Coppa del Mondo di rugby 2003

Coppa del Mondo di rugby 2003
2003 Rugby World Cup
Logo della competizione
Competizione Coppa del Mondo di rugby
Sport Rugby a 15
Edizione
Organizzatore World Rugby e Rugby Australia[1]
Date dal 10 ottobre 2003
al 22 novembre 2003
Luogo Australia
Partecipanti 20 (80 alle qualificazioni)
Formula fase a gironi + play-off
Sede finale Accor Stadium (Sydney)
Direttore Matt Carroll
Risultati
Vincitore Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
(1º titolo)
Finalista Bandiera dell'Australia Australia
Terzo Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda
Statistiche
Miglior giocatore Jonny Wilkinson (Inghilterra)
Miglior marcatore Bandiera dell'Inghilterra Jonny Wilkinson (113)
Record mete Bandiera della Nuova Zelanda Doug Howlett
Bandiera della Nuova Zelanda Mils Muliaina (7)
Incontri disputati 48
Pubblico 1 837 547
(38 282 per incontro)
Una fase della cerimonia d'apertura allo Stadium Australia di Sydney
Cronologia della competizione
Coppa del Mondo di rugby 1999 Coppa del Mondo di rugby 2007

La Coppa del Mondo di rugby 2003 (in inglese 2003 Rugby World Cup) fu la 5ª edizione della Coppa del Mondo di rugby, massima competizione internazionale di rugby a 15 organizzata dall'International Rugby Board (IRB).

Si tenne dal 10 ottobre al 22 novembre 2003 in Australia e, oltre a essere la seconda edizione di torneo dell'epoca professionistica del rugby a 15, fu anche la seconda a svolgersi interamente in un solo Paese; come sedici anni prima, infatti, l'allestimento del torneo avrebbe dovuto essere congiuntamente in carico ai due Paesi dell'Australasia, ma questioni organizzative interne alla Nuova Zelanda (NZRU) spinsero l'IRB ad affidare la conduzione dell'evento alla sola federazione australiana (ARU).

Il torneo fu ospitato da 10 città e 11 stadi: Sydney infatti fornì infatti due impianti per un totale di 12 incontri mentre la struttura più impiegata fu Lang Park a Brisbane con 9 incontri ospitati.

A laurearsi campione del mondo fu l'Inghilterra[2], prima compagine dell'Emisfero Nord a vincere la competizione: la gara per il titolo fu una riproposizione di quella di dodici anni prima a Londra contro l'Australia, ma al contrario di quella fu la formazione britannica a prevalere, grazie a una segnatura nei secondi finali del tempo supplementare, al termine di una delle finali giudicate più spettacolari della storia del torneo.

Dal punto di vista regolamentare, con tale edizione della Coppa si inaugurò la formula di venti squadre su quattro gironi con le prime due di ognuno di essi a procedere alla fase a play-off, e l'adozione del punteggio dell'Emisfero Sud nella fase a gironi. Il valore delle marcature, come stabilito dall’IRFB nel 1992, era: 5 punti per ciascuna meta (7 se trasformata), 3 punti per la realizzazione di ciascun calcio piazzato, idem per il drop[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'edizione del 1999 tenutasi formalmente in casa del Galles[4] ma ospitata da tutte le isole britanniche e la Francia[5], l'IRB tornò nell'Emisfero Sud e prese in esame l'idea di un affidamento congiunto della manifestazione ad Australia e Nuova Zelanda[6], così come accadde per la prima edizione del torneo nel 1987.

