Chiusa (Italia)

Chiusa
comune
(IT) Chiusa
(DE) Klausen
(LLD) Tluses
Chiusa – Stemma
Chiusa – Veduta
Chiusa – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoPeter Gasser (SVP) dal 22-9-2020
Lingue ufficialiItaliano, Tedesco
Territorio
Coordinate46°38′23.73″N 11°33′58.86″E / 46.639924°N 11.56635°E46.639924; 11.56635 (Chiusa)
Altitudine523 m s.l.m.
Superficie51,29 km²
Abitanti5 252[3] (31-8-2020)
Densità102,4 ab./km²
FrazioniGudon/Gufidaun, Lazfons/Latzfons, Verdignes-Pardello/Verdings-Pardell[1]
Comuni confinantiFunes, Laion, Sarentino, Varna, Velturno, Villandro
Altre informazioni
Cod. postale39043
Prefisso0472
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021022
Cod. catastaleC652
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[4]
Cl. climaticazona F, 3 449 GG[5]
Nome abitanti(IT) chiusani
(DE) Klausner[2]
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Chiusa
Chiusa
Chiusa – Mappa
Chiusa – Mappa
Posizione del comune di Chiusa nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Chiusa (Klausen in tedesco, Tluses in ladino) è un comune italiano di 5 252 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Chiusa visto da Salita Sabiona

Chiusa si trova lungo il corso del fiume Isarco e storicamente è cittadina doganale. Può vantare il titolo di "città", insieme ad altri sette comuni dell'Alto Adige.

Si trova ad una trentina di chilometri a nord di Bolzano e una decina a sud di Bressanone.

Chiusa città si trova lungo la Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, sotto la rocca di Sabiona.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Chiusa deriva evidentemente dal latino clausa, clusa, che significa "chiusa di un corso d'acqua", in questo caso dell'Isarco. Il nome è dapprima attestato nel 1027 in un documento di Corrado II il Salico a favore del vescovo di Bressanone Hartwig come Clausa sub Sabiona sita.[6][7]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

S. Caterina

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale, sovrastato dal monastero di Sabiona (tedesco Säben), era già abitato prima di Cristo. Qui troviamo infatti tombe sia del periodo dei reti che del periodo germanico.

Tra l'800 e il 1000 Sabiona diviene un'importante sede vescovile, fino a quando questa fu trasferita a Bressanone, nell'attuale diocesi di Bolzano-Bressanone.

L'artista rinascimentale tedesco Albrecht Dürer nel 1494 si trattiene a Chiusa per ritrarre la città da lui molto apprezzata. Le sue impressioni sono presumibilmente fissate nell'incisione Das große Glück.

Sulla città di Chiusa, ha avuto un'importante influenza, il monastero delle suore di clausura di Sabiona.

All'interno del convento dei frati cappuccini, si trova una statua che raffigura il bellicoso frate Joachim Haspinger, che lottò assieme ad Andreas Hofer, per contrastare l'avanzata bavarese.

Nel tardo Otto- e primo Novecento, Chiusa fu una dimora di molti artisti, provenienti soprattutto dalla Germania.[8]

Il paese di Chiusa fa parte del circuito de "I borghi più belli d'Italia".

Nel 2002 lo scrittore tedesco Andreas Maier dedica a Chiusa il suo romanzo Klausen, tradotto anche in inglese.[9]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma raffigura una chiave d'argento, su sfondo rosso, posta in banda. Richiama il nome di Chiusa (dal latino clausa) e la sua posizione nella stretta gola formata dal corso dell'Isarco che consentiva il controllo del passaggio alpino che poteva essere "chiuso" al transito dei nemici.[10] Lo stemma fu utilizzato come sigillo dal 1448, conosciuto dal 1397 e concesso nel 1540 dal cardinale Bernardo Clesio, amministratore del vescovado di Bressanone.[11]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Ripartizione linguistica[modifica | modifica wikitesto]

La sua popolazione è per la grande maggioranza di madrelingua tedesca:

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[12]
91,30% madrelingua tedesca
7,88% madrelingua italiana
0,81% madrelingua ladina

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Accanto al centro sede del comune, tre sono le frazioni: Lazfons (tedesco Latzfons), la più popolata che si trova lungo la strada per Velturno, poi Verdignes (tedesco Verdings), sotto Lazfons e Gudon (ted. Gufidaun), più a valle.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è servito dalla stazione di Chiusa, facente parte della ferrovia del Brennero e in passato capolinea della soppressa ferrovia della Val Gardena. Nel territorio comunale vi era altresì la stazione di Val di Funes, costruita all'imboccatura dell'omonima valle e dismessa nel 2001.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1969 1989 Josef Prader Sindaco
1989 1997 Heinrich Gasser Sindaco
1997 2010 Arthur Scheidle SVP Sindaco
2010 2020 Maria-Anna Gasser Fink SVP Sindaco
2020 in carica Peter Gasser SVP Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Chiusa - Numeri e fatti.
  2. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 203.
  3. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ (DE) Martin Bitschnau e Hannes Obermair, Tiroler Urkundenbuch, II. Abteilung: Die Urkunden zur Geschichte des Inn-, Eisack- und Pustertals. Band 1: Bis zum Jahr 1140, Innsbruck, Universitätsverlag Wagner, 2009, pp. 171-172, n. 199, ISBN 978-3-7030-0469-8.
  7. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. I, Bolzano: Athesia, 1995, p. 193. ISBN 88-7014-634-0
  8. ^ Florian Sonneck, Der Künstlerkreis in Klausen 1870-1914, Bolzano 2005.
  9. ^ Andreas Maier, Klausen: A Novel, translated by Kenneth J. Northcott. Rochester, NY: Open Letter, 2010. ISBN 978-1-934824-16-0
  10. ^ Città di Chiusa –Klausen, su araldicacivica.it.
  11. ^ (EN) Klausen-Chiusa, su Heraldry of the World (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).
  12. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DEIT) Helmut Flachenecker, Hans Heiss, Hannes Obermair, Stadt und Hochstift: Brixen, Bruneck und Klausen bis zur Säkularisation 1803 / Città e principato: Bressanone, Brunico e Chiusa fino alla secolarizzazione 1803, Bolzano, Athesia, 2000. ISBN 88-8266-084-2
  • (DE) Florian Sonneck, Der Künstlerkreis in Klausen 1870-1914, Bolzano, Athesia, 2005. ISBN 978-88-8266-233-2
  • (DE) Andreas Maier, Klausen: Roman, 2ª edizione, Francoforte, Suhrkamp, 2006. ISBN 3-518-45569-9
  • Andrea Vitali, "Clausa sub Sabione sita" - Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco, Bressanone, A. Weger, 2009.
  • (EN) Andreas Maier, Klausen: A Novel, translated by Kenneth J. Northcott. Rochester, NY: Open Letter, 2010. ISBN 978-1-934824-16-0

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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