Chiesa di San Domenico (Noto)

Chiesa di San Domenico
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàNoto
Coordinate36°53′31.68″N 15°04′05.3″E / 36.892133°N 15.068139°E36.892133; 15.068139
Religionecattolica
Diocesi Noto
Stile architettonicobarocco
 Bene protetto dall'UNESCO
Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)
 Patrimonio dell'umanità
Tipoarchitettonico
CriterioC (i) (ii) (iv) (v)
Pericolono
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
(FR) Scheda

La chiesa di San Domenico è una architettura religiosa di Noto, fra le più importanti e meglio conservate testimonianze del barocco netino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu edificata come istituzione conventuale dei padri domenicani, presenti già in Noto antica, ad opera dell'architetto Rosario Gagliardi, fra il 1703 ed 1727.

La facciata è a due ordini, il primo dorico ed il secondo ionico mentre la parte centrale sporge verso la strada con forma convessa.

L'interno, ben conservato, è strutturato su una pianta a croce greca allungata con cinque cupole riccamente decorate da stucchi ed altari laterali con dipinti settecenteschi, tra i quali spicca in particolare la Madonna del Rosario di Vito D'Anna.

L'ex convento, oggi adibito a scuola, è stato in gran parte ricostruito eccetto che nell'ala verso sud dove è sito un portale bugnato del Sinatra.

Convento[modifica | modifica wikitesto]

Nona istituzione dell'Ordine dei frati predicatori in terra di Sicilia fondata nel 1344, originariamente sotto il titolo dell'«Annunziata».[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 366, Juan Lopez, "Quinta parte dell'Istoria di San Domenico, e del suo Ordine de' Predicatori" [1] Archiviato il 10 gennaio 2018 in Internet Archive., Stamperia di Iacopo Mattei, Messina, 1652.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stephen Tobriner, La genesi di Noto, Bari, Edizioni Dedalo, 1989.
  • Touring Club Italiano-La Biblioteca di Repubblica, L'Italia: Sicilia, Touring editore, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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