L'ARU, pertanto, chiese alla NZRU di presentare il proprio piano finanziario e operativo per ospitare 23 delle 48 partite previste nella manifestazione[7], ma quest'ultima fu irremovibile su questioni riguardanti l'attività sportiva interna: ospitare la Coppa del Mondo avrebbe significato fermare il proprio campionato nazionale provinciale (fonte di cospicui introiti dai partner commerciali) e, soprattutto, consegnare gli stadi al comitato organizzatore della Coppa libero da pubblicità e posti riservati agli sponsor, il che avrebbe significato perdita di incassi sicuri[7]. L'allora presidente della NZRU Murray McCaw dichiarò che la federazione non aveva intenzione di «ipotecare il proprio futuro per correr dietro ai capricci del comitato organizzatore»[7], anche se voci interne alle due federazioni oceaniane riferivano alla stampa che i mancati introiti del campionato nazionale fossero solo il pretesto per non accettare un accordo economico che minacciava di non rendere alla NZRU quanto sperato[8], per di più all'interno di un quadro di rapporti conflittuali con l'ARU a causa del veto neozelandese all'espansione dell'allora Super 12 (campionato professionistico per franchise australiane, neozelandesi e sudafricane)[8].

Localizzazione dei Paesi qualificati alla Coppa del Mondo 2003

A seguito di ciò, a marzo 2002 l'IRB ritirò l'invito alla NZRU e chiese all'ARU di presentare entro 4 mesi da allora il nuovo piano di organizzazione della Coppa[7]; il mese successivo l'Australia fu ufficialmente annunciata come Paese organizzatore[9] e nello stesso comunicato l'IRB non mancò di criticare l'atteggiamento della NZRU[9].

Il sorteggio dei gironi fu effettuato il 7 marzo 2002 a qualificazioni ancora in corso. Di conseguenza, eccezion fatta per le otto ammesse di diritto (le quartifinaliste dell'edizione 1999), sorteggiate a coppie come prime due teste di serie di ogni girone, non erano noti i nomi delle squadre che esse avrebbero affrontato. Nel girone A, alle due teste di serie Australia e Argentina furono abbinate Europa 1, Europa 4 (che successivamente risultarono essere Irlanda e Romania) e Africa 1 (Namibia)[10][11]; nel girone B Francia e Scozia furono sorteggiate insieme ad Asia 1 (Giappone), Oceania 1 (Figi) e Ripescaggi 1 (Stati Uniti)[10]. Il girone C vide di fronte, oltre alle due qualificate Sudafrica e Inghilterra, Europa 3 (successivamente rivelatasi essere la Georgia), Americhe 2 (Uruguay) e Oceania 2 (Samoa)[10]; infine, nel girone D, gli avversari di Nuova Zelanda e Galles furono Europa 2 (Italia), Americhe 1 (Canada) e Ripescaggi 2 (Tonga)[10].

Due mesi dopo il sorteggio, l'ARU rese note anche le città dove il torneo si sarebbe svolto: ampiamente prevedibili le scelte di popolosi centri come Sydney, Brisbane, Melbourne, Perth, Canberra o Adelaide, furono selezionate anche località emergenti ma con impianti idonei a ospitare una manifestazione internazionale, che nel 2001 avevano già visto esibirsi i British & Irish Lions: Townsville in Queensland, Launceston in Tasmania, Gosford e Wollongong in Nuovo Galles del Sud[12]. Originariamente, al pari di Sydney, anche Brisbane avrebbe dovuto ospitare la manifestazione con due stadi: insieme al più capiente Lang Park era previsto il sostegno di Ballymore, che così sarebbe stato l'unico impianto ad avere ospitato le due edizioni di Coppa del Mondo tenutesi fino ad allora in Australia[12], ma successivamente la scelta ricadde sul solo Lang Park: quindi nessuna delle sedi australiane della Coppa del Mondo 1987 fu riutilizzata nel 2003.

Il torneo[modifica | modifica wikitesto]

La fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

L'inglese Jonny Wilkinson, miglior marcatore e miglior giocatore della Coppa 2003

Viste le critiche alla controversa formula dell'edizione 1999 (cinque gironi da quattro squadre e un complesso sistema di barrage che ripescava anche una terza classificata), riassunte dall'allora C.T. dell'Irlanda Warren Gatland il quale lamentò il fatto che in certe condizioni fosse più conveniente perdere e accedere ai barrage per incontrare ai quarti di finale un avversario più abbordabile[13], nel 2003, fatta salva la composizione del torneo a 20 squadre, si passò a quattro gironi con cinque squadre ciascuna, con passaggio ai quarti di finale riservato solo alle prime due classificate[14].

