Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro"

Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro"
Descrizione generale
Attiva1971 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Arma dei Carabinieri
TipoDistaccamento del comando generale
RuoloCoordinamento delle unità specializzate dell'Arma
DimensioneCorpo d'armata
Guarnigione/QGCaserma Salvo D'Acquisto, Roma
Parte di
Comando generale dell'Arma dei carabinieri
Reparti dipendenti
Comandanti
Comandante attualeGenerale c.a. Gianfranco Cavallo
fonte Sito Carabinieri.it
Voci su gendarmerie presenti su Wikipedia

Il Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" è una grande unità al vertice dell'Organizzazione mobile e speciale dell'Arma dei carabinieri. Ha sede nella caserma Salvo D'Acquisto a Roma.

Compiti[modifica | modifica wikitesto]

Il Comando esercita le funzioni di direzione, coordinamento e controllo dei comandi dipendenti, che comprendono i reparti dedicati all'espletamento di compiti particolari o che svolgono attività di elevata specializzazione, ad integrazione, a sostegno o con il supporto dell'organizzazione territoriale.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" è retto da un generale di Corpo d’Armata e si articola in:[1]

Divisione unità mobili carabinieri, suddivisa in
Divisione unità specializzate, suddivisa in
CoESPU - Centro di eccellenza per le Stability Police Units
ROS - Raggruppamento operativo speciale
Comando carabinieri Ministero Affari Esteri

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La caserma Salvo D'Acquisto, sede del Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro".

La configurazione ordinativa delle unità mobili e specializzate dell'Arma ha subito diverse modifiche e si è evulta nel tempo.

L'ispettorato[modifica | modifica wikitesto]

Le attribuzioni di alta vigilanza furono affidate il 7 marzo 1965 all'ispettore dei reparti meccanizzati e speciali, alle cui dipendenze furono inquadrate la 11ª Brigata meccanizzata, il Battaglione paracadutisti, i gruppi squadroni territoriali di Milano, Cagliari e Palermo, i nuclei autocarrati, il Naviglio e i reparti sommozzatori. Il 10 marzo 1967, l'incarico fu modificato in quello di Ispettore dei Reparti meccanizzati, venendo successivamente soppresso nel maggio dello stesso anno.

Il 15 ottobre 1967, fu istituito un ispettorato dei reparti meccanizzati e di istruzione, con competenza sulla 10ª Brigata (comprendente anche le Scuole) e l'11ª Brigata meccanizzata. Successivamente, il Capo di stato maggiore dell'Esercito, al fine di recuperare risorse, dispose la soppressione dell'Ispettorato dal 1º luglio 1968.

Il 1º settembre 1971, date le avvertite esigenze di coordinamento e controllo dell'attività della 10ª ed 11ª Brigata, venne costituito l'Ispettorato scuole e unità speciali carabinieri,.

La divisione[modifica | modifica wikitesto]

L'ispettorato dal 23 settembre 1980, assunse la denominazione di Comando divisione scuole e unità speciali dei carabinieri "Palidoro". Il nome fu scelto il onore del vicebrigadiere Salvo D'Acquisto che a Palidoro (vicino a Roma) morì eroicamente fucilato dai tedeschi, al posto di altre ventidue persone.

Il 1º luglio 1985 il reparto fu riarticolato sulla 11ª e 12ª Brigata (raggruppante i reparti speciali), fu privato della componente addestrativa che fu ricondotta all'Ispettorato scuole carabinieri e venne denominato Divisione unità mobili e speciali dei carabinieri "Palidoro".

Il comando[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1º gennaio 2001, in ottemperanza dei decreti legislativi 5 ottobre 2000 nn. 297 e 298, l'Arma dei carabinieri è stata elevata al rango di forza armata, e di conseguenza il comando ha assunto la denominazione di Comando unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" .[1]

L’Organizzazione mobile e speciale dell'Arma è stata riorganizzata nell'attuale configurazione con l'art.174 del D.Lgs.66/2010.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b carabinieri.it, Organizzazione mobile e speciale, su carabinieri.it. URL consultato il 7 settembre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Guerra: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di guerra