Clorinda Corradi

Clorinda Corradi Pantanelli

Clorinda Corradi Pantanelli (Urbino, 27 novembre 1804Santiago del Cile, 29 giugno 1877) è stata un contralto italiano.

È uno dei più celebri contralti italiani della prima metà dell'Ottocento. Alcune delle sue interpretazioni, tra cui quella di Luigi V di Francia in Ugo, Conte di Parigi di Donizetti, sono le prime mai realizzate per quell'opera. Ha cantato in Italia, Spagna, Cuba, Stati Uniti, Perù e Cile.

La famiglia di origine[modifica | modifica wikitesto]

Clorinda proveniva da una famiglia di nobiltà cittadina (i Corradi erano stati aggregati al Secondo Ceto Nobile di Urbino nel 1749) che alla fine del Settecento aveva aderito al governo napoleonico: uno zio di Clorinda (Giovan Battista Corradi) era stato deputato della città di Urbino nel 1797. Questo coinvolgimento della famiglia determinò gravi conseguenze economiche e sociali per i suoi membri all'indomani della Restaurazione Pontificia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Clorinda Corradi nacque a Urbino il 27 novembre 1804, figlia del nobile Filippo e della nobile signora Vittoria Peroli (v. Palazzo Peroli a Urbino). Per le gravi liti giudiziarie, soprattutto con la famiglia Albani, con cui i Corradi avevano instaurato importanti interessi economici (fabrica delle Spille, gestione di enfiteusi), Clorinda dovette per necessità darsi giovanissima alla vita di teatro. Divenne una nota cantante (contralto). A diciannove anni uscita dalla scuola dell'abile maestro di canto Filippo Celli esordì nel modesto teatro di Recanati (carnevale 1823) riscuotendo un grande successo, sostenendo la parte della protagonista dell'Italiana in Algeri e ne La Cenerentola di Gioachino Rossini. “La prima donna è una bella figura sul teatro piena di freschezza e di gioventù.” Così scriveva il conte Carlo Leopardi, dando ragguaglio dell'esecuzione di queste opere a suo fratello, il grande poeta: “È poi amabile, perché, non essendo ancora corrotta s'investe dei sentimenti puri, come l'amore, l'amor patrio, con tutto il fuoco di un naturale Romagnolo (!), e con una schiettezza tale che pare assolutamente esprimere il vero. Queste son le doti, che le passeranno insieme col giungere delle altre, il maggior possesso del palco, del canto ecc.”. Al Teatro San Marco di Livorno nel 1824 con Elisabetta Manfredini e Raffaele Pantanelli è Amaltea in Mosè in Egitto e Publio Ebuzio ne I baccanali di Roma di Pietro Generali (compositore).

Ma le altre doti arrivarono senza che queste passassero; infatti, dopo soli due anni di tirocinio, la giovane artista meritò di essere chiamata alla Pergola di Firenze (1825); e da allora in poi ricevette scritture per quasi tutti gli altri principali teatri d'Italia. Al Teatro La Fenice di Venezia nel 1829 è Neocle ne L'assedio di Corinto con Giuditta Grisi e Giovanni Battista Verger e Leonora nella prima assoluta di Rosmonda d'Inghilterra (Coccia) con Verger, la Grisi e Marietta Brambilla. Al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1829 con Verger è Gionata in Jefte di Generali e Leodato in Gli arabi nelle Gallie. Al Teatro Comunale di Bologna nel 1829 è Gionata in Il voto di Jefte di Generali, Romeo in Giulietta e Romeo (Vaccaj), Arsace in Semiramide (Rossini) con Giuditta Pasta e Domenico Reina e la protagonista in Tancredi (opera) con la Pasta e Reina. Al Teatro Regio di Parma con Eugenia Tadolini nel 1829 è Romeo in Giulietta e Romeo e nel 1830 è Tancredi in Tancredi ed è Falliero in Bianca e Falliero.