Dal punto di vista del risultato sportivo la competizione non riservò sorprese: quasi un anno prima dell'inizio del torneo l'ex rugbista gallese Jonathan Davies, dalle colonne dell'Independent, dichiarava di aspettarsi alla fine della fase a gironi una griglia di play-off che vedesse accoppiate nei quarti di finale Nuova Zelanda e Sudafrica, Australia e Scozia, Francia e Irlanda e infine Inghilterra e Galles[15], aggiungendo di ritenere Nuova Zelanda, Australia, Francia e Inghilterra come più che probabili semifinaliste[15].

Tutti i pronostici di Davies furono rispettati: Australia, Francia, Inghilterra e Nuova Zelanda vinsero i propri gironi con quattro vittorie su altrettanti incontri: le due squadre dell'Emisfero Sud furono le più prolifiche, con i neozelandesi a vincere tutti i loro incontri con non meno di 50 punti marcati a partita (l'Italia, che quattro anni prima aveva subito un rovescio di 101 punti dagli All Blacks, nel 2003 limitò il passivo a 70[16]); le uniche incertezze riguardarono la qualificazione ai quarti, proprio nel gruppo degli All Blacks, di una tra Italia e Galles che fu decisa all'ultima partita quando i britannici prevalsero 27-15 sulla squadra azzurra[17] e, nel gruppo dell'Inghilterra, la testa del gruppo, in palio tra quest'ultima e il Sudafrica, questione tuttavia risoltasi a favore dei Bianchi di Clive Woodward nell'incontro diretto, vinto 25-6 con Jonny Wilkinson a realizzare 20 punti[18].

Nel torneo si misero in luce le ampie distanze ancora esistenti tra le squadre abituate all'alto livello e quelle emergenti: nella fase a gironi due squadre marcarono almeno cento punti in un incontro Australia ‒ Namibia 142-0, la peggiore sconfitta in assoluto della formazione africana[19] e Inghilterra ‒ Uruguay 111-13[20]) e altre due almeno novanta Nuova Zelanda ‒ Tonga 91-7[21] e di nuovo l'Australia, vincitrice 90-8 sulla Romania[22]).

I play-off[modifica | modifica wikitesto]

Un'azione di gioco in Sudafrica ‒ Georgia nella fase a gironi

La prima squadra a raggiungere la semifinale fu la Nuova Zelanda che a Melbourne ebbe la meglio per 29-9 su un Sudafrica dominato sul piano fisico prima ancora che su quello del gioco[23]: gli Springbok non andarono oltre tre calci piazzati di Hougaard mentre gli All Blacks marcarono tre mete e realizzarono altri 14 punti al piede. Anche l'Australia prevalse sulla Scozia a Brisbane benché nel primo tempo i meno accreditati britannici fossero riusciti a fissare il punteggio sul 9-9 senza mete[24]; nella ripresa tre mete australiane di Mortlock, Gregan e Lyons in meno di venti minuti chiusero definitivamente l'incontro[24]. Senza storia invece l'altro quarto disputosi a Melbourne, quello tra Francia e Irlanda, dominato nettamente 43-21 dai Bleus che chiusero il primo tempo 27-0[25]; nel secondo tempo un rilassamento francese portò a due tardive mete irlandesi anche se il risultato era oramai a loro sfavore[25]. Più combattuto, altresì, il secondo quarto tenutosi a Brisbane in cui al Galles non bastarono tre mete per battere l'Inghilterra[26] che sfruttò la grande precisione ai calci di Jonny Wilkinson, autore di 23 punti i quali, uniti alla meta inglese di Greenwood, diedero alla sua squadra la vittoria per 28-17[26].

