Cessna NGP

Cessna Next Generation Propeller
Unico prototipo del velivolo
Descrizione
TipoPoC
Equipaggio1/2
CostruttoreBandiera degli Stati Uniti Cessna Aircraft
Data primo volo23 giugno 2006
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Passeggeri3/4
Propulsione
Motoreun Lycoming IO-580
a 6 cilindri contrapposti raffreddato ad aria
Potenza315 hp (319 CV; 235 kW)
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Il Cessna Next Generation Propeller (NGP)[1] è stato un Proof of concept (PoC) per una futura famiglia di velivoli monomotore, destinati all'addestramento al volo e ad uso commerciale, sviluppata dall'azienda aeronautica statunitense Cessna Aircraft nei primi anni duemila e mai avviata alla produzione in serie.

L'unico esemplare, immatricolato N99110, fu mostrato in volo il 24 luglio 2006 all'Airshow Oshkosh.

Nomenclatura[modifica | modifica wikitesto]

L'aereo venne originariamente introdotto come "Next Generation Piston" ([aereo a] pistoni di nuova generazione), ma a partire da aprile del 2008 Cessna iniziò a riferirsi ad esso con il nome di "Next Generation Propeller" (Elica di nuova generazione).

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Solo poche informazioni vennero rese al pubblico, a partire dallo sviluppo che iniziò nel 2005. Cessna confermò che il NGP venne progettato specificamente per competere con altri velivoli più recenti. A causa del suo ruolo competitivo la stampa aeronautica si riferì più volte al velivolo come "Cirrus Killer", riferendosi al Cirrus SR22.

Il mockup del NGP, mostrato al pubblico all'Airshow Oshkow il 24 luglio del 2006, aveva cinque posti. L'aereo era alimentato da un monomotore da 320cv, il Lycoming IO-580 FADEC. Il prototipo aveva quattro porte, un portellone cargo sul lato sinistro e un carrello triciclo fisso.

Jack Pelton, presidente e CEO di Cessna, spiegò come l'NGP era il primo di una nuova famiglia di aerei, destinata a sostituire il Cessna 172 e 182.

Il 27 novembre 2007 Cessna acquistò la Columbia Aircraft, comprese le sue linee Columbia 350 e 400, molto simili al progetto NGP. Questi modelli vennero rinominati Cessna 350 e 400. L'introduzione di questi velivoli, agli occhi dei media, sembrò segnare la fine del progetto NGP anche se il 26 settembre del 2007 il vicepresidente delle vendite, Roger Whyte, aveva confermato che lo sviluppo del progetto sarebbe continuato, indipendentemente dall'acquisto di Columbia.[2][3][4][5][6][7]

Nel gennaio del 2009 Jack Pelton aggiornò il pubblico sugli allora attuali progetti Cessna e citò il Cessna 162, il Cessna Citation Columbus e il Cessna CitationJet. Il progetto NGP non venne menzionato e la pagina web del progetto fu cancellata.[8]

Ad agosto 2011 il prototipo non era più presente nel registro della FAA.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mary Grady, Cessna Hints At Change In NGP Project, su avweb.com, 9 aprile 2008. URL consultato il 14 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2009).
  2. ^ Russ Niles, Cessna Reportedly Interested in Columbia, su avweb.com, 22 settembre 2007. URL consultato il 24 settembre 2007.
  3. ^ AvWeb, Cessna-Columbia Deal Confirmed; Cirrus Says That's a Good Thing, su avweb.com, 24 settembre 2007. URL consultato il 25 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2007).
  4. ^ Textron, Textron's Cessna Aircraft Company to Acquire Assets of Columbia Aircraft, su investor.textron.com, novembre 2007. URL consultato il 28 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2012).
  5. ^ Russ Niles, Cessna Gets Columbia, su avweb.com, 27 novembre 2007. URL consultato il 29 novembre 2007.
  6. ^ Mary Grady, Cessna Will Suspend Columbus Program, Close Bend Factory, su avweb.com, aprile 2009. URL consultato il 30 aprile 2009.
  7. ^ AvWeb, A Low-Wing Cessna Single? Cessna's Roger Whyte Explains Why It Makes Sense (MP3), su avweb.com, 26 settembre 2007. URL consultato il 1º ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2007).
  8. ^ Mary Grady, Cessna Reports Progress On New Aircraft, su avweb.com, gennaio 2009. URL consultato il 15 gennaio 2009.
  9. ^ Federal Aviation Administration, Make / Model Inquiry Results, su registry.faa.gov, agosto 2011. URL consultato il 1º agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2012).

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