Clan Nuvoletta

Il clan Nuvoletta è un potente sodalizio camorristico che opera nel territorio del comune di Marano di Napoli, a nord della città di Napoli e nelle zone limitrofe. Fondato negli anni '60, i Nuvoletta appartenevano a un nuovo tipo di camorra, una che aveva le dimensioni di una grande corporazione e considerata molto più imprenditoriale[1]. L'organizzazione è stata una delle più potenti tra gli anni '70 e '90. Tuttavia, in seguito alla caduta dei suoi principali affiliati e alla morte dei capi storici tra gli anni '90 e 2000, il clan è stato sostituito sul territorio dai Polverino e Orlando, entrambi con forti legami di parentela con i Nuvoletta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita ed i sodalizi[modifica | modifica wikitesto]

Conosciuta almeno sin dagli anni '50 come una famiglia molto importante nel settore dell’ortofrutta, l'organizzazione criminale nacque verso la metà degli anni 1960, all'inizio del decennio successivo il clan è controllato dai fratelli Nuvoletta: Lorenzo, Ciro ed Angelo. Le principali attività della famiglia sono quella di gestire il contrabbando di sigarette e il traffico di eroina, campo nel quale risultano tra gli spacciatori più importanti d'Europa, sfruttando anche i rapporti con i narcotrafficanti di Cosa nostra siciliana.[2][3]

Infatti, con l'organizzazione criminale siciliana il clan Nuvoletta ha intrecciato molti rapporti, come testimoniato dal collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo, il quale ha raccontato che nel 1973, uscito dal Carcere di Poggioreale, fu trasportato da Saro Riccobono e Angelo Nuvoletta in una proprietà terriera dei Nuvoletta, dove ad attenderlo c'era Salvatore Riina[4]. Altro episodio si ha nel 1974, quando vennero accertati intensi rapporti telefonici tra Luciano Liggio e i Nuvoletta, che gestivano per conto del siciliano una grande tenuta agricola in Campania.[4]

Gli anni '70 e '80: l'omicidio Siani e la guerra con la NCO[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Giancarlo Siani, Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia.

Nella seconda metà degli anni settanta, alle famiglie di stampo camorristico della "vecchia generazione" si unisce una nuova forza, che arriverà ad avere, secondo alcune stime, circa 7000 affiliati[4]: è la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, la quale vuole imporre la sua egemonia su qualsiasi attività e commercio illegale. Si arriva inevitabilmente alla faida tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia, che scoppia dal 1979, totalizzando circa 900 omicidi solo fino al 1983[5]. La guerra è combattuta dai cutoliani e dagli affiliati della Nuova Famiglia in cui, oltre al clan di Bardellino e quello dei Nuvoletta, sono comprese le famiglie dei Galasso, degli Alfieri e dei Gionta, oltre a quella dei Giuliano[6]. Dopo la vittoria della Nuova Famiglia, si apre una nuova faida, difatti emergono le rivalità tra i Nuvoletta e Bardellino, che affondano le proprie radici nelle amicizie siciliane degli uni e dell'altro: infatti, i maranesi sono alleati del clan dei Corleonesi, capeggiato da Totò Riina e Bernardo Provenzano, mentre i Casalesi sono in combutta con Stefano Bontate e Tommaso Buscetta[7]. Il 23 aprile 1981, con l'assassinio di Bontate, scoppiò la seconda guerra di mafia, che portò irrimediabilmente le sue conseguenze anche in Campania[8]. Bardellino appoggiato dai suoi alleati Carmine Alfieri e Pasquale Galasso compie 2 stragi: la domenica mattina del 26 agosto 1984 14 sicari di Alfieri arrivano a Torre Annunziata, città del clan Gionta, alleato dei Nuvoletta; compiono una strage, uccidendo 8 affiliati e ferendone altri 7[9][10][11]. Prima di questa strage, insieme ad alcuni uomini di Galasso, era riuscito a mettere a segno un altro punto: il 10 giugno 1984 infatti, uccise Ciro Nuvoletta[12][11], fratello del capofamiglia Lorenzo; un'azione eclatante che aveva costituito il "battesimo di fuoco" di un ancor giovanissimo Antonio Iovine e in vendetta a quest'attentato i Nuvoletta-Corleonesi fecero un’altra strage a Poggio Vallesana, ma contro 5 uomini di Bardellino-Buscetta, che furono strangolati, sparati e scolti nell'acido. Questo episodio era stato preceduto dall'arresto in Spagna di Antonio Bardellino, che pensava di esser stato tradito da un esponente proprio del clan di Marano[4]. Nel 1985, con l'arresto di Valentino Gionta (boss del clan omonimo) proprio a Marano, Angelo Nuvoletta, nonostante il parere contrario del fratello Lorenzo, ordinò l'esecuzione del cronista del Mattino Giancarlo Siani, che avvenne la sera del 23 settembre 1985. Siani aveva scoperto che Nuvoletta aveva tradito Gionta per mettere fine alla nascente faida con i Casalesi, ed aveva scritto in merito un articolo, firmando così la sua condanna a morte. Durante la stagione delle bombe in Italia e l'offensiva dei Corleonesi allo Stato italiano, Riina chiese aiuto ai Nuvoletta per aiutarli nella campagna terroristica contro lo Stato, ma i Nuvoletta si rifiutarono perché in ottimi rapporti con le istituzioni. I rapporti tra le famiglie si freddarono al punto che nelle feste non c'era più lo scambio di specialità gastronomiche (tipo arancini e mozzarelle).[13]