Lo Stadium Australia, sede delle semifinali e della finale

Le due semifinali, entrambe di scena allo Stadium Australia di Sydney, di fatto ebbero la funzione di designare una rappresentante in finale per ciascun emisfero. La prima di esse fu tra gli All Blacks e i padroni di casa australiani e si instradò quasi subito in direzione di questi ultimi: dopo dieci minuti di gioco il mediano di mischia neozelandese Spencer tentò un passaggio rischioso al compagno Muliaina, ma il Wallaby Mortlock lo intercettò e andò in meta dopo una corsa solitaria di 75 metri, marcando i primi punti australiani dell'incontro[27]; nonostante il pareggio di mete quasi a fine primo tempo a opera di Thorne, l'Australia mostrò più disciplina guadagnando molti calci piazzati e sopravanzando gli avversari di 12 punti grazie a quattro segnature al piede, per un totale di 22-10[27]. Il giorno dopo, sotto una pioggia torrenziale[28], un'Inghilterra molto razionale e disciplinata (trovatasi due volte in superiorità numerica per momentanea espulsione di due avversari, uno per tempo[28]) riuscì a sopperire alla mancanza di segnature (al termine furono solo due le mete marcate dagli inglesi in tutta la fase a play-off) con 24 punti di Jonny Wilkinson, tre drop e cinque calci franchi, mentre i rivali d'Oltremanica si fermarono a una meta di Betsen trasformata[28]; come 12 anni prima a Londra, quindi, la finale fu, sia pure a campi invertiti, Australia ‒ Inghilterra[29]; per gli Wallabies si trattò della terza finale, prima assoluta per la squadra detentrice del titolo; per i Bianchi invece la seconda dopo quella persa di Twickenham.

Il 22 novembre si tenne la finale, sempre allo Stadium Australia, due giorni dopo la vittoria 40-13 della Nuova Zelanda nella gara di consolazione contro la Francia[30]. L'australiano Lote Tuqiri portò avanti i campioni uscenti 5-0, ma prima della mezz'ora di gioco Wilkinson, con tre calci piazzati, ribaltò il risultato e diede all'Inghilterra il momentaneo 9-5, consolidato a fine primo tempo con una meta di Jason Robinson per il 14-5 parziale della formazione di Woodward[2]; nella ripresa due piazzati di Elton Flatley portarono gli Wallabies sotto di tre punti e, proprio allo scadere, un'ennesima occasione dalla piazzola portò l'incontro 14-14 e ai supplementari[2]. Quasi subito dopo l'inizio del prolungamento Wilkinson portò nuovamente l'Inghilterra avanti 17-14, ma a tre minuti dalla fine dei supplementari Flatley trasformò il suo quarto calcio piazzato e ristabilì per l'ennesima volta la parità, 17-17[2]. Quando ormai la partita sembrava instradata verso il terzo supplementare secco di spareggio[31], Jonny Wilkinson ricevette palla dal mediano di mischia Dawson in uscita da un raggruppamento avanzante e, da circa 25 metri dai pali australiani calciò un pallone in drop di destro che fissò il punteggio sul 20-17 mentre il tempo scadeva[31].

Con tale vittoria l'Inghilterra divenne la prima squadra dell'Emisfero Nord ad aggiudicarsi il torneo[2]. In base a un sondaggio tra tifosi di 15 Paesi condotto nel 2015 da Mastercard, uno degli sponsor del torneo, il drop di Wilkinson risultò il momento giudicato più iconico e spettacolare della Coppa del Mondo, persino più della consegna del trofeo a François Pienaar da parte di Nelson Mandela nell'edizione 1995[32].

Squadre qualificate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Qualificazioni alla Coppa del Mondo di rugby 2003.
Africa Americhe Asia Europa Oceania Ripescaggi
Ammissioni automatiche
Qualificazioni

Impianti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Impianti della Coppa del Mondo di rugby 2003.
Città Impianto Capacità Incontri
Adelaide Adelaide Oval 33597 2
Brisbane Lang Park 52500 9
Canberra Canberra Stadium 25011 4
Gosford Central Coast Stadium 20059 3
Launceston York Park 19891 1
Melbourne Docklands Stadium 56347 7
Perth Subiaco Oval 42922 5
Sydney Stadium Australia 83500 7
Sydney Football Stadium 42500 5
Townsville Willows Sports Complex 26500 3
Wollongong Wollongong Showground 18484 2

Formula[modifica | modifica wikitesto]

