo e breve matrimonio con Luigi XII. Attraverso la parentela con Maria Tudor, Catherine, insieme alla sorelle Jane e Mary, poteva aspirare al trono inglese, giacché le tre sorelle erano precedute nelle successione solo dai loro cugini, figli di Enrico VIII, le principesse Maria ed Elisabetta, e il principe Edoardo. I figli di Margherita Tudor - la sorella maggiore di Enrico e di Maria, che aveva sposato il re di Scozia - erano stati infatti esclusi dalla linea di successione per volere del re, che non desiderava, evidentemente, che la Scozia potesse in tal modo sottomettere alla propria corona l'Inghilterra[1].

Primo matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1547 Enrico VIII morì lasciando il trono al figlio decenne Edoardo VI d'Inghilterra. Nel 1553 Edoardo moriva di tubercolosi senza aver lasciato un erede, allora il suo primo ministro John Dudley, I duca di Northumberland procurò di fare in modo che egli escludesse dal testamento la sorellastra Maria, sua legittima erede, a favore della nuora Jane Grey, sorella maggiore di Catherine. Edoardo accettò e con una lettera patente del 21 luglio dello stesso anno nominò Catherine quale erede di Jane, seconda solo a suoi eventuali figli maschi[2]. Due mesi prima, Jane aveva sposato Guilford Dudley e nello stesso giorno Catherine era stata data in moglie a Henry Herbert, II conte di Pembroke, figlio di William Herbert, I conte di Pembroke e di Anne Parr, sorella minore di Caterina Parr, l'ultima delle mogli di Enrico VIII. Il fidanzamento fra i due era stato ratificato nell'agosto del 1552[3]. Dopo il matrimonio i due andarono a vivere al Baynard's Castle[1]. Il regno di Jane Grey durò soltanto nove giorni, prima che Maria I d'Inghilterra la spodestasse e la facesse imprigionare presso la Torre di Londra. Con la famiglia Grey prossima alla disgrazia, il suocero di Catherine decise che per il figlio era opportuno rompere le nozze. Sulla base della dichiarazione che attestava che il matrimonio non era mai stato consumato, Henry Herbert ottenne il divorzio[4].

Successione e complotti[modifica | modifica wikitesto]

Umiliata dal ripudio e più ancora dalla posizione di inferiorità che le veniva data a corte dopo la condanna a morte della sorella Jane ad opera di Maria I d'Inghilterra, che rivendicava i suoi diritti al trono, Catherine odiava sia Maria che Elisabetta. Nonostante questo, Maria restava una regina nubile e Catherine era un'aspirante assai papabile, dal momento che Elisabetta, sorella della regina, era ancora considerata illegittima[1]. Quando Elisabetta venne nominata erede, Catherine retrocesse; ma quando ella, nel 1558, salì nubile al trono, Catherine balzò di nuovo in avanti. Per di più, in quanto marito della defunta regina Maria, il cattolico Filippo II di Spagna rivendicava il trono al posto dell'eretica e illegittima cognata. Fu quindi organizzato un complotto ai danni di Elisabetta, che prevedeva la complicità di Catherine, la quale, in caso il piano avesse avuto successo, avrebbe preso il posto di Elisabetta e sposato don Carlos, figlio di Filippo. Per contrastare il pericolo che la cugina rappresentava, Elisabetta si finse all'improvviso affettuosa con lei e la ricoprì di attenzioni. Catherine cascò nel tranello e il complotto finì per cadere. Gli anni passarono ed Elisabetta rimase nubile e senza figli, tanto che cominciò a diffondersi la voce che avrebbe potuto legalmente adottare Catherine, in modo da consolidare la sua posizione di erede, per altro di fede protestante, così da scongiurare l'ascesa di un altro sovrano cattolico. Ma prima che tutto questo potesse avvenire Catherine decise di risposarsi.

Un matrimonio sconsiderato[modifica | modifica wikitesto]

