Chiesa di San Giuseppe dei Nudi

Chiesa di San Giuseppe dei Nudi
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Coordinate40°51′10.12″N 14°14′52.73″E / 40.85281°N 14.24798°E40.85281; 14.24798
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Giuseppe
Arcidiocesi Napoli
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1785
Sito webwww.sangiuseppedeinudi.org/

La chiesa di San Giuseppe dei Nudi è una delle chiese monumentali di Napoli, si erge nell'omonima via.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio venne eretto da Giovanni del Gaizo nel 1785 su commissione dell'Arciconfraternita e Real Monte di San Giuseppe[1], formata principalmente da nobili, avvocati, architetti, artisti, prelati (pontefici inclusi) desiderosi di dedicarsi anche ad attività benefiche. La chiesa è un ampliamento del precedente edificio religioso agostiniano dedicato a Santa Maria dell'Olivo.

Nonostante un successivo intervento effettuato da Luigi Angiolia nel 1888, il tempio ha conservato l'articolazione ad aula quadrata, coperta da volte con due cappelle affondate e il coro absidale poligonale.

La chiesa ha un impianto a croce greca. Sul fondo vi è l'altare maggiore, scolpito da Antonio Di Lucca e sovrastato da un dipinto di Achille Jovene del 1852, rappresentante San Giuseppe e la pia opera di vestire gli ignudi che sostituì un'opera dall'analogo soggetto di Domenico Mondo; mentre l'altare laterale sinistro è sormontato da una splendida Adorazione dei Pastori di Girolamo Starace-Franchis (noto ai più per aver realizzato degli affreschi nella Reggia di Caserta) e quello destro da una Santa Margherita da Cortona di ignoto artista del XVIII secolo. Sulla volta si conservano in pessime condizioni degli affreschi eseguiti da Gaetano D'Agostino durante il già citato restauro tardo-ottocentesco. Al di sopra dell'ingresso vi è la cantoria sulla quale è posizionato un pregevole organo settecentesco in legno dorato (quasi certamente suonato da Giovanni Paisiello che fu nominato dall'arciconfraternita maestro ordinario di cappella nel 1801). La sagrestia contiene arredi settecenteschi e tre dipinti, meritevoli di essere restaurati quanto prima: Il Transito di San Giuseppe di ignoto pittore sull'altarino e L' incontro dei Santi Pietro e Paolo e Il Martirio di San Gennaro alla Solfatara attribuiti a Niccolò De Simone alle pareti. In un vano successivo si ammirano alle pareti altre due tele di discreta qualità: L'Immacolata con i santi Pietro, Paolo e Gennaro di Giovanni Cingeri - un probabile allievo del tardo Solimena - (datata 1757) e Il Transito di San Giuseppe di Gaetano D'Agostino (datato 1888).

Si può accedere ai locali dell'ente sia dall'interno, che dal numero civico 19 di via Giuseppe Mancinelli. In essi si conservano: una cappella privata, l'archivio storico dell'opera, un prezioso fondo musicale con manoscritti di opere (in parte inedite) di maestri della Scuola musicale napoletana e una consistente raccolta di dipinti (tra i quali si annoverano: un gran numero di ritratti di papi, cardinali, sovrani e nobili, una Madonna dell'Umiltà su tavola del XV secolo, delle tele sia di ignoti che di importanti pittori locali come Onofrio Palumbo, Francesco De Mura, Giuseppe Bonito e Giovanni Sarnelli), sculture, paramenti sacri e reliquie (tra quest'ultime spicca la celebre "mazzarella" di San Giuseppe[2]).

L'arciconfraternita[modifica | modifica wikitesto]

Il Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi fu fondata il 6 gennaio 1740. Su consiglio e incoraggiamento del padre spirituale Giuseppe Maria di San Carlo dei Carmelitani Scalzi, e per iniziativa di alcuni nobili napoletani: Francesco Cerio, Domenico Orsini e Nicola Antonio Pirro Carafa. Il 30 giugno 1740 con l'adesione del Re di Napoli Carlo di Borbone assume il nome di Regal Monte e Congregazione di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi. Scopo precipuo era la donazione di sette vesti per altrettanti poveri e bisognosi, che continuò fino alla prima metà del Novecento, e fu poi sostituito da altre attività caritatevoli.

Furono ascritti alla confraternita i papi Pio VI, Pio VII, Leone XII, Pio IX, Leone XIII, Pio X e Pio XII, nonché i sovrani del Regno di Napoli: Carlo VII ne fu superiore perpetuo e protettore, così come Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II. Alla confraternita furono ascritti anche i cardinali Luigi Ruffo Scilla, Filippo Giudice Caracciolo, Vitaliano Borromeo, Luigi Valenti Gonzaga, Federico Spinelli, Giovanni Maria Riminaldi, Stefano Borgia, Sisto Riario Sforza, Giuseppe Antonio Ermenegildo Prisco e Alessio Ascalesi e l'arcivescovo Vincenzo Maria Sarnelli.[3]

Il giorno 18 novembre 2019 la Chiesa di San Giuseppe dei Nudi è stata eretta Cappella Magistrale dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio da parte di S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, già Signore Fratello onorario dell'Arciconfraternita[4], mentre i locali dell'Arciconfraternita giuseppina sono divenuti anche sede dello stesso Ordine in Napoli[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ref. url: https://www.sangiuseppedeinudi.org/
  2. ^ "Il Bastone di San Giuseppe fu condotto in Napoli dal Cavaliere Nicola Grimaldi nell'anno 1712, mentre tale reliquia fu riconosciuta autentica con decreto della Curia Arcivescovile di Napoli in data 14 marzo 1714, ed infine trovò posto presso l'Arciconfraternita di San Giuseppe dei Nudi nel 1795 con solenni festeggiamenti proclamati dal Re di Napoli." - cit. tratta da AA.VV. a cura di Almerinda Di Benedetto, Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi - La carità tra fede, arte e storia (1740-1890), p. 69.
  3. ^ AA.VV. a cura di Almerinda Di Benedetto, Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi - La carità tra fede, arte e storia (1740-1890), p. 64
  4. ^ cfr. url: https://www.sangiuseppedeinudi.org/work/don-pedro-di-borbone-e-don-jaime-di-borbone-visitano-larciconfraternita/ Archiviato il 14 agosto 2020 in Internet Archive.
  5. ^ cfr. url: https://www.sangiuseppedeinudi.org/work/chiesa-san-giuseppe-dei-nudi-eretta-cappella-magistrale-costantiniana/ Archiviato il 14 agosto 2020 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Napoli sacra. Guida alle chiese della città, coordinamento scientifico di Nicola Spinosa; a cura di Gemma Cautela, Leonardo Di Mauro, Renato Ruotolo, Napoli 1993-1997, 15 fascicoli.
  • Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell'opera di Vestire i Nudi. La carità tra fede, arte e storia (1740-1890), a cura di Almerinda Di Benedetto, Napoli 2017, Nicola Longobardi Editore

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