Collegiata di San Bartolomeo (Avezzano)

Collegiata di San Bartolomeo
Collegiata e piazza di San Bartolomeo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàAvezzano
Coordinate42°01′43.7″N 13°25′39.6″E / 42.028806°N 13.427667°E42.028806; 13.427667
Religionecattolica
Titolaresan Bartolomeo
Diocesi Avezzano
Inizio costruzioneIX - X secolo
CompletamentoXVII secolo
Demolizione13-1-1915

La collegiata di San Bartolomeo era il principale edificio religioso di Avezzano, in Abruzzo. La chiesa andò completamente distrutta a seguito del terremoto della Marsica del 1915[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione in 3D di piazza San Bartolomeo prima del sisma
La piazza durante i lavori di riqualificazione e valorizzazione partiti nel 2023
Inaugurazione il 30 ottobre 2023 della nuova piazza

L'abate e storico Muzio Febonio nell'opera Historiae Marsorum riporta che la chiesa originaria venne edificata in località Pantano, intorno al IX-X secolo, forse sui resti di un preesistente tempio, del quale però non sono emerse evidenze di carattere scientifico. Tuttavia il templum sarebbe stato dedicato a Giove Statòre e non, come asserì lo storico abate marsicano, al dio Giano[2]. L'area originariamente assunse il nome di Pantano a causa delle frequenti inondazioni del lago Fucino che la rendevano acquitrinosa e fangosa[3].

La chiesa di piccole dimensioni, probabilmente a unica navata, venne inizialmente dedicata a san Salvatore e poi a sant'Antonio abate[4] o, secondo altre fonti, a san Pietro o a san Clemente[5]. Ricostruita nel 1156 è citata, insieme alla chiesa di Santa Maria in Vico, a quella di Sant'Andrea e alle chiese di Santa Maria, di San Giovanni e di San Pietro in Aquaria (monte Salviano), nella bolla di Papa Clemente III del 1188 in cui appare dedicata con chiarezza a san Bartolomeo apostolo[6]. Nel XII secolo ricevette dal re di Sicilia Guglielmo II il titolo di cappella reale.

L'edificio religioso è stato caratterizzato nel corso dei secoli da distruzioni e riedificazioni. Nel 1349 la chiesa crollò a seguito di un grave terremoto che colpì l'area dell'Italia centrale.

Chiusa al culto per circa due secoli[2], venne ricostruita ed elevata nel 1572 a collegiata[7]. Ad essa, nella seconda metà del XVI secolo, furono concesse dal vescovo dei Marsi Giambattista Milanese, con il placet di Marcantonio II Colonna, le rendite delle altre chiese del territorio: badia e cappella di Sant'Andrea, San Basilio, San Calistro, San Francesco, San Leonardo, San Paolo, San Nicola, Santa Maria delle Cese, Santa Maria in Vico, San Simone e chiesa della Trinità[8].

Nel corso del Seicento gli storici Lucio Camarra il giovane e Muzio Febonio descrissero un'iscrizione latina collocata nella chiesa avezzanese dedicata a Traiano in cui gli abitanti di Alba Fucens resero omaggio all'imperatore romano che nel II secolo fece avviare i lavori di ripristino dell'emissario claudiano e dell'Incile del Fucino tanto da garantire il necessario prosciugamento delle acque lacustri favorendo le attività agricole. L'autenticità dell'epigrafe è stata messa in dubbio da altri studiosi in quanto, poco oltre un secolo dopo la prima citazione di Camarra, risultò già introvabile[9][10].

L'ultima ricostruzione precedente al terremoto del 1915 risale al XVII secolo. La chiesa in fase di ricostruzione e completamento venne danneggiata da altre due scosse sismiche, quella del 1654 e quella del 1703[8].

Il memoriale illuminato

L'edificio di culto divenne per volontà del cardinale Marcantonio Colonna un punto di riferimento delle suore trinitarie, la cui scuola venne istituita accanto all'edificio religioso[11]. Il cardinale, infatti, affidò alla nascente comunità religiosa l'educazione delle ragazze meno abbienti del suo feudo di Avezzano. La fondatrice dell'istituto fu madre Maria Teresa Cucchiari che in questa collegiata operò per circa quarant'anni, dal 1762 fino alla sua morte. Venne sepolta il 10 giugno 1801 all'interno della chiesa nel sepolcro dei sacerdoti semplici[12][13].

Prima della quasi completa distruzione in seguito al terremoto del 13 gennaio 1915 l'edificio fu chiuso per problemi statici; gli ultimi interventi di consolidamento vennero portati avanti dall'ingegnere Luigi Renzi. Con il sisma crollarono oltre alla chiesa anche i palazzi adiacenti come palazzo Ferrini-Marimpietri[14], palazzo del Rebecchino e l'edificio che ospitava la scuola delle suore trinitarie[15]. Della collegiata rimase in piedi soltanto la base del campanile mentre alcune parti pericolanti della facciata furono demolite dal Genio civile[16]. Nel 1924 furono demoliti i ruderi per consentire la nuova urbanizzazione dell'area. Due capitelli, l'acquasantiera e la campana realizzata dalla "Premiata fabbrica da orologi da torre Michelangelo Canonico", restaurati nel 1965, sono esposti all'Aia dei Musei di Avezzano[3].