Gli anni '90 e la morte di Lorenzo e di Angelo[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo Nuvoletta fu catturato ed incarcerato il 7 dicembre del 1990, dopo 10 anni di latitanza; rilasciato nel '91, nel gennaio successivo fu condannato a 9 anni di carcere per attività di stampo camorristico, morì l'8 aprile 1994[14]. Angelo Nuvoletta è stato arrestato il 17 maggio del 2001, dopo ben 17 anni di latitanza, scontò 2 ergastoli ed è morto il 21 ottobre 2013 all'ospedale di Parma dove era ricoverato per le sue cattive condizioni di salute.[15]

Gli anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte dei grandi capi dell'organizzazione e la decimazione conseguente agli arresti, gruppi che prima erano costole dei Nuvoletta, come gli Orlando e i Polverino, sono diventati indipendenti e potenti, ereditando molto di quello che una volta era del clan Nuvoletta.[16][17][18]

Cronologia dei boss[modifica | modifica wikitesto]

Membri di spicco[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Orlando – cugino dei Nuvoletta. Dopo la caduta dei Nuvoletta, fondò la sua propria organizzazione, il clan Orlando.
  • Pasquale Liccardo – alias Pascale ‘e Maurone, uomo di fiducia dei capi, ucciso nel 1988.[19]
  • Luigi Esposito – vicino al boss Angelo Nuvoletta e considerato la mente finanziaria del clan.[20]
  • Maurizio Baccante.[21]
  • Francesco Vasto – alias Ciccio 'o Baccalaiuolo, ucciso verso la fine degli anni 1980.[22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ PECORA NERA NEL REGNO DI FORCELLA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 29 giugno 1988. URL consultato il 28 gennaio 2022.
  2. ^ Vi racconto di Marano e dei due compari. | Nazione Indiana
  3. ^ Riina, i Nuvoletta e «l'Università della mafia», in ilmattino.it, 18 novembre 2017. URL consultato il 31 maggio 2020.
  4. ^ a b c d Relazione sulla camorra Archiviato il 30 agosto 2008 in Internet Archive.
  5. ^ Storia della criminalità in Italia dal 1946 a oggi pag. 174
  6. ^ Copia archiviata (PDF), su osistema.org. URL consultato il 9 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2012).
  7. ^ Quando i corleonesi comandavano anche la camorra. Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Totò Riina, su guidasicilia.it, 21 novembre 2007.
  8. ^ Trent'anni fa l'assassinio di Bontade così iniziò la guerra di mafia - Palermo - Repubblica.it, in Repubblica.it, 23 aprile 2011.
  9. ^ COSI' MASSACRARONO IL CLAN DEI GIONTA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 7 novembre 1984.
  10. ^ Il patto criminale con la mafia quei criminali sciolti nell'acido - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 22 ottobre 2003.
  11. ^ a b Totò Riina uccise cinque affiliati al clan Bardellino e poi li fece sciogliere nell'acido - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 20 novembre 2007.
  12. ^ Brusca: la morte di Ciro Nuvoletta fu un atto di guerra di Bardellino contro i Corleonesi - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 20 novembre 2007.
  13. ^ Giancarlo Siani: Cronista Libero martire per la verità, su giancarlosiani.it. URL consultato il 9 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2012).
  14. ^ morto Nuvoletta, "re" di camorra, su Corriere.it, 8 aprile 1994.
  15. ^ Il boss Nuvoletta tradito dal dito amputato, su Corriere.it, 18 maggio 2001.
  16. ^ Gomorra dalla A alla Z. L'ascesa del "Barone" e la conquista del potere a Marano e dintorni. Prima parte, su TERRANOSTRA | NEWS, 12 luglio 2016. URL consultato il 29 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2019).
  17. ^ Antonio Mangione, CAMORRA DI MARANO. Processo al clan Orlando, colpo di scena in Appello per 'Papele', su InterNapoli.it, 9 ottobre 2018. URL consultato il 23 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2020).
  18. ^ amduemila-1, Omicidio Siani: quote mensili dei clan di Camorra per i killer del giornalista, su Antimafia Duemila, 27 maggio 2020. URL consultato il 28 maggio 2020.
  19. ^ PEZZI DI STORIA: storie di vita e malavita, di politica e malapolitica II boss dei due mondi: Storia di Angelo Nuvoletta e del clan dalla "doppia tessera", su altramarano.blogspot.com. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  20. ^ Wayback Machine (PDF), su web.archive.org. URL consultato il 21 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2011).
  21. ^ Latitante da 15 anni, arrestato capo clan. Nel Napoletano preso boss tra i più pericolosi d’Italia, su erreemmenews.it. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  22. ^ Fernando Bocchetti, Il pentimento di Simioli e i tanti omicidi su cui non si è mai fatta luce. Casi di lupara bianca e tanti misteri che reggono da 30 anni. Intanto circolano altre voci, su TerranostraNews, 9 aprile 2021. URL consultato il 21 febbraio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Romano Canosa Storia della criminalità in Italia dal 1946 a oggi Campi del sapere/Feltrinelli, 1995

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]