Cavalese

Cavalese
comune
Cavalese – Stemma
Cavalese – Bandiera
Cavalese – Veduta
Cavalese – Veduta
Cavalese vista dal Cermis
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoSergio Finato (lista civica Bene comune, lista civica Ambiente comune) dal 21-9-2020
Territorio
Coordinate46°17′28″N 11°27′38″E / 46.291111°N 11.460556°E46.291111; 11.460556 (Cavalese)
Altitudine1 000 m s.l.m.
Superficie45,38 km²
Abitanti4 049[1] (31-10-2021)
Densità89,22 ab./km²
FrazioniCascata, Cavazzal, Marco, Masi di Cavalese, Milon
Comuni confinantiCastello-Molina di Fiemme, Pieve Tesino, Tesero, Ville di Fiemme
Altre informazioni
Cod. postale38033
Prefisso0462
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022050
Cod. catastaleC372
TargaTN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 4 028 GG[3]
Nome abitanticavalesani (dei Masi: masadini)
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cavalese
Cavalese
Cavalese – Mappa
Cavalese – Mappa
Posizione del comune di Cavalese
nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Cavalese (Cavalés in dialetto fiemmese[4]) è un comune italiano di 4 049 abitanti[1] della provincia autonoma di Trento.

Fa parte della Magnifica Comunità di Fiemme ed è il centro amministrativo, culturale e storico della Valle di Fiemme. Situato a 1 000 metri sopra il livello del mare, è una località turistica frequentata sia in inverno sia in estate.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Cavalese si fanno risalire attorno al XI sec, insediamento sviluppatosi in seguito alle lotte di potere tra Welfen (ghibellini) ed i Principi Vescovi di Trento. Sul suo territorio più a valle si ergeva il villaggio di Cadrubio (Quadruvium) dove sono attestati ritrovamenti della tarda età del bronzo e di un castelliere preistorico.

Cadrubio[modifica | modifica wikitesto]

In età tardo-romana e in età barbarica sulla vicina altura di San Valerio si ergeva un castelliere che poi si evolse in un castello e in un santuario. La romanizzazione del luogo è ulteriormente confermata dal ritrovamento di alcune monete antiche e dalla presenza di una necropoli del VI secolo.

Cavalese[modifica | modifica wikitesto]

La cittadina si è sviluppata a partire dal XI secolo, quando lungo le rive del rio Gambis sorsero mulini, segherie e officine da fabbro, per la lavorazione del rame. A partire dall'anno 1026 la Valle di Fiemme era governata dai Principi Vescovi di Trento, ma ottenne ampia autonomia solo a partire dal 1111, attraverso l'istituzione della Comunità di Fiemme oggi Magnifica Comunità di Fiemme con sede allora ed oggi a Cavalese.

Nel XVI e XVII secolo divenne luogo di villeggiatura dei vescovi e dei nobili trentini, che vi fecero costruire i loro palazzi. Il palazzo dei vescovi sarebbe poi divenuto, nel XIX secolo, la sede della Magnifica Comunità di Fiemme.

Nel XVIII secolo fu centro di interesse per la presenza della scuola pittorica di Giuseppe Alberti, nella quale apprese l'arte anche Michelangelo Unterperger.

Durante le guerre napoleoniche venne conquistata dai francesi dopo una strenua lotta da parte delle milizie locali degli Schützen, che nei pressi di Castello di Fiemme riuscirono a contrastare il nemico perché appoggiati dall'artiglieria e dall'Esercito Imperiale Austriaco. Il ritiro dell'esercito in postazioni più vicine a Bolzano per l'arrivo da nord dei Bavaresi spinse le milizie ad una lotta impari contro truppe ben addestrate francesi le quali riuscirono a penetrare in Val di Fiemme, prima fino a Cavalese dove si acquartierarono e poi fino Ziano.

Nella prima guerra mondiale divenne centro operativo per le truppe dell'Imperiale e regio esercito per il dislocamento dei reparti lungo la catena del Lagorai con il comando nel palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme.

Nel XX secolo si ebbe un grande sviluppo dell'edilizia e del turismo, con la costruzione di numerosi alberghi e nuove vie di comunicazione. Nella seconda guerra mondiale, durante l'occupazione nazista, Cavalese fu teatro di scontri del movimento della Resistenza. Dal secondo dopoguerra l'abitato si sviluppò oltre il terrazzo-pendio, giungendo alle porte dei paesi vicini.

Nel 1976 a marzo si verificò il disastro della funivia di Cavalese che causò la morte di 42 persone e nel 1998 si verificò una seconda tragedia, l'incidente della funivia del Cermis.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme
Il centro di Cavalese

Nella parte alta della cittadina, lungo la Strada statale 48 delle Dolomiti, sorgono le numerose dimore nobiliari.

Nella parte bassa, la più antica, si trova la pieve di Santa Maria Assunta, circondata da un parco. Qui, ai piedi di un tiglio secolare, si possono vedere alcuni banchi in pietra disposti a circolo intorno a un tavolo, anch'esso in pietra: si tratta del cosiddetto “Banc de la Reson” ("Banco della ragione"), ricostruzione del luogo in cui il Vicario del Principe Vescovo di Trento periodicamente amministrava la giustizia.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

La situazione anagrafica è in costante evoluzione: nel 1936 vi erano 2 736 abitanti e nel 1974 ve ne erano 3 547. Nel 2010 ha superato la soglia dei 4 000 abitanti. Abitanti censiti[5]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone civico

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Cavalese è la sede principale dell'Istituto d'Istruzione Superiore intitolato al gruppo antinazista tedesco "La Rosa Bianca - Weiße Rose". La scuola ha vari indirizzi: Liceo Scientifico, Liceo delle Scienze Umane, Liceo Scientifico-Tecnologico, Liceo Linguistico e Indirizzo tecnico CAT. Una sede staccata con altri indirizzi si trova a Predazzo.

