Cese (Avezzano)

Cese
frazione
Cese – Veduta
Cese – Veduta
Veduta di Cese
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune Avezzano
Territorio
Coordinate42°01′33.9″N 13°23′17.8″E / 42.026083°N 13.388278°E42.026083; 13.388278 (Cese)
Altitudine710 m s.l.m.
Abitanti588[1] (31-12-2015)
Altre informazioni
Cod. postale67051
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitanticesensi
Patronosan Vincenzo Ferreri
santa Maria
Giorno festivomaggio e fine agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cese
Cese

Cese (Le Cese in dialetto marsicano[2]), conosciuta anche come Cese dei Marsi, è una frazione di 588 abitanti[1] del comune di Avezzano (AQ), in Abruzzo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

I piani Palentini visti da Cese

Situato sul bordo orientale dei piani Palentini il paese sorge a 710 m s.l.m. alle pendici del monte Cimarani (1108 m s.l.m.). Il gruppo montuoso del Salviano lo separa dalla piana del Fucino e dal capoluogo comunale di cui costituisce la frazione più occidentale.

A nord il suo territorio è dominato dalla cima del monte San Felice (1030 m s.l.m.)[3].

Il torrente Ràfia (o La Ràffia) percorre la parte bassa del paese fino a confluire a nord, tra i comuni di Magliano de' Marsi e Scurcola Marsicana, nell'Imele dando origine al fiume Salto[4].

Cese confina a nord con Cappelle dei Marsi, a sud con Capistrello, a ovest con Corcumello e ad est con Avezzano; dista circa 3 chilometri dal capoluogo comunale[5].

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del paese deriverebbe dal termine latino "caedere" ("tagliare") che avrebbe identificato il luogo dove avvenne il necessario taglio degli alberi, ordinato dall'imperatore Claudio, per la realizzazione dei cunicoli di Claudio tra il 41 e il 52 d.C. L'opera idraulica consentì il primo prosciugamento del lago Fucino e la successiva bonifica dell'area marsicana. In antichità il territorio palentino ricco di alberi da frutto e di animali selvatici rappresentò uno dei luoghi frequentanti come residenza di caccia dalle famiglie nobili romane[6].

Riguardo all'etimologia sono state avanzate altre ipotesi come quella che lega il toponimo all'espressione latina "Gualdum suum nomine Cesenum"; oppure alle uccisioni avvenute in questi luoghi nel corso della guerra sociale o della battaglia di Tagliacozzo[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Madonna di Cese (Andrea De Litio)
Targa in memoria di Pietro Marso

Il primo documento storico sul territorio di Cese è riferito alla Chronica sacri monasterii casinensis di Leone Marsicano, in cui è riportato che nell'anno 774 il re dei Longobardi Ildebrando concesse ai benedettini le terre comprese tra Paterno e il "Gualdo Cesano"[8][9].

Il nucleo abitato si sviluppò plausibilmente attorno all'anno mille, con le prime edificazioni di pastori e contadini sorte intorno al monastero benedettino, a sua volta probabilmente edificato sui resti di un antico tempio pagano o di una villa romana, localizzata nei pressi della chiesa nuova di Santa Maria[10].

Alcuni documenti ecclesiastici, come le pergamene, hanno fatto presupporre che la chiesa di Cese fosse stata elevata a sede vescovile pro tempore o a residenza vescovile temporanea, in particolare tra i primi anni del mille e il 1057 anno in cui Papa Stefano IX elevò con bolla papale la chiesa di Santa Sabina in Marsia a cattedrale della diocesi dei Marsi[11][12].

In seguito alla battaglia di Tagliacozzo del 1268, Cese subì la ritorsione di Carlo I d'Angiò con il saccheggio da parte del suo esercito; rimase dunque fortemente danneggiata e la sua popolazione fu ridotta a poche famiglie superstiti. Il borgo venne gradualmente ricostruito attorno alla vecchia chiesa benedettina di Santa Maria[13].

Nel XVI secolo, in seguito al concilio di Trento, nella Marsica venne istituito il seminario diocesano. A Cese la parrocchia divenne tra le più dotate e importanti del territorio tanto che il borgo conobbe il suo massimo splendore, ciò grazie anche alla positiva eco del proprio figlio illustre, Pietro Marso, e alla presenza dei vescovi Maccafani di Pereto.

Risale al XV secolo anche la tavola di Andrea De Litio, capolavoro pittorico datato tra il 1439 e il 1442[14] raffigurante la Madonna in trono, noto come Madonna di Cese[15].

