Chilperico I

Chilperico I
Ritratto di Chilperico I su medaglia bronzea del 1720 circa di Jean Dassier (1676-1763)
Re dei Franchi di Soissons, regnava sull'Austrasia del nord-ovest[1]
In carica561 –
584
PredecessoreClotario I
SuccessoreClotario II
Nascita535 circa
MorteChelles, settembre o ottobre 584
DinastiaMerovingi
PadreClotario I
MadreAregonda
ConiugiAudovera
Galsuinda
Fredegonda
FigliTeodeberto
Meroveo
Clodoveo
Basina e
Clodesinde, di primo letto
Rigonda
Clodeberto
Sansone
Dagoberto
Teodorico e
Clotario, di terzo letto
Divisione del regno di Clotario I
Il regno dei Franchi, nel 567, dopo la morte di Cariberto I
Il regno dei Franchi, nel 577, dopo la morte di Sigeberto I
Il regno dei Franchi, nel 581
Ritratto d'epoca medievale di Chilperico I con Fredegonda

Chilperico I (535 circa – Chelles, settembre o ottobre 584) è stato un re franco della dinastia dei merovingi che, dal 561 alla morte, regnò sull'Austrasia del Nord-ovest, acquisendo nel corso del suo regno anche la Neustria e l'Aquitania.

L'aggressione di Chilperico I al regno d'Orléans
Strangolamento della regina Galsuinda ordinato da Chilperico I. Dipinto di Philastre Figlio, museo municipale di Soissons
Chilperico I con i messaggeri

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio del re dei Franchi Sali della dinastia merovingia Clotario I e, secondo il vescovo Gregorio di Tours (536597), della sua quarta moglie, Aregonda, di cui non si conoscono gli ascendenti[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte del padre, nel 561, sempre secondo Gregorio di Tours e confermato anche dalle cronache del vescovo, Mario di Avenches[3], i quattro figli di Clotario I che erano ancora in vita si divisero il regno del padre in quattro parti e a Chilperico toccò quello che era stato il regno di suo padre Clotario[4], il regno di Soissons), cioè l'Austrasia del nord-ovest.

Sin dall'inizio, il suo regno fu caratterizzato dagli scontri col fratellastro Sigeberto I, re della vicina Austrasia, che tentò di conquistare, approfittando del fatto che Sigeberto era impegnato a contrastare gli Avari, riuscendo a conquistare Reims[5].
Dopo avere sconfitto gli Avari Sigeberto marciò contro Chilperico, riuscendo ad occupare Soissons, capitale del regno di Chilperico e a catturare Teodeberto, il maggiore dei suoi figli, che gli fu restituito, in buona salute, l'anno successivo[5].

Nel 566 un altro evento suscitò l'invidia di Chilperico I: nell'ottica dell'alleanza coi Visigoti, il matrimonio di Sigeberto I con la principessa Brunechilde (Mérida, penisola iberica ca. 543Renève, Borgogna, autunno 613), figlia del re dei Visigoti di Spagna, Atanagildo e di Gosvinta dei Balti (?-589). Brunechilde, che oltre ad essere bella e con una ricca dote, era anche intelligente ed istruita, lasciato l'arianesimo, abbracciò la fede cattolica[6].

Nel 567, Chilperico I, invidioso del fratellastro, dopo aver ripudiato la prima moglie, Audovera e allontanato da sé la sua concubina favorita, Fredegonda, chiese ad Atanagildo la mano di Galsuinda, la sorella maggiore di Brunechilde, che non gli fu rifiutata[7]. Ma l'anno dopo la fece assassinare per sposare la sua favorita, Fredegonda.

Dopo la morte del fratellastro, il re di Parigi, Cariberto I, nel 567, senza eredi maschi, il regno di Parigi venne diviso tra di lui ed i fratellastri, Gontrano e Sigeberto I, per cui Chilperico estese i suoi domini, ottenendo la Neustria (senza la città di Parigi, che andò a Sigeberto) e parte dell'Aquitania (inclusa la Guascogna).

Poco tempo dopo il suo seconda matrimonio, Chilperico aveva ripreso Fredegonda come amante, e, nel corso del 568, istigato da Fredegonda, Chilperico, dopo aver fatto strangolare Galsuinda, sposò Fredegonda[7], dando così inizio ad una guerra civile tra i regni di Austrasia e di Neustria, della durata di circa sette anni: infatti Sigeberto, sollecitato dalla moglie, Brunechilde, per vendicare la morte della cognata, mosse guerra a Chilperico, nuovo re di Neustria e dopo una serie di battaglie vittoriose (si alleò anche con gli Alemanni) ottenne, grazie anche alla mediazione del fratello, Gontrano di Borgogna, quei territori che Galsuinda aveva portato in dote al marito (tra cui le città di Limoges e Cahors).
Nel 575, la guerra tra Chilperico e Sigeberto riprese e quest'ultimo occupò la Neustria e ne venne acclamato re. Subito dopo venne fatto assassinare da due sicari di Fredegonda[8].
Dopo la morte di Sigeberto, Chilperico catturò Brunechilde che fu tenuta prigioniera a Rouen, da cui però ella riuscì rocambolescamente a fuggire, e riuscì a riconquistare il suo regno in nome del figlioletto, Childeberto II, di soli cinque anni. Le città di Poitiers e Tours, rimasero nelle mani di Chilperico.