Le 20 squadre furono divise in 4 gironi da 5 squadre ciascuna che si affrontarono con il metodo del girone all'italiana[12]. Il punteggio assegnato, per la prima volta, fu quello in vigore nel Tri Nations dell'Emisfero Sud: 4 punti per la vittoria, 2 ciascuno per il pareggio e zero per la sconfitta e, in aggiunta a ciò, un punto eventuale alla squadra sconfitta con sette o meno punti nonché un ulteriore punto alla squadra autrice di almeno quattro mete nell'incontro, indipendentemente dal risultato. Le prime due classificate di ogni girone si qualificarono ai quarti di finale: la prima e la seconda del girone A rispettivamente conto la seconda e la prima del girone B, e stesso incrocio per i gironi C e D[12].

Nelle fasi a eliminazione diretta, al fine di determinare la squadra vincitrice, fu istituito un terzo tempo supplementare dopo i due già previsti dal regolamento generale[33], analogo al golden goal del calcio: la prima squadra che avesse marcato punti avrebbe vinto l'incontro[33]. In caso di ulteriore parità fu previsto uno spareggio ai calci piazzati: ogni squadra aveva a disposizione 5 calci dalla linea dei 22 metri per realizzare, con 5 giocatori diversi tra quelli in campo al fischio finale, il maggior numero di punti[33]; in caso di parità anche dopo tale serie, si sarebbe proceduto a oltranza un calcio per squadra fino a che, a pari numero di calci, una delle due spareggiasse[33].

Entrambe le semifinali, nonché la finale per il terzo e il primo posto, si tennero allo Stadium Australia di Sydney.

Gironi[modifica | modifica wikitesto]

Girone A Girone B Girone C Girone D

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fase a gironi della Coppa del Mondo di rugby 2003.

Girone A[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
10-10-2003 AustraliaArgentina 24-8 Sydney
10-10-2003 IrlandaRomania 45-17 Gosford
14-10-2003 ArgentinaNamibia 67-14 Gosford
18-10-2003 AustraliaRomania 90-8 Brisbane
19-10-2003 IrlandaNamibia 64-7 Sydney
22-10-2003 ArgentinaRomania 50-3 Sydney
25-10-2003 AustraliaNamibia 142-0 Adelaide
26-10-2003 ArgentinaIrlanda 15-16 Adelaide
30-10-2003 NamibiaRomania 7-37 Launceston
1-11-2003 AustraliaIrlanda 17-16 Melbourne

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
A1 Bandiera dell'Australia Australia 4 4 0 0 273 32 +241 2 18
A2 Bandiera dell'Irlanda Irlanda 4 3 0 1 141 56 +85 3 15
Bandiera dell'Argentina Argentina 4 2 0 2 140 57 +83 3 11
Bandiera della Romania Romania 4 1 0 3 65 192 -127 1 5
Bandiera della Namibia Namibia 4 0 0 4 28 310 -282 0 0

Girone B[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
11-10-2003 FranciaFigi 61-18 Brisbane
12-10-2003 ScoziaGiappone 32-11 Townsville
15-10-2003 FigiStati Uniti 19-18 Brisbane
18-10-2003 FranciaGiappone 51-29 Townsville
20-10-2003 ScoziaStati Uniti 39-15 Brisbane
23-10-2003 FigiGiappone 41-13 Townsville
25-10-2003 FranciaScozia 51-9 Sydney
27-10-2003 GiapponeStati Uniti 26-39 Gosford
31-10-2003 FranciaStati Uniti 41-14 Wollongong
1-11-2003 ScoziaFigi 22-20 Sydney

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
B1 Bandiera della Francia Francia 4 4 0 0 204 70 +134 4 20
B2 Bandiera della Scozia Scozia 4 3 0 1 102 97 +5 2 14
Bandiera delle Figi Figi 4 2 0 2 98 114 -16 1 9
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 4 1 0 3 86 125 -39 2 6
Bandiera del Giappone Giappone 4 0 0 4 79 163 -84 0 0