Nel Seicento e nel Settecento il borgo palentino divenne luogo di soggiorno estivo per i signori Colonna, principi romani che furono devoti e benefattori di santa Maria delle Grazie, come si evince dagli stemmi, dalle armi gentilizie sull'antico organo e dal quadro donato all'altare della Madonna del Rosario in cui Marcantonio Colonna fece rappresentare la vittoria di Lepanto.

A partire dai primi decenni del XVIII secolo, Cese venne abbandonata come sede vescovile e il clero locale rimase formato solo dai sacerdoti delle maggiori famiglie del paese[16]. Nel 1800 i cesensi iniziano a comprare i primi appezzamenti di terreno e a diventare i primi possidenti[2].

Nel 1811 in seguito all'eversione feudale Cese venne inclusa nel comune di Avezzano[17].

Il terremoto della Marsica del 1915 causò numerose vittime e gravi danni al patrimonio architettonico del borgo. A Cese perirono oltre 700 persone pari al 91% della popolazione residente[18][19]. Oltre trecento persone morirono sotto le macerie della chiesa parrocchiale dove si stava celebrando la messa mattutina[20]. Ai primi soccorritori si unirono il patriota Nazario Sauro e i suoi compagni irredentisti[21].

Durante la seconda guerra mondiale le grotte palentine utilizzate dai pastori vennero utilizzate come nascondiglio dai partigiani e dai prigionieri alleati fuggiti dal campo di concentramento di Avezzano e da quelli abruzzesi[22].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria
Chiesa campestre della Madonna delle Grazie

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria
La chiesa primordiale fu edificata presumibilmente nel X secolo. Alcuni documenti ecclesiastici, come le pergamene, hanno fatto presupporre che la chiesa venne elevata a sede vescovile pro tempore o a residenza vescovile temporanea, in particolare prima che Papa Stefano IX decretò con bolla pontificia la chiesa di Santa Sabina in Marsia cattedrale della diocesi marsicana, prima dello spostamento ufficiale della chiesa madre in Santa Maria delle Grazie di Pescina e, infine, nel periodo dei vescovi Maccafani di Pereto, a cominciare dalla prima metà del Cinquecento[12]. Il monastero cesense fu incluso nella prepositura cassinese di Santa Maria in Luco. Al termine del XIII secolo in virtù della concessione della chiesa e del monastero decretata con bolla pontificia al Vescovo dei Marsi fu scelta come una delle dimore della diocesi marsicana. In questa chiesa crebbe spiritualmente in fanciullezza e adolescenza il filologo Pietro Marso[23]. Distrutta dal terremoto della Marsica del 1915 venne riedificata a cominciare dal 1934. Fu inaugurata come chiesa parrocchiale il 2 dicembre del 1946. L'edificio si caratterizza per la facciata luminosa e le tre ampie navate[24].
Chiesa della Madonna delle Grazie
È detta anche "Chiesa della Madonna della Ràfia" per via della vicinanza all'omonimo torrente. Con ogni probabilità l'edificio originario era già esistente agli inizi del Seicento. Nel 1682 la chiesa fu dichiarata in stato di abbandono e quindi bisognosa di opere di restauro dal vescovo dei Marsi Francesco Berardino Corradini. Distrutta dal sisma del 1915, la chiesa campestre fu ricostruita nel 1921[25].

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Monumento "Il Seminatore", inaugurato in piazza Umberto Maddalena nel 2000[30].
  • Monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre[31].
  • Monumento all'Alpino[31].

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

La via del latte
Le grotte palentine
Tra i territori di Cese e Cappelle dei Marsi, sul versante occidentale del gruppo montuoso del Salviano (Monti d'Aria, Cimarani e San Felice), si trovano le grotte palentine. Si tratta di piccole cavità naturali utilizzate dai pastori e, durante la seconda guerra mondiale, come nascondiglio dai partigiani e dai prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento di Avezzano e dell'Abruzzo[22].
Via del latte
Sentiero utilizzato in passato dalle lattaie di Cese che congiunge il versante occidentale del monte Salviano al santuario della Madonna di Pietraquaria e al versante montano avezzanese[32].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti della Marsica.

Il continuum dei dialetti italiani mediani nel territorio della Marsica attraversa l'area palentino-carseolana, l'area di Tagliacozzo e del suo circondario (Castellafiume, Scurcola Marsicana, Massa d'Albe), giungendo fino alla periferia di Avezzano includendo Cese e le frazioni di Antrosano e San Pelino[33][34].