Nella primavera del 1830, quando non aveva che 26 anni, eseguiva al Teatro della Cannobiana di Milano Felicia ne Il crociato in Egitto con Verger, Isoliero ne il Conte Ory di Rossini, nuova per quella città, in compagnia dei già celebri Gilbert Duprez, Mariani e Galli, Arsace in Aureliano in Palmira con Verger, Zadig in Zadig e Astartea di Vaccai e Jenny nel successo della prima assoluta di Donna Bianca d'Avenello di Stefano Pavesi ottenendo le lodi del severo critico della Gazzetta di Milano, che rilevava in lei “bella voce, buon metodo, sentimento ed anima”. Altri giornali esaltavano anche l'estensione della sua voce, pregio che si era già manifestato ai suoi primi uditori. “Ha (la Corradi) un potere di voce di una estensione straordinaria”. Così Carlo Leopardi in un'altra lettera a Giacomo Leopardi: “Figurati che la Bandi di cui raccontano che alcuni inglesi comprarono il cadavere per esaminare la costruzione, da cui risultava la molteplicità prodigiosa delle sue carde, aveva due tuoni meno di questa, che ha due ottave e due tuoni limpidi, e più, sforzandosi…….. Il maestro mi ha fatto vedere sul pianoforte, che ella ha, considerando in chiave di violino dal G solreut con due tagli in collo sotto le righe fino al B mi con un taglio in collo sopra le righe e, in caso di bisogno, arriva anche al C solfaut e al C solfaut diesis. La sua chiave è di contralto, per cui è scritta la sua parte nella Cenerentola; e t'assicuro che è un gusto il vedere quel temerario uomo di Rossini così ben rivaleggiato e messo al dovere".

Dopo aver calpestato festeggiatissima i teatri più prestigiosi di mezza Italia ed aver raccolto successi in Spagna nel 1832-33, si trasferì nell'America del Sud nell'autunno del 1835 da cui non fece più ritorno.

«A CLORINDA CORRADI (di Carlo Leopardi)

Dell'alto nome tuo ben degna sei,

Bella come Clorinda, e che l'ignori

Sola, modesta e schiva, come lei

Accendi più col disperarli i cuori.

Se poi quel canto onde nostr'alme bei

Udiva il Franco Eroe, più, credo, fuori

Di senno tu che i forti lo traei

Atti della viril donna, e i rigori.

E tu pur sei guerriera: oh come bella

Allor che i freddi Itali petti avvampi

Coll'ardir della fervida Isabella!

Corri tua nobil via. Sol ti rammente

Di lor fra cui la prima orma tua stampi,

Che te rammenteranno eternamente.»

La vita in America[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1835 ed il 1840 la Compagnia Lirica del Pantanelli sotto la denominazione di Havana Company risiedette a Cuba spostandosi per le stagioni liriche sia a New Orleans, sia a in altri luoghi. Nella primavera e nell'estate del 1837 e nell'inverno del 1842 la Compagnia Lirica di Raffaele Pantanelli con Clorinda Corradi (contralto), Teresa Rossi (soprano) e Nestore Corradi si esibì a New Orleans. Rimasero a Cuba per circa 5 anni fino alla fine del 1839 ottenendo sempre successi principalmente con opere di Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini. Il 2 settembre del 1840 la Compagnia diretta da Raffaele Pantanelli, marito della Corradi, dove lavorava come scenografo anche il fratello Nestore Corradi si trasferì da L'Avana in Perù debuttando a Lima con Giulietta e Romeo. Successivamente si trasferì insieme a tutta la Compagnia Lirica in Cile (inizio 1844). A Santiago debuttarono il 2 aprile 1844 nel teatro dell'Università con I Capuleti e i Montecchi di Bellini, opera che indicava un cambio estetico nel pubblico: dal bel canto si passava a Giuseppe Verdi nel 1850. Lo sviluppo commerciale e le ricchezze minerarie scoperte di recente in Cile, avrebbero avuto un effetto benefico per quanto riguarda la lirica. Nel 1844 venne infatti costruito a Valparaíso un enorme e lussuoso teatro d'opera con milleseicento posti e fu inaugurato nel dicembre dello stesso anno, quando la compagnia Pantanelli debuttò in questa città. I cantanti integrati nella compagnia continuarono a lavorare in Cile fino al 1856. Clorinda Corradi Pantanelli si ritirò dalle scene nel 1856. Ma poi avendo il marito Raffaele Pantanelli di Jesi, mediocre cantante, investito i propri risparmi in un'impresa azzardata con una società francese, per fallimento di questa perse quasi ogni cosa. Aveva allora circa 50 anni, né poteva sperar più nulla nella sua professione.