Girone C[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
11-10-2003 SudafricaUruguay 72-6 Perth
12-10-2003 InghilterraGeorgia 84-6 Perth
15-10-2003 SamoaUruguay 60-13 Perth
18-10-2003 SudafricaInghilterra 6-25 Perth
19-10-2003 GeorgiaSamoa 9-46 Perth
24-10-2003 SudafricaGeorgia 46-19 Sydney
26-10-2003 InghilterraSamoa 35-22 Melbourne
28-10-2003 GeorgiaUruguay 12-24 Sydney
1-11-2003 SudafricaSamoa 60-10 Brisbane
2-11-2003 InghilterraUruguay 111-13 Brisbane

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
C1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 4 4 0 0 255 47 +208 3 19
C2 Bandiera del Sudafrica Sudafrica 4 3 0 1 184 60 +124 3 15
Bandiera di Samoa Samoa 4 2 0 2 138 117 +21 2 10
Bandiera dell'Uruguay Uruguay 4 1 0 3 56 255 -199 0 4
Bandiera della Georgia Georgia 4 0 0 4 46 200 -154 0 0

Girone D[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
11-10-2003 Nuova ZelandaItalia 70-7 Melbourne
12-10-2003 GallesCanada 41-10 Melbourne
15-10-2003 ItaliaTonga 36-12 Canberra
17-10-2003 Nuova ZelandaCanada 68-6 Melbourne
19-10-2003 GallesTonga 27-20 Canberra
21-10-2003 ItaliaCanada 19-14 Canberra
24-10-2003 Nuova ZelandaTonga 91-7 Brisbane
25-10-2003 ItaliaGalles 15-27 Canberra
29-10-2003 CanadaTonga 24-7 Wollongong
2-11-2003 Nuova ZelandaGalles 53-37 Sydney

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
D1 Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 4 4 0 0 282 57 +225 4 20
D2 Bandiera del Galles Galles 4 3 0 1 132 98 +34 2 14
Bandiera dell'Italia Italia 4 2 0 2 77 123 -46 0 8
Bandiera del Canada Canada 4 1 0 3 54 135 -81 1 5
Bandiera delle Tonga Tonga 4 0 0 4 46 178 -132 1 1

Play-off[modifica | modifica wikitesto]

  Quarti di finale Semifinali Finale
                           
  8 novembre, Melbourne
  D1  Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 29  
  C2  Bandiera del Sudafrica Sudafrica 9     15 novembre, Sydney
     Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 10  
  8 novembre, Brisbane    Bandiera dell'Australia Australia 22  
  A1  Bandiera dell'Australia Australia 33
  B2  Bandiera della Scozia Scozia 16     22 novembre, Sydney
     Bandiera dell'Australia Australia 17
  9 novembre, Melbourne      Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra (dts) 20
  B1  Bandiera della Francia Francia 43  
  A2  Bandiera dell'Irlanda Irlanda 21     16 novembre, Sydney Finale 3º posto
     Bandiera della Francia Francia 7 20 novembre, Sydney
  9 novembre, Brisbane    Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 24    Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 40
  C1  Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 28  Bandiera della Francia Francia 13
  D2  Bandiera del Galles Galles 17  

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

Melbourne
8 novembre 2003, ore 18:30 UTC+11
Nuova Zelanda Bandiera della Nuova Zelanda29 – 9
referto
Bandiera del Sudafrica SudafricaDocklands Stadium (40734 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Tony Spreadbury

Brisbane
8 novembre 2003, ore 20 UTC+10
Australia Bandiera dell'Australia33 – 16
referto
Bandiera della Scozia ScoziaLang Park (45412 spett.)
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Steve Walsh

Melbourne
9 novembre 2003, ore 18:30 UTC+11
Francia Bandiera della Francia43 – 21
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaDocklands Stadium (33134 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica Jonathan Kaplan

Brisbane
9 novembre 2003, ore 20 UTC+10
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra28 – 17
referto
Bandiera del Galles GallesLang Park (45252 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Irlanda Alain Rolland

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

Sydney
15 novembre 2003, ore 20 UTC+11
Nuova Zelanda Bandiera della Nuova Zelanda10 – 22
referto
Bandiera dell'Australia AustraliaStadium Australia (82444 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Chris White