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Francesco Baracca

Compatroni del paese sono la Madonna, la cui festa è celebrata a fine agosto, e san Vincenzo Ferreri, che viene festeggiato nel mese di maggio[35].

In occasione della festa in onore della Vergine l'icona realizzata nel Quattrocento da Andrea De Litio raffigurante la Madonna di Cese viene portata in processione per le strade del paese[36].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Arte[modifica | modifica wikitesto]

«Un piccolo villaggio che i locali chiamano Cese è il mio suolo natio…
Nulla mi è più caro, neppure le cose antiche»

Il filologo, oratore e canonico Pietro Marso intorno alla fine del XV secolo citò in forma poetica il suo luogo di nascita nell'opera di commento dei Punica di Silio Italico[37].

La Vergine, nota come Madonna di Cese, è un frammento della Madonna con Bambino, una tempera su tavola realizzata tra il 1439 e il 1442[14] dal pittore rinascimentale Andrea De Litio. L'opera proveniente dalla chiesa originaria di Santa Maria da cui venne recuperata dopo il sisma del 1915 è esposta, insieme alla croce astile di Cese del XIV secolo, nel museo d'arte sacra della Marsica di Celano[36][38].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina marsicana.

La tradizione culinaria locale si caratterizza per i piatti tipici della cucina povera rinascimentale propria delle realtà contadine. Tra le ricette di Cese ci sono le minestre a base di legumi e farro, le sagne pelose, di forma cioè più sottile, o le sagnette servite con il sugo e le patate, gli gnocchi di patate fatti in casa, le polente servite in vari modi, agnello cacio e uova, vari prodotti della panificazione come la pizza Summa cotta in camino sotto ad un coppo nel giorno in cui si festeggia san Martino. Tra i dolci tipici di Cese figurano le ciambelle, le ferratelle e le spumette, un impasto di albume e zucchero con aggiunta delle mandorle tritate[39][40].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è raggiungibile da Roma attraverso l'autostrada A24 in direzione L'Aquila-Teramo. Alla diramazione di Torano ci si immette nella A25 e si prosegue in direzione Pescara-Chieti, quindi si esce al casello di Magliano de' Marsi. Nella località di Cappelle dei Marsi si trova l'incrocio per Cese.

Da Pescara si percorre la autostrada A25 in direzione Roma uscendo al casello di Avezzano. Si prosegue per un breve tratto lungo la strada statale 690 Avezzano-Sora uscendo per lo svincolo della Via Tiburtina Valeria-Tagliacozzo fino a Cappelle dei Marsi e al bivio per Cese.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di calcio del paese è stato il G.S. Cese A. S. D. che ha militato nei tornei dilettantistici abruzzesi[41].

Parapendio[modifica | modifica wikitesto]