A Catherine venne presentato Edward Seymour, I conte di Hertford; i due senza chiedere l'autorizzazione della sovrana si sposarono nel dicembre 1560 in una cerimonia segreta che vide la presenza della sola cognata Jane in qualità di testimone. Poco dopo Elisabetta spedì Edward in Europa insieme a Thomas Cecil, I conte di Exeter, figlio di William Cecil, I barone Burghley, perché migliorassero la loro educazione. Prima di partire, Edward stilò un documento tale che, nel caso egli fosse morto, il matrimonio potesse essere provato e la moglie potesse quindi ereditare le sue proprietà[1]. Malauguratamente Catherine perse il documento e quando nello stesso anno morì anche la cognata Jane, non v'era ormai più nessuno che potesse testimoniare l'effettiva celebrazione del suo matrimonio. Nei mesi successivi Catherine continuò a nascondere le nozze, anche quando si accorse di essere rimasta incinta, fino a che decise di rivolgersi a qualcuno perché intercedesse in suo favore presso la regina. Dapprima si confidò con Bess di Hardwick che si rifiutò di ascoltarla e la rimproverò aspramente per aver tentato di coinvolgerla. Catherine andò quindi da suo cognato Robert Dudley, I conte di Leicester. Le camere di lui erano prossime a quelle della regina ed egli, timoroso di essere scoperto nella propria stanza da letto con una donna incinta o di essere udito dalla regina, cercò di liberarsi di lei il più in fretta possibile e il giorno dopo disse a Elisabetta tutto quel che sapeva[1]. La sovrana si adirò grandemente per quel matrimonio segreto contratto tanto sconsideratamente dalla cugina, che oltretutto in tal modo mandava a monte i suoi piani di maritarla con James Hamilton, III conte di Arran, un giovane ed appetibile partito della nobiltà anglo-scozzese. Per altro Elisabetta temeva che, essendo ora incinta, Catherine potesse dimostrarsi maggiormente in grado di lei, regina ancora nubile, di dare un futuro erede al trono inglese, e che questo potesse costituire un incentivo per supportare Catherine in un'eventuale rivolta contro di lei[1]. Quindi decise di rinchiudere i due coniugi nella Torre, dove rimasero per anni. Insieme a loro finì anche Bess Hardwick, giacché la regina s'era convinta che ella fosse coinvolta nel loro matrimonio, e che questo, a sua volta, facesse parte di una grande congiura contro di lei. Nelle fredde stanze dal misero mobilio e con pochi logori stracci, Catherine Grey diede alla luce i due figli:

Nel 1562 le loro nozze vennero annullate, i loro figli dichiarati illegittimi e quindi ineleggibili per una eventuale successione al trono.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la nascita di Thomas, la regina ordinò che Catherine venisse separata in maniera permanente dal marito e dal figlio minore, e dunque essa fu trasferita in custodia dello zio John Grey, presso Pirgo, e lì rimase fino al 1564, quando passò in carico a William Petre. Con lui rimase altri due anni e poi passò sotto la custodia di John Wentworth presso Gosfield Hall, fino a raggiungere Cockfield Hall nel Suffolk, dove morì il 26 gennaio 1568, all'età di ventotto anni, probabilmente vittima della tubercolosi[5]. Venne sepolta nella chiesa locale. Suo marito passò in prigionia nove anni. Nel 1591 Elisabetta gli diede l'opportunità di dimostrare la sua fedeltà dandogli l'incarico di riparare Elvetham, un maniero medievale, in modo da renderlo abitabile dalla corte.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Thomas Grey John Grey  
 
Elisabetta Woodville  
Thomas Grey  
Cecily Bonville William Bonville  
 
Katherine Neville  
Henry Grey  
Robert Wotton Nicholas Wotton  
 
Elizabeth Bamburgh  
Margaret Wotton  
Anne Belknap Henry Belknap  
 
Margaret Knollys  
Catherine Grey  
Sir William Brandon Sir William Brandon  
 
Elizabeth Wingfield  
Charles Brandon, I duca di Suffolk  
Elizabeth Bruyn Henry Bruyn  
 
Elizabeth Darcy  
Frances Brandon  
Enrico VII d'Inghilterra Edmondo Tudor  
 
Margaret Beaufort  
Maria Tudor  
Elisabetta di York Edoardo IV d'Inghilterra  
 
Elisabetta Woodville  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Chapman, Hester: Two Tudor Portraits: Henry Howard, Earl of Surrey and Lady Katherine Grey Jonathan Cape 1960
  2. ^ Ives, Eric: Lady Jane Grey. A Tudor Mystery Wiley-Blackwell
  3. ^ de Lisle, Leanda: The Sisters Who Would be Queen: The Tragedy of Mary, Katherine & Lady Jane Grey Ballantine Books 2009
  4. ^ Haynes, Alan. Sex in Elizabethan England Sutton Publishing 1997
  5. ^ Farquhar, Michael: A Treasure of Royal Scandals Penguin Books 2001

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN34348778 · ISNI (EN0000 0000 5296 8057 · LCCN (ENnr95030799 · GND (DE1147238723 · J9U (ENHE987007431582405171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr95030799
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