Comitini

Comitini
comune
Comitini – Stemma
Comitini – Bandiera
Comitini – Veduta
Comitini – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoLuigi Nigrelli (lista civica) dal 12-06-2022
Territorio
Coordinate37°24′32″N 13°38′38″E / 37.408889°N 13.643889°E37.408889; 13.643889
Altitudine350 m s.l.m.
Superficie21,89 km²
Abitanti855[1] (31-8-2022)
Densità39,06 ab./km²
Comuni confinantiAragona, Favara, Grotte
Altre informazioni
Cod. postale92020
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084016
Cod. catastaleC928
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 077 GG[3]
Nome abitanticomitinesi
Patronosan Giacomo
Giorno festivo25 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Comitini
Comitini
Comitini – Mappa
Comitini – Mappa
Posizione del comune di Comitini nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Comitini (Cummatì in siciliano) è un comune italiano di 855 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dell'Immacolata

Comitini, la terra dello zolfo e delle zolfare, del tricolore, la terra di Ciaula, giuridicamente nasce il 23 giugno, X indizione, dell'anno 1627, per concessione dello Jus Populandi da parte del re Filippo IV al barone Gaspare Bellacera. In realtà un agglomerato urbano, sviluppatosi sotto la chiesa di Santa Maria di Altomonte e del palazzo Baronale, abitato da contadini dediti alle coltivazioni del feudo, già preesisteva alla fondazione. Lo studio etimologico del toponimo Comitini confermerebbe che nel I secolo d.C., in età romano imperiale la cittadina ed il suo territorio erano densamente antropizzati. Il territorio era attraversato da un'importante arteria di comunicazione, come conferma l'Itinerarium Antonini, lungo l'asse Agrigentum-Panormus ed in prossimità dell'attuale centro abitato esisteva un'antica Statio romana denominata "Comiciana" da cui pare derivasse l'attuale toponimo del territorio e del Comune, anche se, da un attento studio etimologico, alcuni studiosi concordano un'origine araba del toponimo (Cumma el tin che si traduce in "Collina dei fichi"[4])[5]. Nei primi anni dell'Ottocento Comitini sale agli onori della cronaca per la riscoperta dell'attività minerario zolfifera. In poco tempo furono attive nel territorio ben 70 miniere che davano lavoro a circa 10.000 addetti. In questo periodo Comitini divenne un fiorente centro industriale. Nel 1859 Comitini fu sede di moti rivoluzionari: nel territorio operava una folta schiera anti-borbonica. E fu questo gruppo di patrioti che, il 3 luglio del 1859, innalzarono per la prima volta nell'agrigentino, sul monte la Pietra, la prima bandiera del Tricolore italiano a simbolo dell'unità delle genti italica e come segno di rivolta per le popolazioni dei comuni viciniori. Lo stesso gruppo di patrioti contribuì all'arrivo di Giuseppe Garibaldi a Palermo nell'anno successivo[6].

Al comune di Comitini è legata la figura di un grande premi Nobel per la letteratura: Luigi Pirandello, Pirandello trascorse parte della sua giovinezza a Comitini dove i genitori erano proprietari di una miniera di zolfo. Da questo piccolo paese dall'antica tradizione mineraria prese spunto per la scrittura di alcuni suoi scritti, quali le novelle Ciàula scopre la Luna e Il fumo ed in questi suoi scritti sono tramandati ai posteri momenti di vita quotidiana dei minatori comitinesi.

Gli antichi feudatari del comune furono i Gravina, principi di Comitini, proprietari a Palermo del fastoso palazzo barocco sede dell'amministrazione provinciale.

Dal 15 dicembre 2018 Comitini si fregia del titolo di Città attribuitole con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per trascorsi storici di interesse e rilevanza nazionale. [7]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Comitini è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 21 ottobre 2004.[8]

«Troncato semipartito: il primo, di argento, all'aquila di nero, rivoltata, allumata di rosso, accompagnata in punta dalla data 1793 di nero, le prime due cifre a destra della coda dell'aquila, le altre due a sinistra; il secondo, di azzurro, alla fascia diminuita di argento, cimata dalla testa e collo del leone d'oro, allumato e linguato di rosso, in profilo; il terzo, di rosso, ai due picconi con i ferri al naturale, con le punte aguzze esterne, i manici di verde decussati, attraversati da tre spighe di grano, impugnate, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di argento, il motto, in lettere maiuscole di nero, honos et virtus

Il gonfalone è un drappo di giallo.

In precedenza era in uso uno stemma concesso con D.P.R. del 28 febbraio 1970[9] che riproduceva la sola aquila di nero su campo d'argento.[10]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Duomo di San Giacomo Apostolo[4]
  • Chiesa della Beata Maria Vergine Immacolata[4]
  • Chiesa di San Calogero[4]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Bellacera sede del Museo delle Miniere e Antiquarium[4]
  • Palazzo Vella[4]

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Calathansuderi – sito archeologico rupestre[11]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[13].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
26 giugno 1988 26 giugno 1993 Claudio Sala Democrazia Cristiana Sindaco [14]
22 novembre 1993 1º dicembre 1997 Claudio Sala Democrazia Cristiana Sindaco [14]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Luigi Ceraulo - Sindaco [14]
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Antonino Contino centro-destra Sindaco [14]
15 maggio 2007 8 maggio 2012 Antonino Contino lista civica Sindaco [14]
14 aprile 2008 10 giugno 2009 Giovanni Dionisio Comm. straordinario [14]
8 maggio 2012 11 giugno 2017 Felice Raneri Sindaco [14]
11 giugno 2017 12 giugno 2022 Antonino Contino lista civica Sindaco [14]
12 giugno 2022 in carica Luigi Nigrelli lista civica Sindaco [14]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Comitini fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.3 (Colline del Platani)[15].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c d e f Storia di Comitini-Territorio, su comune.comitini.ag.it.
  5. ^ Storia di Comitini, su comune.comitini.ag.it.
  6. ^ Storia di Comitini, su comune.comitini.ag.it.
  7. ^ Mattarella ha firmato, Comitini adesso è una città, su Corriere agrigentino, 15 dicembre 2018. URL consultato il 28-12-2018 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2018).
  8. ^ Emblema del Comune di Comitini, su Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2004. URL consultato il 28 novembre 2021.
  9. ^ Comitini, decreto 1970-02-28 DPR - Concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  10. ^ Storia: gli stemmi comitinesi, su Comune di Comitini. URL consultato il 28 novembre 2021.
  11. ^ Filmato audio Gaspare Mannoia, CALATHANSUDERI: LA PIETRA (Comitini - AG). URL consultato il 2 maggio 2023.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
  14. ^ a b c d e f g h i Copia archiviata, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 14 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2018).
  15. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato l'8 luglio 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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