Il monte Cimarani, che sovrasta il nucleo di Pietraquaria, rientra nella mappa degli amanti del parapendio, il cui decollo è fissato a 1 050 m s.l.m. L'area di atterraggio si trova nei piani Palentini oltre l'abitato di Cese[42].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Censimento 2015, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 7 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2016).
  2. ^ a b Cese tra arte e ricerca, su lecese.it, Pro Loco Cese dei Marsi. URL consultato il 14 settembre 2018.
  3. ^ Il monte San Felice: da Cappelle o Avezzano alla Riserva naturale del Monte Salviano, su camminarenellastoria.it, Camminare nella Storia. URL consultato il 14 settembre 2018.
  4. ^ Relazione fiumi 2013 (PDF), su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo, pp. 12-13. URL consultato l'11 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2018).
  5. ^ Cese di Avezzano, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 25 settembre 2020.
  6. ^ Cipollone, 2002, pp. 17-19.
  7. ^ Osvaldo Cipollone, Storia documentata, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 15 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2018).
  8. ^ Corsignani, 1738, vol. II parte IV, p. 377.
  9. ^ Cipollone, 2002, p. 21.
  10. ^ Cipollone, 2002, pp. 31-34.
  11. ^ Archivio diocesano dei Marsi, fondo C, -73 (1426) – Per le chiese collegiate della Diocesi.
  12. ^ a b Roberto Cipollone, Cese sede della diocesi oppure no?, su storiedellecese.com, 13 ottobre 2022. URL consultato il 20 marzo 2023.
  13. ^ Di Domenico, 1993.
  14. ^ a b Bologna, 1987, pp. 1-27.
  15. ^ La Vergine, su museodellamarsica.beniculturali.it. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2015).
  16. ^ Cipollone, 2007, p. 30.
  17. ^ Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo. Provincia di Abruzzo Ulteriore II o dell'Aquila. Area Marsicana, su asciatopo.xoom.it, Antonio Sciarretta's Toponymy. URL consultato il 18 settembre 2018.
  18. ^ Cipollone, 2002, pp. 175-179.
  19. ^ Il terremoto, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2017).
  20. ^ Osvaldo Cipollone, Terremoto del 1915, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2018).
  21. ^ Antonino Petrucci, Nazario Sauro a Cese, su site.it, 20 luglio 2022. URL consultato il 21 luglio 2022.
  22. ^ a b Grotte Palentine e la via del latte. Percorso storico-naturalistico, su marsicalive.it, Marsica Live, 26 dicembre 2017. URL consultato il 19 settembre 2018.
  23. ^ a b La Storia, su lecese.it, Pro Loco Cese dei Marsi. URL consultato il 12 settembre 2018.
  24. ^ Chiesa di Santa Maria - Cese, Avezzano, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 12 settembre 2018.
  25. ^ Osvaldo Cipollone, Madonna delle Grazie, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
  26. ^ Osvaldo Cipollone, San Rocco, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
  27. ^ Osvaldo Cipollone, San Barnaba (PDF), su lecese.it, Pro Loco Cese dei Marsi. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2016).
  28. ^ Giuseppe Grossi, Safini, Marsi ed Equi, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2019).
  29. ^ a b Chiese e monumenti di Cese, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
  30. ^ Cipollone, 2000, pp. 91-95.
  31. ^ a b Inaugurazione di una chiesetta alpina, un monumento all'alpino, su anaabruzzi.it, A.N.A. Sezione Abruzzi. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2018).
  32. ^ Aperta al pubblico la Via del Latte, ora Cese ed Avezzano sono collegate anche da uno splendido sentiero che porta al Salviano, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano, 4 luglio 2023. URL consultato il 5 luglio 2023.
  33. ^ Cianciusi, 1988, p. 59.
  34. ^ Cipollone, 2006, pp. 13-24.
  35. ^ Cipollone, 2010, pp. 277-282.
  36. ^ a b Le opere, su museodellamarsica.beniculturali.it, Museo della Marsica. URL consultato il 19 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2015).
  37. ^ Roberto Cipollone, Pietro Marso Cesensis, su robertocipollone.wordpress.com, WordPress. URL consultato il 13 settembre 2018.
  38. ^ Di Domenico, 2012, pp. 5-18.
  39. ^ Cipollone, 2010, pp. 257-259.
  40. ^ Tradizioni e curiosità, su lecese.it, Pro Loco Cese dei Marsi. URL consultato il 18 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2017).
  41. ^ G.S. Cese A. S. D., su figcabruzzo.it, Figc Abruzzo. URL consultato il 18 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2018).
  42. ^ Dove si vola, su parapendio.it. URL consultato il 18 settembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferdinando Bologna, La Madonna di Cese e il problema degli esordi di Andrea Delitio (in Architettura e arte nella Marsica), Roma, Japadre, 1987.
  • Walter Cianciusi, Profilo di storia linguistica della Marsica, Avezzano, Banca Popolare della Marsica, 1988, SBN IT\ICCU\AQ1\0054658.
  • Italo Cipollone, Genealogia di Cese dal 1700 al 1900, Roma, Centro Stampa, 2007.
  • Osvaldo Cipollone, Dizionario del dialetto Cesense, Roma, Centro Stampa, 2006, SBN IT\ICCU\AQ1\0085211.
  • Osvaldo Cipollone, Il seminatore, Roma, Centro Stampa, 2000.
  • Osvaldo Cipollone, Orme di un borgo (gente, fatti e storia cesense), Roma, Centro Stampa, 2002.
  • Osvaldo Cipollone, Un'eco di note e di passi. Da un villaggio della Marsica, Roma, Centro Stampa, 2010, SBN IT\ICCU\AQ1\0095868.
  • Osvaldo Cipollone e Roberto Cipollone, 13 gennaio 1915: una cicatrice lunga un secolo. Il terremoto, la Marsica e Cese, Roma, Mondo Stampa, 2015, SBN IT\ICCU\AQ1\0128219.
  • Pietro Antonio Corsignani, Reggia Marsicana ovvero memorie topografico-storiche di varie colonie…, Napoli, Il Parrino, 1738, SBN IT\ICCU\SBLE\016226.
  • Mario Di Domenico, Cese sui Piani Palentini, Roma, Giovanni De Cristofaro, 1993.
  • Mario Di Domenico, S. Maria di Cese, Roma, Giovanni De Cristofaro, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito istituzionale, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 3 ottobre 2022.
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