Nel 1965, cinquanta anni dopo il terremoto, il Genio civile realizzò il monumento commemorativo situato nel largo di San Bartolomeo ricostruendo una piccola parte del campanile e una colonna di cemento sormontata dai capitelli recuperati nel post sisma. La scultura posizionata sopra l'ingresso del campanile fu realizzata da Pasquale Di Fabio[16].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa seicentesca a tre navate era situata nel centro di Avezzano. La sua facciata, progettata dall'architetto Baldi con successive semplificazioni a opera dell'ingegnere Massari, si presentava suddivisa in tre parti verticali da lesene ed era sormontata dalla statua raffigurante san Bartolomeo apostolo. Internamente, tra le altre statue, era conservata quella di sant'Emidio, protettore contro i terremoti, che dopo il sisma fu recuperata e successivamente collocata in un'altra città[17]. I quadri di maggior pregio erano quelli che adornavano gli 11 altari che affiancavano l'altare maggiore; i dipinti furono attribuiti alla scuola di Carlo Maratta e a Guido Reni[1]. In alcune stanze erano posizionate la sagrestia, l'oratorio e la casa delle compagnie di San Rocco e del Santissimo Sacramento[15][18]. Le campate erano divise da alcuni pilastri, mentre l'abside aveva una forma semicircolare[4]. Il campanile a base quadrata venne innalzato lateralmente nel 1781[19]. Il piazzale antistante era delimitato da alcune colonnine in pietra, tre delle quali sono ancora presenti in largo San Bartolomeo[3].

La nuova chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Avezzano.

La nuova chiesa di San Bartolomeo, elevata a cattedrale della diocesi dei Marsi, venne ricostruita delocalizzando l'edificio nel contemporaneo centro urbano di Avezzano, in piazza Risorgimento, e fu consacrata nel 1942[20].

Campagna di scavi[modifica | modifica wikitesto]

Le ossa emerse durante gli scavi del 2017

A cominciare dai primi anni Duemila ebbero inizio gli scavi archeologici nell'area delle fondamenta e nei settori basamentali, sottoposte nel 1999 a vincolo dal MiBAC[3], dove nel corso degli anni erano emersi i sepolcri collettivi, il sepolcro dei sacerdoti, l'ossario, alcuni frammenti ossei e di affreschi, ceramiche, pietre, tegoloni ed elementi riconducibili alle diverse fasi imperiale, medievale e rinascimentale della distrutta collegiata[3][21][22].

Nel corso dei lavori di scavo, ripresi in seguito al centenario del terremoto marsicano, sono emerse nel 2017 sette tombe risalenti al periodo aragonese, nel tempo in cui probabilmente il Regno di Napoli fu guidato da Ferrante d'Aragona[13].

Nel 2018 sono state totalmente recuperate le ossa dal sacello numero 7 dei sacerdoti semplici che, dopo articolate analisi, sono state attribuite a Maria Teresa Cucchiari[23].

La nuova piazza[modifica | modifica wikitesto]

In seguito ai lavori di scavo e alle analisi archeologiche, condotte dalla soprintendenza abruzzese anche tra il 2022 e il 2023, è stato elaborato un progetto di recupero e valorizzazione del largo antistante e del sito stesso dell'ex collegiata. Nel corso dell'estate 2023 hanno avuto inizio i lavori di realizzazione della nuova piazza che sono stati conclusi il 30 ottobre 2023[24]. Poste Italiane, in occasione dell'inaugurazione, ha ufficialmente presentato l'annullo filatelico e il bollo speciale che è esposto nel museo storico della comunicazione a Roma[25].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giovanni Pagani, San Bartolomeo, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 22 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2017).
  2. ^ a b Pagani, 1966, vol. 1, pp. 86-87.
  3. ^ a b c d e Avezzano, nuova vita per la parte storica della città: via alla riqualificazione di piazza San Bartolomeo, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano, 21 luglio 2022. URL consultato il 21 luglio 2022.
  4. ^ a b Mastroddi, 1998, p. 45.
  5. ^ Ciranna, Montuori, 2015a, p. 19.
  6. ^ Bolla Clemente III, su pereto.info. URL consultato il 10 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ Ciranna, Montuori, 2015b, pp. 96-97.
  8. ^ a b Ciranna, Montuori, 2015b, p. 98.
  9. ^ Theodor Mommsen, CIL IX, n. 3915.
  10. ^ Giuseppe Grossi, L'ager Albensis e il fundus Avidianus, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 24 luglio 2021.
  11. ^ San Bartolomeo e le sue origini, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 27 aprile 2016. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  12. ^ Rossella Pantanella, Una missionaria nell'Avezzano del '700 (PDF), su sobriaebbrezza.it. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2016).
  13. ^ a b Scoperte sette tombe dell'epoca aragonese sotto la chiesa di San Bartolomeo, all'interno monete e medaglie, su marsicalive.it, Marsica Live, 2 giugno 2017. URL consultato il 7 giugno 2017.
  14. ^ Mastroddi, 1998, p. 90.
  15. ^ a b Giovanbattista Pitoni, Piazza San Bartolomeo cuore pulsante della città, su ilcentro.it, Il Centro, 14 ottobre 2007. URL consultato il 23 luglio 2022.
  16. ^ a b Ciranna, Montuori, 2015b, pp. 99-100.
  17. ^ Sant'Emidio, su ilprimato.com, Il Primato.
  18. ^ Mastroddi, 1998, p. 46.
  19. ^ Mastroddi, 1998, pp. 45-47.
  20. ^ Cattedrale di San Bartolomeo, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 10 luglio 2016.
  21. ^ Grossi, 2002, pp. 63-64.
  22. ^ Ex Collegiata di San Bartolomeo, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2017).
  23. ^ Le ossa nell'ex cattedrale sono della Serva di Dio, su ilcentro.it, Il Centro, 5 dicembre 2018. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  24. ^ Rinasce piazza San Bartolomeo…, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano, 30 ottobre 2023. URL consultato il 31 ottobre 2023.
  25. ^ La collegiata di San Bartolomeo diventa un annullo filatelico: la piazza-memoria degli avezzanesi celebrata anche da Poste Italiane, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano, 28 ottobre 2023. URL consultato il 31 ottobre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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