Ma se le era venuta meno la voce, le restava ancora l'arte, patrimonio che non si perde negli anni; e trovò di che vivere per sé e per la famiglia, accettando nel 1861 l'ufficio di maestra di Canto che le fu offerto dal Conservatorio Nazionale di Santiago del Cile.

Si ritirò nel 1873 e tre parlamentari cileni chiesero che le fosse conferita una pensione particolare riferendo in parlamento “"...En la época de su gloria artística, muchos de sus lauros conquistados por el esfuerzo y el trabajo de su gloria artística, ornaron, como joyas de precio, las ofrendas que tributaban la caridad a la viudez enferma y a la orfandad desvalida. La noble artista hacía de su arte una esperanza consoladora que curaba el dolor y que tomaba bajo su amparo a la miseria". Ebbe un figlio, cui pose il nome di Romeo dalla bella opera belliniana che fu uno dei cavalli di battaglia del suo repertorio, ed una figlia, Alaide Pantanelli Gaytan, che si dedicò all'arte coreografica.

La Corradi morì a Santiago del Cile il 29 giugno 1877 quasi in miseria. Un quadro di Clorinda è conservato in Santiago del Cile nel Museo di Arte Contemporanea e rappresenta Clorinda sulla scena della Norma di Bellini opera del noto pittore francese Raymond Monvoisin. Altri suoi ritratti sono conservati in musei del Cile e del Perù.

Elenco dei teatri in cui comparve[modifica | modifica wikitesto]

Questo elenco è desunto dai libretti delle opere da lei cantate e dai giornali del tempo:

Il teatro La República, situato a Santiago del Cile, il cui nome è in onore della Rivoluzione Francese, fu inaugurato nel 1848 con un'opera in cui la stessa Clorinda Corradi cantò. Il Teatro venne distrutto da un incendio il 18 ottobre 1858. Anche il Grande Teatro Victoria a Valparaiso venne inaugurato nel 1844 con Giulietta e Romeo, in cui una parte principale era affidata a Clorinda. Anche questo teatro, all'epoca il più grande del Sud America, venne distrutto da un incendio, nel 1878.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Cambiasi P., Rappresentazioni date nei reali teatri di Milano (1778-1872), Bologna, Forni 1969 (ristampa anastatica del 1872).
  • Ciarlantini P., Il percorso biografico-artistico di Clorinda Corradi Pantanelli, "musa" di Carlo Leopardi.
  • Ciarlantini P., Il fondo musicale della Biblioteca Leopardi di Recanati, in «Il Casanostra- Strenna Recanatese» n.100 (1989 - 1990), pp. 91 – 103: p. 96;
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  • Ciarlantini P., Compositori, impresari, primedonne: i protagonisti marchigiani del teatro musicale in epoca preverdiana, in Quei monti azzurri. Le Marche di Leopardi, a cura di Ermanno Carini, Paola Magnarelli e Sergio Sconocchia, Venezia, Marsilio 2002, pp. 711–730.
  • Comuzio E., Il Teatro Donizetti - Cronologia, Bergamo, Lucchetti 1990;
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  • Donizetti - Le opere, Torino, E.D.T. 1987, p. 103;
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  • «Teatri, Arti e Letteratura» (Bologna), annate 1824-1858 (denominata nel prospetto come T.A.L.).
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  • Tintori G., Duecento anni di Teatro alla Scala (opere, balletti, concerti 1778 - 1977), Gorle, Gutenberg 1979, p. 25.

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