Sydney
16 novembre 2003, ore 20 UTC+11
Francia Bandiera della Francia7 – 24
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraStadium Australia (82346 spett.)
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Pat O’Brien

Finale per il 3º posto[modifica | modifica wikitesto]

Sydney
20 novembre 2003, ore 20 UTC+11
Francia Bandiera della Francia13 – 40
referto
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova ZelandaStadium Australia (62712 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Chris White

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Sydney
22 novembre 2003, ore 20 UTC+11
Australia Bandiera dell'Australia17 – 20
(d.t.s.)
(14-14)
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraStadium Australia (82957 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica André Watson

Il post-torneo[modifica | modifica wikitesto]

Celebrazione dei giocatori inglesi a Londra

Nella prima mattinata del martedì successivo alla finale la squadra inglese atterrò a Heathrow[34]: nonostante l'ora, circa le quattro e mezzo del mattino, i giocatori furono accolti da una folla di tifosi giunti all'aeroporto londinese per salutarli[34].

Jonny Wilkinson fu nominato dall'IRB miglior giocatore dell'anno e della competizione[34], e la Corona britannica organizzò un ricevimento a Buckingham Palace il 9 dicembre successivo: la squadra fu portata in parata per le vie di Londra e fu ricevuta dalla regina Elisabetta II, il suo consorte Filippo e i principi William e Anna[35]; a seguire anche il primo ministro Tony Blair ricevette la squadra e i suoi dirigenti a Downing Street[35]. Una folla stimata di circa 750000 persone accompagnò l'evento, il maggiore nella storia sportiva del Regno Unito[35], superiore per affluenza perfino a quello del 1966 quando a diventare campione mondiale fu la nazionale di calcio[35]. Singolarmente, tali due vittorie, le maggiori dell'Inghilterra negli sport di squadra[35], sono collegate da una relazione familiare: tra gli uomini della squadra vittoriosa in Australia figurava il tre quarti centro Ben Cohen[36], il cui zio, George Cohen, si laureò campione del mondo 1966 con l'Inghilterra del calcio[36].

Tutti i giocatori della squadra ricevettero almeno l'onorificenza di membro dell'Ordine dell'Impero Britannico, tranne Martin Johnson che fu insignito del titolo di comandante[37] e Jason Leonard e Jonny Wilkinson di quello di ufficiali[38]; il commissario tecnico Clive Woodward fu nominato altresì Knight Bachelor[39].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche della Coppa del Mondo di rugby 2003.

L'Inghilterra campione del mondo espresse, come detto, il miglior giocatore del torneo, Jonny Wilkinson[34], che vinse anche la classifica dei realizzatori con 113 punti[40]; dietro di lui, almeno in tripla cifra, il francese Frédéric Michalak con 103 punti e l'australiano Elton Flatley con 100[40]. Tutto neozelandese, invece, il podio dei realizzatori di mete: a quota 7 affiancati in testa Doug Howlett e Mils Muliaina, con una di meno Joe Rokocoko[41]; a quota 5 mete un quinquetto formato da 3 australiani (Chris Latham, Mat Rogers e Lote Tuqiri) e 2 inglesi (Will Greenwood e Josh Lewsey)[41].

A consuntivo, l'edizione 2003 della Coppa del Mondo risultò essere, tra quelle tenutesi fino ad allora, la più seguita sia in televisione sia dagli spalti, nonché quella con i maggiori ricavi[42].

Le presenze totali furono 1837547 (media a incontro 38282) e il record d'affluenza fu registrato in occasione della finale di Sydney con 82957 spettatori sulle gradinate dello Stadium Australia[42]. Detta gara fu anche l'evento televisivo dell'anno, con 4340000 spettatori grazie ai quali fu il programma più visto del 2003[42].

Il comitato organizzatore stimò anche in 150000000 AUD (circa 90000000 ) il guadagno della manifestazione[42].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ All’epoca sotto il nome di International Rugby Football Board e Australian Rugby Union
  2. ^ a b c d e (EN) England win Rugby World Cup, in BBC, 22 novembre 2003. URL consultato il 20 agosto 2020.
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