L'antica concubina, per assicurare il trono a figli avuti da Chilperico, prendendo a pretesto il matrimonio celebrato segretamente tra Brunechilde e il figliastro Meroveo, verso il 576, fece uccidere lui ed in un secondo tempo anche Audovera, in modo crudele, e l'altro figlio di primo letto del marito, Clodoveo[9].

Chilperico I comunque continuò sempre a combattere contro l'Austrasia e incitò, con alterne fortune, i duchi di quella parte del regno a ribellarsi contro la regina madre, Brunechilde.

Chilperico I morì nel 584 assassinato, nei dintorni di Chelles, durante il rientro da una battuta di caccia, da uno sconosciuto, che riuscì a dileguarsi. La salma di Chilperico fu trasportato a Parigi e fu tumulato in un monastero alle porte di Parigi, il monastero di San Vincenzo[10], che in seguito divenne famoso col nome di Saint-Germain-des-Prés[11]
Gli succedette il figlioletto Clotario II, ancora in fasce, e la reggenza venne esercitata dalla moglie, Fredegonda.

Uomo avaro, dissoluto, ingordo e crudele, a detta di Gregorio di Tours, che non gradiva di essere divenuto suddito, dopo la conquista di Tours da parte di Chilperico, e che lo definì Nerone dei nostri tempi ed Erode[10], il suo regno fu segnato da una lunga scia di sangue. Chilperico gravò di tributi il suo popolo, impose pesanti ammende ai più ricchi per poterli depredare più facilmente e fu particolarmente geloso delle ricchezze dalla chiesa, che cercò di recuperare dichiarando nulli tutti i lasciti alla chiesa stessa, revocando addirittura i lasciti di suo padre.
in materia religiosa fu scettico nei confronti della Trinità, che vietò di menzionare in tutte le chiese del regno (si doveva menzionare solo Dio).
Nonostante tutto fu un estimatore della civiltà romana ed aveva buoni rapporti con gli Ebrei (il suo incaricato per gli acquisti era un ebreo di nome Prisco, con cui ebbe alcune dispute circa la Santa Trinità).

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Chilperico si sposò tre volte[7]: la prima moglie, sposata, nel 550 circa, fu Audovera, che gli diede cinque figli:

  • Teodeberto (ca. 550-573), citato da Gregorio di Tours come figlio primogenito, fu catturato a Soissons dallo zio Sigeberto e restituito, in buona salute, al padre un anno dopo[5]. Fu ucciso in battaglia, durante la guerra civile, dopo aver devastato la Turenna
  • Meroveo (?-Thérouanne 577), erede del regno di Neustria, dopo la morte del fratello, che sposò la zia, la regina madre di Austrasia, Brunechilde
  • Clodoveo (?-Noisy-le-Grand 580), citato da Gregorio di Tours come figlio terzogenito, dopo la morte di Meroveo, si rifugiò a Bordeaux e che fu ucciso per ordine della matrigna, Fredegonda[9] e che fu sepolto accanto al fratello Meroveo in un monastero alle porte di Parigi[12], il monastero di San Vincenzo[10], che in seguito divenne famoso col nome di Saint-Germain-des-Prés[11]
  • Basina (?-dopo il] 590), che fu violentata dai servi di Fredegonda e costretta ad entrare in convento e farsi suora[9], nell'abbazia della Santa Croce di Poitiers, che rifiutò l'invito del padre a recarsi nella penisola iberica per il matrimonio con Recaredo, l'erede al trono del regno dei Visigoti[13] e che guidò una rivolta, assieme alla cugina Clotilde, figlia di Cariberto I, contro la badessa, Leubovera[14].
  • Clodesinde (ca. 567-?), non è citata da Gregorio di Tours, ma nel Liber Historiæ Francorum;

la seconda moglie fu Galsuinda, che non gli diede figli;

la terza moglie fu Fredegonda che gli diede sei figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Childerico I Meroveo  
 
 
Clodoveo I  
Basina  
 
 
Clotario I  
Chilperico II dei Burgundi Gundioco  
 
 
Clotilde  
 
 
 
Chilperico I  
 
 
 
 
 
 
 
Aregonda  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Assieme ai fratellastri, Cariberto I, Re dei Franchi di Parigi che regnava su Neustria, Aquitania e Guascogna, Gontrano, Re dei Franchi di Orléans, che regnava sulla Burgundia e Sigeberto I, Re dei Franchi di Metz (o Reims), che regnava sull'Austrasia
  2. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 3
  3. ^ Marii Episcopi Aventicensis Chronica
  4. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 22
  5. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 23
  6. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 27
  7. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 28
  8. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 51
  9. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 39
  10. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 46
  11. ^ a b In seguito attorno all'Abbazia di Saint-Germain-des-Prés si sviluppò l'omonimo quartiere.
  12. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, VIII, 10
  13. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 34
  14. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, X, 15
  15. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 45
  16. ^ a b Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 34
  17. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 22
  18. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 23

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi. Vicende storiche, in Storia del mondo medievale - Vol. I, Cambridge, Cambridge University Press, 1978, pp. 688-711.
  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, istituzioni, in Storia del mondo medievale - Vol. I, Cambridge, Cambridge University Press, 1978, pp. 712-742.
  • Rafael Altamira, La Spagna sotto i visigoti, in Storia del mondo medievale - Vol. I, Cambridge, Cambridge University Press, 1978, pp. 743-779.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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