L'Istituto Comprensivo raccoglie gli studenti della scuola media, intitolata a Giovanni Segantini, e quelli della scuola elementare.

La scuola dell'infanzia è a gestione autonoma.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Carano, Daiano e Varena; nel 1946 distacco di territori per la ricostituzione dei comuni di Carano (Censimento 1936: pop. res. 761), Daiano (Censimento 1951: pop. res. 550) e Varena (Censimento 1951: pop. res. 772).[6]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'attività economica, soprattutto per quanto riguarda il commercio, l'edilizia, l'industria e la lavorazione del legno, è discreta. Molto importanti per l'economia sono l'artigianato (i lavori principali sono in legno, ferro, marmo e cuoio)[7] e il caseificio sociale Bassa Val di Fiemme, che produce formaggi e latticini derivanti dal latte trentino. Le attività legate al turismo rivestono un ruolo primario: alberghi, ristoranti, impianti sciistici ed il settore edilizio, trainato dalla costruzione di molte "seconde case".

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La principale arteria stradale che serve Cavalese è la strada statale 48 delle Dolomiti.

Impianti di risalita[modifica | modifica wikitesto]

L'Alpe Cermis è raggiungibile in ovovia partendo da una stazione in località Masi di Cavalese oppure dall'abitato di Cavalese, dove si trova una seconda stazione. Il primo tratto (da Cavalese o da Masi) arriva ai 1 280 metri di Doss dei Laresi. Da questa terza stazione parte il tratto che arriva ai 2 000 metri di Cermis. A Cermis poi inizia la seggiovia del Lagorai che arriva ai 2 250 metri della cima Paion del Cermis.

Tragedie del Cermis[modifica | modifica wikitesto]

Le funivie del Cermis sono state interessate da due gravissimi incidenti, nel 1976 e nel 1998.

  • Nel primo incidente, avvenuto il 9 marzo 1976, morirono 42 persone. In quel caso due funi dell'impianto si accavallarono, tranciando il cavo portante.
  • Nel secondo caso, avvenuto il 3 febbraio 1998, un aereo militare statunitense volando troppo basso tranciò i cavi dell'impianto di risalita, causando la morte di 20 persone.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1917 al 1963 era in funzione la ferrovia della Val di Fiemme che collegava Ora con Predazzo percorrendo la Val di Fiemme. A Cavalese erano in funzione due stazioni ferroviarie, la Cavalese Succursale e la Cavalese. La stazione ferroviaria in seguito è diventata stazione delle autolinee mentre la fermata, leggermente staccata dalla stazione, è diventata un bar che conserva, in ricordo della ferrovia, un affresco con il vecchio treno.

Autobus[modifica | modifica wikitesto]

In sostituzione della linea ferroviaria è stata allestita una linea di autobus che dalla stazione di Ora/Auer fino a Cavalese presso la stazione centrale (ex stazione dei treni) consentono un collegamento costante ad ogni ora. In questa stazione si affiancano le due linee locali della Trentino Trasporti e della SAD: la prima con collegamento verso Trento e Canazei/Cianacéi, la seconda verso Ora/Auer.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Sci[modifica | modifica wikitesto]

Lo sport più praticato a Cavalese è senza dubbio lo sci. In particolare lo sci nordico che ha come massima espressione la Marcialonga. A Cavalese, infatti, è posto l'arrivo della storica manifestazione, la quale rappresenta l'evento sportivo dell'anno con migliaia di partecipanti. Inoltre nel 1991, nel 2003 e nel 2013 ha accolto i campionati mondiali di sci nordico.

Hockey su ghiaccio[modifica | modifica wikitesto]

Lo sport di squadra più seguito è l'hockey su ghiaccio. Fondato nel 1956, l'Hockey Club Fiemme si è sempre basato su un ottimo vivaio di giocatori locali, arrivando a vincere tre campionati di serie B e a militare nella massima serie dal 1987 al 1994. Attualmente partecipa al campionato di serie B e schiera con successo formazioni in tutte le categorie giovanili.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Per tre volte Cavalese è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1969, l'ultima nel 1997.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Cavalese
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1969 21ª Rocca Pietore 131 Bandiera dell'Italia Claudio Michelotto Bandiera dell'Italia Felice Gimondi
1978 16ª Mazzin (cron. individuale) 45 Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera del Belgio Johan De Muynck
1997 18ª Baselga di Piné (cron. individuale) 39 Bandiera dell'Ucraina Serhij Hončar Bandiera dell'Italia Ivan Gotti

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  5. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  6. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
  7. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 15.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piccole città, borghi e villaggi, Touring Club Italiano, 2006.
  • Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: Trentino orientale, ed. Manfrini, Trento, 1977, pp. 530 ss.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN142047159 · ISNI (EN0000 0004 1784 5237 · GND (DE4238658-5 · WorldCat Identities (ENlccn-n93095868
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